La morte di qualcuno è il dolore di un altro. Sono i vivi a dover gestire il dramma a seguito della scomparsa di un familiare o amico.
Ma la morte di Maria Rosali Inzerillo, detta la Mennulara, non causa propriamente dolore. Almeno non quel dolore per una prematura scomparsa, causata da un tumore.
Nella Sicilia del 1963, nel paesino di Roccacolomba, la Mennulara era la governante della famiglia Alfallipe. Donna rigida, caparbia e dalla grande dignità, la Mennulara amministrava anche i beni economici della famiglia nobiliare decaduta, servendo in casa fin da giovanissima. La sua morte crea scompiglio tra gli eredi, ma persino in tutto il paese, grazie a provocatori manifesti funebri e alle chiacchiere tra concittadini.
Scritto e disegnato da Massimo Fenati, che adatta il romanzo bestseller omonimo di Simonetta Agnello Hornby, La Mennulara è edito da Feltrinelli Comics in un volume corposo di grande qualità.
La sceneggiatura si attesta su una narrazione “romanzata”. La storia si costruisce attraverso la voce di personaggi multipli, nessuno vero e proprio protagonista. Il motore delle azioni è proprio la grande “assente”, la Mennulara che, con la sua morte, da avvio alle molteplici trame destinate a confluire nel finale. La complessa figura, quasi sempre accigliata, della Mennulara, difatti, viene svelata dai racconti che fanno i personaggi e, come in un romanzo giallo, la verità dietro le azioni, dietro i rapporti, emerge lentamente alla luce del lettore.
Con i testi, Fenati riesce a dosare con perfetta misura il legame che si costruisce tra lettore e personaggi. Questi ultimi sono veri e propri “esseri umani”, fatti di debolezze e contraddizioni, sono crudeli, approfittatori, alcuni di loro nascondono un animo fragile dietro una scorza di freddezza. Il lettore così non riesce a giudicare o ad etichettare le figure che si muovono nel graphic novel, ma si ritrovare a cercare di comprendere le motivazioni di ognuno di loro. Il più grande enigma rimane, comunque, sempre l’imponente e onnipresente figura della Mennulara.
Il disegno descrive con l’eleganza di poche linee tanto la Sicilia rurale degli anni sessanta, quanto il vasto campionario di emozioni della moltitudine di personaggi. L’arte apparentemente minimale di Fenati stigmatizza volti ed espressioni, nascondendo o palesando l’identità narrativa dei personaggi, riuscendo contemporaneamente sia ad essere ironico e divertente, quanto inteso e drammatico. Il tratto sintetico riesce, dunque, a fare da impalcatura non invasiva al racconto, libero di coinvolgere totalmente il lettore.
I colori di Manuela Nerolini, allineandosi alle volontà narrative del disegno, giocano con le situazioni e le emozioni, grazie a una campitura piatta che si adatta e si conforma ai diversi contesti del racconto.
La Mennulara è un potente graphic novel dalla grande narrazione e dalla grande intensità emotiva capace tanto di ricostruire fedelmente uno spaccato storico e sociale italiano, quanto di palesare la molteplice natura dell’uomo davanti alle proprie contraddizioni, a quelle degli altri e di fronte alla morte.