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Francesco Tedeschi

Francesco Tedeschi

Batman: Vita dopo la morte

Bruce Wayne è morto (non è vero, ormai si sa, ma durante lo svolgimento dei fatti narrati in Batman: Vita dopo la morte l’originario Crociato Incappucciato era ancora dato per deceduto). A raccogliere l’eredità del Cavaliere Oscuro si erge Dick Grayson, alias Nightwing: fin da subito, il training del nuovo Batman si rivela tutt’altro che semplice, e Batman: Vita dopo la morte ne è la prova.

Il volume racchiude due storie sceneggiate dal bravo Tony Daniel e uscite sulla serie regolare Batman. La prima, che dà il titolo al volume, vede Dick alle prese con un mistero oscuro e complesso, in cui paiono essere implicati alcuni dei più famosi (e infidi) nemici dell’Uomo Pipistrello. A tenere le fila di questo machiavellico complotto è nientemeno che Maschera Nera, un villain tutt’altro che mansueto. Aiutato da Fright, Dr. Death e Hugo Strange, Maschera Nera è diventato il cardine del nuovo ordine criminale di Gotham City, e grazie ai suoi soldati, le Facce False, ha imposto il suo dominio sulla città. Il nuovo Batman dovrà fare appello a tutte le sue doti di detective e a tutta la sua intelligenza per fermare l’enorme minaccia che incombe su tutti gli abitanti della metropoli e svelare l’identità che si cela dietro la ghignante maschera nera.
La seconda storia, più corta rispetto alla precedente, si avvale di uno spunto gradevolmente originale: un serial killer semina cadaveri per la città, e i suoi modus operandi scimmiottano quelli dei nemici storici del Crociato Incappucciato…

Batman: Vita dopo la morte è un volume incentrato sulla figura di Dick Grayson e sul suo grande conflitto interiore: diviso tra il suo forte senso di responsabilità e l’inevitabile confronto con un incommensurabile predecessore, Dick vive nella paura di non essere all’altezza del compito che il destino gli ha ironicamente imposto. E a ben poco servono gli incoraggiamenti di Alfred, Damian e Catwoman: la maschera di Batman è molto, troppo pesante. Il plot di "Vita dopo la morte" è ben congegnato, e si svolge seguendo i canoni archetipici delle storie che vedono come protagonista il Dinamico Duo: tinte fosche, atmosfere noir e componente investigativa preponderante rispetto a quella incentrata sull’azione. Numerose le strizzate d’occhio ai due storici graphic novel sceneggiati da Jeph Loeb e disegnati da Tim Sale, Il lungo Halloween e Vittoria oscura, mentre una grande vignetta contenuta nel volume cita apertamente Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.
I disegni, opera dello stesso Tony Daniel nella prima storia, sono evocativi ed estremamente espressivi: la ricchezza di dettagli fa della componente artistica di "Vita dopo la morte" un ottimo completamento d’opera. Di qualità inferiore, ma comunque notevoli, le tavole di Guillem March che illustrano "Indovina indovinello", la storia che chiude il volume.

Unica nota dolente, l’immotivata scelta di pubblicare queste due storie in un volume a sé stante, decontestualizzandole dalla serie regolare italiana: pare infatti essere consuetudine consolidata della Planeta estrarre dalla continuity di una testata cicli narrativi completi per proporli in volumi autoconclusivi come se fossero graphic novel, pregiudicando la visione d'insieme al lettore italiano.

Panini Noir: Un brivido gelido

Una strana donna si aggira per New York. Bella, sensuale… e fatale. Arlana non è ciò che sembra: è in grado di assumere la forma dei desideri di chi la guarda, e quando si concede a un uomo, il Casanova di turno fa una brutta, bruttissima fine. Uno strano personaggio, infatti, sbuca sul più bello armato di una lancia rituale e compie il sacrificio trafiggendo a morte il malcapitato. Gli omicidi, che si fanno via via più sadici ed efferati, hanno molti punti in comune con antichi rituali celtici, rituali che affondano le radici nella cultura druidica. Ovviamente la polizia locale brancola nel buio. Come se non bastasse, un agente proveniente da Boston sembra essere molto, troppo interessato alla vicenda… Qual è il suo legame con quel caso fuori dalla sua giurisdizione?

Giunta al suo quarto volume, la linea Panini Noir incorre nel suo primo insuccesso. Beninteso, il volume si avvale di diversi spunti interessanti e di alcune trovate molto riuscite, ma la sceneggiatura, opera dello scrittore Jason Starr, pur essendo tecnicamente curata e sviluppata con abilità, non riesce a suscitare nel lettore quel senso di inquietudine al quale era stato abituato dai precedenti volumi della collana. Un brivido gelido, infatti, non regge il confronto con gli altri tre graphic novel Panini Noir: la storia, a tratti forzata, risulta ridondante e il lettore giunge faticosamente a un finale telefonato senza essere riuscito a entrare nelle atmosfere che rappresentavano il presupposto iniziale.

Forse il motivo è da ricercarsi nel tema dell’intera vicenda: sviluppare un thriller basato su druidi e maledizioni celtiche nella New York dei nostri giorni è un’impresa ardua. Lo spunto, di per sé originale, ha poco a che vedere con le ambientazioni metropolitane proprie della narrativa noir: il risultato è un ibrido ingenuo tra pulp e horror in cui gli ingredienti non si sono amalgamati. La componente sovrannaturale, inoltre, è decisamente troppo marcata: il noir è un genere in cui ciò che è fantastico può sì essere intravisto di sfuggita tra le ombre come una sfumatura, ma in ogni caso non può e non deve rappresentare la macrostruttura, né tantomeno l’anima, della trama.

I disegni, affidati a Mick Bertilorenzi, sono invece ottimi: il tratto pulito, lo stile molto spesso basato sul chiaroscuro e una grande quantità di dettagli fanno della componente artistica di Un brivido gelido un’ottima esperienza visiva.

Celluloid

Una donna torna a casa. L’appartamento è vuoto. La donna telefona al marito, in ufficio. L’uomo è infastidito, risponde alla moglie che farà tardi. Sola, la donna abbandona questo mondo per entrare in un universo onirico e fantastico, in cui la celluloide del titolo costituisce la pellicola cinematografica che si intreccia con la realtà, generando una dimensione permeata da sogni, incubi, visioni spettrali ed erotismo. L’universo orgiastico attraverso cui la protagonista di Celluloid passa da un sogno sessuale all’altro scandisce un viaggio all’insegna della rottura degli schemi e dell’esaltazione della femminilità più maliziosa e sfrenata.

Dave McKean, uno dei più grandi artisti contemporanei nel mondo fumettistico (e non solo), noto tra le altre cose per il memorabile contributo dato al capolavoro di Neil Gaiman The Sandman e per l’incredibile componente artistica di Batman: Arkham Asylum, propone un graphic novel che rappresenta la summa delle atmosfere ritratte nelle sue opere precedenti: Celluloid si svolge in una realtà eterea e a tratti impalpabile, a volte oscura e inquietante, altre onirica e surrealistica. McKean vanta una produzione che abbraccia tutte le arti legate all’ambito visivo: dalla pittura al disegno, dall’elaborazione grafica al collage, spesso mischiando stili e materiali differenti per la realizzazione di un’unica opera. Celluloid, proposto da BD in un’edizione elegante e di alta qualità, racchiude molte delle sue tecniche: le tavole disegnate, il cui tratto si ispira a diversi grandi artisti come il pittore e incisore austriaco Egon Schiele e il metafisico Giorgio de Chirico, si alternano con fotomontaggi evocativi e onirici, caratterizzati dagli incredibili giochi di luce e ombra tanto cari all’autore.

Man mano che ci si avvicina alla conclusione del volume, le pagine illustrate lasciano sempre più spazio a quelle dedicate a fotomontaggi ed elaborazioni grafiche, che a loro volta evolvono in fotografie definite e meno oniriche, come se dal sogno si passasse allo stato di veglia e a una nuova realtà dai contorni ben delineati. Onnipresente la pellicola cinematografica con tanto di bruciature di sigaretta, vera protagonista della storia e filo conduttore dell’ultima fatica di Dave Mckean.

Se la distinzione tra erotismo e pornografia consiste nella presenza o meno di immagini dettagliate ritraenti atti sessuali senza veli, Celluloid è decisamente pornografico. Cionondimeno, questo graphic novel riesce a rendere artistico un genere che trascende di gran lunga quei limiti sottili tracciati da autori come Milo Manara e Guido Crepax, limiti che spesso definiscono il confine tra ciò che può essere arte e ciò che decisamente non può, in quanto troppo esplicito. In Celluloid la pornografia è preponderante, dettagliata, ma mai gratuita o fine a se stessa.

Pontiac: Storia di una rivolta

La giovane casa editrice Vincent Books esordisce con un progetto ambizioso e insolito: l’edizione cartacea di Pontiac: Storia di una rivolta. Chi era Pontiac? Fu un grande capo guerriero o solo un personaggio secondario nel capitolo storico noto come Rivoluzione Americana? Ancora oggi gli studiosi non sono certi circa il ruolo che questo enigmatico personaggio rivestì nella storia. Nato da una costola del fortunatissimo romanzo "Manituana" (Einaudi, 2007), Pontiac: Storia di una rivolta è un racconto scritto da Wu Ming 2, coautore assieme agli altri componenti del collettivo Wu Ming di "Manituana", e illustrato dal duo Giuseppe Camuncoli - Stefano Landini.

Pur prendendo spunto dall’opera letteraria del collettivo al completo, Pontiac: Storia di una rivolta è del tutto indipendente dal romanzo e può essere letto autonomamente: Wu Ming 2, esperto nel riportare alla luce personaggi che, persi nelle pieghe della storia, sono stati dimenticati dai più, racconta la vita e le azioni di un condottiero il cui nome è portato ancora oggi da una grande automobile americana. Il volume, disponibile fino ad ora solo come e-book, approfondisce l’enigmatico personaggio contestualizzandolo sia nella storia che nel folklore del suo popolo.
Il libro si apre con l’evocativa leggenda di Nanabush, guida che gli dèi mandarono agli uomini, e della creazione del nuovo mondo; prosegue poi narrando la condizione dei nativi americani trovatisi in mezzo al fuoco incrociato degli inglesi e dei francesi. Ed è proprio in questo tumultuoso contesto che Pontiac fa la sua comparsa.

Wu Ming 2 racconta una storia vera attraverso un intreccio che si dipana coinvolgendo il lettore come un’opera di narrativa, senza però abbandonare la veridicità storica intrinseca ai fatti narrati. Lo stile, fluido e immediato, fa scivolare il lettore in un viaggio alla scoperta di un periodo complesso: quello in cui molti uomini dovevano ancora decidere se essere francesi o inglesi.
La componente artistica, opera di Giuseppe Camuncoli e Stefano Landini, è costituita da dodici tavole, una per ogni capitolo del racconto, e si sposa alla perfezione con il testo: gli scenari ritratti dalle splendide illustrazioni aumentano il coinvolgimento del lettore riprendendo l’essenzialità e le atmosfere della prosa.
Il CD in allegato al volume contiene il reading completo del testo eseguito dallo stesso Wu Ming 2, accompagnato da una colonna sonora composta ad hoc ed eseguita da un gruppo di musicisti professionisti: l’opera diviene così un’esperienza visiva, letteraria e musicale al tempo stesso.

Pontiac: Storia di una rivolta ha avuto un lungo periodo d’incubazione e ha indossato molte vesti differenti: e-book, opera teatrale, e infine racconto illustrato. Gli extra contenuti nel supporto multimediale, chiamati “Officina”, documentano passo passo la genesi del volume: tra questi, lo scambio di e-mail tra gli autori avvenuto durante lo sviluppo del progetto.
Pontiac: Storia di una rivolta è un racconto avvincente e magistralmente illustrato, proposto da Vincent Books in un'edizione ricca e curatissima.

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