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Il Campo dell'Arcobaleno

Il Campo dell'ArcobalenoIl giovane Suzuki va a vivere in una nuova città con il padre, e questo per lui vuol dire in primis trasferirsi in una nuova scuola.
Ambientarsi non è facile per un bambino dalla personalità complessa come la sua, che è arrivato a tentare il suicidio. A rendere il tutto più difficile contribuisce il complesso equilibrio tra i bambini della classe, che stenta a trovare stabilità dopo un incidente che ha fatto piombare in coma una di loro.
Undici anni sono passati, gli stessi membri della classe vivono la loro vita a cavallo tra la routine quotidiana e la follia incontrollata.
Suzuki torna nella città e confronta i traumi del passato per svelare verità che sono finora rimaste celate…

Queste righe riassumono in maniera lineare alcuni degli spunti narrativi di quello che è uno dei migliori volumi a fumetti dell'anno.
In realtà la bravura dell'autore sta nel raccontarci questa ed altre storie in un complesso gioco di scatole cinesi, con sequenze che saltano dal presente al passato inizialmente senza apparente logica, ma componendo, con lo svolgimento, un mosaico coerente e uniforme in cui ogni singola "tessera" si incastra al suo posto.
Nijigahara Holograph parla di tante cose: dell'infanzia come ricordo lontano, dell'innocenza come maschera delle brutalità più efferate, della difficoltà dei rapporti con gli altri, delle relazioni umane come vincolo bramato e temuto.
Ma non vi traggano in inganno queste premesse. Questo manga non cade nel tranello di molti (troppi) fumetti dalle pretese autoriali, che si caricano di messaggi e metafore ma alla fine restano privi di sostanza narrativa.
Il Campo dell'Arcobaleno costruisce anche un angosciante thriller, dove personaggi dalle inquietanti personalità ricche di contraddizioni si trovano coinvolti in un intreccio drammatico sullo sfondo del decadente passaggio dall'infanzia alla maturità.

Dal punto di vista grafico, il volume si rivela curatissimo. L'autore è  un fine regista ed utilizza le vignette non solo per mostrare il progredire della storia, ma anche per trasmettere indizi sugli eventi e informazioni sugli stati d'animo dei personaggi: un occhio, una mano, un'erezione, una tazza, un ciondolo spezzato, un pezzo di scopa che rotea nell'aria, un diario bagnato dalla pioggia… particolari che magari ad una prima occhiata risultano inutili, ma andando avanti acquistano significato, in quello che potrebbe essere un manuale di storytelling da cui disegnatori di tutto il mondo dovrebbero trarre una lezione.
Senza dimenticare poi le tavole dalla violenta capacità evocativa, dove l'efferata brutalità dell'immagine si disperde nel volo leggero di uno stormo di farfalle.
 
Un volume che non deve mancare nelle librerie degli appassionati del fumetto di qualità. Di certo non un fumetto usa e getta, ma anzi, una storia da rileggere più volte e che ogni volta rivelerà nuovi dettagli.



Gianluca Reina
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