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Noir, horror, Tempo e fantascienza nel ricchissimo 2017 di Lorenzo Palloni: intervista

Con la vincita del Premio Boscarato per la migliore sceneggiatura con The Corner (Rizzoli Lizard), la pubblicazione di Esatto per Mammaiuto e giusto qualche settimana fa la riedizione per Shockdom di Un lungo cammino, il giovane artista e scrittore Lorenzo Palloni ha fatto parlare parecchio di sé nel corso del 2016. E come non coronare questo bel percorso con uno ancora più ricco e intenso che caratterizzerà tutto il 2017, con diversi lavori che toccano un vastissimo range di tematiche, a fianco di autori più o meno emergenti e artisti di eccezionale bravura? Per tenere d'occhio la prolifica produzione di Palloni, e svelare qualche novità riguardo a tutti questi lavori, abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con l'autore e realizzare un pratico vademecum dettagliato che vi permetterà di informarvi al meglio su opere che, scommettiamo, lasceranno il segno quest'anno e in quelli a seguire.

Come già accennato, si prospetta un 2017 ricco per quanto riguarda la tua produzione. Ma prima di procedere a descriverla nel dettaglio, facciamo un breve passo indietro facendo una sorta di resoconto di quello che è stato il tuo 2016, a partire dal Premio Boscarato per la miglior sceneggiatura con The Corner. Vite nell’angolo realizzato con Andrea Settimo. Come è nato questo lavoro? Ti aspettavi tutto questo successo?

The Corner è nato principalmente dall'esigenza di riflettere su un certo modo di pensare la società e sulla percentuale di violenza che facciamo scontare agli immigrati. È una storia che ho scritto nel 2009, che si è sviluppata in una sceneggiatura nel 2013 e che Andrea ha saputo interpretare in modo incredibile per Editions Sarbacane. Il libro è uscito in Francia l’anno dopo; in Italia, per Rizzoli Lizard, tre anni dopo, a marzo di quest'anno. Non avrei potuto disegnarla io, mi serviva un segno differente, più underground, se vogliamo, per contrastare un tipo di narrazione mainstream che si rifaceva all’hard-boiled anni '20, e scriverlo è stata una delle esperienze più belle e stimolanti della mia vita.
Non so se sia un successo come dici, credo che in Francia non sia andato alla grandissima, nonostante le recensioni super positive: il mercato è enorme e i lettori sono estremamente abitudinari, il segno di Andrea è qualcosa che li destabilizza. Peccato per loro. In Italia è ancora presto per dirlo, anche se le recensioni sono finora molto positive. Per me è un successo perché funziona: è un bel libro, divertente, disegnato da Dio e riesce a mandare il messaggio che ci interessava. In questo senso, sì, è un successo.
E il premio mi ha fatto un bel po' di piacere, l'ho vissuto come un incoraggiamento a non smettere finché non sarò un freddo cadavere.

Tra le opere pubblicate quest’anno da Mammaiuto troviamo anche Esatto, che abbiamo consigliato nelle novità da non perdere in Self Area a Lucca. Parlaci della sua genesi e di come è stato accolto il volume.

Volevo raccontare la vita di qualcuno che non percepisse una distinzione netta fra la sua vita familiare e quella lavorativa, e giocare su come le responsabilità e i doveri di entrambi questi aspetti non possano che collidere. Esatto parla di questo, e di come cambiare per una violentissima esattrice sia contemporaneamente possibile e impossibile.
Dentro il libro ho messo così tante esperienze personali e luoghi che frequento quotidianamente che l'unico modo di staccarmi dalla narrazione era raccontare altro, e la struttura a “serie TV” mi ha permesso di narrare la storia di Ginger mentre parlavo, al tempo stesso, di altro. È venuto fuori tutto naturalmente e ho macinato 180 tavole in sette mesi, molte delle quali mentre ero in residenza alla Maison des Auteurs di Angoulême.
Il volume è stato accolto più che bene, la prevendita è stata pazzesca, tanto che mancano già poche decine di copie alla fine della tiratura (sbrigatevi, correte sullo shop di Mammaiuto.it); un sacco di lettori sono soddisfatti, ma mi hanno fatto particolarmente piacere le mail e le pacche sulle spalle dei colleghi, alcuni li definirei addirittura entusiasti. È commovente.
Il fatto che Editions Sarbacane sia rimasta colpita dal libro e che ne esca la versione francese, colorata dal fantastico Luca Lenci, ad aprile, mi conferma che è un libro di cui essere orgoglioso.

Rimanendo sempre al 2016, è da poco uscita la riedizione per Shockdom di Un lungo cammino insieme a Samuel Daveti e Francesco Rossi. Come è nata la collaborazione con Shockdom? Da dove è derivata la scelta di pubblicarlo con questa casa editrice e non riproporre un’edizione con Mammaiuto? Sono state apportate delle modifiche al fumetto rispetto alla controparte digitale o rispetto alla prima edizione?

È stato Lucio Staiano (a capo di Shockdom) a contattarci e a realizzare una delle “fasi” che avevamo pensato con Mammaiuto quando l’abbiamo fondata: trovare un editore che ci usasse da serbatoio per pubblicazioni distribuite su larga scala. Come regola di base con Mammaiuto non stampiamo più di duecento copie di ogni libro (ma è capitato di dover ristampare l’antologico Un Ragazzo Etc. e Tokio di Sara Menetti) e la cosa si presta perfettamente: una volta finite le nostre duecento copie, noi e Gianluca Caputo, il nostro referente con Shockdom, decidiamo cosa far uscire prossimamente nella collana Fumetti Crudi.
Nice and easy, man.
Un Lungo Cammino è stato modificato pochissimo, solo qualche faccia di Alec, il bambino (che nell’edizione precedente io e Frank avevamo disegnato davvero di merda), e Sam ha rimesso mano a qualche testo. Ho ritoccato i colori, per rendere il marroncino utilizzato su web un qualcosa di più caldo e rugginoso: ora funziona tutto molto meglio, è tutto più minaccioso e soffocante. E certo, ho fatto una cover ad hoc per il volume nuovo.
Ma poi quest'edizione ha le alette, porca puttana, le alette! Comprerei il libro solo per quelle incredibili alette.

Parlando di Shockdom, cominciamo ad avvicinarci al 2017. È stata annunciata recentemente la pubblicazione di un integrale di Mooned, uno dei tuoi lavori più famosi pubblicato nel 2012 sempre da Mammaiuto e terminato in webcomic con il #100 nel 2014. Come sarà composta questa ristampa? Si opterà ancora per una particolarissima edizione come quella originale? Quanti volumi verranno realizzati?

Non sarà un formato particolarissimo, non aspettatevi roba rotonda, o stampata su crosta lunare…ma sarà comunque differente rispetto ai primi tre volumi. Ormai è un must: cambiare formato e infastidire i lettori, niente mi fa godere di più. Tutt'ora chi ha comprato la prima edizione di Mooned (un A3 piegato a metà in verticale, per intenderci) bestemmia il mio nome ad ogni trasloco. E per i lettori della prima ora tenere affiancato il primo volume agli altri due (un A5 e un A4 piegato a metà in orizzontale) è da sempre motivo di cruccio e tormento. Tutte cose adorabili.
Ma posso dire che sarà un volume unico, un integrale vero e proprio, di più di 600 pagine, con bonus, ricchi premi e cotillons. Sono emozionatissimo al pensiero di avere fra le mani, tutto in un sol libro, quello psicodramma spaziale che racconta, in definitiva, più di tre anni della mia vita.

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Lo Spazio. Questo è sicuramente uno dei protagonisti principali di Mooned. Per rimanere in tema, nel 2017 due saranno le opere strettamente collegate con lo spazio cosmico: parliamo di The Desolation Club, sugli splendidi disegni di Vittoria Macioci e Nanocosmos per ERCcomics. Cominciamo a parlare del primo. Di cosa si tratta? Come è nata la collaborazione? Quando verrà pubblicato? Dacci tutti i dettagli che puoi a riguardo.

Intanto parliamo di un progetto in fieri, siamo al lavoro sulle pagine di prova, ancora non sappiamo se verrà pubblicato e da chi. Puntiamo alla Francia, ma vediamo cosa succede una volta finito il dossier di presentazione.
The Desolation Club parla di cinque adolescenti che, in un futuro non troppo prossimo, viaggiano in una Terra priva di gravità alla ricerca del proprio posto. Nella mia mente è come un film Pixar a fumetti: volume unico, target di young adults, viaggio e crescita. Dai a cinque persone non ancora pienamente formate libertà assoluta (anche dalla gravità) e sospendi la loro morale: cosa possono fare? Come si relazionano con il mondo ostile che stanno esplorando?
Ho scoperto Vittoria per caso, su Facebook [qui il link alla pagina Facebook ufficiale]: segno potentissimo, poliedrico, da slogare la mascella. Era perfetta per la storia che avevo scritto anni prima. Ora Vittoria è una vera e propria “partner in crime”, io scrivo la sceneggiatura, ma lei butta dentro tante di quelle idee visivamente fighe che modificano la storia e la percezione che ho di essa, arricchendola. Una pacchia.

La seconda opera invece è un progetto a fumetti per ERCcomics, un’iniziativa estremamente affascinante di divulgazione scientifica a livello europeo che sfrutta la Nona Arte come mezzo comunicativo. Anche in questo caso, come sei arrivato a collaborare con loro? Cosa significa per te essere un tramite per la trasmissione di informazioni scientifiche spesso dettagliate e di alto livello? Come ti documenterai sulla polvere cosmica e sui misteri dello spazio più profondo? Illuminaci su questo lavoro.

Beh, è cominciata semplicemente: con un invio di portfolio. È andata bene. Sarà estremamente stimolante metabolizzare e incorporare la massa di informazioni che mi stanno mandando in una storia di fiction. Ho Massimo Colella come editor e referente, oltre a Natalia Ruiz Zelmanovich, che sarà il nostro collegamento con il progetto Nanocosmos. Dovrò studiare un bel po', e ad un certo punto con Massimo dovremo andare a Madrid a vedere con i nostri occhi lo Stardust, questa macchina di sette metri in grado di ricreare le condizioni di una stella morente. Figata.
Ho scritto una storia che piace molto a Massimo, e ho cominciato a fare i primi sketch. Ma dovremo parlare con gli scienziati a capo del progetto, e cercare di capire come integrare scienza e fantascienza senza che si mettano i bastoni fra le ruote a vicenda.

The #space doesn't let me go: I will collaborate with @erc_comics on #Nanocosmos #project! Investigations on #cosmicdust and #galactic #experiments (and that's the #true part), and I'll try to tell a good #story about it. I'm really #excited, it's a #new and #challenge, #thrilling as never before. ----------------------------------------- Lo spazio non mi lascia andare: inizia la collaborazione con quella figata di Erccomics sul progetto Nanocosmos! Investigazioni su polveri cosmici ed esperimenti stellari (e questa è la parte vera), e ci metteremo del nostro per raccontare una bella storia. Poi ve ne parlo meglio. Sono comunque molto emozionato, è una sfida nuova e stimolante come poche. #webcomics #comingsoon #workinprogress #fumetti #BD #gif #herewego #newproject #newstuff #screenplay #script #writing #stories #scifi #journey #erccomics

Una foto pubblicata da Lorenzo Palloni (@lorenzo.palloni) in data:

Ma non ci saranno soltanto queste tematiche a dominare il tuo 2017. Ti dedicherai anche all’horror con Scary Allan Crow per Edizioni Inkiostro sui testi di Dj Aladyn. Ci è stato detto che sebbene sia una storia dell’orrore, si distaccherà dal filone orrorifico che tanto va di moda negli ultimi tempi, quello splatter fine a sé stesso che suscita più disgusto che terrore. Hai già ricevuto la sceneggiatura? Ha già idea di come muoverti nel disegno, quale stile adottare? Quando potremo vederlo?

Uscita a Lucca Comics 2017, in settimana inizio le matite. Abbiamo saltato la sceneggiatura: ho scritto un soggetto dettagliatissimo (un cosiddetto scriptbook) che con Aladyn abbiamo modificato via via, poi mi sono buttato sullo storyboard che in un mesetto o poco più ho completato. Il libro c’è, va solo disegnato. Mi piace un casino, sto smaniando per buttarmi sulle tavole.
Nessuno splatter fine a sé stesso, non ne sarei in grado, ho visto e letto pochissimi horror in vita mia, non sono né un patito né un esperto. Ma Aladyn ha una passione per racconti dell’orrore e generi limitrofi, cosa che ha dato l’input alla storia (il soggetto base è suo) e che l'ha tenuta in carreggiata durante la scrittura. Sarà un thriller con i toni di uno slasher movie, tutto all'insegna dell'allegro adagio “non ti puoi fidare di nessuno, nemmeno di te stesso”.
Ma ci saranno budella che volano, almeno un po'. Cioè, parecchie, ora che ci penso.

Per quanto riguarda gli altri progetti, sono tutti ancora avvolti nel mistero. Cominciamo da LVM e La civiltà quando meno te lo aspetti. Quali tematiche affrontano? Che cosa ci puoi dire a riguardo?

La Civiltà Quando Meno Te l’Aspetti è una storia breve di otto tavole uscita su Mammaiuto pochi giorni fa. Nasce dalla curiosità di mettersi nei panni di una persona senza scrupoli, uno scafista che si ritrova nella situazione di dover essere salvato dal suo “carico”, da quella massa tragica di migranti che sta trasportando. Una specie d’indagine sociale declinata secondo il mio solito gusto noir.

LVM invece è l’acronimo de La Vida Muerta, è un progetto che sto scrivendo dal 2007, e fra false partenze, rinvii, cambi di programma, credo di essere arrivato al punto in cui ho capito come farlo: unica regola nessuna regola. Il mio terrore (terrore vero) è che sia una di quelle cose che ti riproponi per tutta la vita e che non farai mai. Scusa il francesismo ma: col cazzo. Lo farò, sarà un progetto lungo, faticoso e complicato, ma ne varrà la pena per me che lo farò e per chi lo leggerà.
Mi ci butterei subito, ma ho contratti già firmati e so che più tempo aspetto, più controllo e idee chiare avrò sulla storia: un fantasy che comincia come noir ma che poi è solo un modo di tenere a bada la mia ossessione per il Tempo.

Per quanto concerne invece il lavoro che stai sviluppando insieme a Francesca Ciregia? Di cosa si tratta?

Un paio d'anni fa proposi a Francesca il progetto Figli Del Piombo, le è piaciuto subito: è una trilogia nerissima e disperata, la storia del rapporto in declino fra due sorelle, entrambe con segreti profondi e destini segnati; ogni libro un'indagine, ogni indagine un passo verso l'abisso. Francesca ha fatto qualche tavola di prova, poi ci siamo un po' arenati. So che sta lavorando parecchio ma so anche che non si è dimenticata di FDP, ogni tanto mi manda qualche schizzo via messaggio. Ancora siamo alla progettazione, ma è uno di quei progetti da fare assolutamente.

Infine, come ultima opera parliamo un po' di Emma Wrong, il fumetto che stai scrivendo per i disegni di Laura Guglielmo, una delle curatrici di Grimorio e fondatrici di Attaccapanni Press, di cui abbiamo visto recentemente qualche meravigliosa tavola sui social, che riportiamo qui sotto. Parlacene un po'.

Di Emma Wrong ho provato a fare qualche pagina di prova io stesso, l’anno scorso, ma non era il segno adatto. Non funzionava. Serviva un tocco femminile. Mi sono detto “vediamo se una delle disegnatrici più promettenti e in gamba del momento è interessata?” Sono semplicemente estasiato da quello che Laura ha tratto dalla sceneggiatura: una palette clamorosa su una storia sui generis, ovvero la ricerca di una spia da parte dell’amore della sua vita, che non si arrende nemmeno di fronte ad un violento gioco di spie in un motel del deserto del Nevada.
Nessun editore neanche per Emma, al momento, ma percepisco vibrazioni positive. Laura si sta divertendo, e lo vedo da quello che mette sulle tavole. E se lei si diverte, figurati come gode lo sceneggiatore.

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Per concludere, una domanda relativa al tuo stile e alla tua produzione in generale: come cambia, se cambia, il tuo approccio al fumetto tra quando ti occupi solo della sceneggiatura a quando invece lavori solo alle tavole? Con quali criteri scegli gli artisti con cui realizzare un team creativo?

La risposta è…complessa. Diciamo che parto dal messaggio che la storia porta con sé, poi ragiono sulla sua identità. Ogni storia è un organismo che ha le sue peculiarità, deve avere il suo segno, il suo linguaggio. Scrivere una sceneggiatura mi fa sentire assolutamente onnipotente in uno spazio infinito; storyboardare mi fa sentire alla guida di un mezzo potentissimo ma su una strada dritta; disegnare mi fa sentire un professionista, anche se mi manca la pazienza per essere un bravo artigiano; colorare mi annoia a morte, mi sembra di perdere tempo. Ogni passo ha impatti emotivi differenti sul lavoro e sulla resa di esso.
Sai, oltre a quelli di cui sopra, ci sono altri progetti a cui sto lavorando da sceneggiatore: Una Brutta Piega insieme a Loris De Marco; Zanne insieme a Luca Negri; Le Trenta Teste di Templeton Else con Francesco Rossi e Claudia Palescandolo; Instantly Elsewhere con Martoz. Con ognuno di loro lavoro in modo differente, perché ho una persona diversa con cui mi interfaccio, e la scelgo in base ad un mix di intuito e di studio del suo lavoro. In genere ho sempre molte idee e soggetti. Se lungo la mia strada mi imbatto in qualcuno, mi faccio avanti. So che se la storia è buona (e qui entra il fattore sciamanico) prima o poi inciamperò sul disegnatore adatto.
È un lavoro incredibile, uno stimolo continuo, raccontare è una droga. Il ragazzino di quindici anni che disegnava l’Uomo Ragno sui banchi del Liceo Classico Francesco Petrarca di Arezzo non se lo sarebbe mai aspettato.

E qui ci tocca fare pubblica ammenda. Non eravamo al corrente di questi progetti che citi, quindi, ora che hai gettato l'amo, devi anche parlacene un po', soprattutto di quelli che sono più vicini ad una concreta realizzazione in questo 2017.

Il più vicino ad essere realizzato è Instantly Elsewhere con Martoz: abbiamo firmato con Spaceman Project, piattaforma di crowdfunding internazionale, e nel 2017-18 ci muoveremo con loro. È una storia sul Raccontare e tutto ciò che comporta, immagina Calvino che scrive di supereroi: qualcosa del genere. Gli altri progetti sono tutti a livello progettazione, abbiamo iniziato da poco, a parte Le Trenta Teste, su cui speravo di avere un riscontro positivo in poco tempo (sinceramente: la storia è una bomba, le pagine anche di più), ma ancora niente. Ma continuo a cercare. Un altro progetto fighissimo a cui sto lavorando dal 2013 con Giorgia Marras è Nacna, su cui la balorda genovese dovrebbe ritornare dopo aver finito quella bomba che è il suo libro su Sissi [Sisi per Steinkis Editions, qui qualche tavola].
Non so quanto di tutto questo vedrà la luce, sono tutti progetti con potenziale oggettivo: basta solo aver fortuna di beccare l’editore giusto al momento giusto. Che non è poco.

Ringraziamo quindi Lorenzo Palloni per la disponibilità e la rapidità di risposta alle nostre domande, e vi invitiamo a non lasciarvi sfuggire tutti i lavori sopra citati che vedranno la luce in questo 2017.

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I Maestri dell'Avventura: Cuore di tenebra

Dopo la serie di quattro volumi Roberto Recchioni Presenta: i Maestri dell’Orrore, usciti lo scorso anno in occasione di Lucca Comics & Games 2015, il format è stato ripresentato quest’anno, in occasione della medesima manifestazione, dalla casa editrice Star Comics adattando questa volta quattro classici di Maestri dell’Avventura, tra cui Uno studio in rosso, tratto dall’omonimo romanzo di Sir Arthur Conan Doyle, che vi abbiamo recensito qui.
Il nuovo volume di cui vi parliamo in questo articolo invece è tratto da uno dei romanzi più importanti del XX secolo, Cuore di tenebra, il capolavoro di Joseph Conrad, originariamente pubblicato nel 1902, riadattato da Giovanni Masi sui neri inchiostri di Francesca Ciregia. Un tomo davvero intenso e di qualità, che sfoggia una grande armonia complessiva dovuta alla forte sinergia tra il narrato e l’apporto artistico, che si alimentano a vicenda sviluppando una potenza comunicativa e visiva notevoli. Il team creativo è riuscito a dare un nuovo smalto ad un gioiello letterario, incupendone graficamente le atmosfere e donandogli un alone d’oscurità, intensificando quello che le pagine scritte del libro potevano solo far presagire, farci immaginare, dipingendo su carta la tenebra con maestria, senza trascurare i molteplici livelli di lettura e il senso generale dell’opera, creando una sorta di anello di congiunzione perfetto tra la precedente collana e quella attuale.

La storia descritta nel volume è sostanzialmente il racconto di un viaggio affrontato dal narratore stesso, tale Marlow, diversi anni prima risalendo il fiume in mezzo alla giungla dell’Africa Nera, spinto dalla sua voglia di vedere e scoprire nuovi territori. Assunto da una compagnia commerciale trafficante in avorio, raggiunge dopo diversi giorni di navigazione e cammino la sede della società nel cuore del continente, per recarsi infine alla base affidata ad un certo Kurtz, un misterioso individuo di cui tutti subiscono il fascino e considerato una vera divinità dagli indigeni, l’unico in grado di rifornire la compagnia di ingenti quantitativi di materia prima. Anche lo stesso Marlow sarà affascinato da Kurtz, sebbene ne rimarrà altrettanto sconvolto e disgustato, non riuscendo comunque a condannarlo in toto, arrivando a concepirne la vera natura.

Sulle diverse interpretazioni e sulle stratificazioni narrative affrontabili con diverse chiavi di lettura si è detto tanto nel corso degli anni: dalla critica al colonialismo europeo, al significato di quella “tenebra” che dà il titolo all’opera, del male e di quell’”orrore, orrore” che recita Kurtz al termine della sua vita, intuito con una sorta di epifania da Marlow, che tuttavia manca del coraggio nell’ammettere a sé stesso e al mondo ciò che ha scoperto, dell’importanza e del ruolo del giudizio, della spasmodica ricerca di potere e onnipotenza come vero anelito dell’animo umano.
Anche la figura di Kurtz è stata pienamente sviscerata: una misteriosa personalità affascinante, magnetica, attraente, circondata da un alone di venerazione, di mistica natura, un essere umano idolatrato nella sua superiorità, nella sua eccellenza. Un uomo vittima della propria bramosia, consunto dell’incantesimo della tenebra, che ha inaridito la sua anima, perduta per sempre nei fitti meandri della foresta selvaggia e tetra. Una figura controversa, contraddittoria, maestosa nella sua unicità. Preferiamo quindi non concentrarci su questi aspetti, ma sulla resa dell’adattamento nei testi e nelle tavole dell’opera.

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Giovanni Masi sceglie di mantenere il racconto sviluppato mediante la voce narrante di Marlow, intervallando il fluire della storia con degli episodi di dialogo tra i personaggi, strettamente legati ai momenti più salienti del racconto. La vaga meraviglia, la tensione e l’incubo che traspaiono dai testi riflettono pienamente quanto scritto nel libro d’origine, promuovendo nel lettore le medesime sensazioni. Il registro adottato e lo stile narrativo sono inoltre particolarmente romantici, letterariamente parlando, sviluppando un senso di oscurità, di antichità, fortemente evocativo ed in linea con i temi trattati, che vengono mantenuti intatti rispetto all’originale, senza perdere le caratteristiche forgianti di questa chiave di volta della letteratura novecentesca, perfetti per rendere il panorama descritto, costellato da esseri bizzarri, da persone che hanno perso il senno e trovano nella ripetizione un palliativo per sopravvivere all’orrore del cuore della foresta.

Ma per rendere magnificamente l’idea di spaesamento, di alienazione, di orrore dell'ignoto e del confine sempre più labile tra realtà e sogno, in una terra selvaggia piena di pericoli e assurdità esotiche, i testi di Masi non possono fare a meno delle tavole di Francesca Ciregia, che sembra insostituibile nel ruolo di artista per questo volume. Una scelta perfetta che caratterizza il viaggio di Marlow accrescendo l’imperscrutabilità del vagare immersi in qualcosa che non si comprende minimamente, in balia di forze e regole che non si conoscono, l’incomprensione del primordiale da parte dell'uomo civilizzato.

Dal punto di vista artistico, si può osservare come quei neri vasti e voraci che l'artista esprime con una potenza impressionante soffochino quasi incastonati nelle griglie del layout di pagina, ma questo se vogliamo contribuisce ancora di più alla condizione di imbrigliamento e alla claustrofobia provata dal lettore. Il bilanciamento eccezionale del contrasto tra bianco e nero, della definizione delle ombre e delle figure, è così curato e d’effetto che sembra quasi che l'artista utilizzi delle tavole nere da cui si limita a rimuovere il superfluo, facendo nascere le figure dalla tenebra, immergendo i personaggi nell’inchiostro più cupo e profondo, terrificante a tratti ma sempre di un fascino morboso e catturante.
Soluzioni grafiche più che ineccepibili, spesso azzardate e inusuali e per questo ancora più sensazionali. La fisiognomica, gli sguardi, le inquadrature, le ombre e i solchi sui visi, baratri neri che definiscono i lineamenti dei volti, sono fortemente evocativi. E poi ci sono quelle pagine estatiche in cui la Ciregia (finalmente) si libera della costrizione della vignetta e dà sfogo al forte carattere illustrativo della sua arte, con visioni tormentate che creano dei capolavori sbalorditivi che rendono magnificamente sulla carta giallastra, opaca e ruvida su cui è stampato il volume.

Una proposta davvero eccellente, non c’è altro da dire. Interessante anche l’apparato di approfondimenti al termine del volume, che permettono al lettore di addentrarsi maggiormente nel mondo di Conrad e di quest’opera che ha segnato il ‘900 e non solo. Edizione Star Comics ottima, come già detto per la precedente collana, sebbene questa volta non siano presenti le sovraccoperte in pvc. Unica pecca: la bella copertina realizzata da Roberto Recchioni non contiene i nomi o almeno i cognomi degli autori che hanno realizzato il volume, riportandoli solo sul retro con bio annesse. Avremmo preferito trovare almeno un accenno sulla cover.

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IllustrART: gli ipnotici inchiostri di Francesca Ciregia

  • Pubblicato in Focus

Nuova puntata della rubrica di IllustrART anche questa volta dedicata ad una giovane illustratrice e fumettista italiana, Francesca Ciregia, e ai suoi meravigliosi lavori che sfoggiano un magistrale uso dell'inchiostro, come potrete facilmente constatare dando un'occhiata alla gallery.

Il suo debutto nel mondo dei comics risale al 2008, quando lavora sul numero 2 della testata Madadh sui testi di Tommaso Destefanis, che vi abbiamo recensito qui qualche anno fa, pubblicata da Crazy Camper, proseguendo poi fino al 2012 con il numero 5 della stessa serie, a fianco di artisti già affermati e nuove promesse della nona arte; nel 2010 pubblica per lo stesso editore anche Bren Gattonero 2, sempre al fianco di Destefanis. Nel 2009 firma un contratto con la Marvel Comics per cui realizza Wolverine: The Dust From Above sui testi di João Lemos, Dazzler#1 sui testi di Jim McCann, e - insieme a Elena Casagrande - Amazing Spider-Man: Vulture, sui testi di Joe Caramagna, che verrà poi pubblicato nel 2012.
Nel 2014 infine vengono pubblicati i 3 numeri di Art Monster da lei disegnati per la Monkeybrain Comics, sui testi di Jeremy Holt.

Nella gallery in basso abbiamo raccolto principalmente le sue illustrazioni più recenti, omaggi e sketch che sono stati postati in rete da Francesca, tra cui un lavoro in mostra durante un'esibizione dedicata a Rodolfo Valentino organizzata da Alessio Fortunato, ma non mancano anche due tavole di Art Monster. Osservando il percorso dell'artista, possiamo notare come lo stile si sia evoluto molto nel corso degli anni, maturando, diventando sempre più peculiare e comunicativo, personale, esplodendo egregiamente nella dimensione dell'illustrazione e del bianco e nero, amplificando la potenza espressiva con l'eccellente utilizzo dell'inchiostro e delle chine, generando così un ipnotismo unico, che risulterebbe castrato dall'aggiunta di colore.

Ricordiamo che l'artista, al suo esordio su di un volume monografico, realizzerà a breve I maestri dell’Avventura: Vol.3 Cuore di tenebra sui testi di Giovanni Masi che adatterà l'omonima opera letteraria di Joseph Conrad, come annunciato da Edizioni Star Comics a Napoli Comicon.

Se volete seguire Francesca Ciregia sui social, potete rimanere aggiornati sulla sua pagina Facebook e sul suo profilo Instagram.

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