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Gennaro Costanzo

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Amazon firma un contratto di esclusiva con Robert Kirkman

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Giornate frenetiche per le piattaforme di streaming. Se Netflix compra il Millarworld con tutte le opere di Mark Millar e la Disney si mette in proprio, tocca adesso ad Amazon rispondere.

La nota azienda di e-commerce ha annunciato oggi di aver chiuso un accordo con lo sceneggiatore Robert Kirkman (The Walking Dead, Invincible, Outcast) e con la Skybound Entertainment di Kirkman, co-fondata da David Alpert. Kirkman e Skybound svilupperanno progetti in esclusiva per Prime Video con l'autore che esce, dunque, dal contratto con AMC, la rete che trasmette The Walking Dead e Fear the Walking Dead

Questa collaborazione è alla base della nuova volontà di espansione di Amazon Studios in show di fantascienza, fantasy e horror. I co-presidenti di Skybound Entertainment, Bryan e Sean Furst, sovrintenderanno ai progetti Amazon in collaborazione con Kirkman e Alpert.

Orfani: Sam si prenderà una pausa dopo il numero 6

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La sesta stagione e conclusiva stagione di Orfani, intitolata Sam, si prenderà una pausa di tre mesi dopo l'uscita del numero 6. A parlarne è Roberto Rechioni, ideatore della serie insieme a Emiliano Mammucari, che dichiara che questa pausa da "midseason", che potrebbe essere ripresa da altre serie Bonelli in futuro, è una decisione presa in corsa per i ridotti tempi di produzione.

"Non riuscivamo più a stare dietro ai tempi si produzione visto che Orfani doveva essere, inizialmente, una serie di due stagione ed è diventata di quattro più due brevi. Ci siamo detti "facciamo come fanno le serie televisive e prendiamoci una pausa di mezza stagione". Oltretutto era una cosa che volevamo sperimentare anche in funzione di progetti futuri, per accorciare i tempi di produzione e mandare più rapidamente una serie in edicola, e questa ci è sembrata l'occasione adatta per provare minimizzando i rischi, visto che, come programmato da anni, la sesta è l'ultima stagione e possiamo rischiare cose diverse."

Di seguito, il post completo di Recchioni:

La recensione di Monolith, il primo film Bonelli

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Monolith catalizza l’interesse attorno a sé per essere il primo film (co)prodotto da Sergio Bonelli Editore (con Sky Cinema e Lock & Valentine) e che, dunque, dà il via a una nuova fase di questa storica realtà italiana. Cosa ci riserverà il futuro, considerando anche il rientro a casa dei diritti di personaggi quali Dylan Dog e Nathan Never è da vedere, al momento possiamo concentrarci su questa pellicola, di cui esiste anche una versione a fumetti di cui vi abbiamo parlato qui (e che si differenzia nello svolgimento da quella cinematografica).

Il soggetto, scritto da Roberto Recchioni, è tanto semplice da poter essere riassunto in una manciata di parole e ha come suo fulcro il rapporto uomo-tecnologia declinato alla sicurezza: ovvero, un’auto progettata per proteggere chi è al suo interno al tal punto da diventare una pericolosa trappola. Un soggetto che sarebbe stato oro colato per un episodio di Black Mirror, la nota serie Netflix.

Sandra, ex pop star, ha dovuto accantonare la sua carriera e la sua giovinezza troppo in fretta, intrappolata in una vita che sembra non soddisfarla, un figlio da accudire e un matrimonio destinato al fallimento. È proprio per un sospetto tradimento che la protagonista si dirige a Los Angeles con il suo bambino nella Monolith, auto futuristica ultra-sicura e completamente computerizzata che si avvale di un’interfaccia di nome Lilith. Imboccata una strada nel mezzo del deserto, Sandra si troverà fuori dalla sua inaccessibile auto dopo aver investito un cervo. In mezzo al nulla, con il figlio intrappolato all’interno, fra l’oscurità della notte e le temperature desertiche del giorno, la ragazza vivrà un incubo per cercare di salvare la vita del proprio bambino.

Il regista Ivan Silvestrini e il team di autori, fra cui Mauro Uzzeo al lavoro anche sul fumetto, spogliano la storia di ogni elemento accessorio per arrivare subito al dunque e concentrarsi sulla protagonista, Sandra, una donna tratteggiata in maniera molto umana. Sono le sue scelte, spesso dettate dalla frustrazione, a portarla in questa situazione: non è una madre e una donna perfetta, e le sue debolezze vengono ben sottolineate. La sua è una lotta, dunque, non solo contro il tempo e le avversità del deserto, ma anche per rimediare ai propri errori e riappropriarsi della propria vita. Per farlo, dovrà contare unicamente sulle proprie forze,  non ci sarà nessun deus ex-machina esterno pronto a risolvere una situazione che diventerà sempre più drammatica col passare dei minuti.

Una madre che lotta per salvare suo figlio e una donna che lotta per dominare una tecnologica che le si è rivolta contro. Da questo punto di vista, Monolith rappresenta l’antagonista del film, un’auto tanto futuristica e asettica nell’aspetto da sembrare irreale e fuori luogo, un corpo estraneo, forse a monito di quello che la tecnologica può diventare.

La trasposizione cinematografica riesce a sostenere meglio l’esile trama del soggetto rispetto a quanto possa fare il fumetto, e il film mantiene un ottimo ritmo per tutta la sua durata, saggiamente non eccessiva. La sceneggiatura è solida e il regista riesce bene a cogliere gli elementi portanti del soggetto e a conferirgli credibilità. Il fulcro di tutto è rappresentato dal personaggio di Sandra, interpretata da Katrina Bowden, la cui convincente interpretazione riesce a reggere tutto l’impianto del film, considerando che la vediamo praticamente sempre sullo schermo dall’inizio alla fine e, per la maggior parte del tempo, completamente sola.

La tensione che Monolith emana è palpabile e il film assolutamente gradevole. Tutto sembra funzionare bene, tuttavia la pellicola scorre senza incidere più di tanto e alla fine della visione non rimane molto allo spettatore. Manca qualche elemento, una qualche intuizione, che possa farle fare il salto di qualità.

Il film sarà nella sale dal 12 agosto.

Bruno Bozzetto al lavoro su un nuovo fumetto di Supervip e Minivip

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Bruno Bozzetto ha annunciata su Facebook di essere a lavoro su un nuovo graphic novel.
Nato inizialmente come film d'animazione, il progetto diventerà un fumetto per le matite di Gregory Panaccione. Il volume, di circa 200 pagine, vede il ritono di Supervip e Minivip e sarà prodotto e distribuito dal Group Delcourt di Parigi, nella collezione Metamorphose, ma dovrebbe uscire successivamente anche in Italia.

Di seguito il post dell'autore pubblicato su Facebook.

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