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K-11. Volume primo, recensione: il "supersoldato" russo di Casali e Gianfelice

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Intenzionata a proporre opere autoriali dai contenuti decisamente più maturi rispetto al resto delle narrazioni Bonelliane dal taglio tradizionalistico, la linea Audace della casa editrice milanese ha cominciato a pubblicare nel nostro Paese differenti storie a fumetti, tra le quali si annovera anche K-11, serie scritta da Matteo Casali per i disegni di Davide Gianfelice che è stata presentata per la prima volta durante il Lucca Comics & Games del 2017. I due talenti nostrani appena citati sono accomunati non solo da una notevole carriera nel fumetto italiano (basti pensare ai loro distinti lavori presentati su serie di particolare risonanza quali Dylan Dog o Orfani) ma anche nell’industria statunitense. Casali, per esempio, ha prestato la sua penna ai grandi colossi Marvel e DC, scrivendo le gesta di Iron Man e degli X-Men per la prima e Batman e Justice League per la seconda; Gianfelice è invece stato visto, tra gli altri, alle prese con titoli quali Wolverine, Conan the Barbarian e Greek Steet, serie lanciata proprio da lui stesso al fianco dell'acclamato sceneggiatore Peter Milligan.

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Questo stellare team creativo ha quindi unito le forze per una produzione fumettistica senz’altro singolare per la Bonelli, specie se consideriamo il contesto narrativo in cui essa è stata ambientata: attraverso alcuni flashback iniziali, ci ritroviamo fin da subito nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e, nello specifico, nel vivo della battaglia a Stalingrado, dove facciamo la conoscenza del nostro protagonista, il volitivo soldato russo Karl Ruslanovic Tikhonov. Quest'ultimo viene ben presto posto al centro di alcune delle tante atrocità vivibili in una guerra di tali proporzioni: con una forte drammaticità, assistiamo all’infortunio che lo ha colpito rendendolo zoppo nel pieno dell'azione bellica e per questo impossibilitato a prestare nuovamente servizio per la sua patria. Proprio le sue condizioni e la sua incrollabile devozione all’Unione Sovietica, unite al fatto di essere un uomo senza ormai più nulla da perdere, fruttano a Tikhonov l'opportunità di prendere parte a un esperimento governativo potenzialmente rischioso denominato “progetto Zaroff” e supervisionato dal capitano Gavril Yegorovic Voidanov in una fittizia città segreta della Russia chiamata Krasnojarsk-11, da cui il fumetto prende il nome. È innegabile come questo incipit porti subito alla mente il più noto Capitan America ideato da Joe Simon e Jack Kirby ma, a differenziare K-11 dalla genesi del supersoldato a stelle e strisce della Casa delle Idee e agli altri comics di questo stampo, vi è un aspetto fondamentale che rende il volume al centro della nostra recensione particolarmente inusuale rispetto agli stilemi a cui di solito siamo abituati.

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K-11 non si concentra sugli Stati Uniti, nazione che in questo media ci è stata abbondantemente proposta in salse sempre più differenti, bensì sull'Unione Sovietica, le cui ambientazioni risalgono agli inizi della seconda metà degli anni Quaranta. In questo periodo il secondo conflitto mondiale è finalmente alle spalle, ma a poco a poco si avverte inesorabile il dilagare di un'altra disputa che ha lasciato un marchio indelebile nel mondo intero. Stiamo parlando della famigerata Guerra Fredda tra USA e URSS che ha portato le due più grandi superpotenze mondiali di allora a vivere una vera e propria competizione su più fronti, soprattutto nell'ambito della ricerca sulle armi nucleari. Il background di questo cartonato è ancorato proprio al contesto dell'era atomica, benché l'intera vicenda venga arricchita e plasmata attraverso l'apporto di una buona dose di fantascienza e tecnologie avveniristiche. La trama orchestrata da Casali vede Karl interagire più volte con tutte le persone che hanno a che fare col progetto a cui si è sottoposto e ciò lo porta a scoprire sempre più dettagli che gli fanno apprendere maggiori informazioni su K-11 in principio celate persino ai suoi stessi occhi. Proprio questa componente enigmatica del fumetto va a fortificare costantemente il coinvolgimento di chi legge e, nel mentre, lo storytelling di Casali e Gianfelice si impone con grande impatto grazie a una narrazione cinematica, diretta e - cosa non da poco - intelligibile. I dialoghi sono ben ponderati e quindi fondamentali per la comprensione di questo primo capitolo giacché servono a introdurci al meglio alle personalità di tutti i personaggi coinvolti e al loro ambiente preciso, senza che però rendano la storia verbosa o petulante. Per di più, ogni scena è sublimata dall'evidente nonché piacevole affinità creativa che lega i due autori di questa opera. Meritevole di nota è anche l'efficace ultima parte, la quale conduce a un cliffhanger finale che interrompe la lettura esattamente sul più bello, instillando in chi legge una generosa dose di curiosità nei confronti di ciò che accadrà nel prossimo, atteso capitolo.

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Da un lato si ha quindi una sceneggiatura veramente solida e costellata da spunti narrativi intriganti, invece dall'altro spicca l'impegno al tavolo da disegno da parte di Davide Gianfelice, che gioca molto spesso con le inquadrature concedendosi la libertà di cambiare con frequenza le prospettive (spesso elaborate e ricercate) e le disposizioni delle vignette. Mentre in certi casi l'artista milanese predilige delle impaginazioni dal taglio smaccatamente classico, in altri ancora sceglie di sovrapporre alcune vignette fra loro, sperimentando con delle soluzioni artistiche che riescono a colpire nel segno.
A impreziosire maggiormente l'arte del volume vi sono i colori saturi e luminosi di Stefania Acquaro, la cui palette ha il pregio di sapersi adeguare alle differenti ambientazioni conferendo al contempo un tocco leggermente realistico e ben sfumato. A supervisionare il lavoro della talentuosa Acquaro vi è peraltro l'artista Emiliano Mammuccari, che ha firmato la strepitosa copertina del volume.

Degna di risalto è anche la postfazione scritta proprio da Casali che non solo va a chiudere questo primo libro ma ci racconta anche retroscena inediti circa la gestazione di questo ambizioso progetto, che certamente saprà appagare i palati di ogni tipo di lettore, incluso quello di chi ricerca quotidianamente prodotti che strizzino l'occhio al mercato statunitense. Non possiamo dunque non sollecitarvi all'acquisto del primo tomo da settantadue pagine di K-11.

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Bonelli, Audace: anteprima di K-11 di Matteo Casali e Davide Gianfelice

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Sul sito della Sergio Bonelli Editore sono state mostrate le prime tavole di K-11, la nuova serie dell'etichetta Audace scritta da Matteo Casali e disegnata da Davide Gianfelice con i colori di Stefania Acquaro. Di seguito trovate le info diffuse del volume che sarà presentato in anteprima a Lucca Comics & Games. Nella gallery n basso, infne, trovate le prime tavole diffuse.

"La guerra di Karl non è ancora finita. Mentre il secondo conflitto mondiale si avvia alla sua conclusione, un giovane soldato sovietico accetta di partecipare a un pericoloso progetto scientifico segreto. Segnato nel corpo e nell'animo dall'assedio di Stalingrado, Karl compie il suo primo, doloroso passo nell'era che segnerà tutto il '900. L'era atomica.

Scritto da Matteo Casali e disegnato da Davide Gianfelice con i colori di Stefania Acquaro, K-11 è forse il più audace dei fumetti che abbiamo proposto dalla nascita dell'etichetta Audace. Un fumetto con un'ambientazione inusuale - la Seconda Guerra Mondiale vista dalla parte dei russi - e una trama che non ha nulla a che spartire con tutto quanto la nostra Casa editrice ha pubblicato finora. Se Audace è nata per forzare gli schemi del fumetto bonelliano, non potevamo trovare progetto migliore per farlo. Non a caso, il titolo era tra i pochi che abbiamo annunciato sin dalla Lucca di due anni fa.

K-11. Volume primo si compone di 72 pagine a colori, stampate in formato 22x29,7 e con copertina cartonata realizzata da Emiliano Mammucari. Al prezzo di 16 euro, è disponibile in libreria, fumetteria e nel nostro Shop online a partire dal 28 novembre".

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Oscar Ink presenta le nuovi edizioni de La Neve Se Ne Frega e de Lo Sconosciuto di Magnus

  • Pubblicato in News

Oscar Ink presenta le nuovi edizioni de La Neve Se Ne Frega di Luciano Ligabue, Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli e de Lo Sconosciuto di Magnus. Di seguito trovate tutti i dettagli e una ricca anteprima nella gallery in basso.


La Neve se ne frega di Luciano Ligabue, Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli.
"2179. Il futuro è un mondo perfetto, pulito, senza dolore e vecchiaia. Un mondo in cui si nasce vecchi e si vive «in crescendo», acquisendo forza, energia e bellezza con il passare degli anni. Un mondo in cui il Piano Vidor provvede ai bisogni e alla felicità di ciascuno, garantisce i diritti e soprattutto il diritto ad avere i diritti. Controlla che ciascuno compia il proprio dovere, soprattutto il dovere di godere dei diritti. Osserva tutto, il Piano Vidor. Anche le vite di DiFo e Natura, una coppia che, come tutte, è stata selezionata dal Piano. DiFo e Natura lavorano, si divertono, fanno l'amore, sono felici. Ma DiFo e Natura sono diversi, destinati a riscoprire il mistero e il miracolo che il Piano Vidor ha relegato nel passato..."


Lo sconosciuto
di Magnus
"Il primo episodio de "Lo Sconosciuto" appare nel luglio del 1975, e da allora il fumetto italiano non è più stato lo stesso. Attualità sociale, politica internazionale, erotismo e avventura, in uno straordinario mix che ha trasformato il modo di intendere la narrativa grafica nel nostro paese e che ha ispirato più di una generazione di autori. Introduzione di Diego De Silva."

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Supereroi in salsa italiana, la recensione di Zeroi

Comincia in medias res Zeroi, fumetto partorito dalla fucina di idee e creativi chiamato Progetto Radium. Neanche il tempo di aprire il volume e troviamo una squadra di personaggi colorati e sconosciuti, eppure familiari, alle prese con un gigante arancione di nome Magnitudo, comparso dal nulla, che sta seminando panico e distruzione nella solitamente tranquilla Shake City. Sfogliando queste prime pagine si prova quella stessa sensazione che provarono migliaia di lettori dell’Editoriale Corno, entrati a “spettacolo iniziato” perché troppo giovani per essere testimoni del debutto in Italia dell’allora inedito universo Marvel. Tutto, in Zeroi, richiama la fascinazione per quei mitici e pioneristici albi che, c’è da scommetterci, sono ben impressi nel cuore e nella memoria di Matteo Casali e degli altri autori coinvolti. Gridando il suo nome, nella classica tradizione marveliana dell’ Hulk Spacca!, Magnitudo attacca la città provocando la reazione di un gruppo di eroi eterogeneo: accorrono sul posto Ferrotipo, eroe in armatura, la velocista Zumba, Vero Eroe #17 e l’agile Gecko, mentre resta in disparte ad osservare il solitario vigilante Gattopardo. Gli eroi dovranno unire le forze per scoprire il mistero della vera identità di Magnitudo, a cui sono interessati anche il malvagio Braccio Armato e un misterioso villain che trama nell’ombra.

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Zeroi è il primo tassello di un universo supereroistico made in Italy, a vent’anni di distanza dal poco riuscito Europa dell’allora neonata Marvel Italia. I testi di Matteo Casali e di Tuono Pettinato sono un riuscito amalgama di omaggio alla tradizione del fumetto americano, condito da un’ironia e dalla capacità di non prendersi troppo sul serio tipica del nostro Paese. È impossibile non riconoscere, dietro i personaggi di Zeroi, modelli di riferimento iconici come l’Uomo Ragno, Iron Man, Hulk e Batman, di cui gli autori riescono però a cogliere e sottolineare nevrosi e tic, compiendo uno straordinario lavoro di caratterizzazione, su Gecko e Magnitudo in particolare. Entrambi hanno un background difficile: il primo appartiene ad una minoranza etnica, mentre il secondo nasconde un triste vissuto familiare che è all’origine della sua mutazione. Tematiche complesse, inserite in un’opera estremamente godibile e alla portata di tutti: non tragga quindi in inganno il tono scanzonato, che non scade mai nella parodia, così come non deve trarre in inganno il tratto cartoonesco di Cinci, al secolo Cristian Canfailla, perfetto compendio alla vicenda orchestrata dai due sceneggiatori. Da segnalare l’apporto ai disegni nel capitolo finale di Andrea Scoppetta, in una efficace sequenza in bianco e nero.

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Nato grazie al crowfunding, denominatore comune dei progetti proposti dall’etichetta Radium, Zeroi viene raccolto da Saldapress in un agile volume brossurato dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, contraddistinto dalla cura editoriale tipica dell’editore. Dedicato a tutti i lettori che hanno atteso per anni un fumetto di supereroi italiano di qualità: stavolta ci siamo.

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