Non stancarti di andare: alla ricerca della bellezza, intervista a Teresa Radice e Stefano Turconi
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Teresa Radice e Stefano Turconi diventano noti al grande pubblico grazie al loro lavoro su Topolino, in cui aggiungono un tocco romantico e personale ai personaggi Disney, e a diverse storie per ragazzi. Nel 2015 l'uscita de Il Porto Proibito, pubblicato da BAO Publishing, ci mostra i due autori sotto una nuova luce grazie a una storia per un pubblico maturo intensa e affascinante. Dopo aver vinto numerosi premi, fra cui il Gran Guinigi, il Premio Micheluzzi e il Prix BD dell’Académie de Marine, Radice e Turconi confermano tutta la loro bravura in una nuova opera di alto valore: Non stancarti di andare, romanzo esistenziale ambientato fra l'Italia e la Siria edito sempre da BAO Publishing. Abbiamo approfondito il lavoro e le tematiche del libro con i due autori in una interessante intervista che potete leggere qui di seguito.
Diamo il bentornato su Comicus a Teresa Radice e a Stefano Turconi su Comicus. L’ultima volta che ci siamo sentiti è stato due anni fa in occasione dell’uscita de Il Porto Proibito (BAO Publishing, 2015). Avete ricevuto un’accoglienza davvero calorosa e positiva per questo lavoro, quale sono le vostre sensazioni a riguardo?
La prima sensazione è di gratitudine. La seconda, altrettanto forte, è che a volte – davvero – il più grosso rischio è non rischiare. Il Porto Proibito era un libro “assurdo”, a pensarci razionalmente: oltre trecento tavole di storia marinaresca tutta a matita, e per di più con la poesia inglese ottocentesca come filo conduttore! Una roba da pazzi, che non si inseriva in nessun canone esistente. Eppure in BAO ci hanno creduto con noi… e il pubblico ha apprezzato, scatenando un bellissimo passaparola che ha messo al libro il vento in poppa!
Il Porto Proibito, tra l’altro, ha vinto sia il Gran Guinigi come Miglior Graphic Novel che il Premio Micheluzzi come Miglior Fumetto e in Francia si è aggiudicato il prestigioso Prix BD dell’Académie de Marine. Anche noi, che sapevamo di essere etichettati sia qui che oltralpe come “autori per bambini”, siamo rimasti esterrefatti da tanta accoglienza!
Questo ci ha confermato che i lettori, in realtà, sono pronti ad accettare e amare anche cose diverse e insolite, e con tanta generosità: il regalo più bello per chi, come noi, ama raccontare storie ogni volta differenti e sperimentare nuovi temi, momenti storici e modi di narrare.
Il vostro nuovo libro si intitola Non stancarti di andare (BAO Publishing, 2017). Potete parlarci di com’è nata questa idea e di come si è sviluppata? È vero che la storia nasce da un vostro viaggio in Siria?
Siamo stati in Siria nel 2007, 10 anni esatti prima dell'uscita del libro. È stato il bisogno di fermare su carta le emozioni e gli incontri di quel viaggio a innescare l’idea di Non stancarti di andare. In particolare, la necessità forte di raccontare a più persone possibili quel che avevamo vissuto in termini di accoglienza, apertura, dialogo, bellezze umane, paesaggistiche e artistiche… raccontarlo oggi che, di quei luoghi, ci vengono mostrate solo atrocità e distruzione. E, soprattutto, desideravamo condividere la fortuna di aver conosciuto Padre Paolo Dall’Oglio, parlare di lui e di quel che è riuscito a costruire laggiù: un luogo d’incontro tra unicità, di apertura alle differenze, di indiscriminata accoglienza.
Il personaggio di Padre Saul è nato per raccontare di lui… e tutti gli altri personaggi attorno, in seguito, volevano essere un omaggio a chi, in tempi di muri e barriere ed etichette, continua ostinatamente a perseguire la sua silenziosa strada di apertura e incontro, di curiosità e dialogo.
Non stancarti di andare è ricco di personaggi, tematiche e spunti, ma qual è per voi il tema chiave del libro?
Il primato delle relazioni, l’incontro con l’altro come fecondo scambio di diversità, come arricchimento. La ricerca della bellezza, che è qualcosa che rimane: bellezza nei rapporti umani, nella natura, nell’arte, nel proprio lavoro...
Questa volta la storia è ambientata nel presente (ma non solo), quasi una novità per voi. Questa cosa ha cambiato in qualche modo il vostro approccio lavorativo? Dal punto di vista della documentazione sia da quello della ricerca artistica, che tipo di lavoro è stato fatto?
In realtà l’approccio è identico alle altre volte, con una lunghissima fase di documentazione che, in questo caso, deve essere ancora più accurata e approfondita, perché si toccano argomenti molto delicati. Desideravamo farlo nel modo più rispettoso e delicato possibile e per questo abbiamo letto molto, abbiamo cercato di incontrare persone che hanno vissuto personalmente certe realtà, di recuperare testimonianze autentiche attraverso lettere e interviste. Questo, naturalmente, vale sia per la parte scritta che per quella disegnata.
Dal punto di vista artistico, i vari piani temporali sono contraddistinti da uno stile differente. Com’è nata questa scelta?
La storia si sviluppa su più di 80 anni, dal 1933 al 2014, attraverso numerosi flashback, soprattutto riguardanti gli anni '70, e volevamo rendere ben visibili anche graficamente questi “salti” temporali. Da qui la scelta di utilizzare tecniche e “tonalità” diverse per rappresentare le varie epoche. Il breve flashback iniziale, in seppia anni '30, è colorato con pastelli acquerellati. La parte negli anni '70 – '80 è invece realizzata interamente a pastelli, in alcuni casi leggermente virati al rosso (come capita spesso alle vecchie foto di quell'epoca). Tutte le tavole restanti (l'epoca contemporanea quindi) sono interamente inchiostrate a penna a sfera Bic e colorate in digitale.
Non stancarti di andare è, oltre a una storia d’amore, anche una storia di viaggi, di distanze, luoghi, di etnie e di retaggi culturali ricchi e differenti. Raccontare una storia del genere in un momento storico in cui si vogliono erigere barriere, in cui c’è una scarsa apertura alla diversità, quanto può essere importante?
Tanto, speriamo. Come diciamo spesso, le storie sono una formidabile occasione per mettersi nei panni di altri, magari diversissimi da noi per origini, carattere, lingua, tradizioni, religione… Ci permettono di calarci in realtà che non potremmo vivere personalmente altrimenti, e così di sperimentare cosa significa vivere altre vite, affrontare problemi distanti dai nostri. Noi ci auguriamo possa essere un modo per ampliare gli orizzonti e abbattere barriere, costruire ponti e non muri.
Come avete delineato i personaggi sia per il loro retaggio che per il loro aspetto fisico?
I personaggi sono sempre un misto di persone realmente esistenti, cose realmente successe, emozioni realmente provate. Calati in contesti nuovi, spostati d’epoca storica, mascherati ad hoc per assumere un’identità diversa. A volte vengono da molto lontano, a volte da vicinissimo. In alcuni casi, ce li portiamo nel cuore da anni, e a un certo momento trovano una forma, un corpo, una faccia, un nome. In questo libro i personaggi sono molti, è stata una lunga e affollatissima convivenza. Ma ci siamo affezionati a ognuno, con i suoi difetti, le sue paure, i suoi slanci.
Dal punto di vista visivo, la creazione dei personaggi è una parte sempre molto stimolante: quello che si cerca di fare è dare un “corpo” a delle psicologie, a dei caratteri. È infatti sempre da lì che si parte: dal carattere del personaggio, che deve poi emergere nell'aspetto esteriore. Per trovare questo aspetto partiamo sempre da un “casting”, da una serie di facce cioè, di attori, di persone che conosciamo, o semplicemente foto trovate sui giornali o in rete. A volte si usano così come sono, a volte mescolando elementi di persone diverse: i baffi di uno, gli occhiali di un altro...
Su cosa state lavorando attualmente e quali sono i vostri progetti futuri?
Su parecchie cose: nel 2018 usciranno due libri per i lettori più piccoli… ma non per questo vietati a tutti gli altri, eh! In primavera ci sarà una seconda avventura di Orlando Curioso, mentre a fine anno si potranno leggere le avventure di Tosca dei Boschi, ambientate nel Medioevo toscano. Ma in questo momento stiamo anche lavorando al progetto del nostro prossimo romanzo grafico adulto: cambiamo di nuovo epoca e stile e non vediamo l’ora di tuffarci in questa nuova storia!