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Andrea Fiamma

Andrea Fiamma

Paperman: il regista svela la genesi

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A poche settimane dalla premiazione degli Oscar, le campagne promozionali si sono fatte più serrate e i probabili vincitori del premio si stanno impegnando nel concedere interviste come consumati politici al terzo mandato.

Paperman è di sicuro uno dei due front-runner insieme a Adam and Dog e David Poland, sul proprio canale YouTube, ha pubblicato una lunga intervista senza tagli, come suo solito, con il regista John Kahrs, il quale ha svelato degli inediti retroscena sulla realizzazione del corto, molto più travagliata di quanto possa sembrare. Oltre alla genesi del prodotto, che già conosciamo, e agli sviluppi successivi dalla tecnologia, il regista ha parlato del percorso tortuoso del film per arrivare sullo schermo.

Paperman è un progetto che risale agli anni novanta, quando Kahrs lavorava per la Pixar e propose l'idea a John Lasseter, il quale approvò, "Ma per una ragione o l'altra non siamo mai partiti con la produzione", lasciando intendere che di mezzo ci fossero sia problemi alla storia che impegni personali dell'animatore. Se la storia sembrerebbe essere rimasta invariata, sarebbero state le modalità produttive a cambiare: "Quando proposi il corto all'epoca si parlava di radiosità, illuminazione diretta e tutti quegli sviluppi che alla fine degli anni novanta erano all'avanguardia. Ora se guardi alle sequenze di gioco di Battlefield 3, sono piene di quegli effetti luminosi, luce diffusa e cose così. E succedono in tempo reale. Quindi adesso eravamo interessati a qualcos'altro, io stesso ero interessato a riportare in primo piano la consistenza tattile della matita".

È proprio sull'innovazione tecnologica del corto che il regista è entrato nei dettagli, spiegando il suo funzionamento: dopo aver animato i personaggi, vengono disegnate linee a mano sopra e quelle linee vengono poi spostate dai singoli pixel che, muovendosi, trascinano dietro di sé la linea: "Non sembra che la linea sia semplicemente appiccicata sopra ma che i personaggi siano disegnati dal principio a mano".

Ha parlato anche delle sue influenze, citando "Spielberg e Lucas, che sono stati una grossa percentuale del mio bagaglio culturale. Non sono mai andato a una vera scuola di cinema, quello che so l'ho imparato da autodidatta. Molti degli insegnamenti che ho avuti sono stati sul posto di lavoro. Lavorare con Lee Unkrich su Toy Story 2 mi ha aiutato molto: la sua precisione nel montaggio per far collimare una inquadratura con un'altra, la composizione, il suo senso del ritmo sono stupefacenti. E anche il lavoro con Brad Bird sugli Incredibili è stato molto intenso, lui è bravissimo".

"Ho lo smoking" ha scherzato alla fine Kahrs parlando della serata degli Oscar "ma non credo che nessuno mi urlerà "Ehi, cosa indossi?" quando sarò sul tappeto rosso."

Potete vedere l'intervista completa qui sotto.

Orson Scott Card scrive Superman, i fan protestano

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ADVofSM_1È di pochi giorni fa l'annuncio che Orson Scott Card, pluripremiato autore de Il gioco di Ender e dei suoi seguiti, scriverà la nuova testata digitale dedicata all'Uomo d'acciaio, Adventures of Superman, un'antologia di storie curate dai più disparati autori, invitati dalla DC ad applicare il suo stile alle avventure del supereroe.

Da subito, i fan si sono mossi in protesta: Card è un convinto omofobo, membro della National Organization for Marriage, l'organizzazione contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso e ha spesso parlato di come l'omosessualità sia in stretta connessione con le devianze dello stupro e della pedofilia.

CBR puntualizza che, sebbene le credenze personali di un autore non dovrebbero entrare in conflitto con il proprio lavoro, di fatto succederà così: "Superman possiede una caratteristica fondamentale: una compassione sovrabbondante per tutti gli esseri umani che lo porta a combattere per la loro sopravvivenza e il mantenimento dei loro diritti. Questa non è un'affermazione politica, è una verità che va oltre le singole convinzioni politiche." Il sito non è convinto che Card riuscirà a entrare nei panni di un essere così compassionevole e che la sua caratterizzazione del personaggio risulterà rigida e impacciata.

Se sono in molti a spalleggiare questa presa di posizione - con petizioni online e proteste di vario genere - va anche ricordato che la Marvel ha collaborato con Card per molti anni, assumendolo già nel 2008 per affidargli Ultimate Iron-Man e che il sodalizio con la Casa delle Idee è continuato con l'adattamento a fumetti de Il gioco di Ender e altri lavori, più o meno riusciti. Obiezioni in merito si fecero sentire anche all'epoca, ma tutto risultò in un nulla di fatto: i lavori di Card alla Marvel sono tutto tranne che un veicolo propagandistico per le idee personali dello scrittore. Alcuni dei suoi fumetti sono semplicemente brutti, nulla di più. Ed è questa l'unica paura lecita che i lettori di Superman potranno avere.

Toy Story 3, concept inediti

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Provengono dal blog di Daisuke "Dice" Tsutsumi i concept art inediti di Toy Story 3 - La grande fuga. Tsutsumi è stato assunto in qualità di art director del film, colui che supervisiona l'aspetto delle scene e disegna il color script, quello strumento artistico che traduce visivamente il contenuto di una storia attraverso disegni stilizzati di tutte le scene e permette di visualizzare l'arco cromatico ed emotivo della storia.

All'attivo anche sul nuovo film Pixar Monsters University, Tsutsumi ha pubblicato due concept art inediti, uno dei quali fa riferimento a una scena eliminata nelle prime fasi di sceneggiatura in cui i giocattoli, complice l'atmosfera crepuscolare, vedono i disegni dei bambini come orribili visioni di morte. "È uno dei miei disegni preliminari preferiti" ha scritto l'art director "È una scena tagliata ma l'idea di questi disegni dei bambini che sembrano terrificanti nell'aspra luce dell'imbrunire è rimasta nel film almeno in parte."

Potete vedere i concept qui sotto.

Alla ricerca di Nemo 2, notizie sul cast

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Deadline riporta in esclusiva la notizia che Albert Brooks tornerà a prestare la propria voce a Marlin, il pesce pagliaccio protagonista del primo film. Se Ellen Degeneres era già stata confermata mesi addietro, Brooks era titubante nell'impegnarsi nuovamente su un film per molto tempo ed era intenzionato a sviluppare progetti personali.

I produttori sono però riusciti a convincerlo e ora l'attore è il terzo nome coinvolto nel progetto, dopo Degeneres e il regista Andrew Stanton, il quale sembrerebbe essersi messo al lavoro sul film come sorta di punizione (o probabilmente come ricompensa) per per il fallimento di John Carter. Voci concrete affermano che la Disney concederà a Stanton un altro possibilità di cimentarsi con il cinema dal vivo, dopo il sequel di Nemo.

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