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Metauro, l'epica secondo Petrucci

È già nelle librerie Metauro, ultimo volume interamente realizzato da Michele Petrucci dopo il successo de Il Vangelo del Coyote, disegnato a quattro mani con Giuseppe Camuncoli.

Edito da Tunue', è un viaggio nel passato mitologico e misterioso della città di Fano, nelle Marche, luogo rivisto dall'autore di Keires con l'occhio di chi lo conosce e lo ama.

Abbiamo raggiunto Petrucci, che ci racconta i retroscena dell'opera (sulla quale esiste anche un blog ufficiale) e ci mostra alcune tavole.

 

Per la raffigurazione dei luoghi, sia quelli "naturali" che quelli "artificiali" e urbani, hai svolto ricerche di tipo storico?

Certo. Ma la ricerca iconografica non ha dato grandi frutti, nel senso che è rimasto molto poco della cultura cartaginese (ricordo che Cartagine fu rasa al suolo alla fine della terza guerra punica). Mentre ovviamente di quella romana abbiamo diverso materiale. A partire dalle descrizioni degli eserciti da parte degli storici del tempo.
Mentre il fiume e la natura che lo circonda sono rimasti essenzialmente immutati nei secoli.

Dal punto di vista narrativo, come hai raccordato la vicenda di più di duemila anni fa rispetto all'oggi? Hai individuato una qualche continuità tra quegli eventi e la Fano di oggi?

Naturalmente è difficile paragonare Fano oggi al villaggio che esisteva 2200 anni fa al suo posto. Parliamo di epoche nelle quali la guerra faceva parte integrante della politica. Adesso, soprattutto in Europa, sono le politiche economiche a farla da padroni. Ma alla fin fine la sopraffazione economica era alla base di tutto anche nell'antichità. Alla fine della seconda guerra punica, vinta dai romani, Cartagine fu costretta a rinunciare al suo esercito e si concentrò sul commercio. Si narra che Catone mostrò al senato romano un cesto di fichi freschissimi provenienti da Cartagine per evidenziare la vicinanza della potenza nemica e quindi la sua pericolosità. La terza e definitiva guerra punica fu dettata probabilmente dal fastidio che la rinata potenza cartaginese dava al commercio romano.

Hai adottato differenze stilistiche tra le scene che si svolgono nel passato e quelle dell'oggi?

All'inizio avevo pensato di differenziarle lasciando i flashback in bianco e nero, ma le pagine erano troppe e l'effetto finale non mi convinceva. Ho preferito fare tutto con lo stesso stile e devo dire che questo mescolarsi tra presente e passato alla fine mi sembra far funzionare ancora meglio la storia.

Come è nata l'idea di questa storia? E perché proprio questa? In fondo la storia di Fano è ricca di altri importanti avvenimenti.

Due motivi in particolare. Il fascino della Storia in primis. I cartaginesi, assieme agli spagnoli e alle altre popolazioni nordiche che scesero per combattere, cambiarono totalmente questa valle e scrivere Metauro mi ha fatto capire meglio chi siamo. La nostra cultura locale è stata fortemente influenzata da quegli eventi.
Secondo, non da meno, il pensiero che la battaglia sia stato combattuta proprio sul luogo dove sono cresciuto e dove ero solito passare i miei pomeriggi d'estate quando ero bambino. Quest'idea per me è stata una grande suggestione che mi ha spinto a fare le prime ricerche.
Spero proprio che queste suggestioni trapelino dal libro e arrivino a chi lo leggerà.

Valerio Coppola e Marco Rizzo



Valerio Coppola
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