Menu

Bao Publishing annuncia la linea manga Aiken

  • Pubblicato in News

La Bao Publishing ha annunciato l'esordio, previsto per maggio, della sua nuova linea editoriale dedicata ai manga chiamata Aiken. Di seguito trovate tutti i dettagli e le prime immagini nella gallery in basso.

"A maggio del 2019 BAO Publishing inaugurerà una nuova linea di manga: Aiken. I primi tre titoli in uscita provengono dal prestigioso catalogo della Casa editrice Shogakukan: Henshin di JM Ken Niimura - già autore di I Kill Giants (BAO), qui in veste di autore completo. Gli altri due titoli sono della mangaka Hisae Iwaoka: Fiori di biscotto (Hana Boro) e Dosei Mansion. Il debutto di tutti e tre i titoli avverrà in anteprima al Napoli Comicon.

BAO Publishing è orgogliosa di annunciare una nuova linea di manga che inaugurerà a maggio 2019, pensata con l'intento di piacere a chi già ama i fumetti giapponesi e di conquistare anche i lettori più scettici nei confronti di questo tipo di opere.

Aiken, questo il nome della linea, significa “Cane adorato” in giapponese e il suo logo, creato da Sara Bottaini, riassume in sé tre elementi fondanti della filosofia che anima questa nuova iniziativa: la parola Aiken, le fattezze di Cliff, il bulldog francese che è il logo di BAO Publishing fin dalla fondazione, e la bambola votiva giapponese chiamata daruma, che si dice esaudisca i desideri ed è simbolo di tenacia, ottimismo e resilienza nella cultura nipponica.
I primi tre titoli in uscita provengono dal prestigioso catalogo della Casa editrice Shogakukan, e in particolare dalla storica rivista Ikki, che tra il 2003 e il 2014 è stata tra le principali testate di fumetto alternativo in Giappone, e dalla quale sono emersi talenti come Taiyō Matsumoto e Daisuke Igarashi.

Il primo titolo è di una vecchia conoscenza dei lettori BAO, il JM Ken Niimura di I Kill Giants, qui in veste di autore completo. Si tratta di Henshin, una deliziosa raccolta one-shot di storie brevi.

Gli altri due titoli sono della mangaka Hisae Iwaoka: la raccolta di racconti intrecciati attorno alle vicende di una scuola, Fiori di biscotto (Hana Boro) è un volume autoconclusivo.

mentre Dosei Mansion è una serie di sette tankobon (conclusa in Giappone), che usciranno a cadenza bimestrale.

Il debutto di tutti e tre i titoli avverrà in anteprima a Napoli Comicon 2019, e subito dopo nelle fumetterie e librerie di tutta Italia. Durante il Comicon, i due responsabili di Aiken, Vanessa Nascimbene e Andrea Petronio, annunceranno i prossimi titoli in uscita, già nel 2019, per la neonata linea.

L'intento di BAO con questo progetto è di pubblicare poche cose, di altissima qualità, con una cadenza regolare e puntuale, con una veste degna dei propri standard qualitativi e a un prezzo conveniente. Siamo profondamente fieri di questa nuova avventura e speriamo che vorrete scoprire con noi le storie che vorremo raccontarvi."

Leggi tutto...

Bao Publishing: in uscita Gideon Falls di Jeff Lemire e Andrea Sorrentino

  • Pubblicato in News

Uscirà il prossimo 24 gennaio per Bao Publishing il primo volume di Gideon Falls, la nuova serie di Jeff Lemire e Andrea Sorrentino. Di seguito trovate tutti i dettagli.

"Un ragazzo solitario e un prete redento, a chilometri di distanza, sono ossessionati dalle stesse inquietanti visioni. Un edificio spettrale appare e si dissolve, portando con sé eventi e delitti tremendi. Gli acclamati autori Jeff Lemire e Andrea Sorrentino realizzano una memorabile storia dark ed esistenziale, un horror che unisce l'enigmaticità di Twin Peaks al tormento psicologico di True Detective.

«Non c'è dubbio che il male esista. L'ho visto. Ma ora so che non devo affrontarlo da solo.»

BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'uscita del primo volume di Gideon Falls la nuova serie di Jeff Lemire (testi) e Andrea Sorrentino (disegni), con i colori di Dave Stewart.

La leggenda del Fienile Nero narra di un edificio spettrale che compare e scompare in vari periodi storici, portando con sé morte e follia. Adesso, questo mistero minaccia e intreccia le vite di due uomini molto diversi tra loro: un giovane solitario, ossessionato dagli indizi nascosti nella spazzatura, e un prete cattolico redento, alla ricerca del suo posto in un paesino che nasconde oscuri segreti. Nessuno dei due è pronto per ciò che nasconde il Fienile Nero.

Jeff Lemire, reduce dal Premio Gran Guinigi come miglior sceneggiatore a Lucca Comics & Games 2018, e Andrea Sorrentino, il prodigioso fumettista italiano già al lavoro con Marvel e DC, costruiscono una storia magistrale, horror e inquietante. Un debutto davvero imperdibile e di altissimo livello.


Gideon Falls è disponibile in libreria dal 24 gennaio 2019.

Jeff Lemire (1976) è uno sceneggiatore e fumettista canadese. Negli ultimi anni si è imposto come uno dei maggiori talenti dei comics americani, collaborando con le principali case editrici statunitensi (Marvel, DC, Image) e scrivendo per testate quali Animal Man, Green Arrow, Superboy, Superman, Hawkeye, Swamp Thing, Batman, X-Men e tante altre. Tra i lavori più personali, Essex County (2000) è quello che lo ha reso noto al grande pubblico e che gli è valso numerosi premi. In Canada, l’opera è stata dichiarata uno dei cinque romanzi più importanti del decennio. Nel 2009, per l’etichetta Vertigo della DC, crea la serie Sweet Tooth. Nel 2012 pubblica il graphic novel Il saldatore subacqueo, di cui è autore completo. Nel 2015, per la Image Comics, dà vita alla serie Descender, epopea fantascientifica in coppia con l’artista Dustin Nguyen e pubblicata in Italia da BAO Publishing.

Andrea Sorrentino, classe 1982, è un disegnatore italiano che vanta numerosissime collaborazioni con le principali Case editrici del mercato statunitense. Il suo esordio risale al 2010, con la miniserie God of War (DC Comics). Successivamente inizia la collaborazione con Jeff Lemire sulla run del personaggio di Green Arrow. Nel 2015 arriva alla Marvel e collabora con Brian Michael Bendis su alcuni albi degli X-Men e sulla miniserie The Old Man Logan. Nel 2018 riprende il sodalizio con Jeff Lemire realizzando i disegni di Gideon Falls, miniserie targata Image Comics e portata in Italia da BAO Publishing."

Leggi tutto...

Descender 1-6, recensione: la fantascienza confusa di Jeff Lemire e Dustin Nguyen

81e6seXIoDL

Il canadese Jeff Lemire è ormai da diversi anni uno degli artisti più importanti del panorama fumettistico americano. Dopo gli esordi come autore completo per piccole case editrici indipendenti, nel 2009, sulla scia del successo del graphic novel Essex County, considerato in Canada uno dei cinque romanzi più importanti dello scorso decennio, approda alla DC Comics, con cui firma un contratto di esclusiva. È in questi anni che Lemire comincia a cimentarsi come semplice autore dei testi, diventando uno degli scrittori più prolifici del periodo (arriva a scrivere anche sei serie contemporaneamente, e in almeno una di queste si occupa persino dei disegni). Terminato il contratto con la DC, comincia a lavorare, sempre a ritmi altissimi, anche per altre case editrici, tra cui la Marvel e la Valiant, senza disdegnare di dedicarsi a progetti creator-owned per l’Image e la Dark Horse. Tuttavia, come prevedibile, questa iperattività ha finito per incidere sulla qualità dei suoi lavori: per esempio, anche solo restando alla Marvel, sebbene i cicli di Hawkeye e Moon Knight da lui gestiti possano essere considerati due delle cose migliori prodotte dalla Casa delle Idee negli ultimi anni, pur essendo stato chiamato a sostituire due grossi calibri come Matt Fraction e Warren Ellis, non si può dire altrettanto per le sue storie su Extraordinary X-Men, o per la sua collaborazione con Charles Soule ai testi di Death of X e Inhumans vs X-Men. È probabile, però, che il dover sottostare alle rigide regole della continuity marvelliana abbia inciso in maniera consistente sul risultato finale del suo lavoro, tanto è vero che il Lemire visto sulla recente Black Hammer per la Dark Horse, è tornato a essere l’autore ispirato che abbiamo sempre conosciuto. Ma, come la più classica eccezione a confermare la regola, ecco che a smentirci è arrivata Descender, maxiserie di 32 numeri realizzata per l’Image assieme al bravissimo Dustin Nguyen, che la Bao Publishing ha raccolto in Italia in sei eleganti volumetti cartonati (l’ultimo dei quali presentato in anteprima all’ultima edizione di Lucca Comics and Games).

DESCENDER-1-p21

Uscita originariamente negli USA tra il marzo del 2015 e il luglio di quest’anno, Descender è una serie fantascientifica ambientata in un lontano futuro dove i discendenti dei terrestri hanno costituito, assieme ad altre razze aliene, il Consiglio Galattico Unito (CGU). Cuore di questa alleanza è il pianeta Niyrata, la cui popolazione viene decimata nelle primissime pagine, a seguito del misterioso attacco di un gigantesco robot. Anche gli altri pianeti principali del CGU vengono devastati da robot simili, generando nei pochi sopravvissuti un’autentica fobia verso gli esseri artificiali.
Dieci anni dopo, su una colonia mineraria periferica, il piccolo robot di compagnia Tim 21 si risveglia da un sonno iniziato poco tempo prima dell’attacco dei Mietitori (nome dato nel frattempo agli enormi robot). Collegandosi a un server del CGU per cercare di apprendere cosa sia successo in tutti quegli anni, viene identificato dai militari di Niyrata, che incaricano il capitano Telsa di andare a recuperarlo. Tim 21, infatti, potrebbe aiutare l’umanità a comprendere la natura dei Mietitori, il cui codice macchina (l’equivalente robotico del nostro DNA) è risultato analogo a quello del piccolo robot. È l’inizio di un lungo inseguimento attraverso il cosmo, che vede protagonisti oltre alle varie razze del CGU, anche la resistenza robot del Cablato (di cui fa parte Tim 22, gemello cibernetico del piccolo protagonista), tutti in qualche modo interessati a Tim 21. Ma, alla resa dei conti conclusiva, la sorprendente natura dei Mietitori e dei loro costruttori viene finalmente rivelata.

descender-2

Una trama, quella di Descender, avvincente e appassionante quindi, che non manca di parecchi spunti interessanti, ma che nasconde anche diverse cadute di tono. Particolarmente efficace, per esempio, è il modo in cui Lemire tratteggia le personalità dei robot. Sia Tim 21 che Tim 22, sono, di fatto, il risultato delle esperienze vissute dai due esseri artificiali nei primi anni della loro “vita”. Tim 21 è buono, generoso, incapace di fare del male perché è sempre stato trattato dai suoi “genitori” umani quasi alla pari del loro figlio naturale, Andy, il quale considerava il piccolo robot alla stregua di un fratello (sentimento peraltro condiviso da Tim 21). Tim 22, invece, è l’esatto opposto: sottoposto a ogni sorta di angheria dall’anziano padrone a cui, in teoria, avrebbe dovuto fare compagnia, è diventato un essere malvagio e senza scrupoli. Inoltre, l’interesse che il capo del Cablato, Psius (che Tim 22 considera una sorta di padre) prova per Tim 21, lo porta a tentare la distruzione di quest’ultimo per semplice gelosia. Una differenza nei caratteri dei due robot così netta, però, sembra suggerire che secondo Lemire negli esseri artificiali non possano esistere sfumature o compromessi: o sono la rappresentazione ideale della bontà o sono l’essenza del male. Estremi che difficilmente potrebbero essere associati a un essere umano, ma che il lettore trova perfettamente naturale in un robot. Tutto logico, quindi, se Lemire, a un certo punto, non decidesse di scombinare le carte. Infatti, verso la fine della serie, con un lungo flashback, l’autore canadese introduce l’antichissima razza dei Descender. Questi evolutissimi esseri non sono organismi biologici, ma robotici. Non solo, dato che il loro nome significa “coloro da cui deriva tutta la vita”, potrebbero essere addirittura i creatori della vita biologica nell’universo. Un’idea spiazzante e suggestiva ma, francamente, inverosimile. Considerando poi che sia Tim 21 che i Descender sono un’evidente citazione del film A.I. di Steven Spielberg (il primo è un omaggio a David, il piccolo robot protagonista della pellicola, mentre i secondi somigliano parecchio agli avanzatissimi Mecha che compaiono nelle ultime scene del film), la trovata di Lemire appare ancora più bizzarra. Nella pellicola di Spielberg, infatti, i robot si evolvono in esseri molto progrediti, assolutamente immuni dalle imperfezioni che caratterizzano il genere umano, ma a partire da progenitori molto meno sofisticati, creati dall’uomo con il preciso scopo di superare i propri limiti. Esattamente il contrario di quanto mostra Lemire, i cui Descender esibiscono una spietatezza un po’ ottusa e del tutto incoerente con la loro presunta superiorità: non esitano un istante a sterminare l’intera vita organica, senza mai cercare un dialogo e pretendendo che l’umanità si adegui alla fredda logica delle loro equazioni. L’uomo è solo un errore da eliminare al più presto: la vita biologica non è degna di proseguire nel suo cammino, perché incapace di raggiungere quella perfezione che caratterizza invece le macchine.

descender-3

A Lemire possiamo concedere il dubbio che volesse solo utilizzare una metafora (e il fatto che i Descender non vogliano rivelare la loro origine, potrebbe addirittura portare a una parziale revisione del nostro giudizio, una volta che l’autore canadese avrà chiarito anche questo mistero) per mostrare quanto l’imperfezione umana sia insita nella sua natura organica. Ma l’avere candidamente ammesso nella postfazione dell’ultimo volume che il finale che aveva concepito per la serie non lo avesse mai veramente soddisfatto, tanto da decidere improvvisamente di modificare la trama attraverso l’introduzione della magia, non aiuta a fugare il dubbio che le diverse incoerenze (oltre a quelle già descritte, occorre almeno citarne un’altra: i Descender chiamano “mietitura” lo sterminio dell’umanità, ma non se ne capisce il motivo, visto che il termine “mietitori” per i giganteschi robot è stato coniato dall’uomo, non da loro), parecchi dialoghi poco efficaci, alcuni personaggi incompiuti (a cominciare dal poco incisivo Dottor Quon) e banalità varie (una su tutte: il ridicolo nome di Regina Ibrida che il personaggio di Effie sceglie per sé, una volta diventata un cyborg) non siano altro che il frutto di continui rimaneggiamenti o di una semplice perdita di interesse dell’autore verso la serie nel suo complesso.

descender-4

A ogni modo, la svolta fantasy imposta alla narrazione potrebbe portare parecchi benefici, non solo ai testi di Lemire, ma anche a Dustin Nguyen, i cui splendidi acquerelli, pur se autentico valore aggiunto dell’opera, sono sembrati poco adatti a rappresentare gli scontri a fuoco, le scene di lotta o le semplici ambientazioni fantascientifiche introdotte dalla trama. La delicatezza del suo tratto e la leggerezza dei colori sembrerebbero più idonei ad atmosfere di altro tipo, più intimiste, oppure, semplicemente più fiabesche. E le ultime pagine del volume conclusivo, o l’evocativa immagine finale, che fa da introduzione ad Ascender (la nuova serie che nel 2019 proseguirà con una nuova veste la storia di Descender), sembrano proprio confermare questa impressione.

Leggi tutto...

Ryuko 2, recensione: Le vie della vendetta

81fWEN8WOZL

Secondo e conclusivo volume di Ryuko, del mangaka e scultore Eldo Yoshimizu, edito in Italia da Bao Publishing. Se il primo volume introduceva uno scenario ampio e variegato di personaggi, così da intessere diverse realtà criminali, ognuna col proprio codice d’onore e ciascuno con la propria moralità più o meno sfumata, in questo secondo albo il tutto si restringe alla protagonista Ryuko. Attenzione però, i personaggi intorno restano comunque fondamentali per la narrazione, ma il racconto corale qui si oscura, accendendo a pieno regime i riflettori sulla boss. Una scelta saggia in quanto ci sarebbe stata troppa carne al fuoco e due volumi sarebbero stati troppo pochi in quel caso per approfondire tutto nella maniera corretta. I salti temporali sono ridotti al minimo, questo albo è più lineare rispetto al precedente, cosa che gli dona molta compattezza. Si nota la maggior maturità di Yoshimizu con lo storytelling, meno precipitoso e più consapevole, e le soluzioni ultra-dinamiche, al limite della comprensibilità a volte, sono decisamente minori e calibrate meglio.

ryuko2-1

La storia prosegue con la ricerca di Ryuko di sua madre che la porterà a scottanti verità e macchinazioni da parte di organizzazioni sempre più potenti e pericolose. L’attenzione del lettore, quindi, si concentra quasi esclusivamente su Ryuko. La donna infatti apprende che il suo destino è quello di diventare la nuova Longtou, ovvero l’imperatrice della più pericolosa organizzazione malavitosa cinese: HeiHua. I requisiti necessari sono 2: possedere il sigillo d’oro e aver ucciso il proprio padre. Questi due elementi danno la possibilità di divenire praticamente la persona più influente al mondo e Ryuko li possiede entrambi.

Essere la Longtou comporta uno smisurato potere, garantendo alla donna una forza militare senza paragoni, oltre a 10 milioni di sottoposti pronti a morire per lei. Insomma, diverrebbe la persona capace di definire e ridefinire in modo decisivo la politica mondiale con un solo cenno della testa. Ovviamente, c’è un problema: un’altra candidata, Tsu Suto. Una studentessa universitaria, all’apparenza tranquilla, che è a capo di un’altra organizzazione malavitosa: la Japinchan.

ryuko2-2

L’aspetto più interessante di questo secondo volume è l’approfondimento, appunto, su Ryuko. La caratterizzazione è sfaccettata e realistica la protagonista non viene dipinta solo come un’assassina fredda e brutale, ma anche come donna capace di compassione e alla ricerca di perdono per aver ammazzato il padre. Un personaggio che si rifiuta di subire in maniera passiva gli avvenimenti e che è sempre in grado di reagire, in un modo o nell’altro. Yoshimizu affronta un tratto della donna che non era fuoriuscito in precedenza, quello più intimo ed emotivo. Se da un lato è possibile vedere la sua fragilità, in alcuni momenti topici del racconto, dall’altro vediamo anche quello di donna che ama. Il momento più toccante di tutto l’albo - e forse dell’intero fumetto - è sicuramente il ricongiungimento con la madre Shoryuhi, scomparsa da anni.

ryuko2-3

Come già accennato, alcuni nei che caratterizzavano il primo volume sono stati ora smussati. Gli eccessi di dinamicità di alcune inquadrature uniti a un tratto molto sporco, rendevano difficile la lettura di alcune tavole. Le parti molto adrenaliniche restano comunque interessanti e, fortunatamente, viene pulito un po’ di più il tratto, evidenziando in maniera più efficace la scena. Il vero punto forte di Yoshimizu, però, restano le tavole con uno stile più morbido dove sottolinea la sua bravura nei corpi femminili affusolati.
Degna conclusione, insomma, per un manga che ha omaggiato il genere Gekiga in modo fresco e non ostentato.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS