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<B>"The Spirit"</B>: Miller incontra il pubblico

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L’incontro per l'anteprima di "The Spirit" si è aperto con una presentazione del film da parte del reparto marketing della Sony Italia.
Sono stati introdotti al pubblico il personaggio, la storia di Will Eisner e la carriera di Frank Miller, e si è poi proseguito con la sinossi del film: "The Spirit" è la storia di un poliziotto che torna dalla morte per difendere la sua amata città dal criminale The Octopus che la vuole rader al suolo; su questa trama si inseriscono una serie di figure femminili che lo vogliono sedurre, uccidere, smascherare.

L’uscita del film nelle sale è stata decisa per il 25 dicembre 2008, scelta coraggiosa visto che non è un tipico film di natale, ma l’intenzione della Sony è quella di provare un’inedita “contro-programmazione”.
A questo introduzione è seguita la proiezione di un trailer inedito che ha anticipato l’ingresso in sala di Frank Miller.

L’autore ha iniziato col rispondere alle domande del rappresentate della Sony, che gli ha chiesto dettagli sul suo passaggio dal fumetto al cinema.
Miller ha spiegato che la vera differenza tra i due media non sta nel suono o nel movimento, ma nel lavorare con gli attori, che ha definito persone sorprendenti, su cui si sentono dire tante cose, che sono pigri, stupidi o matti, mentre invece lavorano un sacco, sono persone intelligenti e riescono a sopportare di essere diretti da un tipi come lo stesso Miller.
A questa prima domanda ha seguito una serie di clip dal film, in versione originale sottotitolata in italiano, ognuna delle quali è stata illustrata dal regista con dovizia di particolari.

La prima scena, che dovrebbe essere anche la scena d’apertura del film, mostra il protagonista muoversi in mutande nel suo nascondiglio sotto un cimitero. Dopo una telefonata che gli comunica che The Octopus è alla palude, assistiamo alla sua “vestizione” dove spicca, nel bianco e nero, il rosso della sua cravatta. Segue una sequenza in cui Spirit corre tra i tetti della città, scena accompagnata da un monologo (una sorta di leitmotiv del film, citato anche nei poster) in cui spiega il suo rapporto con la città che è sua ragazza, madre, giocattolo… La sequenza termina con Spirit che salva una donna da un’aggressione e poi ritorna alla sua missione nonostante un coltello infilzato sul fianco.
Miller ha sottolineato l’eleganza della violenza in questa scena (la rissa tra Spirit e gli aggressori viene mostrata solo attraverso le ombre) e il fatto che si sia deciso di partire mostrando l’eroe come una figura vittoriosa.

La seconda sequenza ha come protagonista la bella Eva Mendes, che interpreta il ruolo di Sand Saref, alla ricerca di un tesoro subacqueo mentre in superficie vediamo The Octopus spararle.
Le pallottole fendono l’acqua rendendo difficoltoso il recupero del tesoro per Saref e il suo collaboratore, al punto che alla fine la corda che lega le casse viene rotta e uno dei forzieri viene perso. Mentre The Octopus (che durante la scena non viene mai inquadrato in volto, ma solo le mani che tengono delle pistole) si tuffa in acqua per recuperarla, Eva si metta in salvo, augurando al suo assistente che abbiano preso la cassa giusta o lo ucciderà con le sue mani.
Miller ha spiegato come la scena, pur essendo interamente ambientata in fondo al mare, in realtà non sia stato affatto girata sott’acqua: l’interno ambiente è stato ricreato al computer. Parlando poi di The Octopus ha fatto notare come il personaggio nel fumetto non mostrasse mai il volto, ma ritiene che questo non possa funzionare in un film: c’era bisogno di una faccia che facesse paura, e non ce n’era una più spaventosa di quella di Samuel L. Jackson.
Il personaggio non indosserà maschera, ma avrà diversi tatuaggi a forma di lacrima sul volto.

La successiva scena mostra proprio The Octopus durante un incontro con Spirit. In un palude i due fanno a gara con chi colpisce l’altro con un’arma più grande: si parte con dei sassi, si continua con una spranga, e alla fine Octopus colpisce Spirit tra le gambe con un’enorme trave.
Miller si è intrattenuto allora a parlare della figura del criminale, scienziato pazzo che vuole vivere in eterno, maestro della genetica che crea dei cloni che lavorino per lui ma che sono tutti stupidi.
Questo introduce la scena seguente che vede lo scienziato lavorare su un clone venuto male (è un piccolo piede con una testa). Viene raggiunto dall’assistente Scarlett Johasson e da una serie di cloni al suo servizio che mostrano tutta la loro stupidità e inettitudine in un siparietto molto divertente.

Segue quella che lo stesso Miller definisce una scena molto importante e che lo porta a riepilogare le origini del personaggio. Spirit inizialmente era Danny Colt, poliziotto che stava per sposare la figlia del capo, quando cinque pallottole gli trapassano il petto. Viene seppellito ma poi, senza sapere come o perché, si risveglia. Ora è uno “spirito” ma ha dei ricordi che lo legano alla sua vita passata, come il ricordo della sua amica di infanzia Sand Saref, adesso divenuta una ladra.
Una scena mostra proprio l’incontra tra i due, mischiando la sensualità della figura di Eva Mendes, che appare in scena con solo un asciugamano (di cui si priva quando Spirit le intima di mettere le mani dietro la testa), a dei dialoghi brillanti ed intensi (“Sei una comune criminale” “Non c’è niente di comune in me” o “Se confessassi i miei peccati ad un prete gli brucerei l’orecchio”). La scena ha poi il suo apice nel momento in cui Spirit fa intuire a Sand la sua vera identità rammentandole i ricordi del passato. A quel punto la donna ha una reazione quasi isterica iniziando a colpirlo al petto, facendolo cadere dalla finestra.

A chiudere l’anteprima c’è stata una sequenza tutta azione in cui Spirit, a caccia di Octopus, si occupa dei suoi cloni. Anche questa scena ha monologo di sottofondo sulla città, nel quale Spirit spiega come sia la città la sua stessa arma, ed infatti per sconfiggere i cloni che pattugliano le strade utilizza tutto quello che gli capita a portata di mano: palle di neve, scale antincendio, tombini e fili dell’alta tensione. Alla fine sarà la bellezza di Scarlett Johasson a farlo cadere in trappola: come fa notare Miller, nemmeno Spirit riesce a resistere ad una bella donna..

Terminate le sequenze del film, Miller ha proseguito rispondendo alle domande dei presenti.
Ha spiegato che la scelta del bianco e nero nei suoi film è dovuta soprattutto al fatto che nei suoi disegni è abituato a lavorare con questi due “colori”. Mentre la scelta di evocare gli anni ’40 è conseguenza del fatto che Spirit è nato che in quegli anni, ma anche dell’amore di Miller per quel periodo .
Il regista ha definito il film un tributo a due cose che sia Eisner che Miller amano molto: New York e le donne.
Miller ha spiegato che la sua scelta di lavorare nel cinema viene soprattutto dal bisogno di avere controllo dei suoi prodotti, e la prova con "Sin City" gli ha mostrato che la tecnologia attuale gli permette quasi di “disegnare” i suoi film sul grande schermo.
A chi ha sottolineato un’estetica del film più vicina a Miller che a Eisner, l’autore ha risposto che era inevitabile perché è pur sempre un suo lavoro, ma l’ha diretto come se avesse avuto dietro di sé Eisner durante tutte le riprese: non c’è nessuno che lavori nel mondo del fumetto che non sia stato toccato da Eisner.
Miller infine non si è sbilanciato per quanto riguarda futuri progetti, perché ci posso sempre essere diversi imprevisti, quindi parla di qualcosa solo se è pronto. Ha tuttavia anticipato che stanno per mettersi a lavoro su "Sin City 2" ora che lo script è finito. Non prevede invece di far nulla di nuovo nel mondo del fumetto.
Infine ha sottolineato quale avventura sia stata lavorare con Samuel L Jackson, a cui ha dato per la prima volta l’occasione di essere un cattivo, ma che è stato molto difficile dirigere perché tendeva ad andare molto sopra le righe.
Detto questo Miller si è congedato dalla platea, dando appuntamento al 25 dicembre.

Noi non possiamo che sperare che l'opera completa mantenga la promessa fatta dall'anteprima, che ha brillato per i suoi dialoghi frizzanti e al tempo stesso profondi, per le ottime performance degli attori e per la straordinaria atmosfera creata dalla fotografia e dagli effetti speciali.



Gianluca Reina
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