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In uscita Per mano mia, il nuovo volume de Il Commissario Ricciardi

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Uscirà il prossimo 8 ottobre per Sergio Bonelli Editore il nuovo volume de Il Commissario Ricciardi dal titolo Per mano mia. La storia parte da un soggetto di Maurizio de Giovanni ed è sceneggiata da Claudio Falco con Daniele Bigliardo autore di disegni e copertina.

Questa la sinossi:
"Natale 1932. Il funzionario della milizia portuale Emanuele Garofalo e sua moglie vengono trovati morti accanto al presepe che stavano preparando in casa. Ricciardi deve indagare nel mondo dei pescatori di Mergellina per scoprire chi li ha uccisi. Il brigadiere Maione è invece sulle tracce del vero assassino di suo figlio Luca. Gli si porrà un problema morale fortissimo: fare giustizia o farsi giustizia?"

Di seguito alcune tavole del volume.

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La Bonelli presenta I Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni a fumetti

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La Bonelli ad aprile pubblicherà una nuova opera in collaborazione con lo scrittore Maurizio De Giovanni. Dopo Il Commissario Ricciardi, infatti, arriva la versione a fumetti de I Bastardi di Pizzofalcone, serie che ha già goduto di una trasposizione dal vivi grazie all'omonima fiction di Rai 1 con Alessandro Gassman. Di seguito trovate tutti i dettagli mentre, nella gallery in basso, potete vedere le prime immagini diffuse dall'editore.

"SERGIO BONELLI EDITORE presenta I BASTARDI DI PIZZOFALCONE A FUMETTI tratto dalla serie di MAURIZIO DE GIOVANNI

Ecco svelate le prime sbalorditive immagini dei Bastardi di Pizzofalcone ideati da Maurizio de Giovanni: una clamorosa sorpresa per tutti i fan dello scrittore

Dopo il successo della versione a fumetti dei romanzi del Commissario Ricciardi, si rinnova il sodalizio tra Sergio Bonelli Editore e lo scrittore Maurizio de Giovanni. E lo fa con una novità sorprendente. Nel mese di aprile, infatti, arriverà in libreria e in fumetteria l’interpretazione firmata Bonelli delle avventure del commissariato di Pizzofalcone che svelerà per la prima volta i “volti” dei protagonisti della serie.

“Volevamo poter proporre ai lettori i personaggi in una maniera davvero originale e nuova anche per la nostra casa editrice e così abbiamo accettato la proposta di Fabiana Fiengo e di Maurizio de Giovanni di proiettare quel ciclo di storie in un universo animale mai immaginato fino ad oggi in Casa Bonelli. Le interpretazioni grafiche zoomorfe sono state scelte rispettando il carattere dei personaggi rispetto a quanto raccontato nei romanzi e anche questa volta siamo stati estremamente fedeli all’immaginario di de Giovanni come già avvenuto per il ciclo del Commissario Ricciardi” racconta il direttore editoriale Michele Masiero. 

Il primo volume, “I Bastardi di Pizzofalcone” proporrà l’adattamento del primo romanzo della serie poliziesca inaugurata dallo scrittore napoletano nel 2013 ed edita da Einaudi. Il volume cartonato a colori sarà disegnato da Fabiana Fiengo e sceneggiato da Claudio Falco e Paolo Terracciano e vedrà nuovamente il coinvolgimento per i colori e il lettering della Scuola Italiana di Comix, coordinata da Mario Punzo e Giuseppe Boccia. A firmare la copertina sarà invece Daniele Bigliardo.

La storia è ambientata ai giorni nostri a Napoli. Dopo che alcuni agenti di polizia sono stati arrestati perché coinvolti in un traffico di stupefacenti, la squadra del commissariato di Pizzofalcone è allo sbando. A dirigerla viene chiamato Luigi Palma, a cui verranno affiancati alcuni nuovi poliziotti: l’ispettore Giuseppe Lojacono, l’assistente Francesco Romano, la giovane agente Alessandra Di Nardo, l’agente Marco Aragona. Tutti individui a cui è stata data l’ultima possibilità per restare in polizia e ai quali si affiancano il vicesovrintendente ed esperta di informatica Ottavia Calabrese e l’anziano agente Giorgio Pisanelli. Sono loro a costituire la squadra dei Bastardi di Pizzofalcone.

"Pizzofalcone esiste veramente – racconta Maurizio de Giovanni – è il nome della collina sopra piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli: è una zona che unisce realtà sociali e ceti diversi, tra nobiltà partenopea e gente dei quartieri spagnoli. Il commissariato l'ho inventato e collocato in quel luogo, perché tra quei confini invisibili di condizioni differenti emergono contrasti forti che danno luogo a personaggi straordinari”.

 Nel frattempo, in via Buonarroti si preparano novità anche per tutti i fan del Commissario Ricciardi. Nel mese di maggio arriverà infatti in edicola il Ricciardi Magazine 2019 con l’adattamento di cinque racconti di Maurizio de Giovanni accorpati in quattro storie a fumetti: “I vivi e i morti” (sceneggiata da Sergio Brancato e disegnata da Daniele Bigliardo), “Mammarella” (sceneggiata da Claudio Falco e disegnata da Luigi Siniscalchi), “Quando si dice il destino” (sceneggiata da Claudio Falco e disegnata da Lucilla Stellato), “L’ultimo passo di tango” (sceneggiata da Paolo Terracciano e disegnata Alessandro Nespolino). Ad arricchire il Magazine ci sarà inoltre un estratto di tavole in bianco e nero dedicato proprio a “I Bastardi di Pizzofalcone”.  

I BASTARDI DI PIZZOFALCONE

Soggetto: Maurizio de Giovanni
Sceneggiatura: Claudio Falco e Paolo Terracciano
Disegni: Fabiana Fiengo
Copertina: Daniele Bigliardo
Colori: Marco Matrone e Chiara Imparato
uscita: aprile 2019
Tipologia: Cartonato
Formato: 19 x 26 cm, colore
Pagine: 144
ISBN 978-88-6961-379-1
Prezzo: 19 euro"

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Le stagioni del Commissario Ricciardi: Il senso del dolore, recensione

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Maurizio De Giovanni nel 2005 ha avuto l’intuizione di creare il Commissario Ricciardi: un investigatore della Questura Regia che si muove nella Napoli degli anni ’30. Dodici romanzi, dodici avventure, dodici indagini e il successo di pubblico, hanno affascinato la Sergio Bonelli Editore, affidando l’adattamento a fumetti allo sceneggiatore Claudio Falco e al disegnatore Daniele Bigliardo.
Nasce così Il senso del dolore, graphic novel che adatta la prima storia del Commissario Ricciardi, uomo di grande intuizione investigativa e dotato di un potere (che, spesso, è una condanna): può vedere i morti nel loro ultimo istante di vita, sentire ciò che hanno pensato o detto, osservare l’ultimo e intimo attimo di chi è stato strappato con violenza dall’esistenza. Il grande tenore Arnaldo Vezzi viene trovato morto, con la gola recisa, nel suo camerino, poco prima della sua entrata in scena al Teatro San Carlo: Ricciardi, accompagnato dal fedele brigadiere Maione, dovrà scoprire l’assassino e la dinamica dell’omicidio.

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Trovandosi tra le mani il primo personaggio Bonelli mutuato da opere preesistenti, Claudio Falco opera un’interessante adattamento, scegliendo una narrazione dalla chiara matrice cinematografica: nella lettura si respira l’aria da film noir degli anni ’40, Humphrey Bogart, Peter Lorre e tutti i riferimenti al mondo torbido delle indagini poliziesche nei vicoli di una città. In un felice sposalizio, i canoni e la struttura da libro giallo sono, però, in equilibrata fusione: i dialoghi e i personaggi richiamo le atmosfere della metropoli di inizio secolo dei romanzi polizieschi, intrise di tutte le contraddizioni sociali che la caratterizzano. Le cadenze linguistiche napoletane ancorano fortemente i personaggi a quel preciso tessuto geografico e culturale che fa da sfondo alla vicenda, spalancando lo sguardo e la fantasia verso il capoluogo campano di quasi novanta anni fa.

Sul piano visivo, perfettamente in linea con la sceneggiatura, il disegno di Daniele Bigliardo magnifica le architetture della città dalla Galleria Umberto I, al San Carlo, passando per i vicoli, le piazze e i “belvedere” ma non con finalità “turistiche”, bensì come ricostruzione iconografica degli anni in cui si svolge la storia. Medesima cura la troviamo nella trattazione dei personaggi: su tutti troneggia, giustamente, il freddo e algido Commissario, per cui Bigliardo tratteggia uno sguardo capace di rivelare quello che i dialoghi non devono fare.

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L’obiettivo non era di facile raggiungimento: l’unione tra Napoli e il Noir – di matrice statunitense – fuso con il Giallo – di matrice anglosassone – potrebbe apparire come un amalgama artificioso – specie se abbinato alle tinte Horror della trama – e, invece, nelle sapienti mani del duo Falco/Bigliardo risulta essere un’intrigante sperimentazione grafico-narrativa dall’indubbio fascino.

Il volume è disponibile sia in brossurato da edicola che in cartonato da libreria.

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Eluana - 6233 giorni

Può capitare di lasciarsi trasportare dall'emotività, nel lavoro come nelle piccole vicende quotidiane. Spesso, quando ci troviamo a recensire fumetti che trattano argomenti che hanno diviso l'opinione pubblica, il rischio più grande è quello di perdere la nostra obiettività e lasciare che fattori legati alla nostra sensibilità incidano sul giudizio finale. Essere qui, con un graphic novel che tratta del caso di Eluana Englaro, è uno di quei momenti.

Eluana - 6233 Giorni nasce dalla collaborazione tra la Scuola italiana di Comix, la Consulta di Bioetica Onlus, ed è edito dalla 001 Edizioni. Il soggetto è del Dottor Claudio Falco, la sceneggiatura di Marco Ferrandino, i disegni di Martina Sorrentino. Questo volume, diviso in quattro parti, prova a raccontarci nella maniera più esaustiva possibile un tema che coinvolge non solo la sfera etica e medica, ma anche quella religiosa, giuridica e culturale del nostro paese.

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La drammatica vicenda è diventata ormai storia. Eluana aveva 21 anni quando la sera del 18 gennaio 1992 a Lecco, a causa del fondo stradale ghiacciato, uscì di strada e si andò a schiantare contro un muro. La ragazza riportò lesioni craniche gravissime e una frattura con slivellamento della seconda vertebra con conseguente immediata paresi di tutti e quattro gli arti. Da subito la giovane entrò in coma e, dopo le terapie svolte presso i riparti di Terapia Intensiva degli Ospedali di Lecco e Sondrio, riuscì ad uscirne, ma viste le lesioni cerebrali estese ed irreversibili, fu dichiarata in stato vegetativo permanente, ovvero uno stato che esclude la coscienza di sé e del mondo esterno, oltre alla possibilità di comunicare o interagire. Da questo momento ha inizio un calvario lungo 17 anni, al termine del quale la donna troverà la morte dopo la cessazione dell'alimentazione forzata, a seguito dell'accoglimento da parte dei giudici dell'istanza della famiglia.

Le quattro parti del volume affrontano in maniera analitica tutta la vicenda ed introducono il lettore al tema dello stato vegetativo permanente e del testamento biologico già nella prima parte, grazie ad uno scritto del Professor Maurizio Mori, per passare poi alla lettura del graphic novel, elemento portante di quest'opera. La parte conclusiva ospita un'intervista a Beppino Englaro, padre di Eluana, a cura di Valentino Sergi e un cenno sullo stato della legislazione, oltre ad una bibliografia per approfondire gli studi e maturare, così, una propria opinione sulla questione.

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Anche il fumetto è diviso in quattro atti che, partendo dalla sera dell'incidente, giungono fino alla morte di Eluana. Anche in questo caso, come già visto nel film di Marco Bellocchio, La Bella Addormentata, gli autori decidono di non utilizzare il punto di vista della famiglia bensì quello di personaggi che sono direttamente o indirettamente legati alla vicenda. La protagonista Laura è nata lo stesso giorno di Eluana, nella stessa clinica, ne ricalca in parte gli aspetti caratteriali, forte, libera, determinata, così come ce la racconta il padre. Quest'espediente narrativo permette a Ferrandino di raccontare la vita che Eluana avrebbe potuto vivere se quell'incidente non avesse stroncato ogni possibile crescita. Come in una staffetta, Laura raccoglie un testimone virtuale e vive, inconsapevolmente, non solo la sua vita ma anche quella di una donna che, priva di ogni dignità, legata ad un macchinario freddo che le permette di respirare, è rinchiusa in un guscio.

E proprio lo scorrere del tempo è il tema centrale di quest'opera. Non è facile trasmettere il peso, l'angoscia, il senso di 17 anni trascorsi in un letto. L'autore prova a riempirli intrecciando fatti reali con altri inventati. La vita di Laura e di suo marito Mauro, conosciutisi durante i fatti di Genova del 2001, si intreccia con la Storia, quella che troviamo sui manuali di scuola, quella della strage di Capaci e dell'uccisione di Carlo Giuliani, delle sentenze dei giudici che hanno scandito l'iter giudiziale della vicenda. Questo, forse, è l'unico modo per consentire al lettore di prendere contezza con la mole che quei 6233 giorni rappresentano, la pietra miliare che solo la vita sa offrirci, che ci parla delle occasioni mancate, le possibilità negate, tutto ciò che sarebbe potuto essere ma che, invece, si è schiantato contro un muro.

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Nel suo complesso, la narrazione non risulta per nulla retorica o didascalica, evitando subito l'errore più grande in cui un progetto così importante e delicato poteva incappare. Gli autori non fanno mai trapelare il proprio giudizio, né influenzano il lettore nella maturazione della propria opinione. L'uso di questo media ha fornito loro la possibilità di compiere un'importante operazione di sottrazione, con la quale è stata eliminata la pesantezza e farraginosità di aspetti medici e legislativi, lasciando in evidenza solo i risvolti immediati e diretti della storia. A chi si avvicina per la prima volta alla vicenda Englaro vengono forniti tutti gli elementi necessari per districarsi in una questione spinosa che, purtroppo, una volta chiuso questo caso, non ha avuto un seguito e che ha lasciato ancora irrisolto il tema dello stato vegetativo permanente e del testamento biologico. 

Qualche piccola indecisione, invece, viene dal versante grafico della storia. Lo stile di Martina Sorrentino è ancora acerbo. Sebbene l'autrice sia abile nel cambiare il proprio registro adeguandolo alla narrazione, ora caricaturale, ora carico di simbolismo, ora realistico, frequente risulta non all'altezza la composizione della singola vignetta, scolastica e priva della giusta profondità. In alcune fasi la tavola resta bloccata nella sua rigidità e in quella delle figure, perdendo di incisività e inficiando il buon lavoro in fase di storytelling.

Il risultato finale è comunque buono, e premia un'iniziativa che ha il sicuro merito di offrire ad un pubblico più giovane un'interessante strumento di analisi su una tematica che ha caratterizzato il dibattito politico e pubblico nell'ultimo decennio. Allo stesso tempo, porta alla ribalta una questione che troppo frettolosamente è stata riportata all'eccezionalità, e in quanto tale, trattata solo nel caso in cui si verifichi. Come cantano i Linea 77 nella loro canzone Il Senso, "rispetto per una scelta presa da me, per me". Quel giusto rispetto che Eluana ha chiesto per 17 anni,  non ascoltata nel silenzio della sua stanza.

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