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Spider-Man Collection - Le Graphic Novel, recensione: il Ragno d'autore in un unico volume

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Il 1982 è un anno segnato da avvenimenti importanti per la cultura pop: al cinema escono pellicole destinate a diventare dei classici come E.T. – L’Extraterrestre di Steven Spielberg, Blade Runner di Ridley Scott e Conan Il Barbaro di John Milius. Esce Thriller di Micheal Jackson, che diventerà l’album più venduto della storia della musica. Ed è in quel fatidico anno che comincia la commercializzazione del mitico Commodore 64 e dei primi lettori Compact – Disc, che nel giro di pochi anni sostituiranno i vinili. Ma il 1982 è uno spartiacque anche nella storia del fumetto americano e della Marvel in particolare, grazie all’uscita del primo graphic novel della casa editrice, pensata per il circuito delle librerie specializzate: La Morte di Capitan Marvel di Jim Starlin. Il commovente racconto degli ultimi giorni di vita del Capitano Mar-Vell dell’impero Kree inaugurò infatti una collana longeva, completamente differente per ambizione a quanto pubblicato in precedenza dall’editore di Park Avenue South.

La gestazione di questa iniziativa editoriale fu lunga e laboriosa: Jim Shooter, il vulcanico editor-in-chief della Casa delle Idee, ne coltivava l’idea già dal 1979, dopo aver scoperto che i dati di vendita delle neonate fumetterie ormai erano in grado di rivaleggiare, se non superare, quelli delle edicole, il mercato tradizionale a cui la Marvel si rivolgeva pressoché in esclusiva fin dalla sua nascita. Altro fattore determinante che contribuì alla nascita dei graphic novel marvelliani fu l’influenza che il fumetto europeo cominciò ad esercitare sui creativi statunitensi, grazie soprattutto ad Heavy Metal, la rivista che pubblicava in USA opere di maestri del vecchio continente come Moebius, Enki Bilal, Caza, Philippe Druillet e Milo Manara, molte delle quali erano apparse precedentemente sulla prestigiosa Métal Hurlant. Si cominciò così a spargere la convinzione, tra gli editori di fumetti a stelle strisce, che il terreno per pubblicazioni più sofisticate degli usuali albetti usa e getta, stampati sulla famigerata carta da quotidiano newsprint, era ormai fertile. Shooter volle che i graphic novel griffati Marvel venissero pubblicate in un formato lussuoso, che ricordasse gli album delle bandes dessinées francesi, e che fossero stampati, per la prima volta nella storia della casa editrice, su carta patinata.

Offrendo un controllo creativo agli autori inusuale per la casa editrice, la collana Marvel Graphic Novel ospitò capolavori che sarebbero rimaste nella storia della Nona Arte, come la sopramenzionata Morte di Capitan Marvel, l’intensa X-Men: Dio Ama, L’Uomo Uccide di Chris Claremont e Brent Anderson e la sperimentale Daredevil: Amore & Guerra di Frank Miller e Bill Sienkiewicz; preludi a serie regolari di grande successo come New Mutants di Chris Claremont e Bob McLeod e Sensational She-Hulk di John Byrne; progetti originali come Raven Banner: A Tale of Asgard di Alan Zelenetz e Charles Vess e gemme dimenticate che meritano una riscoperta come Doctor Strange: Into Shamballa di Jean-Marc DeMatteis e Dan Green. Tra i personaggi Marvel ospitati nella collana, non poteva mancare ovviamente il simbolo dell’azienda, l’amichevole Uomo Ragno di quartiere che fu protagonista di ben 4 graphic novel tra il 1986 e il 1992: in ordine di pubblicazione, Hooky – Assenza Ingiustificata di Susan K. Putney e Bernie Wrightson, Vite Parallele di Gerry Conway e Alex Saviuk, Spiriti della Terra di Charles Vess e Fear Itself – La Paura Stessa di Stan Lee, Gerry Conway e Ross Andru. Queste quattro opere vengono riproposte in volume da Panini Comics nel decimo volume della Spider-Man Collection e si tratta di una iniziativa necessaria e graditissima, trattandosi di materiale che non veniva ristampato nel nostro paese da più di vent’anni. Dobbiamo infatti risalire ai primissimi anni ’90 e alla cosiddetta “Silver Age” delle pubblicazioni Marvel nel nostro paese, il periodo in cui i supereroi stavano tornando prepotentemente nelle edicole italiane dopo gli anni di buio dovuto alla chiusura dell’ Editoriale Corno. Come i lettori di allora nostalgicamente ricorderanno, ai consueti mensili e quindicinali formato comic book si affiancarono riviste dal taglio più autoriale che proponevano, appunto, i graphic novel Marvel serializzati in più numeri: era il caso di riviste gloriose come All American Comics della Comic Art e Super Comics della Max Bunker Press, nonché di collane come Play Special della Play Press che presero per mano una generazione di adolescenti amanti dei classici supereroi e li portarono in territori altrettanto familiari, sebbene attraversati da ambizioni artistiche più elevate. Hooky venne pubblicata a puntate su All American Comics, Vite Parallele venne serializzata su Super Comics così come Spiriti della Terra, che poi venne ristampata pochi anni anni dopo in una soluzione unica su Play Special. La Paura stessa, invece, sarebbe stata pubblicata solo anni più tardi sul quindicinale dell’Uomo Ragno.
Benché l’intero lotto dei graphic novel ragneschi desti elementi d’interesse, è possibile suddividerlo in due coppie: mentre Vite Parallele e La Paura Stessa sono caratterizzati da una narrazione più convenzionale, simile a quella che era possibile ritrovare nelle testate mensili del Tessiragnatele dell’epoca, Hooky e Spiriti della Terra costituiscono invece delle eccezionali prove d’autore.

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Come il titolo suggerisce, Vite parallele è la narrazione di due esistenze, quelle di Peter Parker e di Mary Jane Watson, che si sono svolte a poca distanza una dall’altra e che hanno dovuto attendere anni per arrivare al fatidico incontro. Ripercorriamo le vicende che hanno portato alla nascita di Spider-Man e l’infanzia problematica di Mary Jane, raccontate con un montaggio alternato dai due protagonisti. Gerry Conway, sceneggiatore storico di Amazing Spider-Man e responsabile della morte di Gwen Stacy, si ricollega alla gestione di Tom DeFalco di pochi anni prima, dove era stato rivelato che Mary Jane aveva scoperto per caso che Peter era l’Uomo Ragno già prima di conoscerlo, e questo era il motivo per cui aveva cercato di  evitare per anni l’incontro combinato dalle reciproche zie. Il graphic novel è sostanzialmente un riepilogo di tre decadi di avventure ragnesche, fino al celebre matrimonio tra i due che, all’epoca dell’uscita di questa storia, era ancora fresco: nessuno avrebbe immaginato allora che l’evento, che ebbe anche una certa risonanza mediatica, sarebbe stato cancellato dalla continuity vent’anni dopo con la saga One More Day. Vite parallele è una piacevole passeggiata sul viale dei ricordi, anche se la prosa di Conway potrebbe risultare oggi troppo didascalica. La parte artistica è a cura di Alex Saviuk, all’epoca titolare della terza testata dedicata all’Uomo Ragno, Web Of Spider-Man. Saviuk ebbe l’ingrato destino di disegnare il Ragno nello stesso periodo in cui, sulle altre due testate gemelle, erano in corso delle run amatissime dai lettori: su Amazing stava esplodendo il talento rivoluzionario di Todd McFarlane, mentre su Spectacular il veterano Sal Buscema stava realizzando uno dei suoi lavori migliori. L’artista non godette della stessa considerazione dei due colleghi, eppure con Vite Parallele realizzò probabilmente la prova migliore della sua carriera, con uno stile piacevolmente classico che omaggiava il grande John Romita.

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La Paura Stessa vede nuovamente Gerry Conway ai testi, impegnato a sceneggiare un soggetto di Stan Lee in persona. L’Uomo Ragno viene affiancato dalla sua occasionale alleata Silver Sable, la spia della fittizia nazione dell’Est Europa Symkaria, per affrontare una minaccia che affonda le sue radici negli ultimi giorni della Germania Nazista. Si tratta probabilmente dell’episodio meno riuscito tra quelli contenuti nel volume, che si fa comunque notare per le matite di Ross Andru, disegnatore di un lungo ciclo di Amazing negli anni ’70, e qui al suo ultimo lavoro prima della sua scomparsa. Per i lettori di vecchia data sarà un piacere ritrovare il tratto nervoso di Andru, e il suo Spider-Man dinoccolato e dinamico protagonista di saghe leggendarie come l’originale Saga del Clone.

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Arriviamo finalmente alle due opere che alzano esponenzialmente il livello qualitativo del volume. Hooky-Assenza ingiustificata, ha l’onore di essere stato il primo graphic novel dedicato all’Uomo Ragno e presenta un team creativo di tutto rispetto: i testi sono di Susan K. Putney, scrittrice di fantascienza nota per le sue collaborazioni col più conosciuto Dean R. Koontz, mentre il comparto visivo è curato dal maestro dell’horror a fumetti in persona, purtroppo recentemente scomparso, Bernie Wrightson. La storia, che è una bizzarra commistione tra “novella di formazione”, fantasy e horror, propone un’ambientazione del tutto insolita per il Tessiragnatele. Peter viene infatti trascinato in un'altra dimensione da una giovane maga che chiede il suo aiuto: la ragazza è infatti la figlia di uno stregone malvagio, un tiranno che aveva terrorizzato il suo regno. Sconfitto dai suoi oppositori, prima di morire aveva gettato un incantesimo sulla figlia per salvarla dai suoi nemici: la giovane sarebbe rimasta per sempre una fanciulla, in modo da non rappresentare una minaccia e non rendere necessaria la sua morte. Oppure è tutta un’ illusione, creata ad arte per evitare di affrontare i dolori della crescita? Hooky si inserisce nel filone di storie fantasy che in quegli anni raccontavano, sotto forma di fiaba, la difficoltà di crescere e inserirsi nel mondo degli adulti senza perdere la magia dell’infanzia: basti pensare a classici del cinema di quel periodo come La Storia Infinita e Labyrinth. Il graphic novel passò comunque alla storia per il superbo lavoro di Wrightson ai disegni: il creatore grafico di Swamp Thing si sbizzarrì nel realizzare una carrellata di mostruosità terrificanti inedita per un fumetto mainstream, tra insetti enormi, blatte che si tramutano in giganti deformi, larve, vermi e draghi sputafuco, in un tripudio di mutazioni, baccelli e bubboni che farebbero impallidire classici del cinema horror di quegli anni come La Cosa, Aliens e La Mosca.

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Se Hooky aveva gettato il Tessiragnatele di quartiere in un contesto per lui del tutto inconsueto, altrettanto inedito è lo scenario allestito da Charles Vess per Spiriti della Terra, il lavoro più raffinato contenuto nel volume. Al centro della storia c’è il viaggio dei coniugi Parker in Scozia, nell’affascinante regione delle Highlands, per conoscere una lontana parente di Mary Jane, che le ha lasciato in eredità la sua proprietà. Ma, appena arrivati, i Parker devono fare i conti con strane apparizioni di fantasmi che terrorizzano la popolazione locale. Inutile dire che Peter dovrà presto indossare i panni dell’Uomo Ragno per investigare, anche se la brughiera e le Highlands si riveleranno essere un habitat ostile ad un arrampicamuri di città. Tra apparizioni di fate, folletti, demoni e altri mostri del folklore locale, Peter scoprirà una cospirazione che coinvolge anche una famigerata loggia ben nota ai lettori delle serie mutanti. Se la storia è assolutamente coinvolgente, ibrido tra supereroi e giallo alla Mastino dei Baskerville, sono le straordinarie tavole dell’artista a blandire la pupilla del lettore, grazie ai suoi pennelli incantati. Vess, che era rimasto affascinato da un viaggio nelle Highlands compiuto pochi anni prima, riesce a restituire al lettore tutta la suggestione ed il mistero di quelle terre, tra nebbia, castelli diroccati, apparizioni spettrali e la brughiera spazzata dal vento. Ogni pagina è un dipinto memorabile, uno sfoggio di classe sopraffina da parte di un autore che negli anni successivi inizierà una fruttuosa collaborazione con Neil Gaiman su capolavori come Sandman, The Books Of Magic e Stardust. Un ulteriore motivo che ci spinge a consigliare caldamente l’acquisto di questo volume, soprattutto ai nuovi lettori che vorranno fare la conoscenza di un inconsueto, ma comunque stupefacente, “Ragno d’autore”.

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Panini: l'album di figurine di Diabolik

  • Pubblicato in News

Riceviamo e pubblichiamo:

Diabolik in figurina: esce la collezione Panini sul “Re del Terrore” attesa dei collezionisti per una storia in versione inedita e 100 card esclusive

Il mito di Diabolik arriva sulle figurine. La Panini si prepara a lanciare una nuovissima collezione sul “Re del Terrore”, realizzata in collaborazione con la casa editrice Astorina in occasione del 55° anniversario del personaggio creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962. La raccolta si compone di 276 figurine (di cui 84 speciali metal, glitter e fosforescenti) e di 36 card, oltre ad un elegante album brossurato di 68 pagine (di cui 4 in plastica con tasche per le card). Ripercorre la storia e la personalità di Diabolik, con sezioni speciali riguardanti l’ispettore Ginko e gli altri personaggi comprimari, la bellissima Eva Kant e l’affascinante universo femminile che circonda il ladro mascherato, la città di Clerville e l’ambientazione delle sue avventure e naturalmente la fida auto Jaguar E-Type. La collezione “Diabolik. Il Re del Terrore” contiene anche una straordinaria storia in un’inedita versione integrale, mentre nelle bustine saranno inserite 100 card originali, preziose ed esclusive. La raccolta sarà presentata ufficialmente a “Lucca Comics & Games”, il festival internazionale del fumetto che si svolgerà dall’1 al 5 novembre.

La versione originale della storia, intitolata “Rapina colossale”, è molto attesa da appassionati e collezionisti. Venne scritta nel 1976 dalle sorelle Giussani e disegnata dal mitico Sergio Zaniboni, storico disegnatore del fumetto recentemente scomparso. Nella vicenda Diabolik organizza un furto rocambolesco per svaligiare un furgone blindato e super-protetto durante il trasporto di un grosso carico di banconote. Finora questa avventura non era stata mai ripubblicata in versione originale e integrale: nell’album Panini si sviluppa per ben 11 pagine e dovrà essere completata con 48 figurine fustellate. E’ stata realizzata a partire dai disegni originali, recuperati per l’occasione nel caveau dell’Astorina, e rispettando i colori scelti dall’autore.

“Questa avventura a fumetti fu creata nel 1976 e da allora non più vista nella sua integrità, con i colori originalmente previsti dal maestro Sergio Zaniboni”, spiega Mario Gomboli, direttore editoriale di Diabolik. “E’ una storia classica che più classica non si può: con il colpo, la fuga e i trucchi geniali in grado di beffare l’ispettore Ginko. La raccolta delle figurine Panini vuole raccontare il mondo del personaggio e dei suoi comprimari così come si è definito in 55 anni di storia. Unito al racconto a fumetti, l’album è concepito per gratificare i fan del Re del Terrore e stimolare la curiosità di chi lo conosce di fama, anche senza averne mai letto neppure un albo”.

Un altro contenuto speciale della collezione “Diabolik. Il Re del Terrore” sono le card. Ne sono presenti 36, tratte da disegni realizzati da autori celebri (come Manara, Toppi, Cavazzano, Carnevale, Camuncoli e altri ancora), che hanno voluto rendere omaggio al ladro mascherato interpretandolo con il proprio tratto distintivo. I collezionisti più fortunati potranno anche trovare una vera chicca: si tratta di 100 card fuori raccolta, esclusive ed originali, realizzate su cartoncino e firmate da artisti di alto livello (Barison, Buffagni, Di Bernardo, Cerveglieri, Facciolo, Montorio, Nunziati, Palumbo, Ricci) ed inserite casualmente nelle bustine. In particolare, 10 di queste card sono state disegnate dal maestro Zaniboni e sono dunque le ultime opere prima della sua scomparsa.

“Per noi è stato veramente un onore poter celebrare in una collezione i 55 anni del Re del Terrore”, ha dichiarato Antonio Allegra, direttore mercato Italia di Panini. “La sfida di rendere, in figurine e card, lo spirito di Diabolik ci ha emozionato ed è stato gratificante lavorare con gli amici di Astorina, gli autori ed i disegnatori, per realizzare questa raccolta che, siamo certi, verrà apprezzata dai fan e lettori di tutte le età”.

La collezione “Diabolik. Il Re del Terrore” sarà disponibile in edicola dal 6 novembre. Una bustina (contenente 5 figurine + 1 card) costa 1 euro, mentre l’album brossurato costa 4,90 euro. Lo starter pack (1 album brossurato + 3 bustine + 1 maxi-card a rilievo) costa 6,90 euro. Disponibile nelle fumetterie e nell’online-store Panini anche lo speciale cofanetto “Clerville” (contenente 1 album cartonato + 3 bustine + 1 maxi-card) al prezzo di 16,90 euro. In vendita dall’8 novembre solo sull’online-store Panini la versione limited edition denominata “Diamond”, a tiratura limitata e numerata in sole 1.000 copie (contenente 1 album con una nuova copertina + 3 bustine + 1 nuova maxi-card + 1 litografia) al prezzo di 49,90 euro. Dal 6 novembre sarà online il sito dedicato www.diabolikcollezionepanini.it.

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Jessica Jones: The Pulse 1-2, recensione: l'ingresso di Jessica nel Marvel Universe

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Nella seconda metà degli anni ’90 la Marvel sprofonda in una crisi che la porta quasi sull’orlo del fallimento. In realtà è un periodo abbastanza critico per l’intero fumetto americano dopo le cifre da capogiro di inizio decennio e il successivo crollo del sistema. Fortunatamente, la Casa delle Idee si riprende grazie a una serie di iniziative editoriali, ben prima di essere provvidenzialmente acquisita dalla Disney nel 2009. Anche dal punto di vista creativo il nuovo millennio aveva portato una ventata di freschezza. Il presidente Bill Jemas impose una continuity meno serrata e più libertà creativa fra le serie, lanciò le etichette Ultimate e Marvel Knights, quest’ultima diretta dal disegnatore Joe Quesada, promosso poi al ruolo di Editor in Chief, che contribuirà a portare grandi e giovani autori alla corte della Marvel. Fu proprio in questo periodo che venne lanciata l’etichetta Max che presentava fumetti per un pubblico adulto, spesso slegati dalla continuity. Qui, il giovane Brian Michael Bendis, salito alla ribalta grazie alla sua Ultimate Spider-Man disegnata da Mark Bagley, lanciò nel 2001 Alias, una serie che aveva per protagonista un personaggio inedito: Jessica Jones.

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Disegnata da Michael Gaydos, la testata con un colpo di ret-con inseriva nell’universo Marvel questo nuovo personaggio, ex supereroina dal passato tormentato che aveva appeso il costume al chiodo e aperto un’agenzia investigativa che dava appunto il titolo alla serie. Alias fu un vero successo di critica e pubblico e rese popolare il personaggio di Jessica Jones. Non essendo necessariamente collegato alla continuity, la Marvel sentì la necessità di inserire a pieno titolo Jessica nel suo universo narrativo e fu così che nel 2004 lanciò la serie The Pulse, serializzata per la prima volta in Italia sul quindicinale dell’Uomo Ragno e riproposta ora in due volume da Panini Comics nella collana da libreria Jessica Jones.

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Abbandonate le atmosfere Max, ritroviamo l’ex eroina nel pieno del Marvel Universe, fidanzata con Luke Cage e impiegata come una sorta di analista nel settimanale del Daily Bugle intitolato, per l’appunto, The Pulse. Pur avendo Jessica Jones come suo fulcro, la serie è corale e dà ampio spazio alla redazione del Bugle, non solo J. Jonah Jameson e Robbie Robertson, ma soprattutto il cronista Ben Urich. Naturalmente, un ruolo rilevante avrà anche Luke Cage, qui come fidanzato di Jessica e padre della loro futura bambina. In più, faranno la comparsa tutta una serie di supereroi a partire da Spider-Man fino ai Vendicatori al completo.

The Pulse, dunque, è una serie pienamente inserita nelle vicende dell’universo Marvel e che mostra anche fondamentali nodi di continuity (come la cattura di Norman Osborn come Goblin, ad esempio) e le cui trame partono spesso da eventi dell’epoca impostati su altre serie (vedi la mini Secret Wars). Essendo un settimanale dedicato ai supereroi, The Pulse ci mostra anche tematiche relative al lavoro e al ruolo dei giornalisti e della stampa in generale con riflessioni interessanti e mai banali, mostrando quasi un dietro le quinte dell’universo Marvel. Punto focale, come sottolineato in precedenza, è la vita di Jessica Jones, le sue vicende private e i suoi dubbi esistenziali in particolari sulla sua maternità.

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Al fianco di Bendis, nei vari story-arc, si alternano vari disegnatori a partire da Mark Bagley, passando per Brent Anderson, Michael Lark fino al co-creatore del personaggio Michael Gaydos che chiude la serie composta da 14 albi. In coda, troviamo l’annual disegnato da Olivier Coipel che completa, dunque, un cast di disegnatori assolutamente eterogeneo e con una varietà di stile completamente differente tra loro.

The Pulse non è una serie al livello di Alias, che all’epoca fu una vera sorpresa, ma è un’ottima testata, con situazioni e sviluppi interessanti, scritta da un Bendis in quello che è sicuramente il suo periodo migliore come sceneggiatore. Il suo merito principale è stato quella di inserire con successo e in maniera credibile Jessica Jones nell’universo Marvel e vale sicuramente la pena di recuperarla se si ama il personaggio.

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Rat-Man - La fine!: Omnibus, recensione: un atto d'amore di Leo Ortolani per la sua creatura

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Era il novembre del 2000, avevo 16 anni. Frequentavo una fumetteria vicino al liceo e i forum sui fumetti del tempo. Sulla bocca di tutti sentivo quasi all’unisono un nome: Rat-Man! Invocato già come un cult, decisi di prenderne l’ultimo numero e leggerlo. Salii, così, a bordo col numero 21 della serie e da allora, ogni due mesi puntuale ho letto tutti gli albi usciti, recuperando i precedenti appena possibile. Per 17 anni, dunque, Rat-Man è stato per me un compagno di vita. E ora che è terminato, non posso che esserne soddisfatto. No, non triste.

Chiariamo: adoro Rat-Man e Leo Ortolani, ma non posso che essere felice che l’autore abbia avuto la libertà di scrivere la propria storia e portarla a conclusione nel momento che riteneva più opportuno. Un atto d’amore incredibile da parte di Ortolani, che avrebbe potuto proseguire all’infinito. L’artista è stato coerente fino in fondo portando avanti la sua visione del personaggio fino alla fine.
Ma, soprattutto,  sono felice perché la serie è finita bene, e non parlo di happy ending, ma mi riferisco alla qualità del fumetto: Rat-Man termina col botto dopo 122 albi con una lunga storia in 10 parti che ne chiude tutti i punti in sospeso.

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Dopo che Rat-Man nacque nel 1989 come parodia del Batman di Tim Burton, il personaggio trovò una sistemazione stabile solo nel 1997 con la testata Panini Comics Rat-Man Collection (diventata poi semplicemente Rat-Man) che ristampò prima il materiale precedente per poi proporre avventure inedite. Nonostante molti ritengano le prime storie più “semplici” e comiche, fin dall’inizio Ortolani ha proposto avventure coraggiose, drammatiche e complesse, che mostravano un universo molto più ampio di quello che si vedeva in apparenza. Albo dopo albo, saga dopo saga, Ortolani ha costruito attorno al suo personaggio intriso di comicità, una mitologia e una continuity complessa e articolata che spesso ha messo alla prova anche i fan di lunga data. Col tempo, Ortolani ha portato Rat-Man verso sentieri sconosciuti e oscuri nonché coraggiosi e inediti. Quando venne, dunque, annunciata la decalogia finale, era giunto il momento di fare la quadratura del cerchio.

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Ortolani, in questi 10 episodi, costruisce una vicenda apocalittica da fine del mondo non rinunciando affatto all’umorismo e a tutti gli elementi che hanno reso celebre la serie. In questa avventura convergono, dunque, tutte le tematiche care all’autore, in un epico scontro fra bene e male, nella lotta finale contro L’Ombra. Ortolani riporta in scena tutti i maggiori personaggi della serie che qui trovano la risoluzione alle loro vicende personali, con ritorni inaspettati e diversi colpi di scena. Un pathos crescente in una storia che non dimentica le sue radici supereroistiche. Si ride, si piange, ci si emoziona e si riflette grazie a momenti molto ispirati. Una saga profonda e complessa che pesca a piene mani dalla ricca continuity del personaggio riuscendo in due imprese difficili: non deludere in alcun modo le alte aspettative dei lettori e non incartarsi in alcun modo su sé stessa. Il risultato finale è una delle più intense storie di supereroi mai raccontate.

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Un’opera che, per questo motivo, merita anche la celebrazione in contemporanea all’uscita della sua ultima parte di un’edizione in omnibus edita naturalmente da Panini Comics. Un volumone celebrativo, senz’altro, ma proprio per questo degno di essere messo in libreria con la sua possanza insieme ai grandi classici del fumetto. Un volume che non solo propone l’intera saga in dieci parti in formato cartonato e di dimensioni doppie rispetto al fumetto da edicola, ma che contiene anche alcuni graditi extra. Oltre alla cover gallery a colori, infatti, sono presenti tre storie della prim’ora, ma di importanza vitale per la serie, ovvero: “Le sconvolgenti origini del Rat-Man”, storia d’origine della saga, “Tòpin! The Wonder Mouse” e la “Minaccia Verde!” in cui fa il suo esordio il personaggio di Thea, avventure che i fan del personaggio conosceranno a memoria, ma che ci riportano all’origine dei protagonisti dell’ultima avventura.

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Rincontreremo Rat-Man in futuro in storie speciali, come quella in uscita a breve dal titolo C’è Spazio per tutti realizzata con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che vede il ratto insieme all’astronauta Paolo Nespoli. Dunque non si tratta di un addio, ma di un arrivederci. Fino ad allora, come direbbe Rat-Man, fletto i muscoli e sono nel vuoto.

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