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Ravioli Uéstern 2

Ravioli Uéstern 2La copertina deve invitare il lettore all’acquisto. È la regola, ma Pierz delle regole se ne fa ben poco. Così più che invitare il lettore finisce per minacciarlo. Un gattino dallo sguardo tenero “morirà di morte” se non comprerà Ravioli Uéstern 2: questa la promessa dell’autore fanese. Poi si scoprirà che il povero micio non è che un nazistoide dal pelo folto, ma questa è un’altra storia. Una storia tra tante non-storie che hanno un solo obiettivo: far sganasciare il lettore fino a che non invita gli amici all’acquisto. Magari minacciandoli a sua volta.

L’umorismo dissacrante e deliberatamente “scemo” (parola di Gipi) nasce sul web e rivive sulla carta. Un’ironia talmente fuori dagli schemi da essere fuori anche da quel fuori. Forse perché è lo stesso Pierz ad essere “fuori”, con il suo giocare con le gabbie del fumetto,  fino ad arrivare a un racconto nel racconto che, paradosso dei paradossi, non ha proprio nulla di raccontare. Perché l’obiettivo, l’abbiamo detto, è far ridere. Anche se non è roba per tutti.

Un raviolo con una gamba boomerang che girovaga per le vignette ormai da un paio di volumi. Un cowboy sgangherato alle prese con un’erezione spropositata. Il casting per un’agenzia che produce film pornografici, con conseguente protesta dei preti e dei benpensanti. Poi Gesù Cristo, Dio e l’Arcangelo Gabriele. Pierz non si fa mancare nulla, e relega i suoi fumetti assurdi e oltremodo geniali al ghetto di chi sa ridere di tutto. Ma proprio di tutto. D’altronde, quello, non è un problema suo.


Simone Celli

Dati del volume

  • Voto della redazione: 1
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