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Raffaele Caporaso

Raffaele Caporaso

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Un lavoro vero

Un lavoro vero, opera prima di Alberto Madrigal come autore completo, è una delle sorprese più piacevoli di questo 2013: un libro a fumetti che parla, con linguaggio essenziale, diretto e ricco di humor, del disagio delle nuove generazioni a riconoscersi in una società sempre più priva di umanità, dell’ansia di chi fatica a trovare il proprio posto nel mondo, del senso di solitudine che si avverte nell’incapacità di riconoscersi nella massa.

Protagonista di una storia dal forte sapore autobiografico è Javi, giovane artista spagnolo che sogna di realizzare il suo sogno (quello di disegnare) cercando di trasformarlo in un lavoro vero, uno di quelli in cui si viene pagati, insomma. Per inseguire il suo sogno, Javi si trasferisce a Berlino, benché non conosca la lingua tedesca: inizia così il suo percorso alla ricerca di un’identità come uomo prima e come artista poi. A Berlino Javi abiterà con Fabio, scrittore italiano, e Peter, un tedesco dal carattere difficile.

La storia copre un arco temporale abbastanza esteso e ci permette di assistere agli eventi più salienti della vita di Javi e degli altri protagonisti del racconto, fra sogni infranti, nuovi amori e forti amicizie.
Alla fine, o meglio all’inizio (dato che la storia si apre con l’episodio finale e ripercorre tutti i precedenti in flashback), Javi riuscirà a trovare la sua identità artistica e la sua strada, anche grazie ai consigli ricevuti dall’amica Sandrine, conosciuta per caso in una patisserie a Parigi.

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Protagonista del racconto è anche Berlino, vera e propria metropoli europea, nella quale è facile sentirsi accolti e riuscire a trovare il proprio posto nel mondo, grazie, da un lato, a una politica di contenimento del costo della vita che facilita i giovani e, dall’altro, a un meltin’ pot razziale che arricchisce l’ambiente della città di moltissime correnti culturali (e quindi artistiche) diversissime fra loro: proprio a Berlino Javi riuscirà a trovare l’ispirazione, ciò che per lungo tempo aveva perduto, ciò che i tempi frenetici e le pressioni della società moderna avevano seppellito dentro di lui.

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Alberto Madrigal si dimostra un abilissimo storyteller, riuscendo a esprimere tutto se stesso con una prosa equilibrata e dialoghi asciutti e precisi: nel libro non vi è mai una parola fuori posto e anche i silenzi rivestono un ruolo fondamentale, caratteristica che conferisce al racconto un aspetto delicato e intimista. Allo stesso tempo l’autore confeziona un’opera dotata di piacevole leggerezza: Un lavoro vero si legge tutto d’un fiato, poiché la narrazione scorre fluida, arricchita da molti episodi dal tono umoristico che strappano più di un sorriso. Un tema come quello del lavoro che non c’è in un periodo di crisi mondiale è un argomento abbastanza rischioso, poichè è facilissimo sfociare nella più banale retorica: Madrigal si guarda bene da questo pericolo e riesce a trovare le giuste misure per raccontare con sincero realismo il suo punto di vista. La sua non è un’opera di denuncia sociale, ma una confessione, quasi sussurrata, su un periodo critico della sua vita, che accomuna molti giovani del XXI secolo. Al giorno d'oggi è infatti sempre più difficile trovare la propria identità in una società che tende a privarcene, rendendo arduo il realizzare se stessi, trovando un lavoro in linea con le nostre attitudini. L’autore riesce, in sostanza, a rendere semplice il raccontare un argomento spinoso e complesso, senza la pretesa di essere detentore di qualche verità assoluta.

Da un punto di vista grafico, il disegno di Alberto Madrigal è caratterizzato da una linea essenziale e pulita, il suo è uno stile originale ed europeo, che ricorda vagamente quello di Cyril Pedrosa. L’artista non cerca di essere realista nelle sue rappresentazioni grafiche dei personaggi, ma prova, piuttosto, a creare degli avatar, in termini fumettistici, di se stesso e di persone realmente esistenti: i protagonisti di Un lavoro vero sono delle maschere fortemente espressive, dall’aspetto vagamente cartoonesco, molto belle a vedersi e alle quali il lettore si affeziona immediatamente.

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Madrigal si dimostra anche un maestro nel rappresentare gli scenari urbani: gli ambienti presenti nel racconto, sia interni che esterni, sembrano quasi esseri dotati di vita propria e diventano, ovviamente, parte integrante del racconto. Lo stile dell’artista è davvero originale e innovativo, oltre che molto maturo.

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Un lavoro vero è però un’opera notevole, raccontata da un giovane e bravissimo artista che parla, soprattutto, a quelli della sua generazione. Il suo è un messaggio positivo di speranza, un garbato invito a perseguire con determinazione le proprie passioni, anche quando tutto e tutti sembrano giocare contro. Questo è un racconto dotato di grande umanità, che accoglie il lettore arrivando al suo cuore in maniera delicata: la storia fa sorridere, sospirare, commuovere e, soprattutto, ci fa sentire un po’ meno soli nel mondo.

Gipi e Ortolani su Dylan Dog?

  • Pubblicato in News

Gipi a lavoro su Dylan Dog? È questa l’indiscrezione che circola in rete da qualche giorno. Tutto nasce dalle dichiarazioni di Franco Busatta, coordinatore editoriale della testata, nel corso della prima giornata de “Le strade del paesaggio” (8 novembre-1 dicembre), festival del fumetto di Cosenza: Busatta ha confessato infatti che c’è il desiderio (e magari la possibilità) di vedere, un giorno, il talentuoso fumettista italiano a lavoro su una storia con protagonista l’indagatore dell’incubo della Sergio Bonelli Editore, storia che sarebbe pubblicata in un Color Fest o in un albo speciale.

Anche Leo Ortolani ha scritto sul suo blog del personaggio creato da Tiziano Sclavi e della sua esperienza con questo: era il 1994 quando tre suoi soggetti con protagonista Dylan Dog furono (garbatamente) scartati da Mauro Marcheselli, cosa che, paradossalmente, convinse Ortolani a lavorare su qualcosa di sua creazione, così nacque l'autoproduzione di Rat-Man. Uno di questi soggetti aveva il titolo di “Inferno Verde”, la cui copertina vi mostriamo qui sotto. L’autore non esclude però che “un giorno, magari” la sua strada e quella di Dylan potrebbero incrociarsi nuovamente, stavolta magari con il lieto fine.

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Doctor Who: è online The Night of the Doctor

  • Pubblicato in Screen

Diffuso in rete da BBC il mini episodio intitolato “The Night of the Doctor”, che funge da antipasto a ciò che i fan di Doctor Who potranno gustarsi domenica 23 novembre, quando andrà in onda “The Day of the Doctor”, episodio speciale che celebrerà l’anniversario dei 50 anni di vita del personaggio, nel quale appariranno Matt Smith, David Tennant e John Hurt.

Trovate l'episodio qui di seguito.

Nuovo rilancio per Fantastic Four

  • Pubblicato in News

FANFOUR2014001Dopo quello nel novembre del 2012, è alle porte un nuovo rilancio per la testata Fantastic Four. Il ciclo di Matt Fraction e Mark Bagley, che aveva portato il quartetto nell’era Marvel Now!, si conclude infatti a gennaio 2014. Il prossimo anno si riparte dunque con un nuovo numero 1, firmato da James Robinson (testi) e Leonard Kirk (matite), in uscita a febbraio.

Robinson ha rilasciato delle dichiarazioni a riguardo a USA Today:
“Quello che spero di fare è riallacciarmi al loro passato senza rendere il tutto troppo referenziale e [raccontare] di come il passato può avere effetti sul futuro. Non reinventerò questo fumetto, ma aggiungerò un qualcosa che forse non si vede da un po’. Assisteremo alla frammentazione della famiglia a causa di forze malvagie esterne che lentamente la eroderanno. La storia che racconterò è sostanzialmente la caduta e l’ascesa dei Fantastici Quattro, specialmente di Johnny Storm”.

La nuova serie avrà per protagonisti anche Franklin e Valerie Richards, figli di Reed e Susan, e molti allievi della Future Foundation, creata da Jonathan Hickman qualche tempo fa. Fra i villain non mancheranno il Dottor Destino e i Terribili Quattro.

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