Ennesima edizione italiana dell’opera più famosa di Masami Kurumada. Saint Seiya è una delle poche serie a fumetti di cui si rimpiange costantemente la versione animata, superiore sotto quasi tutti i punti di vista. Graficamente il manga mostra impietosamente gli anni che si porta sulle spalle, ed il tratto di Kurumada è forse invecchiato troppo per piacere ai giovani lettori.

In questo numero della Perfect Edition siamo nel pieno della saga di Poseidone. I bronze saint hanno da poco affrontato le dodici case di Sanctuary, e Saori, reincarnazione della dea Atena, è minacciata dalle forze del dio del mare. Toccherà di nuovo a Seiya e ai suoi compagni trarla in salvo, sconfiggendo i sette temibili generali di Poseidone e salvando il mondo da un nuovo diluvio universale.

Se è vero che Saint Seiya è un titolo un po’ attempato, non dimentichiamo che si tratta comunque di una leggenda. Lettura consigliata a chi ha visto il cartone animato e vuole scoprire cosa gli ha nascosto per anni l’adattamento italiano dell’anime.

Dopo lo sfolgorante inizio, gli Young Avengers hanno risentito degli impegni del loro creatore Allan Heinberg, trovandosi relegati, nelle successive apparizioni, al mero ruolo di comparse.
Li riporta al centro delle storie questa miniserie, in cui diversi autori prendono in mano i personaggi reinterpretandoli e mostrando le loro reazioni ai recenti eventi: guerre civili, parenti risorti e conoscenti defunti.

Quello che ne esce è una lettura piacevole e scorrevole, in cui ogni scrittore dà il meglio di sé, proponendoci un quadro credibile e sfaccettato di questi adolescenti in costume.
Menzione d'onore va agli episodi di Ed Brubaker (Patriot), e di Roberto Arguirre Sacasa (Wiccan).

Ottime performance per quasi tutti i disegnatori, in particolare Alan Davis, morbido e classico, e l'esordiente Alina Urosov, cartoonesca ed espressiva. Fiacca prova invece per Harvey Tolibao, che illustra sgraziatamente la storia di Hulkling.

In un futuro indefinito, la popolazione umana vive concentrata in delle città chiamate domo-polis, luoghi dai quali molti vorrebbero fuggire. Un movimento fuorilegge, denominatosi Exodus, lotta per dare concretezza a questo desiderio, ma deve vedersela con la spietata Polizia Ferroviaria.

In tutto questo Gainer, ragazzino campione di videogiochi, diviene inconsapevole strumento di Exodus, essendo uno dei pochi in grado di pilotare l’Overman, una macchina antropomorfa dal grande potenziale.

Una storia dal buon ritmo, anche se sa di già visto per i temi presentati, tipici di Yoshiyuki Tomino. Personaggi ben delineati, nonostante la caratterizzazione piuttosto prevedibile. Splendidi i disegni, dal tratteggio sottile ed elegante che definisce volti ed anatomie espressivi e sensibili.

Cosa c’è sotto le foglie, là dove nessuno vede? Cosa c’è sotto le foglie che ognuno di noi ha dentro di sé? È proprio quello il luogo in cui ogni persona nasconde ciò che non vuole mostrare, la consapevolezza di quel che è stato e di quel che sarà. Un segreto che nessuno può raggiungere, richieste di aiuto che nessuno può sentire. Nessuno tranne l’Altro, un osservatore attento che con il suo cuore percepisce, con i suoi occhi vede tutto questo. Ed è così che queste grida prendono voce. Prendono il coraggio necessario per farsi sentire chiaramente dall’Altro, ma un coraggio non sufficiente per cambiare. Perché quello di cui ci si rende conto è l’ineluttabilità della vita, la consapevolezza che ciò che è non può essere cambiato, che ciò che si è non può essere cambiato.

Due storie pungenti, quelle che Gabriella Giandelli ci fa conoscere. Due storie dure che portano dentro di loro una morale ancora più amara. Racconti affascinanti, assolutamente sconsigliati a chi le convinzioni dei protagonisti le porta dentro di sé.