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Un po' di tavole realizzate da Milo Manara per Brigitte Bardot

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Vi avevamo già parlato del progetto che il Maestro Milo Manara ha realizzato per aiutare Brigitte Bardot a promuovere e finanziare la sua fondazione in favore degli animali, che consiste in una serie di illustrazioni inedite. L'artista ha postato su Facebook i suoi lavori con tanto di margherita a 7 petali, simbolo con cui l'attrice ha dimostrato l'apprezzamento. Potete visionare le bellissime immagini nel post qui sotto.

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Fellini - Viaggio a Tulum e altre storie

Torna disponibile nelle librerie a 26 anni dalla prima pubblicazione Viaggio a Tulum, opera che ha segnato l’incontro artistico tra due maestri assoluti dell’immaginario, Federico Fellini e Milo Manara. Nata come sceneggiatura per un film da realizzare e apparsa a puntate sul Corriere della Sera nel 1986, la storia appartiene ai grandi progetti irrealizzati di Fellini, come il celebre Viaggio di G. Mastorna. Successivamente rimaneggiata dal grande regista, viene tradotta in immagini dalla matita sublime di Manara, legato a Fellini da profonda stima reciproca ed amicizia.

I due si erano conosciuti nel 1985, anno in cui Manara realizza una storia breve come omaggio al regista di Rimini, Senza Titolo. A Fellini la storia (contenuta anch’essa nello splendido volume della Panini Comics) piacque molto, tanto da voler conoscere l’autore. Così, grazie alla complicità di Vincenzo Mollica, amico intimo del Maestro ed esperto di fumetti, avvenne il fatidico incontro. Tra i due nasce una simpatia e una stima istantanea, che diverrà più forte col passare degli anni: Fellini è da sempre una delle influenze maggiori di Manara, nel cui lavoro ritroviamo spesso quella dimensione visionaria e surreale tipica di opere come 8 e ½. Il cineasta, per contro, è un grande estimatore del tratto sensuale dell’illustratore. I presupposti per una collaborazione ci sono tutti e l’occasione si presenta sul finire degli anni ’80 quando Fellini, visti i costi proibitivi e la difficoltà di reperire i fondi necessari, decide di trasformare Viaggio a Tulum in un racconto a fumetti per i disegni di Manara. Il risultato finale vede la luce sulla rivista Corto Maltese, a partire dal luglio 1989, come storia a puntate dal titolo Viaggio a Tulum da un soggetto di Federico Fellini per un film da fare.

Milo Manara - Viaggio A Tulum Page 04

La trama è volutamente poco più che abbozzata, in modo che il lettore possa immergersi fin dalla prima pagina nell’immaginario felliniano. Un Vincenzo Mollica dalla connotazione fortemente caricaturale arriva in una Cinecittà onirica, popolata solo dalle suggestioni dei film di Fellini: c’è la bambina demoniaca di Toby Dammit da Tre Passi nel Delirio, la Giulietta Masina de La Strada, la troupe di 8 e ½, la Ekberg de La Dolce Vita, etc. Accompagnato da una bionda misteriosa incontrata poco prima, Mollica trova Fellini addormentato in riva ad un laghetto. All’improvviso un soffio di vento fa volare in acqua il cappello del regista: la bionda si tuffa per recuperarlo, e sott'acqua si trova davanti una inaspettata meraviglia: sul fondale giacciono, come relitti, i film mai realizzati dal regista. La donna non ha problemi a respirare sott’acqua e entra nella carlinga di un enorme aereo, arrestandosi davanti al corpo immobile di MastroianniSnàporaz (il nomignolo fumettistico scelto dal cineasta per il suo alter – ego cinematografico e amico fedele). A questo punto fa il suo ingresso Fellini, che poggia il cappello sulla testa dell’inanimato Snàporaz – Mastroianni, dandogli vita: da questo momento sarà lui il protagonista della storia. Nel frattempo sopraggiungono anche Mollica e la ragazza bionda, e l’aereo inabissato improvvisamente riavvia i motori e decolla, giusto il tempo di concedere il tempo a Fellini e alla ragazza di uscire dal velivolo e guadagnare la superficie dello stagno.
 
L’aereo atterra a Los Angeles, dove Snàporaz e Mollica devono incontrare Maurizio, un produttore cinematografico interessato a produrre un film sulle antiche culture del centro America, in particolare quella tolteca. Da qui inizia un racconto, a metà tra il mistico e il surreale, popolato da misteri e strani incontri. Dopo varie peripezie e dopo aver accolto tra le proprie fila Helen, la bionda misteriosa che era apparsa nel prologo di Cinecittà, e un professore esperto conoscitore della civiltà tolteca, i nostri eroi giungeranno nel cuore della giungla nana, dove apprenderanno i segreti degli antichi stregoni aztechi.

Milo Manara - Viaggio A Tulum Page 05

Pur contenendo non pochi riferimenti allo sciamanesimo e ai libri di Carlos Castaneda in particolare, Viaggio a Tulum è un’opera perfettamente inserita nel corpus felliniano. Già in film come La Dolce Vita, ad esempio, era chiara la malinconica constatazione dell’innocenza perduta e la denuncia di un mondo diventato ostile all’uomo a causa della corruzione dilagante. La ricerca di una dimensione più autentica, sottratta all’essere umano dalla modernità, non avveniva però con i modi del cronista, del polemista nostalgico, ma dell’artista che grazie alla sua sensibilità tende a cercare rifugio nella fantasia, nel sogno, nel ricordo, non sottraendosi comunque ad un inevitabile confronto col male di vivere della società attuale. Questa poetica, che trova  piena compiutezza nei film della maturità come 8 e ½ e Amarcord, anima anche le pagine di Viaggio a Tulum: il mito di un’età dell’oro ormai perduta, tipico dell’opera felliniana, viene qui incarnato dall’antica civiltà tolteca, i cui sacerdoti custodiscono una saggezza ormai irraggiungibile dall’uomo moderno. Come nelle sue opere migliori, la trama è un gracile supporto al susseguirsi di immagini di sfolgorante bellezza e camei d’eccezione (significativa la presenza di Jodorowsky e Moebius nella sequenza della conferenza stampa), una carrellata di episodi dai significati reconditi che vengono lasciati sedimentare nell’inconscio del lettore.

Milo Manara - Viaggio A Tulum Page 06

L’atmosfera onirica e sognante della sceneggiatura di Fellini viene tradotta in tavole di seducente  splendore dalla matita incantata di Milo Manara. L’artista di Luson realizza scene di grande impatto visivo, degne di un kolossal cinematografico: lasciano di stucco sequenze come il prologo a Cinecittà e l’arrivo alla Babel Tower. Morbido e sensuale come sempre, il suo stile ricco di dettagli regala luminosità ad un soggetto non privo di elementi inquietanti ed oscuri, che vengono smussati dalla grazia e dall’eleganza di un tratto in grado di combinare spontaneamente erotismo ed ironia come nessun altro.

Milo Manara - Viaggio A Tulum Page 09
Il pregevole volume proposto da Panini Comics presenta come bonus due storie brevi, la Senza Titolo di cui abbiamo parlato in apertura e Reclame, apparsa per la prima volta nel 1986 su Il Messaggero Supplemento Estate, sferzante critica a quella tv commerciale che negli anni '80 cominciava la sua rapida ascesa dagli esiti oggi ben noti e già vaticinati dallo stesso Fellini in Ginger & Fred. Rileggere oggi queste storie è utile per comprendere quanto un artista come Fellini manchi non solo al cinema italiano, ma al dibattito intellettuale del nostro Paese.

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Fellini, cinema, eros e censura: intervista a Milo Manara

Durante questa edizione di Lucca Comics & Games abbiamo intervistato il grande fumettista italiano Milo Manara, il Maestro dell'Eros che ha segnato una delle pagine più importanti del fumetto mondiale, ospite per Panini Comics, con cui ha pubblicato una riedizione delle storie realizzate con Federico Fellini. In questa lunga intervista l'autore ha ricordato il suo incontro con il grande regista, i momenti più belli della loro collaborazione; ha parlato poi delle potenzialità del cinema rispetto al fumetto e viceversa, definendo la nona arte come diretta al cervello del lettore, un media molto più "cerebrale" e in complicità col lettore rispetto al cinema. Infine ha parlato anche della società attuale e della censura, facendo risalire parzialmente le cause della regressione della censura ad una maggiore sensibilità e correttezza, almeno politicamente parlando, nei confronti di altre fedi. Ci ha infine parlato dei suoi progetti futuri.

Intervista realizzata da Giorgio Parma su domande di Gennaro Costanzo e Giorgio Parma.

Innanzitutto benvenuto su Comicus! Partiamo dal nuovo volume edito da Panini Comics che è stato presentato qui a Lucca Comics & Games. Si tratta di una riedizione dei lavori realizzati in collaborazione con il grande regista italiano Federico Fellini. Che ricordi ha di questa collaborazione?
MiloManaraI ricordi sono tutti molto gradevoli, a parte ovviamente la nostalgia e la mancanza di Fellini stesso. Una mancanza soprattutto della conversazione, da cui si traggono tutti questi piacevoli ricordi; una conversazione molto divertente, molto brillante e molto creativa, con vocaboli accuratamente scelti, in modo anche molto originale ma con molta proprietà. Era una persona molto gradevole, molto gentile. Io ho lavorato con lui su due sue sceneggiature, e lui era veramente un perfezionista, e mi sono trovato a dover correggere e rifare molte cose, però ha sempre motivato questi cambiamenti e queste correzioni che dovevo attuare, perciò è stata una scuola molto importante, per nulla pesante, nonostante avesse un modo di lavorare completamente diverso da quello di tutti gli altri sceneggiatori con cui ho lavorato. Era un perfezionista ed era incontentabile. Se il risultato non era esattamente quello che lui aveva in testa, non si accontentava, però come ho detto, ha sempre proposto le sue correzioni in modo molto cortese e con motivazioni. Per cui i ricordi sono quelli legati principalmente ai momenti in cui si lavorava.

Se potesse avviare oggi una collaborazione simile con un regista contemporaneo, lo farebbe? E nel caso avrebbe anche un'idea di chi scegliere? E cosa cerca prevalentemente nei registi con cui vorrebbe collaborare?
Ho avuto vari contatti. Il più recente e forse, diciamo, quello da cui posso aspettarmi qualcosa, l'ho avuto con Gabriele Salvatores. Ci siamo incontrati proprio qua a Lucca, per la seconda volta a dire la verità, ma non posso dire di più al momento, perché la scaramanzia è d'obbligo. Però abbiamo avuto una conversazione molto propositiva. Io mi metterei a disposizione del regista. Se c'è una cosa che non si deve mai fare è rompere le scatole al regista, perché poi se la prendono [ride]. No, comunque, il cinema giustamente è come una nave, deve esserci uno solo che comanda, è una dittatura il cinema, non è una democrazia, quindi è giusto che sia il regista a chiedere, se ha bisogno di qualcosa. Non bisogna andare a proporre il proprio aiuto, diciamo. Questo l'ho imparato da tempo.

Restando sul tema, ora il cinema sta riportando alla ribalta, se così si può dire, il media fumettistico, si pensi ai cinecomic per esempio. Cosa crede che possa dare di più il fumetto rispetto a cinema e viceversa?
Il fatto che sempre più spesso il cinema peschi sempre di più dal fumetto è dovuto anche all'enorme progresso che hanno fatto gli effetti speciali, per cui ora si è in grado di trasformare in vero cinema quelle cose che un volta erano praticamente impossibili da immaginare. Io mi ricordo, certi telefilm molto vecchi, come Batman, in cui il protagonista aveva questa mantella che sembrava un cencio, con una tuta un po' ridicola, con questa calzamaglia... mentre ora hanno un aspetto davvero convincente, mentre gli effetti speciali risultano davvero incantevoli, nel senso che si rimane proprio incantati a guardarli. Quindi penso che il cinema possa ormai avvalersi di tutti i suggerimenti del fumetto, che rappresentano una sfida che il cinema continua a vincere. Quindi che cos'ha il cinema in più del fumetto? Ha tutto in più. Ha il movimento, ha il sonoro, ha la credibilità, ha la possibilità di immedesimarsi nella storia. Che cos'ha il fumetto invece, in più rispetto al cinema? Intanto la povertà di produzione. Che non è poco. Il cinema già in sede di sceneggiatura deve porsi il problema di quanto verrà a costare, e molto spesso si tagliano delle cose perché troppo costose. Nel fumetto questo invece non succede. C'è la più ampia libertà di immaginare proprio qualsiasi cosa, e questo è un grande vantaggio. E questo non è motivato solo dal fatto di coinvolgere così pochi mezzi, peraltro economici, ma anche dal fatto che vengono coinvolte molte meno persone per lavorare. Il cinema è un lavoro collettivo, mentre il fumetto è un lavoro solitario, e in quanto tale, permette all'autore di non dover mediare attraverso tanti collaboratori, ma di fare le cose come le vede lui stesso e come se le sente lui. Al massimo si è in due a fare fumetto. Inoltre, come ultima cosa, nel contenuto il disegno ha bisogno di una grande complicità da parte del lettore; cioè il lettore deve fingere di credere che un certo segno sia un braccio o un naso o una gamba etc. e quindi il disegno si rivolge al cervello, non alla pancia, come invece fa il cinema. Il disegno si rivolge alla qualità intellettuale del lettore, quindi direi che lavora ad un livello un po' più complicato e superiore, in un certo senso, mantenendo tutto nell'ambito della immaginazione, e questo è molto positivo, molto importante. Da questo punto di vista si avvicina molto alla letteratura.

Lei è ormai qualche decennio considerato il maestro dell'eros. Negli anni è cambiato il suo modo di approcciarsi al soggetto per adattarsi ai cambiamenti della società e i gusti del pubblico, oppure è cambiato il modo con cui il pubblico percepisce questo genere e questo immaginario?
Sicuramente un po' tutte e due le cose. Intanto quando ho cominciato io a fare questi fumetti dichiaratamente erotici, anche su ordinazione tra l'altro, eravamo in un periodo in cui era in corso un grande cambiamento nella società e l'erotismo è stato parte integrante proprio di questo cambiamento. C'era un evoluzione del costume in tutto il mondo, ma forse particolarmente in Italia e in Spagna, e il fumetto erotico aveva una funzione precisa e ha assolto egregiamente a questa funzione. Tra l'altro a fianco a questi fumetti erotici d'autore c'erano questi altri fumettini più o meno pornografici, di due vignette per pagina, con cui anche io ho collaborato, ed anche loro all'epoca hanno avuto un ruolo ben preciso, in maniera molto diffusa. In seguito, soprattutto con l'avvento di Internet, la percezione dell'erotismo è cambiata molto. Adesso ci sono immagini infinitamente più esplicite e più forti, se così si può dire, rispetto a quelle che facevamo noi un volta. Però paradossalmente, restano sempre nell'ambito del virtuale. C'è un consumo enorme di questi corpi, di corpi veri, di persone reali, donne e uomini all'opera, che ha tolto qualunque tipo di segreto all'attività sessuale. Addirittura si ha l'impressione che siano più delle performance muscolari, atletiche più che cerebrali. Ma comunque si rimane sempre nel virtuale. Quindi esiste questa contraddizione che penso prima o poi si dovrà sanare. Personalmente continuo a credere che, come dicevo prima, siccome il fumetto si rivolge al cervello, e siccome sappiamo che il nostro organo sessuale più importante è il cervello stesso, credo che il disegno abbia sempre qualche cosa di più prezioso da raccontare, nell'erotismo come in altre cose, rispetto alle immagini fotografiche, rispetto al cinema, che tuttavia ha una parte ormai preponderante nella nostra vita. Per esempio, se un pensa al sadismo, una delle tante piccole o grandi perversioni erotiche, così come vengono definite, se leggiamo De Sade, o se vediamo le illustrazioni di De Sade, possiamo capire qual è il significato erotico del sadismo, ma se noi al cinema vedessimo davvero le scene così come le ha raccontate De Sade, con il sangue, i lividi e la carne martoriata, penso che avremmo una reazione di disgusto più che erotica. Quello che voglio dire è che, se ci rivolgiamo al cervello ragioniamo in un certo modo, se ci rivolgiamo invece agli altri sensi, dobbiamo ragionare in un altro modo.

È possibile quindi che da parte del pubblico e della società attuali, si sia arrivati ad un punto in cui, per certi versi in modo ridicolo e molto ipocrita all'interno della società stessa, a censurare molto più di quanto si censurava in passato, si pensi al "caso" scoppiato recentemente in rete per via della sua cover di Spider Woman?
Sicuramente è possibile. Io credo che sia possibile anche perché c'è una sensibilità maggiore adesso, per quel che riguarda l'erotismo, sopratutto al femminile. E questo può avere come causa anche un certo conflitto religioso che è in atto. Ormai tutte le nostre nazioni europee, americane, nord americane hanno una grande componente islamica, e sappiamo benissimo come la pensa l'Islam riguardo alla liberazione della donna. Quindi penso che molto abbia a che fare anche con questo: per non urtare la sensibilità di altre religioni, ossia per essere politicamente sempre corretti nei confronti di altre forme di fede, penso che la censura sia ritornata indietro piuttosto che essersi aperta ulteriormente.

Come ultima domanda, a cosa sta lavorando attualmente? Quando vedremo il secondo volume di Caravaggio?
Esatto, uno dei più importanti progetti a cui sto lavorando è il secondo volume di Caravaggio che spero di poter presentare qui a Lucca l'anno prossimo e al momento sono un po' rallentato da fatto che sto lavorando ad un'altra cosa, ossia all'iniziativa di quel grande mito che è stato Brigitte Bardot, che sta per finanziare la sua fondazione in favore degli animali, e mi ha chiesto una serie di illustrazioni per comporre un libro i cui proventi saranno devoluti per l'appunto alla fondazione. Quindi questo è il lavoro che devo concludere nel mese di novembre prima di iniziare poi Caravaggio.

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cortoLovere 2015: Milo Manara incontra Bruno Bozzetto

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cortoLovere 2015: Milo Manara incontra Bruno Bozzetto - Comunicato stampa:

Promo ufficiale:

Milo Manara e Bruno Bozzetto, insieme a cortoLovere. Il prossimo 25 Settembre, presso la Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini (Lovere, Bergamo), a partire dalle ore 16.00, Milo Manara, fumettista e disegnatore tra i più famosi e apprezzati al mondo, e Bruno Bozzetto, rinomato regista e animatore italiano, nonché presidente onorario di cortoLovere, si incontreranno per la prima volta in assoluto all'interno della programmazione del festival internazionale del cortometraggio di Lovere (24 - 25 settembre).

L'incontro, intitolato "Tra fumetto e cinema, l'arte dell'animazione", verrà moderato dal giornalista e direttore de La Repubblica XL Luca Valtorta. Sarà un’occasione per parlare di arti figurative, di animazione (come suggerisce lo stesso titolo), e della sua evoluzione nel corso degli anni. L'ingresso sarà fino ad esaurimento posti.

La giuria ufficiale della 18° edizione. Quest’anno a presiedere la giuria ufficiale di cortoLovere sarà l’attore e regista Michele Placido. Ad affiancarlo: Maurizio Nichetti, attore e regista, vincitore nel 1991 del David di Donatello per la migliore sceneggiatura; Francesco Alò, giornalista e critico cinematografico; Claudio Di Biagio, regista di Andarevia per Rai Cinema e Vittima degli Eventi, il fan movie su Dylan Dog; e Director Kobayashi, prossimamente al cinema con il suo film di esordio Solo per il Weekend, con Alessandro Roja, Stefano Fresi e Matilde Gioli.

Promo ufficiale 2015. È stato diffuso il promo ufficiale della 18° edizione di cortoLovere. Protagonisti Luigi di Capua, Luca Vecchi e Matteo Corradini del gruppo di videomaker romano The Pills, prossimamente al cinema con il loro primo film, Mezzogiorno meno un quarto.

cortoLovere è uno dei festival del cortometraggio più antichi d’Italia: inaugurato per la prima volta 18 anni fa, ha avuto nel corso della sua storia presidenti di giuria del calibro di Silvio Orlando, Lina Wertmuller, Laura Morante, Luigi Lo Cascio e Silvio Soldini. Presidente onorario della competizione e autore del logo ufficiale è Bruno Bozzetto.

L’obiettivo del festival di cortoLovere è di premiare i talenti dell’audiovisivo. Il cortometraggio, tra i format più diffusi e famosi, rappresenta la prova perfetta per testare le abilità dei partecipanti del Festival. Ogni anno centinaia di cortometraggi vengono inviati da tutto il mondo: brevi, intensi, più articolati; storie di paesi lontani e d’Italia, di ragazzi e di anziani, di uomini e di donne. La magia del cinema raccolta in pochi minuti di pura emozione.

Il Festival Internazionale di cortoLovere si tiene come ogni anno nella stupenda cittadina di Lovere: incastonata tra le Prealpi Orobie e bagnata dalle acque del Lago di Iseo. A circa due ore da Milano, è un luogo isolato e incontaminato, tuttavia facilmente raggiungibile.

Nei prossimi giorni verranno comunicati i nomi dei quindici finalisti. Il programma di cortolovere è disponibile sul sito ufficiale, www.cortolovere.it, in costante aggiornamento.

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