Epifania esoterica in salsa vittoriana, la recensione di Francis
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Di Jessica Cioffi in arte Loputyn ve ne abbiamo parlato diverse volte in questi ultimi anni, a partire da quel Cotton Tales Vol.1 pubblicato da Shockdom nel 2015 che vi abbiamo recensito qui e che ha permesso all’autrice, già famosa sul web, di ampliare la fetta di pubblico assuefatto alla sua magnificenza grafica facendola conoscere su scala nazionale e non solo. Due anni e un artbook dopo, la giovane artista torna sugli scaffali di fumetterie e librerie con un volume autoconclusivo intitolato Francis, un breve racconto magico su di una congrega di streghe e uno spiritello con le sembianze di una volpe che risveglierà la vera natura di Metillia, la protagonista dell’opera, rendendola cosciente di ciò che si cela dentro di lei.
Sebbene la trama non risulti particolarmente folgorante, questo volume rappresenta un prodotto più che eccellente sotto molteplici punti di vista. Innanzitutto è un racconto breve, autoconclusivo, con piena coscienza di sé e di ottima fattura: accettando l’introduzione in medias res così come il finale aperto, mettendosi nell’ottica di essere partecipi, per un breve periodo, di uno spezzone esistenziale di un universo narrativo, ci si accorge di come la storia sia costruita sapientemente e abbia tutte le carte in regola per intrattenere il lettore, catturandolo pienamente nel tempo di lettura e permanendo al termine con insistenza, complice l’estrema bellezza artistica, che rappresenta di certo il secondo e forse più valido motivo per l’acquisto dell’opera. Se a questo si aggiunge la godibilità dell’esperienza di fruizione del volume, l’edizione di grande formato (rispetto a Cotton Tales) e il grande impatto visivo delle tavole, oltre che un prezzo più che accessibile, il quadro è completo.
Rispetto al precedente lavoro, quello che si apprezza in questa prova è un’atmosfera che, sebbene rimandi agli stilemi tipici della produzione dell’autrice, ne esce meno cupa, meno psicologicamente pressante e provante. In Cotton Tales l’elemento disturbate nella psiche dei personaggi, il macabro e l’oscurità che trasparivano o che si percepivano, vengono attenuati in questo lavoro, pur rimanendo centrale come tema la duplice e complessa natura umana. Come sempre nelle storie di Loputyn troviamo dei personaggi caratterizzati in modo ambiguo, mai semplici rappresentanti di una categoria caratteriale ma sempre contaminati da una pluralità e varietà di sentimenti e pulsioni: il male e il bene non hanno una distinzione netta, ne ritroviamo embrioni in tutti i personaggi principali, ognuno con le sue deviazioni; osserviamo quindi la precaria oscillazione attorno alla aurea mediocritas per assistere all'affermazione delle tendenze inclini a un'oscurità affascinante quanto reale. Ma in Francis tale tropo viene declinato con maggiore leggerezza e al contempo con maggiore incanto: ambientazione, elementi narrativi e maschere sono infusi di grande fascino ma privi di quel gusto gotico e quella morbosità grottesca già adottati in passato.
Dal punto di vista artistico invece ritroviamo con grandissimo piacere le abilità grafiche eccezionali della Cioffi, con le ormai classiche ambientazioni vittoriane e lo stile eclettico, pluricontaminato da diverse influenze come quella nipponica (nelle espressioni dei volti prevalentemente), dalla virtuosistica gravure francese tardoromantica, dal gusto shabby chic e dall’illustrazione démodé.
Le libertà compositive che l’autrice si prende nel volume denotano una grande maturazione nell’impostazione della tavola, fortemente connotata da un gusto illustrativo perennemente presente, con layout vari e mutevoli: una gamma varia di composizioni estatiche di fortissimo impatto visivo e notevole bravura artistica.
Il tratto delicato, meticoloso e maniacale nella resa del dettaglio, rigorosamente senza appesantire la tavola; la perizia grafica e il realismo da illustrazione naturalistica che sfoggia in sfondi, ambientazioni e animali, il look retrò, la palette diafana, poudrée: un melange tra mauve e sépia con aperture al perlé, che decora splendidamente una carta ruvida, spessa, lasciando delle piccole imperfezioni di tratto, sono tutti elementi portanti che rendono l’opera ancora più vissuta e magnetica. Un fascino nostalgico e unico di cui non ci stancheremo mai.
Ne consegue che Francis sia indubbiamente un ottimo prodotto, confezionato con grande cura da Shokdom in un'edizione degna dei disegni di Loputyn, impreziosito da una carta spessa che dona corpo alle eteree meraviglie artistiche dell’autrice, anche se forse optare per una rugosità più simile a quella delle tavole scansionate non avrebbe guastato.
Un ritorno sulle scene in grande stile.