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Jim Lee è il nuovo presidente della DC Comics

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Come riporta THR, Jim Lee, è diventato presidente della DC Comics. Questa carica va aggiungersi a quelle di publisher e di direttore creativo che ricopriva da anni. A darne l'annuncio è stata Pam Lifford, dirigente della Warner Bros. Discovery.

Lee continuerà nel suo ruolo principale di editor alla DC, dove guida i team creativi. Continuerà inoltre a guidare gli sforzi creativi per integrare il portfolio editoriale di personaggi e storie DC su tutti i media, supportando i marchi e gli studi di WBD.
Lee, uno dei nomi più noti del mondo dei comics, è stata una presenza rassicurante alla DC poiché la compagnia ha navigato in acque aziendali agitate negli ultimi anni.

Lee, esploso nei primi anni '90 grazie alle storie storie per i mutanti di casa Marvel, fondò la Image Comics insieme ad altri suoi colleghi per poi tornare a lavorare per una major, ovvero la DC, che acquisti la sua etichetta Wildstorm. Suo è il record per l'albo a fumetti più venduto di sempre, ovvero X-Men #1 del 1991 (scritto da Chris Claremont e disegnato da Scott Williams), con oltre 8 milioni di copie in tutto il mondo.

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Sea Dogs - Terrore in alto mare, recensione: Joe Hill, licantropi e orrore per l'indipendenza degli Stati Uniti

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Fra le proposte della Hill House Comics, Sea Dogs si candida ad essere sicuramente fra quelle più singolari. Come noto, Joe Hill - figlio del celebre Stephen King, autore di romanzi e sceneggiatore di acclamate serie come Locke & Key - ha lanciato per la DC Comics/Black Label una propria linea di fumetti, molti dei quali scritti da lui stesso, di cui vi abbiamo parlato in passato qui su Comicus. Chiaro che l'horror sia il principale comune denominatore delle varie proposte, ma sempre applicato con declinazioni differenti. Quello che rende particolare Sea Dogs non è solo la sua ambientazione ma soprattutto la modalità di pubblicazione che, all’apparenza potrebbe farlo apparire quasi come un gioco letterario, un divertissement, ma ci troviamo davanti a tutt'altro. Il fumetto, infatti, è stato serializzato in appendice agli albi della Hill House Comics al ritmo di due tavole (a volte poco più) a episodio. Quest'aspetto conferisce alla storia un ritmo incalzante dal retrogusto retro' che ricorda le avventure delle tavole domenicali pubblicate sui quotidiani tuttavia, a parte questo, la narrazione resta assolutamente contemporanea.

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Le vicende narrate in Sea Dogs si ispirano a fatti storici reali, oltre che poco esplorati (se non negli episodi più salienti), ma soprattutto ben documentati in quanto lo stesso Hill si è fatto una cultura a riguardo, ricercando informazioni e consultandosi con uno storico, e lo stesso volume presenta in appendice un gradito approfondimento sulle vicende affrontate nel racconto.
Siamo nel 1780, nel pieno della Guerra d'Indipendenza Americana, la rivoluzione avvenuta fra il 1776 e il 1783 che vide le tredici colonie britanniche nordamericane contrapposte alla madrepatria - il Regno di Gran Bretagna - terminata con l'indipendenza degli Stati Uniti d'America. La potenza marittima inglese era di gran lunga superiore a quella messa in campo dalla Marina coloniale e l'esito, nonostante il sostegno dell'alleata Francia, non era certo a favore degli indipendentisti. Così, il capo del servizio di spionaggio americano Benjamin Tallmadge, con l'identità di Mr. Bolton, fa arruolare a bordo della HMS Havoc, il più temibile fra i vascelli inglesi coi suoi 74 cannoni, tre lupi mannari, in modo che la tragica sorte che capiterà alla nave, al suo capitano Merlin Wolstencroft e ai suoi uomini, possa incutere terrore in ogni uomo della marina inglese.

Hill mescola, così, abilmente realtà e fiction, storia e horror, mettendo in scena un ricco cast di personaggi ben caratterizzati, celando l'identità di questi temibili mastini di guerra che attaccano di notte l'equipaggio della Havoc, dosando per bene i vari colpi di scena di una trama che va in continuo crescendo. Un mix di elementi, dunque, ben miscelati che rendono appassionante e divertente questa lettura.

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Se del gusto rétro della sceneggiatura, sebbene declinato in chiave moderna, vi abbiamo già parlato, un discorso simile è applicabile anche all'arte di Dan McDaid. Il suo stile è perfetto per il racconto ideato da Hill, in quanto sospeso fra passato e presente, fra classicismo dei grandi maestri del fumetto e sensibilità moderna. Il fumettista scozzese sforna tavole di gran dinamismo capace di inscenare con naturalezza sia le fasi in cui a emergere è l'umanità dei personaggi, sia quelle in cui prende piede il lato oscuro della violenza orrorifica messa in atto dai licantropi. Un’inchiostrazione dinamica e sporca dona carattere al suo segno che, in alternativa, potrebbe risultare troppo classicheggiante.
Per la riuscita delle tavole, va sottolineato il fondamentale apporto ai colori ad opera di John Kalisz delicato e incisivo al tempo stesso, mai fuori registro, capace di esaltare il lavoro di McDaid e le sue tavole con apprezzabili e riuscitissimi passaggi dalle tonalità fredde delle notti marine a quelle calde quando il fuoco e l'orrore entrano in scena.

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Un'opera, Sea Dogs, che potrebbe sfuggire nel mare di proposte Panini Comics e apparire minore nonostante il risonante nome di Joe Hill in copertina, ma che risulta non solo un altro centro per l'autore, ma anche un fumetto estremante interessante dove ogni singolo aspetto funziona a dovere.

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Mark Waid su Superman: The Last Days of Lex Luthor e World's Finest: Teen Titans

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Dopo Shazam! e Batman/Superman: World's Finest la DC ha appena annunciato due nuove opere scritte da Mark Waid.

La prima è una miniserie di tre numeri per l’etichetta DC Black Label (il marchio editoriale di casa DC che ospita storie per lettori maturi fuori continuity) intitolata Superman: The Last Days of Lex Luthor disegnata da Bryan Hitch. Qui vedremo l’Azzurrone attraversare lo spazio e il tempo per trovare una cura per la sua più grande nemesi nonostante l’ostile atteggiamento dei molti cittadini di Metropolis – e del mondo intero – che preferirebbero lasciarlo morire tra atroci sofferenze.
A CBR, Waid ha dichiarato "Come vedremo nella storia, c'è una ragione particolare per cui Superman è disposto a fare tanto per salvare Lex, al di là del suo voto di preservare tutte le vite. Ciò che rende questa storia Black Label è lo sguardo più profondo del solito sulle questioni filosofiche in gioco riguardo al punto di vista di Superman sulla razza umana."

Superman The Last Days of Lex Luthor

La seconda serie espande l’universo World's Finest con la serie World's Finest: Teen Titans, disegnata dall’italiana Emanuela Lupacchino (già vista all’opera su Wonder Woman, Supergirl, X-Factor).
World's Finest: Teen Titans riporta i lettori agli albori per presentare storie in chiave moderne di avventure classiche della squadra di supereroi adolescenti.
Sempre a CBR, l'autore dichiara: "La richiesta è arrivato dopo l’apparizione dei Teen in Batman/Superman: World's Finest. Tutti in redazione DC amano i membri del team - forse io in primis - e queste versioni dei personaggi. C'è così tanto terreno da esplorare: Quali sono le basi del rapporto Dick/Donna? Cosa rende Speedy così presuntuoso? Come si sente Kid Flash a essere il "fratello minore" della squadra? Aqualad e Wonder Girl hanno abbastanza cose in comune da poter essere una coppia?

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World's Finest: Teen Titans #1 uscirà l'11 luglio, mentre Superman: The Last Days of Lex Luthor #1 sarà pubblicato il 25 luglio.

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Batman: Detective Comics 1 - Il Quartiere, recensione: i vicini di casa del Cavaliere Oscuro

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Il biennio 2020/21 è stato foriero di grandi cambiamenti per Batman e le collane a lui dedicate. Già nel 2019 Tom King, con la conclusione del suo lungo ciclo sul personaggio, aveva dato un significativo scossone allo status quo del personaggio. Durante la saga City of Bane, infatti, avevamo assistito all’assassinio del fidato maggiordomo Alfred Pennyworth da parte dell’implacabile villain. Ma il successore di King su Batman, James Tynion IV, avrebbe osato ancora di più. Nella saga Joker War del 2020 il Principe Pagliaccio del Crimine decide di chiudere i conti con Batman. I duelli infiniti contro il suo eterno rivale non lo divertono più e, dimostrando di conoscere da sempre l’identità segreta del Cavaliere Oscuro, Joker sferra un attacco decisivo tanto contro Batman quanto contro Bruce Wayne, riuscendo a sottrargli una consistente parte del suo ingente patrimonio.

Dovendo rinunciare anche a Villa Wayne e alla Bat-Caverna, il finale della saga ha quindi fornito a Batman e a Bruce Wayne un nuovo starting point. Una situazione narrativa fresca, anche se non del tutto inedita, di cui hanno beneficiato i team creativi che nel 2021, nell’ambito dell’iniziativa Infinite Frontier, hanno preso le redini di Batman e Detective Comics. Se la prima ha visto ancora all’opera James Tynion IV, coadiuvato ai disegni dalla giovane stella Jorge Jimenez, Detective Comics è passata nelle mani di un nuovo team creativo formato da Mariko Tamaki (testi) e Dan Mora (disegni). La Tamaki ha un interessante background di autrice indie, con al suo attivo opere intimiste moto acclamate dalla critica come E la chiamano estate, arrivata anche da noi qualche anno fa grazie a Bao Publishing. Mora, invece, è semplicemente la rising star del momento, la giovane stella del tavolo da disegno su cui la DC sta puntando maggiormente e questo volume rappresenta il suo primo incarico di prestigio per l’editore.

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La saga di debutto del nuovo team di autori si chiama Il Quartiere e il titolo non è messo lì a caso, ma suggerisce già il nuovo setting in cui si troverà ad operare il Cavaliere Oscuro. Anche il clima a Gotham è diverso dal solito ed è diventato ostile nei confronti dei suoi vigilanti mascherati: gli eventi di City of Bane e di Joker War hanno messo a ferro e fuoco la città e hanno esasperato i cittadini. Il clima avverso nei confronti di Batman e dei suoi alleati è stato funzionale all’ascesa a sindaco di David Nakano, un ex agente di polizia il cui compagno di pattuglia è stato ucciso a margine di uno scontro tra il Crociato Incappucciato e la sua nemesi. Il nuovo sindaco non fa quasi distinzione tra eroi e criminali, ritenuti due facce della stessa medaglia, e la sua politica è quella di osteggiare l’attività delle “maschere”. Batman si trova improvvisamente a dover fare a meno di due tradizionali assi nella manica a sua disposizione: la collaborazione con le forze dell’ordine, che a seguito del nuovo corso politico in città non può proseguire come prima, e la smisurata ricchezza di Bruce Wayne che, come dicevamo sopra, ha subito un pesante ridimensionamento e non può più finanziare in modo illimitato le attività del suo alter-ego. Ma intendiamoci, anche se il suo patrimonio ha subito un duro colpo, Bruce Wayne non è di certo diventato povero. È ancora in grado, infatti di potersi permettere un appartamento a Fort Graye, un quartiere residenziale di Gotham dove vive l’alta borghesia un po’ snob della città.

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Le pagine che la Tamaki dedica all’inserimento di Bruce in un nuovo e inedito contesto sociale sono senza dubbio le più interessanti del volume. In 84 anni di avventure a fumetti avevamo visto il Cavaliere Oscuro alle prese con qualsivoglia minaccia, ma mai una così apparentemente ordinaria e subdola: il vicinato. L’élite di Gotham, ricchi e rampanti imprenditori di start-up le cui vite non sono mai state toccate dalle difficoltà che vivono i cittadini dei bassifondi di Gotham. Si tratta di un setting del tutto originale, una novità assoluta nella storia di Batman, che tocca anche la geografia urbana delle sue avventure. La Gotham “dark déco” della tradizione lascia il passo ad un quartiere moderno ed elegante, ben visualizzato dalle linee dettagliate di Dan Mora. Bruce non avrà molto tempo per adattarsi alla nuova situazione, perché l’omicidio di una sua vicina costringerà Batman a entrare in azione. Teniamo presente che il nome della collana è pur sempre Detective Comics, e quindi ci ritroviamo ben presto proiettati in una storia in cui l'eroe potrà mettere a frutto le sue ben note qualità di investigatore, supportato dal ritorno di una classica eroina “urban” della DC, Huntress. In un crescendo di tensione e di ulteriori omicidi, il Cavaliere Oscuro farà la conoscenza di un nuovo e minaccioso villain che porterà la vicenda verso atmosfere horror che non sono, queste no, una novità assoluta per le collane di Batman. Seppur avvincente, lo sviluppo della vicenda mette del tutto da parte l’interessante premessa iniziale de "Il Quartiere", che dà il titolo al volume, ed è un vero peccato.

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Valore aggiunto del volume è il comparto grafico assolutamente esplosivo firmato da Dan Mora e Viktor Bogdanovic. Mora, come dicevamo in apertura, è l’artista del momento, capace di fornire una sintesi moderna tra la muscolarità classica del fumetto americano, di cui Jim Lee è il punto di riferimento massimo, e l’energia e la vivacità dei manga. L’artista costaricano ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo punto di riferimento grafico per il settore, grazie alle sue tavole dinamiche e deflagranti di azione che, però, non rinunciano mai alla cura di sfondi e dettagli. Si vedano, a tal proposito, le pagine in cui Mora visualizza con dovizia di particolari il quartiere che dà il titolo al volume. Bogdanovic, invece, è un disegnatore meno raffinato di Mora, che si rifà chiaramente allo stile di Greg Capullo ma senza mutuarne lo stesso livello di precisione nei dettagli. L’artista svizzero riempe le sue tavole di corpi dotati di una muscolarità steroidata, esagerata, che che ci riporta quasi ai tempi dello stile Image dei primi anni. Una scelta stilistica che ben si sposa con la svolta action/orrorifica della trama e che può anche compiacere il lettore, ma che perde nettamente il confronto con il tratto moderno ed elegante di Mora.

Batman: Detective Comics – Il Quartiere, presentato da Panini Comics in un solido cartonato soft-touch, è uno dei capitoli più interessanti della produzione seriale recente dedicata al Cavaliere Oscuro, e nonostante perda presto lo spunto originale che ne aveva caratterizzato la partenza, merita sicuramente la lettura.

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