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Redazione Comicus

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Ultimates 29

Ultimates 29 (Panini Comics, spillato, 56 pagine a colori, € 2,80) testi di Mark Millar, disegni di Brian Hitch

Ultimates 29Sapevamo che sarebbe successo. Tutte le storie, soprattutto le più belle, per forza un giorno finiscono. A malincuore con questo albo termina il ciclo di Mark Millar e Brian Hitch su Ultimates.
Uno scontro fratricida dai toni epici e dai ritmi serrati conclude l'avventura del duo britannico sulla serie Marvel più riuscita degli ultimi anni.

Millar ci offre un’ultima avventura avvincente e dalle molteplici valenze: da un lato traspare la sua interpretazione dell'eroe, a volte cinico e brutale, pronto a far valere la sua forza con ferocia, lontano anni luce dallo stereotipo del campione senza macchia; dall'altro invece, è possibile scorgere un richiamo romantico e ammirato alle avventure classiche di Stan Lee e Jack Kirby.

L'autore scozzese difatti, ben conscio del fatto che i suoi Ultimates sono la serie di riferimento che ha definito i confini e dettato i tempi dell'universo Ultimate, come all'epoca fecero i lavori di Kirby e Lee per l'universo Marvel classico, dedica loro la sua storia quasi volesse rendere omaggio a coloro che lo hanno ispirato.
La conclusione delle sue trame sembra quasi assottigliare le differenze tra i due universi, come ad indicare che la fine di questo ciclo è probabilmente un inizio, l'inizio di una nuova era per l'universo Ultimate. Diverso e più fresco, ma allo stesso tempo così dannatamente simile all'universo Marvel classico, il mondo Ultimate sembra pronto a ripercorrerne le gesta e i successi.

Assieme a quella di Millar termina anche l'avventura di Hitch, per il quale vale qualche rimprovero. Forse per colpa delle scadenze imminenti (di certo non una novità però…), l'abituale tratto morbido ed espressivo di Hitch appare frettoloso ed impreciso, soprattutto nelle prime pagine in cui la cura di alcuni particolari è un po’ superficiale. Per fortuna però con il passare delle pagine il disegnatore britannico sembra ritrovarsi, riuscendo ad entrare in ritmo con la storia e a tornare su livelli qualitativi più consoni alle sue capacità. I particolari si fanno più puliti e l'espressività dei personaggi migliora sensibilmente, riuscendo così a regalarci un degno finale per un fumetto che lo meritava davvero.

Si è chiusa un’era, e nonostante tutto si è chiusa alla grande.


Luca Chessa

Facciamo i Pervertiti vol.1 di 4

Facciamo i Pervertiti vol.1 di 4 (Free Books, brossurato, 168 pagine in bianco e nero, € 5,50) testi e disegni di Youjung Lee

Facciamo i Pervertiti vol.1 di 4Mai fu più valida la legge del “Nomen Omen” come per il giovane Perverto, vittima delle proprie erezioni a punto di essere additato come pervertito da tutta la scuola e doversi trasferire con tutta la famiglia per sfuggire all’ignominioso marchio. Ma nella nuova scuola, tra saffiche coppiette, professori maniaci e prosperose compagne, il ragazzo dovrà sudare sette camicie per tenere a freno i propri istinti.

Parte della Net-comics, divisione della Free Books che presenta fumetti pubblicati sulla rete prima che sulla carta, presenta il difetto tipico di quelli che sono gli e-comics: l’autore che prende come punto di riferimento un mangaka famoso e ne ricalca lo stile di scrittura e di disegno.

In questo caso sono evidenti le influenze di molti autori di Shonen Manga, Tetsuya Egawa in primis. Ma se a livello di storie ci troviamo comunque davanti ad una trama scorrevole e fresca, anche se un po’ forzata, i disegni risultano invece incerti e abbozzati, privi di personalità e a volte quasi sgradevoli alla vista.

Il prodotto finale è mediocre e il prezzo di sicuro non ne fa una lettura consigliata.



Gianluca Reina

SuperGirl & La Legione dei Super Eroi 1

SuperGirl & La Legione dei Super Eroi 1 (Planeta DeAgostini, spillato, 48 pagine a colori, € 2,95) testi di Mark Waid, disegni di Barry Kitson

SuperGirl & La Legione dei Super Eroi 1Comincia l'avventura in edicola della Legione partendo con l'inserimento di un grosso nome nel cast che, si sa, fa sempre comodo per dare una spinta alle vendite.
Se quindi l'inserimento di Kara-El nel cast puzza tanto di operazione di marketing, si può tranquillamente dire che, a livello di storia, la svolta nella trama non appare affatto forzata, anzi, apre un grande numero di interessanti spunti narrativi che si vanno ad aggiungere a quelli visti nell'ultimo volume da libreria.

Un Barry Kitson in ottima forma alle matite, un Mark Waid brillante come non mai ai testi, per un albo che esplora il nuovo ruolo della legione nei pianeti uniti e le tensioni create nel gruppo dal nuovo innesto.

Unico difetto di questo primo numero, se proprio se ne vuole cercare uno, può essere l'eccessiva lentezza in alcune sequenze (ovviamente se non si considera il non felicissimo formato di questa edizione italiana).





Gianluca Reina

John Woo's 7 Brothers: Figlio dell’Inferno

John Woo's 7 Brothers: Figlio dell'Inferno(Panini Comics, cartonato, 120 pagine a colori, € 13,00) soggetto di John Woo, testi di Garth Ennis, disegni di Jeevan Kang

John Woo’s 7 Brothers: Figlio dell’InfernoDebutta in Italia la linea Director’s Cut della Virgin Comics, che annovera tra le sue fila alcuni dei registi, scrittori e disegnatori più acclamati, ma soprattutto più innovativi del momento. Una delle prime uscite è 7 Brothers, il cui soggetto è stato partorito dalla fervida mente di uno dei grandi maestri del film d’azione, John Woo, mentre i testi sono affidati al veterano del fumetto Garth Ennis.

La vicenda ha un sapore epico, arricchito da antiche profezie, misticismo ed elementi sovrannaturali, la cui trama però non risulta molto originale. Una storia comunque piacevole e scorrevole nella lettura, anche se il suo svolgimento risulta facilmente prevedibile. Il tutto si delinea attraverso l’uso indiscriminato della violenza e di un linguaggio caratterizzato da toni forti ed espliciti (tipici di Ennis) che fanno del volume un prodotto destinato al pubblico più adulto.

Dal punto di vista grafico le matite sono meritatamente affidate a Jeevan Kang, noto ai lettori italiani per il suo lavoro su Spider-Man: India. Gran parte del buon risultato finale va senza ombra di dubbio attribuito ad una colorazione pittorica digitale estremamente evocativa.

Una menzione particolare al formato scelto da Panini Comics, un volume cartonato dal formato leggermente oversize che permette di apprezzare al meglio l’opera. Forse qualche nota e appunto in più, oltre ai doverosi cenni sugli autori, sarebbero stati sicuramente molto apprezzati!



Simone Gazzani
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