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Giorgio Parma

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Chris Pine ci spiega perchè Wonder Woman è diverso dagli altri cinecomic

  • Pubblicato in Screen

Dopo avervi mostrato un primo filmato di Wonder Woman, ora tocca a Chris Pine, che interpreterà Steve Trevor nella pellicola, parlarci del perché, secondo la sua visione dei fatti, questo cinecomic si discosterà nettamente da tutti quelli usciti finora.

"Mi sembra che con tutti questi uomini al timone di questi film, tutti questi Thor e Capitani Kirk, ci sia sempre una sorta di ciclo vendicativo. È una sorta di occhio per occhio. 'Andiamo a sconfiggere i cattivi' e puntualmente i nemici vengono sconfitti. Penso invece che sia molto bello avere una donna alla guida di una cosa del genere proprio in virtù del suo essere donna, che conferisce una maggiore compassione alla pellicola, mettendo l'amore al centro della storia, il che, per la grandezza di un film come questo e per il pubblico che lo guarderà, sarà una cosa meravigliosa. Questo è il nostro piccolo contributo per spostare questo universo verso qualcosa di non necessariamente aggressivo e violento come questo mondo può diventare".

Di seguito il video dell'intervista al Jimmy Kimmel Live.

Gal Gadot interpreterà la protagonista della pellicola Wonder Woman, che sarà diretta da Patty Jenkins (Monster) su sceneggiatura di Michael Goldenberg e Jason Fuchs. Nel cast anche Chris Pine nei panni del Capitano Steve Trevor, Nicole Kidman in quelli di una misteriosa “guerriera amazzone di alto rango”, Robin Wright, Danny Huston, David Thewlis, Ewen Bremner, Saïd Taghmaoui, Elena Anaya, Lucy Davis e Connie Nielsen. Matthew Jensen (Chronicle, Fantastic Four, Game of Thrones) sarà il direttore della fotografia, mentre Aline Bonetto (Amélie, Pan) sarà la production designer; la costume designer sarà invece il Premio Oscar Lindy Hemming.
Charles Roven, Zack Snyder e Deborah Snyder produrranno la pellicola mentre a fare da produttori esecutivi troviamo Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns e Rebecca Roven. Il film uscirà il 23 giugno 2017.

(Via SHH)

Akira Toriyama contro le animazioni di Dragon Ball Super: la nostra analisi

  • Pubblicato in Toon

Akira Toriyama in un modo o nell'altro lo conosciamo tutti: è il papà di Dragon Ball e di Arale le cui versioni animate sono state trasmesse da Mediaset moltissime volte nel corso degli ultimi decenni, forgiando generazioni di ragazzini e, ad un certo punto, nauseandoli anche. Della sua opera più importante e famosa, Dragon Ball per l'appunto, dopo la prima serie animata del 1986, la successiva Dragon Ball Z, iniziata nel 1989 e il flop Dragon Ball GT del 1996, sono stati realizzati moltissimi film anime dalla Toei Animation, ben 19 se si considerano anche i più recenti. Già nel 2009 si era optato per una sorta di revival del franchise con la realizzazione di Dragon Ball Kai, andato in onda dal 2009 al 2015, versione aggiornata di Z, con la rimozione dei filler e una maggiore fedeltà al manga di Toriyama.

Ma sulla scia del revival qualcosa si è perso per strada, qualcosa di molto importante per un'opera qualsiasi, figurarsi un titolo che ha influenzato così tanti autori e generazioni di fan. Si tratta della qualità che, inutile girarci intorno, è scemata drasticamente nel giro di poco. Se poi si considera che nel 2009 è stato partorito anche quell'abominio che è Dragonball Evolution, il film live action di 20th Century Fox, le cose per il brand andavano parecchio male.

Allora si è tentata una nuova rinascita, per mostrare che di potenziale ce n'era ancora, che la storia era lungi dall'essere esaurita e per farlo, si è richiamato in campo niente meno che il papà dell'opera. Toriyama stesso, infuriato per lo scempio che era stato fatto del suo lavoro, si è impegnato personalmente per scrivere e anche partecipare alle animazioni di Dragon Ball Z: La battaglia degli dei del 2013 e il successivo Dragon Ball Z: La resurrezione di 'F', gli unici due film ambientati direttamente dopo gli eventi con cui è terminato Z, quindi in continuity con la serie originale. Potremmo anche discutere sulla effettiva qualità di questi due prodotti, che strappano una sufficienza senza troppa difficoltà ma da lì non si allontanano molto, non sono certo due capolavori dell'animazione contemporanea, ma almeno questo permetteva di costruire un trampolino di lancio per una possibile rinascita.

Peccato che poi però sia arrivato Dragon Ball Super, nuova serie animata in cui il Maestro è anche coinvolto come creatore di trama e nuovi personaggi. Già di per sé nata male, questo anime ha riscontrato problemi sin dall'inizio, soprattutto sul comparto tecnico, abbastanza carente a tratti, confrontandolo con quello visto su Z quasi venti anni fa, tanto per dire. A scatenare le polemiche più roventi è stato l'episodio 5, con errori, storpiature, carenze stilistiche e artistiche per le animazioni che hanno fatto storcere il naso a più di qualche fan. Di seguito alcune prove schiaccianti di tale inferiorità grafica, il resto nella gallery in basso.

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Ma la vera notizia se vogliamo, sono le riflessioni dell'autore che troviamo sulla rivista V Jump, che ha realizzato uno speciale commemorativo per il 30° anniversario di Dragon Ball.

"Personalmente, mi sono parecchio arrabbiato per Dragon Ball in passato, come per il film live-action che è uscito qualche anno fa. Ho revisionato io stesso lo script per il film anime e mi sono anche lamentato per la qualità dell'anime televisivo. Forse ormai è diventato un qualcosa da cui non riesco più ad allontanarmi, da quanto lo amo".

Queste le dichiarazioni del Maestro sulle pagine della rivista nipponica. Ma un dubbio sorge spontaneo a questo punto: tralasciando gli alti e bassi delle animazioni, che sì, danno fastidio e saltano subito all'occhio eccetera, ma che almeno per il quinto episodio sono state sistemate per l'edizione home video dell'anime, la scarsità del character design, la povertà di trama, la banalità del resto, tutto questo, possibile che sia sfuggito al grande Toriyama, che nel progetto dovrebbe essere coinvolto anche come supervisore oltre che come scrittore? Possibile che si debba solo evidenziare il problema delle animazioni, per quanto effettivamente raccapriccianti a tratti, senza considerare che è l'opera ad essere carente nel suo complesso, con le prime due saghe legate agli ultimi due film del franchise ma che di nuovo aggiungono ben poco?

Perchè purtroppo, il problema delle animazioni è una piaga che ultimamente colpisce moltissimi anime, per via del concitato processo di realizzazione, degli animatori sottopagati e con un lavoro estenuante a dir poco, delle scadenze ridottissime, della quantità spropositata di opere che vedono la luce ogni stagione e per altri mille motivi. Ma la trama e il character design no, non sono strettamente sottomessi a queste problematiche, eppure in questi casi fa più rumore un volto disegnato male che la banalità sconcertante di certe storie.

Bao Publishing annuncia Paper Girls di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang

  • Pubblicato in News

Tramite la pagina Facebook ufficiale della casa editrice Bao Publishing, apprendiamo che nel 2016 verrà pubblicato in Italia il nuovo lavoro di Brian K. Vaughan (Saga) Paper Girls, realizzato con l'artista Cliff Chiang alle matite, un'opera di certo molto attesa.

Quello a sinistra è il disegno originale di Cliff Chiang del nostro logo. Quello a destra è il fumetto che sta...

Pubblicato da BAO Publishing su Lunedì 25 gennaio 2016

Thor: Ragnarok: il regista Taika Waititi parla della pellicola

  • Pubblicato in Screen

Taika Waititi, scelto dai Marvel Studios per la regia di Thor: Ragnarok, il terzo capitolo della saga cinematografica del Dio del Tuono, ha parlato con i giornalisti di SHH riguardo a questa grande opportunità che lo vede per la prima volta al timone di un blockbuster hollywoodiani, lui che, finora, ha realizzato solo piccoli progetti nella sua Nuova Zelanda.

"Per mantenere il mio lavoro di regista sempre interessante, devo continuare a cambiare. Questa è un'opportunità per me di fare qualcosa che è così fuori dai miei soliti temi e stili cinematografici e fare qualcosa di grande ed emozionante e mettermi alla prova. Questo è quanto. Sono così rilassato nella mia vita in questo momento che non importa quello che succede. Sento solo che questa per me è una grande opportunità per imparare qualcosa. Perché bisogna continuare a farlo, si deve solo continuare a imparare e questo".

"Inoltre da bambino collezionavo anche fumetti e quale regista non ha mai pensato 'Posso fare un blockbuster?'. Nessuno sa cosa sia il Ragnarok. Ho cominciato a leggere qualcosa sul vero Ragnarok norreno ed è ancora più folle di quello rappresentato nel fumetto. È folle! Ma è su questo che ho davvero intenzione di concentrarmi, di fare davvero uno sforzo per cambiare l'intera cosa. Per quanto mi riguarda, voglio trattare questa pellicola come se fosse il primo film su Thor, quindi è come se lo stessimo rifacendo. Devi solo capovolgerlo e rinfrescarlo un po'. Inoltre al momento è parte di un universo molto ben consolidato, ma è per questo che mi hanno scelto".

"La cosa interessante è che tutto è permesso in queste fasi iniziali, a livello di idee. Siamo davvero nelle fasi iniziali". Difatti le riprese del film, previsto per il 7 novembre 2017, cominceranno questo luglio.

Thor: Ragnarok è il terzo capitolo della saga cinematografica sul Dio del Tuono, la cui sceneggiatura è stata affidata a Christopher Yost (Thor: The Dark World) e Craig Kyle, e seguirà gli eventi successivi alla presa del trono di Asgard da parte di Loki (Tom Hiddleston), mascherato da suo padre Odino (Anthony Hopkins). Nel film oltre al ritorno di Chris Hemsworth nei panni del protagonista, troviamo anche Mark Ruffalo in quelli di Bruce Banner/Hulk. Taika Waititi (What We Do in the Shadows, Flight of the Conchords) dirigerà la pellicola dei Marvel Studios, prevista per il 3 novembre 2017 in 3D e 2D e IMAX.

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