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Giorgio Parma

Giorgio Parma

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Anche AMC e Time Warner si uniscono a Disney nella lotta contro la legge anti-gay in Georgia

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Dopo la recente notizia in cui vi abbiamo parlato dell'intenzione da parte di Disney di boicottare future riprese negli Studios in Georgia qualora venisse approvata la legge che permetterebbe la discriminazione sessuale nello stato, anche Time Warner e AMC hanno deciso di scendere in campo contro tale possibilità.

“Noi della Time Warner crediamo che la diversità in qualunque sua forma sia il cuore pulsante del nostro sistema e la chiave del successo del nostro business. Ci opponiamo fermamente al linguaggio e agli intenti discriminatori del decreto sulla libertà religiosa della Georgia, che chiaramente viola i principi e i valori dell'inclusione e della possibilità per le persone di vivere e lavorare senza essere discriminate”, si legge nel comunicato della compagnia.

“Tutte le nostre divisioni – HBO, Warner Bros. e Turner – hanno diversi interessi lavorativi in Georgia, ma nessuno più di Turner, partecipante attivo della campagna Georgia Prospers, una coalizione di uomini d'affari che desiderano dar vita ad una Georgia che dia il benvenuto a tutte le persone. Il Georgia bill HB 757 è una forte contraddizione di questa campagna, dei valori che abbiamo a cuore e per i posti di lavoro che offriamo ai nostri dipendenti. Chiediamo urgentemente che il Governatore Deal eserciti il suo diritto di veto”.

Ma anche The Walking Dead è girato tutto in questo stato, e quindi AMC ha deciso di scendere in campo contro la discriminazione.

"Come compagnia, AMC Networks crede che le discriminazione di qualunque sorta sia riprovevole. Applaudiamo la scelta del Governatore Deal di essersi opposto alla precedente versione di questa legislazione e chiediamo che bocci anche l'attuale".

Con tre major di questa portata che si oppongono e con così tanti soldi in gioco, è molto probabile che il Governatore, pur di non perdere l'importante contributo nell'economia dello stato di queste produzioni cinematografiche, rigetti la legislazione sotto accusa, ma per ora dalla classe politica georgiana non è ancora arrivata alcuna risposta.

Peter Serafinowicz sarà The Tick nella serie Sony e Amazon

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Avete mai visto il cartone animato The Tick, in cui il protagonista era un enorme scarafaggio antropomorfo blu che combatteva per la giustizia? Bene, Peter Serafinowicz (Guardiani della Galassia) interpreterà questo personaggio nella serie TV di prossima realizzazione voluta da Amazon Studios e Sony Pictures Television. L'attore va ad aggiungersi al cast che al momento è costituito da Griffin Newman (Vinyl) che sarà Arthur Everest, migliore amico e comprimario del protagonista, e Valorie Curry (House of Lies), che sarà Dot, la sorella di Arthur.

La serie animata risale al 1994 e consta di due stagioni, realizzate da Akom Productions, Graz Entertaiment e Sunbow Productions. A sua volta, questo show era un adattamento del fumetto del 1988 di Ben Edlund, che aveva creato due anni prima il personaggio come mascotte per la New England Comics.

A produrre la serie TV ci sarà Barry Josephson, oltre allo stesso Edlund, che tra l'altro scriverà la sceneggiatura degli episodi. Wally Pfister (Transcendence) dirigerà il pilot.  Ricordiamo che nel 2001, la FOX ha realizzato una serie TV live action sul personaggio, che tuttavia è stata fatta chiudere con l'episodio 9.

(Via SHH)

Disney e Marvel boicotteranno le riprese in Georgia se il Governatore firmerà la legge anti-gay

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La Disney ha realizzato molte sue pellicole, tra cui Captain America: Civil War di prossima uscita, in Georgia per via degli incentivi finanziari proposti dallo stato, ma sembra che le cose possano cambiare radicalmente nel giro di poco tempo. Infatti, come riporta Deadline, da compagnia che si batte contro le discriminazioni di ogni genere, ha deciso bene di spostare le sue prossime produzioni dalla Georgia se il governatore Nathan Deal, repubblicano, dovesse firmare l'atto legislativo anti-gay.

“Disney e Marvel sono compagnie aperte a tutti e anche se abbiamo avuto un'ottima esperienza realizzando film in Georgia, sposteremo il nostro business altrove qualora dovesse essere approvata una qualunque legislazione discriminatoria”, ha detto oggi un portavoce della compagnia. L'House Bill 757 (Free Exercise Protection Act), passato settimana scorsa all'Assemblea di Stato, permetterebbe infatti l'esistenza di gruppi e organizzazioni religiose sessualmente discriminanti nello stato, che ad ora è sulla scrivania del governatore, il quale avrà tempo fino a maggio per poterla firmare o meno.
Letteralmente, la legge "garantisce che i funzionari religiosi non debbano essere tenuti a svolgere cerimonie di matrimonio in violazione del loro diritto legale di libero esercizio della religione", e permette alle organizzazioni basate sulla fede di non assumere o fornire servizi a coloro che "violano le sincere credenze religiose di tali organizzazioni religiose".

La compagnia è la prima a fare una tale dichiarazione, seguendo l'operato della National Football League, della Motion Picture Association of America e della Human Rights Campaign Fund. Ricordiamo che al momento Guardians Of The Galaxy Vol.2 è in lavorazione ai Pinewood Studios fuori Atlanta. Ma anche The Walking Dead di AMC viene girato nello stato, anche se dalla major non è stato rilasciato alcun comunicato.
Vedremo come procederà la questione e se qualche altra azienda del settore che opera in quello stato farà sentire le sue pressioni a riguardo.

Batman v Superman: Dawn of Justice: recensione

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Il 2016 è l’anno dei confronti ideologici per quanto riguarda i supereroi. La Marvel ci mostra la Guerra Civile tra la fazione di Captain America e quella di Iron Man in Captain America: Civil War, in uscita il 4 maggio, e sempre la Casa delle Idee, ma questa volta sul piccolo schermo, porta alla luce la rivalità tra Punisher e Daredevil, nella seconda stagione dello show Netflix, che vi abbiamo recensito qui. Ma non è finita qui: anche la rivale DC Comics ha pensato di portare al cinema assieme a Warner Bros. l’annoso conflitto tra due dei suoi più importanti personaggi: il vigilante di Gotham Batman e il beniamino di Metropolis, Superman. Una rivalità talmente radicata e intensa da richiedere addirittura un’esplicitazione della stessa già a partire dal titolo (oltre ad essere di sicuro effetto dal punto di vista del marketing).

Due figure nettamente diverse: un alieno coi superpoteri e un miliardario dalle mille risorse, entrambi indispensabili per le loro città, per la difesa dell’intera umanità, ma mossi da due mentalità diverse, dettate soprattutto dal diverso background. Un antagonismo non solo ideologico e filosofico quello che li divide, ma a tratti di natura teologica, esistenziale, essenziale, che trova nel dibattito più che nelle botte da orbi un confronto chiarificatore, anche se queste ultime sono alquanto necessarie per una maggiore comprensione delle rispettive posizioni.

Batman v Superman: Dawn of Justice però si presenta come un film che si prefigge numerosi obiettivi importanti: rappresentare in maniera corretta, approfondita e intelligente la rivalità tra i due personaggi principali, introdurre un nuovo Batman dopo quello nolaniano di Christian Bale, che ha riscosso grandi consensi da pubblica e critica, riabilitare nuovamente la figura di Superman, dopo il non riuscitissimo Man of Steel, introdurre nuovi personaggi come Wonder Woman, Aquaman, The Flash, ma soprattutto, fare da apripista al nuovo DC Extended Universe, la risposta cinematografica al MCU voluto dalla Distinta Concorrenza con l’obiettivo di conquistare una grande fetta di pubblico dei cinecomic e proporre un valido contraltare ai sempre più apprezzati e redditizi film Marvel. E non sempre centra il punto con questi obiettivi.

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Tuttavia, per quanto concerne la trama, ci è stato chiesto, soprattutto dal regista stesso mediante un videomessaggio iniziale proiettato alla premiere, di evitare di inserire spoiler nella recensione per non togliere la sorpresa ai fan che vorranno andare a vedere la pellicola. Richiesta lecitissima, se non fosse che ad ora pochissimo è stato diffuso da canali ufficiali relativamente alla sinossi, e che distinguere cosa sia spoiler e cosa no con un intreccio così fitto e dinamico, beh non è una cosa semplice. Per evitare quindi qualsivoglia tipo di sorpresa, ci limitiamo a utilizzare i dati forniti dalla trama ufficialmente resa nota.
"Superman, strenuo e potente difensore della città di Metropolis appare sempre più disporre di un potere simile a quello di una divinità. Nel timore che il suo potere possa diventare assoluto e avere ripercussioni negative, il vigilante di Gotham City Batman scende in guerra contro di lui.
Mentre i due sono in lotta, tuttavia, una diversa e più grande minaccia appare all'orizzonte", da Collider, via Wikipedia.

Vi assicuriamo comunque che la trama è lineare, ben chiara fin dal principio ma non per questo scontata, che riserva numerosi plot twist interessanti, con la presenza di scene oniriche, prevalentemente riguardanti Batman, come quella dove si vede la grande Omega di Darkseid, che rimangono forse poco intuibili, spesso superflue e solo confusionarie, ma che crediamo verranno analizzate e spiegate meglio nei futuri capitoli.

Ed è nel confronto tra divinità e uomo, tra figura messianica e vigilante, tra speranza e perseveranza che la sceneggiatura di Zack Snyder trova il suo centro. Prima dell'azione, prima della lotta, lo scontro viene presentato dal punto di vista dialettico, mediatico, con scelte accurate e drastiche che ci permettono di comprendere il punto di vista di entrambi i protagonisti, di come loro vedono il mondo e di come il mondo vede loro stessi. Il regista mette in piedi una recita che pone in primo piano il confronto ideologico e solo dopo introduce la collisione fisica tra le due forze in gioco, tra la potenza sovrumana e l'astuzia umana. Certo che però una battutina ogni tanto poteva anche permettersela, giusto per staccare un po' dai toni tetri e funerei, per vitalizzare un pochino la scena, senza necessariamente esagerare e snaturare la pellicola.

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La regia di Snyder è cupa, dark, con giochi di luce studiati e tipici della sua produzione cinematografica, con tonalità scure alternate a bianchi mai purissimi ma nettamente contrastanti col resto della scena, donando alle inquadrature un'atmosfera tormentata, lungi dalla quiete e dalla serenità, che fa presagire un'evoluzione nefasta e non positiva della trama. La cifra stilistica del regista viene mantenuta, con ampi e imprevisti colpi di scena, affrontati con il classico stile un po' "tamarro", mi si permetta il termine, pomposo, esplosivo, altamente enfatico, che può piacere o meno, ma di certo rende bene in un film come questo. Ci sono poi diverse inquadrature veramente eccezionali, di fortissimo impatto, evocative, quasi bibliche, sempre accompagnate da dei filtri cupi che rendono il tutto ancora più sovrannaturale, mistico ed affascinante, dando vita ad uno scontro cromatico e ideologico molto notturno.

Se vogliamo analizzare meglio la figura di Superman, non possiamo non evidenziare come la sua esistenza non sottomessa, non regolamentata possa essere vista sotto una luce salvifica come sotto una cupa rivelazione dell'impotenza umana verso ciò che è più grande di lei. Il kryptoniano è una prova tangibile della crisi delle ideologie antropocentriche, che mette in discussione la sicurezza, tutto sommato confortante, che l'umanità sia la massima minaccia di sé stessa. L'insondabilità delle sue capacità e l'apparente incapacità di comprenderle, di dominarle, di fronteggiarle, crea fenomeni sociali e psicologici antitetici: venerazione e disprezzo.
E nella resa del personaggio, Henry Cavill ben si presta a questo ruolo, donando un adeguato peso espressivo e una buona caratterizzazione nei limiti del possibile, considerando comunque che stiamo parlando di uno dei personaggi più iconici e difficili da impersonare.

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Il suo rivale, almeno su carta, è un Batman che ha alle spalle una ventina d'anni di lotta contro il crimine di Gotham, una figura carismatica e decisa, con un tragico passato caratterizzato da enorme sofferenza, non solo per la morte dei genitori, ma anche per quella di Robin, come si vede anche dalle foto emerse in rete, ma di cui non viene accennato nulla. Meno Cavaliere Oscuro di quello di Nolan ma più esperto, più preparato, più action, oltre che più anziano. Una figura a tratti horrorirfica, almeno nella sua prima apparizione, più brutale e violenta, protagonista di scene d'azione molto coinvolgenti e ben coreografate, molto simili a quelle dei videogiochi della serie Batman: Arkham dei Rocksteady Studios.
Questa nuova incarnazione di Batman è poi affiancata da un Alfred (Jeremy Irons) che più che un padre, come visto in Nolan, è un amico di vecchia data, un compagno di battaglia, che si improvvisa meccanico, ingegnere, fisico e pilota all'occorrenza, forse esagerando un pochino.
L'interpretazione di Ben Affleck, alla faccia di chi addirittura firmava petizioni per farlo rimuovere dal ruolo, è calzante e di buon livello. Ne esce un Batman diverso da quello che finora abbiamo visto sul grande schermo, così come ne esce un diverso Bruce Wayne, il che in questo caso non si traduce in una nota di demerito.

Lo scontro fisico milleriano tra i due eroi, che vedremo dopo la metà della pellicola, è tecnicamente eccellente, molto ben strutturato, anche nelle ragioni stesse della lotta. Alcune scene prendono direttamente spunto dai due pilastri della narrativa a fumetto che vedono riportato uno scontro simile, ossia il ciclo de Il Cavaliere Oscuro di Frank Miller.

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Passando poi a Wonder Woman, al suo debutto sul grande schermo con il volto della splendida Gal Gadot, il personaggio ha sicuramente forte impatto visivo e narrativo, anche se non si riesce a comprendere appieno. Il suo essere indomita, risoluta e indipendente rende la figura criptica e misteriosa ma a tratti la fa apparire scontrosa, a tratti sbruffona e prepotente, il che nasconde chiaramente qualcosa, come un abbandono della razza umana al suo destino segnato da qualche tragico evento che verrà di certo chiarito in futuro con il film in solitaria dell'eroina, ma così di primo acchito stona e non fa scattare quell'empatia che forse avrebbe potuto creare se fosse stata più approfondita e non inserita prevalentemente solo all'occorrenza, come accaduto, dandole magari anche qualche battuta in più sul copione. Se ne deduce ben poco di questo personaggio, se non la schiacciante forza in combattimento e il fascino ammaliante.

Altra sorpresa è il Lex Luthor di Jesse Eisenberg, vero deus ex machina della pellicola che dimostra di avere troppo carattere e follia sin dalle prime battute. Una versione un po' squilibrata del personaggio, mentalmente instabile e altalenante, segnato da un passato di abusi, capace di azioni riprovevoli per portare a termine i suoi piani e senza scrupoli di alcun tipo, totalmente indifferente alla vita degli esseri umani, desideroso di potere oltre ogni limite, ma che risulta un po' troppo sopra le righe, un po' insensatamente eccessiva in alcuni punti.
L'interpretazione dell'attore che propone una variante stile Joker del villain non è forse delle più azzeccate.

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Passando invece ai cameo di Flash, Cyborg e Aquaman, risultano pressoché inutili all'economia della storia, soprattutto per quanto riguarda gli ultimi due, che vengono solamente accennati, con l'unico scopo di introdurli nell'universo, senza mostrare troppo allo spettatore. Al termine della pellicola si getteranno comunque le basi per un'unione degli eroi contro possibili future minacce.

Come facilmente comprensibile dalle immagini e dai trailer del film, il nemico finale è Doomsday, un mostro creato nella pellicola da Luthor, anche se preferiamo non svelarvi come, né altre informazioni a riguardo. Gli effetti speciali qui come nelle altre parti del film, sono allo stato dell'arte, sempre ben amalgamati e fluidamente inglobati nelle riprese, anche se con la figura di Doomsday il lavoro non è stato dei migliori, sembra sempre il solito Abominio senz'anima che puzza di CG lontano un miglio.

La colonna sonora di Hans Zimmer sebbene sia di alto livello compositivo, non presenta un main theme che rimane fortemente impresso nella mente dello spettatore, sebbene la struttura corale, con forti ispirazioni religiose e sacrali, rendono ancora più mistica l'esperienza della visione, sottolineando ulteriormente la scelta stilistica del regista, restando però un'opera non proprio eccellente. Da segnalare l'associazione di un particolare strumento musicale a ogni partecipante dello scontro finale, che globalmente dona un effetto di carica non secondario agli stessi effetti visivi. Il sonoro poi, che abbiamo potuto apprezzare con l'impianto Dolby Atmos del Cinema Arcadia di Melzo, è veramente sconvolgente e di ottima fattura, ben mixato e adatto alle scene rappresentate.

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Giudizio misto quello che diamo su questa prova di Snyder e della DC in generale, su questo Batman v Superman, che rimane comunque un buon film, che rende giustizia ad alcuni personaggi, meno ad altri, ma eccede sotto molti punti di vista, mettendo troppa carne al fuoco e focalizzando poco gli obiettivi, proponendo, è vero, una sapiente dose di azione ben amalgamata e alternata a confronti più dibattimentali, più ideologici, che non risulta quasi mai scontata ma a volte eccessiva, riservando però numerosi cliffhanger e colpi di scena. Vi consigliamo di andare a vedere questo primo capitolo per farvi un'idea di quello che sarà la nuova serie di cinecomic targati DC Comics e Warner Bros. che comincia bene, sia chiaro, ma di certo non con un film perfetto, fornendo comunque un'alternativa quantomeno valida a quanto fatto dai Marvel Studios. Vedremo poi come si svilupperà in seguito, quando i piani delle major cominceranno a svelarsi permettendoci forse di vederlo sotto un'altra ottica, ma per ora restiamo complessivamente fiduciosi, consigliando umilmente di rivedere alcuni aspetti al più presto.

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