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Y: l'ultimo uomo 4


Y: l’ultimo uomo 4: Legàmi (Magic Press, 120 pagine, brossurato, 9,5 euro) testi di Brian K. Vaughan, disegni di Paul Chadwick e Pia Guerra.

Y l’ultimo uomo sta al fumetto come un serial televisivo di prim’ordine (vedi Lost o Desperate Housewives) sta alla TV. Niente velleità pseudoletterarie, niente ovattate suggestioni autoriali, niente soluzioni bigger than life ma “soltanto” solido intrattenimento che sfrutta appieno i meccanismi della serialità (cliffhanger e subdole deviazioni dalla trama principale), e fa leva su una serie di angosce ben note a tutto il mondo occidentale dopo l’11 settembre. Il merito del giovane scrittore Brian K. Vaughan è stato quello di trasformare il sogno di qualsiasi maschio esistente (essere l’ultimo sopravvissuto della specie, insieme a tre miliardi di donne) in un incubo in salsa postmoderna, dove accanto alla trama sci-fi trovano posto sordidi intrecci tra potere politico, servizi segreti deviati e gruppi terroristici al femminile. Anche se il tono della serie è spesso quello proprio della commedia d’azione (grazie all’ironia del protagonista), su tutto incombe un alone di ineluttabilità, quella di un destino di sfacelo per una società messa in ginocchio dagli avvenimenti. Società che, anche se in difetto di circa 6 miliardi di testicoli, ricorda spesso la nostra. Vaughan ha saputo ben cogliere lo zeitgeist, lo spirito del tempo, e ha saputo suggerire argomenti anche controversi senza troppe pretese, non cadendo nel tranello delle lezioncine morali o nel buonismo a tutti i costi. Questo quarto volume non fa eccezione: nella prima parte (una minisaga “leggera” di due episodi) i protagonisti del serial lasciano il posto ad una compagnia teatrale alle prese coi problemi riguardanti la censura e l’opportunità di creare arte ricamando sul disastro appena avvenuto. Polemiche e discussioni che ricordano ciò che accadde negli states all’indomani dell’11 settembre. Nella seconda parte (che da il titolo al volume), ritroviamo l’ultimo uomo sulla terra combattere i propri demoni interiori: un vero e proprio punto di svolta per l’economia della serie, con misteri svelati e nuove sottotrame. Completano il quadro del volume i due disegnatori: da un lato Paul Chadwick (evidentemente sottotono rispetto ai suoi standard ammirati su Concrete), dall’altro Pia Guerra, onesta artigiana che spicca più per la pulizia del tratto piuttosto che per altre doti. Un team grafico sufficiente per una testata che forse meriterebbe di meglio, se si accettuano le splendide copertine di J.G. Jones (che nei prossimi volumi lascerà il posto al nostro Massimo Carnevale). In definitiva, le due storyline contenute nel volume ribadiscono il buon stato di forma di Vaughan, ormai scrittore di punta di quest’ennesima incarnazione della Vertigo. E candidano Y tra le serie più interessanti della scuderia di Karen Berger.


Giovanni Agozzino


Carlo Del Grande
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