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SUPERMAN - 65 anni più veloci di un proiettile Parte 5

LA BRONZE AGE: UN NUOVO INIZIO IN CERCA DEL RINNOVAMENTO

Un grosso limite di Superman, nel corso degli anni, sono stati paradossalmente i suoi poteri. Se all’inizio le sue sole capacità erano la superforza e la capacità di compiere salti prodigiosi, con il passare degli anni la situazione cambiò in modo eccessivo: addirittura poteva spostare i pianeti e viaggiare nel tempo grazie alla super velocità! Questa situazione cominciò a stancare i lettori, che in altre testate potevano leggere storie molto più al passo con i tempi, in cui il cliché dell’eroe invincibile era ormai tramontato (per fare un esempio, rimanendo alla DC Comics, le inquietudini di Hal Jordan in GREEN LANTERN, in un’America sempre più contraddittoria, avevano molto successo).
Proprio lo scrittore di GL, Denny O’Neil, fu l’artefice del rilancio di Superman nei primi anni ’70

con la saga dell’uomo di sabbia, ciclo di storie che vedeva Kal-El perdere un terzo dei suoi poteri e affrontare l’essere composto di sabbia creato da quella stessa perdita, proprio mentre come Clark Kent lasciava il “Daily Planet” per andare a lavorare come speaker televisivo alla WGBS di Morgan Edge ed allontanarsi dalla classica immagine del mite reporter. In realtà, l’handicap di Superman pesò al personaggio per breve tempo, ovvero solamente quando il suo doppio di sabbia prendeva i suoi poteri. Una volta recuperati due terzi delle sue capacità, infatti, Superman si trovò agevolato da un nuovo vantaggio, la scomparsa della Kryptonite, avvenuta all’inizio della saga durante un esperimento in cui tutti gli esemplari del pericoloso minerale diventarono semplici pezzi di ferro. Con questo ciclo di storie la DC cercò di rendere più realistiche le vicende di Superman, riportando l’eroe il più possibile sulla Terra e allontanando per qualche tempo personaggi come Bizarro e Krypto.
L’abitudine di far ricominciare dal numero 1 le serie rilanciate è nata in anni abbastanza recenti e la DC, infatti, preferì continuare la classica numerazione di SUPERMAN, indicando però nella copertina del primo numero della saga che si trattava del “numero 1 nelle vendite”, con il numero 1 bene in evidenza. Nei primi anni ’70 queste tattiche di marketing, che oggi sembrano una cosa normalissima, erano delle novità assolute.
La DC teneva in grande considerazione il rilancio di Superman del 1971, tanto da pubblicizzarlo per diverso tempo su tutte le proprie testate. La maggior parte dei lettori, però, in cerca di storie cosmiche, spinse la casa editrice a ritornare sui propri passi e così il nuovo Superman più “terrestre” e umano, fino a poco tempo prima promosso con grande impiego di mezzi, fu messo da parte in favore della sua versione più classica.
Sotto la guida del successore di Weisinger, Julius Schwartz, oltre a O’Neil si occuparono di Superman in quel periodo anche scrittori come Elliott Maggin e Cary Bates, mentre si dedicavano ai disegni il grande Neal Adams, l’immancabile Curt Swan e altri disegnatori come Ross Andru, reduce da anni passati in compagnia dell’Uomo Ragno, di cui fu il disegnatore simbolo negli anni ’70 e Jack “The King” Kirby. Kirby lasciò la Marvel nel 1970 e trovò posto alla DC, dove ideò Kamandi e la saga del Quarto Mondo, creando personaggi ben noti agli appassionati come Darkseid e i Nuovi Dei. “Il Re” chiese inoltre di poter curare la serie meno venduta di tutto il parco testate e fu così che cominciò ad occuparsi di JIMMY OLSEN con il numero 133 (1970). Naturalmente l’Uomo d’Acciaio compariva anche in quella serie, così Kirby ebbe l’opportunità di cimentarsi con il primo dei supereroi, dandocene una versione poderosa e indistruttibile, come ci si poteva aspettare da chi aveva disegnato per anni colossi come Hulk e Thor.
L’evoluzione del personaggio non si fermò alla riduzione dei poteri, ma riguardò anche la sua caratterizzazione psicologica: durante la saga dell’uomo di sabbia, quando i suoi poteri erano ormai ridotti al minimo, Superman non riuscì ad impedire il crollo di un palazzo e fu costretto a sopportare gli insulti della stessa gente che lo aveva acclamato fino al giorno precedente. Per la prima volta in vita sua, l’Uomo d’Acciaio pensò che forse avrebbe dovuto lasciar perdere quegli ingrati che fino ad allora aveva sempre difeso. Nella nota storia di Elliott Maggin e Curt Swan Deve esistere un Superman? (SUPERMAN 247, 1972), i Guardiani di Oa mettono Superman di fronte ad un problema di difficile soluzione: è giusto che un alieno intervenga nelle faccende dei terrestri, impedendo in qualche modo la loro crescita? Finalmente Superman comincia ad avere dei dubbi sul suo operato.
Negli anni ’70 Superman fu protagonista del primo team up tra personaggi di due case editrici differenti: nel 1976, infatti, DC e Marvel, per contrastare la sempre crescente crisi del fumetto, diedero alle stampe SUPERMAN VS. THE AMAZING SPIDER-MAN, spettacolare albo speciale giant size scritto da Gerry Conway e disegnato da Ross Andru che presentava l’incontro tra l’Uomo d’Acciaio e l’Arrampicamuri della Casa delle Idee uniti contro Lex Luthor e il Dottor Octopus.
L’operazione fu ripetuta nel 1981 con SUPERMAN & SPIDER-MAN, di Jim Shooter e John Buscema, con la coppia di criminali formata stavolta dal Parassita e dal Dottor Destino.
Un nuovo storico albo speciale vedeva l’Uomo del Domani affrontare un’altra icona americana, non un personaggio dei fumetti, stavolta, ma Cassius Clay, il campione del mondo di boxe e grande appassionato dei comic books di Kal-El: si trattava di SUPERMAN VS. MUHAMMAD ALI, grande successo del 1978 firmato Dennis O’Neil e Neal Adams.
Nel 1978 Superman compì 40 anni e come regalo di compleanno ricevette il film campione di incassi Superman di Richard Donner, con Christopher Reeve, Margot Kidder e Gene Hackman, rispettivamente nei ruoli di Superman/Clark Kent, Lois Lane e Lex Luthor. Era il primo vero kolossal supereroistico e, se consideriamo il periodo della sua uscita, fu una vera e propria pietra miliare. Superman ebbe un grandissimo successo, tanto che furono ben tre i suoi seguiti.




Nei fumetti, invece, i lettori poterono assistere ad un evento storico: il matrimonio tra Superman e
Lois Lane in Superman si sposa! (ACTION COMICS 484), di Cary Bates e Curt Swan. Si trattava, però, di una storia ambientata su Terra-2: di fatto, quello che si sposava era il Superman originale di Jerry Siegel e Joe Shuster creato su ACTION COMICS 1 nel 1938. Nel 1983 la Superman Family si allargò con l’introduzione di Superwoman (DC COMICS PRESENTS ANNUAL 2) ad opera di Elliott Maggin e Keith Pollard. Il personaggio comparve in seguito solo in una manciata di storie, compresa quella di cui stiamo per parlare.





Francesco Vanagolli
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