Incubo alla Balena: l'etichetta indipendente raccontata da Elisa Menini, le novità di Lucca Comics
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Incubo alla Balena è una realtà di autoproduzione di fumetti e libri illustrati che ormai da 6 anni pubblica autori esordienti e indipendenti con una incredibile cura per il libro e per la narrazione. Siamo rimasti affascinati da questa peculiare realtà editoriale a Lucca Comics & Games 2016 e abbiamo deciso di realizzare un'intervista esattamente un anno dopo, in vista proprio della nuova edizione della kermesse toscana dedicata al mondo del fumetto e non solo. Abbiamo quindi contattato Elisa Menini, a capo di Incubo nonché una delle autrici del collettivo, per comprendere meglio la natura di questa associazione, il suo modus operandi e parlare delle novità che verranno presentate proprio in questi giorni a Lucca. Di seguito trovate la nostra intervista con le cover dei due volumi appena usciti, Da Lunedì di Alessandra Romagnoli e Il cappello di paglia di Elisa Menini.
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Partiamo dal principio, dal 2011, dalla nascita di Incubo alla Balena. Come si è formato questo collettivo?
Il 2011 è stato l’anno in cui alcuni di noi hanno terminato il Perfezionamento di Disegno Animato ad Urbino. Complice il corso di fumetto organizzato da Alessandro Baronciani, ci siamo chiesti: e se provassimo a fare qualcosa tutti assieme? Anche se eravamo compagni di classe, non avevamo mai considerato l’opportunità di unire le idee per lavorare a più mani. Eravamo abituati a ragionare singolarmente, di progetto in progetto per le consegne scolastiche. La prospettiva di poter pubblicare qualsiasi cosa, investendo una piccola cifra iniziale, per la stampa di un volume tutto nostro, era molto allettante: i primi incontri per stabilire cosa proporre, che formato scegliere, quale nome dare al collettivo, sono stati di puro caos, ma poi qualcosa è venuto fuori. Ed è così che è nato Incubo alla Balena: da un saluto storpiato casualmente ad un amico ricoverato in pronto soccorso. ‘Incub— ah, no, inculo alla balena!’
Dopo 6 anni di attività, come si è evoluto questo progetto? Chi ne fa ancora parte e come sono cambiate le cose?
Inizialmente, essendo tutti molto incerti sul proprio stile narrativo e grafico, avevamo pensato che raccogliere tutto in un antologico potesse darci quell’appeal che i lavori singoli probabilmente non avrebbero avuto. Immaginate ragazzi di 19-20 anni con tutta la libertà del mondo su una storia da raccontare: il vuoto assoluto. Quando siamo partiti non sapevamo davvero dove andare a cercare le storie, come scriverle, come ‘tirarle’ giù dal cosmo creativo che aleggiava su di noi. Così l’idea di una tematica comune avrebbe aiutato chiunque a trovare una buona strada per raccontare qualcosa. Il primo tema, l’incubo, è stato interpretato con dei risultati che nemmeno noi ci aspettavamo. Non il classico incubo di quando dormi e ti svegli di soprassalto, tutto scombussolato: nei nostri lavori c’era un po’ di tutto. Dalla violenza, al surreale, al trauma. Come lavoro d’esordio è andato molto bene, ma poi, complici gli impegni extra scolastici e la vita di ognuno che prende strade diverse, non siamo più riusciti a mantenere questo format, se non per un altro paio di numeri (rabbia, amore). Così sono subentrati i lavori personali, che ognuno stava maturando con tempistiche diverse e stilistiche nuove. Perché non pubblicarci singolarmente? Questo è stato ovviamente una naturale evoluzione delle cose, non siamo più in sette, operativamente parlando, perché alcuni non riescono a mantenere l’impegno di organizzare e presenziare ai festival, ma siamo ancora molto legati e quando ce n’è l’occasione non manchiamo di parlare di disegno e lavoro.
Tra i diversi fumetti pubblicati finora, molti appartengono ad esordienti. Come sono stati selezionati? È possibile sottoporre dei progetti a fumetti? Se si, quali sono i requisiti, se presenti?
Simone Manfrini, e il suo bellissimo Brecce Bianche, ce lo ha fatto conoscere Alessandro Baronciani: questo lavoro era una tesi di laurea in Fumetto ed Illustrazione all’Accademia di Macerata, ed era stata stampata in 50 copie in maniera autonoma da Simone. Sono andate tutte a ruba nell’arco di un paio di giorni, e la copia che ci aveva portato Alessandro era una delle poche ancora in circolazione. Appena l’abbiamo vista e letta, non abbiamo avuto dubbi: potevamo stamparla e distribuirla con Incubo alla Balena, che già aveva un suo seguito e poteva dare a Simone l’occasione di farsi conoscere nell’ambito dell’autoproduzione. Così è stato: alla sua seconda ristampa, Brecce Bianche è la nostra prima pubblicazione di un esordiente, fortunatissima e con ottime recensioni. Anche Diana Blu è un’autrice esordiente, e la sua enciclopedia con una raccolta di illustrazioni sui pesci mai vista prima, ha ampliato la nostra proposta anche con albi prettamente illustrati. Lorenzo Bracalente, con Limbo, è stato un altro bellissimo lavoro che non potevamo lasciare nelle nostre caselle di posta, così quest’anno abbiamo coinvolto anche lui nel nostro itinerare per festival!
Nel corso degli anni abbiamo ricevuto qualche proposta, ma spesso erano acerbe o non in linea con gli altri nostri lavori. Non siamo alla ricerca di nuovi autori per il momento, perché abbiamo in cantiere nuovi progetti con Simone, Diana, Lorenzo e qualcosa di nostro.
Parlaci un po' delle novità in arrivo per Lucca. Che cosa presenterete quest’anno?
Abbiamo lavorato ad un paio di pubblicazioni che usciranno per il festival, anche se in cantiere ci sono altre cose che essendo più complesse hanno bisogno di tempo. Al nostro stand, in Area Self CSH30, presenteremo Da Lunedì di Alessandra Romagnoli: una storia muta, un lavoro in formato A3, che non ha testi ma inquadrature ampie e scenografiche. A cui si aggiunge un’altra leggenda giapponese in bicromia di Elisa Menini (come le precedenti Momotaro e Il gatto dai tre colori)
Da dove nascono le tue leggende giapponesi e qual è il legame che hai con il Sol Levante? Il tuo stile è fortemente influenzato dai canoni stilistici nipponici: come hanno influito questi stilemi nella tua formazione?
Sono sempre stata un’appassionata del Sol Levante, e un po’ come tutti quelli cresciuti negli anni novanta, ho passato tantissimo tempo in compagnia dei cartoni animati giapponesi. Ho letto dei manga, ho cercato di imparare il giapponese, ho cucinato diverse volte il sushi ma nonostante questo sentivo di poter fare qualcosa di più. La mia serie di leggende giapponesi nasce in un momento dove non sapevo quale fosse esattamente la mia stilistica narrativa: così ho cercato la storia più comune (Momotaro) e ho cercato di rappresentarla nella maniera più semplice e fluida possibile. Le ukiyo-e (stampe giapponesi) mi hanno ispirato tantissimo, Hokusai, Hiroshige e Utamaro solo per citarne alcuni.
I volumi di Incubo sono sempre caratterizzati da una grande cura materiale dell'edizione, che impreziosisce il prodotto rendendolo quasi d'artigianato. Un esempio è proprio Momotaro che è stato stampato e rilegato a mano. Da cosa nasce questo gusto e questa grande attenzione per il dettaglio estetico cartaceo?
Cerchiamo sempre di proporre cose nuove ai festival più importanti (Treviso, Lucca, Bologna), ma spesso non riusciamo a scendere al compromesso di stampare a ‘tutti i costi’: il prodotto finale deve essere sempre un prodotto bello sia dentro che fuori. La nostra formazione alla Scuola del Libro ci ha dato questa piccola deformazione professionale: per cinque anni abbiamo visto e fatto libri dalla copertina alla rilegatura e per noi è sempre divertente tornare a ragionare su come stampare, in quale formato e con quale tipo di rilegatura e cartotecnica poter proporre un lavoro. Abbiamo stampato anche online, ma la differenza con la tipografia è sostanziale: è importante per noi seguire il work in progress tra le macchine da stampa, e internet, anche se spesso più economico e veloce, questo piacere non lo da.
A quale target di pubblico sono tipicamente rivolti i volumi pubblicati da Incubo?
Qualche volta dei bambini hanno sfogliato i nostri fumetti, ma diciamo che sono gli unici a cui tendiamo a non rivolgerci: sono costanti gli elementi adatti ad un pubblico adulto, sia per quanto riguarda la forma scritta sia nei contenuti grafici.
Avete già in cantiere altri progetti futuri?
Assolutamente sì: per continuare l’avventura della stampa in serigrafia e rilegatura a mano, proporremo un volume a leporello A seguire i ghepardi di una ragazza esordiente, Viola Bartoli, che giocando con il suo nome, ha disegnato una storia con protagonisti un arlecchino rosso e uno blu. Simone Manfrini sta ultimando una graphic novel sempre dal sapore autobiografico, questa volta non sarà protagonista un quartiere ma il suo rapporto con l’altro sesso.
Ringraziamo ancora Elisa Menini per la disponibilità e vi invitiamo a passare allo stand CSH30 in Self Area a Lucca Comics per visionare e acquistare i volumi di Incubo alla Balena, nonché conoscere di persona gli autori.