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Lucca 2014: Bao Publishing - Missione quinquennale

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Michele Foschini, Caterina Marietti e Leonardo Favia hanno presentato le novità editoriali di BAO Publishing, all'alba del quinto compleanno della casa editrice milanese che avverrà il 21 dicembre 2015.

- Gli appunti di Boulet in edizione italiana, con copertina, prefazione e note di traduzione firmate da Zerocalcare.
Due uscite di oltre 200 pagine l'anno.

- Due nuovi volumi di Dylan Dog (speciale Sette Anime Dannate, e il #69 Caccia alle Streghe di Tiziano Sclavi e Pietro Dall'Agnol), quattro nuovi volumi di Orfani (cover variant di Cavenago) le prime due storie del Samurai i Roberto Recchioni e Andrea Accardi a colori (con carta speciale stile libri giapponesi dell'800). Edizioni di estremo pregio ricche di extra inediti o mai visti. Per il trentennale di Dylan Dog uscirà un albo speciale (dal titolo ancora non definitivo, forse Mater Dolorosa), testi di Recchioni e disegni di Gigi Cavenago, in contemporanea BAO e Bonelli.

- Volume di pregio con gran parte del lavoro di Lorenzo Bartoli, con disegni di Massimo Carnevale. Il ricavato non andrà alla casa editrice.

- Ogni mese almeno un'uscita seriale made in USA tra le più interessanti e acclamate degli ultimi anni. Volume 4 di Saga in contemporanea con l'uscita americana.
Gennaio 2015: Rachel Rising 5
Febbraio 2015: Sex Criminals 1
Marzo 2015: Pretty Deadly 1
Aprile 2015: Lumberjanes 1 e Black Science 1
Maggio 2015: Rocket Girl 1
Luglio 2015: Chew 10
Agosto 2015: Lumberjanes 2 e Sex Criminals 2
Settembre 2015: Saga 2015
Ottobre 2015: Pretty Deadly 2
Novembre 2015: Black Science 2
Dicembre 2015: Rocket Girl 2

- Saga 4 uscirà in edizione variant con copertina di Massimo Carnevale, che verrà inclusa nel paperback americano.

- Torna Cyril Pedrosa: a settembre BAO pubblicherà il nuovo libro di Pedrosa, che avrà parti in prosa e parti a fumetto. Il titolo non è ancora stato deciso dall'autore.

- Nemo - River of Ghosts di Alan Moore e Kevin O'Neil, in uscita ad aprile 2015.

- Ristampa dei due libri di Sofia di Vanna Vinci, in uscita ad aprile 2015. Volume corposo, con più di 200 pagine con materiale extra e inserti speciali. Tre tecniche speciali di stampa per la copertina. In più, nel 2016 la biografia a fumetti di Eric Von Stroheim, regista hollywoodiano del cinema muto, sempre realizzata dalla Vinci.

- Nuovo volume BaBao di Sualzo, con il ritorno di Gaetano e Zolletta. Nel 2016 inoltre esce 21 giorni alla fine del mondo, sempre di Sualzo, scritto a quattro mani con la moglie Silvia Vecchini.

- Nuovo libro ancora senza titolo di Maurizia Rubino, storia di un orso e una bambina che si innamorano in un universo narrativo ostile.

- La principessa spaventapasseri di Federico Rossi Edrighi, fiaba contemporanea ambientata in un generico paesino inglese, in uscita a settembre 2015. Un libro con chiavi di lettura per un pubblico di tutte le età.

- Le Città viste dall'alto: La generazione di Flavia Biondi, storia di una piccola famiglia toscana, e altri due libri firmati da Marta Baroni ed Elisabetta Romagnoli.

- Fish di Bianca Bagnarelli

- Astrogramma di Lorenzo LRNZ Ceccotti.

- Building Stories di Chris Ware, in autunno 2015.

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Bao e il settimo splendore, intervista a Leonardo Favia. Anteprima esclusiva

Per leggere la recensione de Il settimo splendore, clicca qui.
Nella gallery in basso, potete ammirare un'anteprima esclusiva de Il settimo splendore.

Nato a Bari nel 1982, Leonardo Favia è Executive Editor presso Bao Publishing.
Il suo primo romanzo a fumetti edito dalla casa editrice milanese, intitolato Il settimo splendore, disegnato da Ennio Bufi e colorato da Walter Baiamonte, sarà a breve disponibile al Lucca Comics & Games 2014 in anteprima e in vendita in libreria a partire dal 13 novembre 2014.

Ciao Leonardo, e benvenuto su Comicus.

Favia01Partiamo da Il settimo splendore, tuo primo libro a fumetti edito da Bao Publishing, disponibile per il pubblico già a partire dalla prossima edizione del Lucca Comics & Games e in uscita in libreria il 13 novembre.
Come è nata l’idea dietro quest’opera? Come è stata sviluppata e quanto tempo di lavorazione ha richiesto?

La storia è una riflessione sulla memoria, sui nostri ricordi d'infanzia che contribuiscono a formarci come persone, pur essendo questi solo frutto della percezione in un'età in cui non è chiara la comprensione degli eventi che ci circondano. La storia ha un'origine lontanissima, addirittura sui banchi di scuola del liceo, e ha visto molte versioni prima di arrivare alla stesura definitiva. Per quanto riguarda la lavorazione di sceneggiatura, disegni e colorazione (del mitico Walter Baiamonte), parliamo di un annetto di lavoro che, per centoventi tavole, è un ritmo abbastanza serrato.

Il libro parla di un viaggio alla ricerca di verità taciute per lungo tempo, di famiglia e di crescita individuale. Quanto c’è di autobiografico nell’opera? E quanto invece è frutto della tua immaginazione?
Per fortuna la mia vita è molto più semplice e lineare di quella di Modì, il protagonista. I viaggi di infanzia a Parigi sono effettivamente avvenuti, e il tornare costantemente in una città che mi era vicina ed estranea al tempo stesso mi ha permesso di analizzare come fosse la mia percezione della città a cambiare, e non necessariamente la metropoli stessa. Un altro tema importante nella storia è quello del sacrificio, delle scelte che facciamo nel momento in cui non possiamo più smettere di temporeggiare, e decidere definitivamente chi siamo. Ho applicato questo a una famiglia dalle dinamiche complicate, e da lì ho sviluppato la trama. Diciamo che sono un grande amante dei classici "What If" applicati alla vita quotidiana, e mi piace esplorarne gli sviluppi.

Come in tutte le opere della collana “Le città viste dall’alto”, anche qui vi è una città, protagonista silenziosa, ma onnipresente: Parigi. A cosa è dovuta questa scelta? Cosa rappresenta la capitale francese nella tua vita?
Il libro è una dichiarazione di amore a Parigi, per quanto il ruolo della metropoli nella storia sia alquanto in chiaroscuro. Rappresenta una parte importante dei miei ricordi infantili e lì ci sono stati passaggi importanti della mia vita personale.

Ennio Bufi è l’artista che si è occupato della parte grafica de Il settimo splendore. Sappiamo che non è la tua prima collaborazione con il disegnatore. Puoi raccontarci qualche aneddoto a riguardo? Come vi siete conosciuti? E come vi siete ritrovati a lavorare su questo libro assieme? Quali sono, in termini pratici, le vostre dinamiche lavorative?
Io ed Ennio abbiamo collaborato per diversi anni su progetti totalmente diversi (le avventure a fumetti di Geronimo Stilton), e un anno siamo stati invitati per un tour in California per il Free Comic Book Day. Da lì è nata una grande amicizia (facilitata dalla “pugliesità” di entrambi), che ci ha fatto promettere che un giorno avremmo lavorato insieme su qualcosa di nostro. Qualche anno dopo Michele [Foschini] e Caterina [Marietti] della Bao avevano espresso il desiderio di dare alle stampe un libro realizzato da Ennio, io avevo la storia già pronta e ogni pezzo è caduto al suo posto. In fase di sceneggiatura, cerco di essere pignolo sui passaggi che reputo fondamentali, per le “scene madri” di cui devo essere assolutamente sicuro della riuscita, altrimenti tendo a dare libertà al disegnatore, soprattutto se c'è una profonda conoscenza pregressa.

Il settimo splendore parla, fra le tante altre cose, anche di un tema delicato e spesso scomodo: la malattia mentale. Quanto queste tematiche così attuali nella società attuale, specialmente fra i giovani, ti hanno toccato da vicino? Cosa pensi a riguardo?
Ho riflettuto attentamente prima di affrontare questi temi, soprattutto perché sono estranei alla mia vita personale, e troverei odioso se si avvertisse dell'artificiosità in argomenti così delicati. Durante la lavorazione, il complimento più grande che mi è stato rivolto è stato quello di essere riuscito a ricreare le tensioni e i silenzi di una famiglia interrotta, pur non avendo alcun tipo di esperienza diretta al riguardo.

Da tempo lavori come editor (e ora anche sceneggiatore) per Bao Publishing. Come e quando è iniziato questo rapporto lavorativo con la casa editrice milanese? Cosa puoi raccontarci della vita di redazione in Bao?
Sono in Bao dal primo giorno, e questa è forse la cosa che mi riempie più di orgoglio. Mi ero trasferito a Milano nella speranza di lavorare come sceneggiatore e mi sono ritrovato coinvolto in un progetto folle e coraggioso come quello di aprire una casa editrice. Ormai al quinto anno, siamo cresciuti per dipendenti, libri a catalogo e riconoscimento pubblico; a permetterci di mantenere un equilibrio tra questa espansione e la cura nei confronti dei libri pubblicati sono i sentimenti di amicizia e di coesione che ci legano. La vita in redazione è frenetica, ma il fatto che ci guardiamo le spalle a vicenda ci permette di lavorare con serenità.

Bao è oramai una realtà consolidata nel panorama fumettistico nazionale, e non solo, anche grazie a una folta squadra di talenti. Zerocalcare, punta di diamante del team e bomber di sostanza, Cyril Pedrosa fantasista e rifinitore dal tocco preciso e delicato, Stefano Simeone e Alberto Madrigal instancabili ali sulle fasce, solo per citarne alcuni. In questo “Dream Team” in che ruolo ti vedi?
Faccio la traversa? No, a parte gli scherzi, mi vedo molto di più in un ruolo a bordo del campo, gli editor fanno un lavoro oscuro che raramente emerge. Questa sortita in campo (e qui la chiudiamo con la similitudine calcistica) è stata elettrizzante, e aver lavorato in questi anni con gli artisti e amici che hai citato (in minima parte) mi ha insegnato più di quanto potessi sperare.

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Parliamo del tuo passato, delle tue “origini segrete”: come e quando è nato il tuo amore per la nona arte? Quale è stato il tuo percorso di formazione artistica?
A parte i Topolino che leggevo “ereditandoli” dalle mie sorelle, sono cresciuto leggendo Bonelli, il primo acquisto ponderato fu un Almanacco della Paura 1996. Per tutto il liceo sono andato avanti leggendo solo italiani, ero un lettore distratto, non facevo distinzione di sceneggiatori o disegnatori, tutto veniva racchiuso dal titolo della testata, che fosse Dylan Dog, Dampyr o Martin Mystère. Il mio periodo di puro nerdismo è cominciato tardissimo, al primo anno di Università, quando alcuni amici mi hanno introdotto ai volumi Vertigo e mi hanno aperto il terzo occhio. Da The Sandman in poi, ho capito che volevo scrivere, e volevo scrivere fumetti. Sempre quegli amici mi hanno permesso di accedere a collezioni di fumetti fantasmagoriche, saltando a piè pari le parti dimenticabili, per seguire gli highlight della storia del fumetto. Dopo aver studiato giornalismo a Bari, sono passato prima per Bologna (studiando sceneggiatura per il cinema) e infine a Milano.

Sei nato e cresciuto a Bari, città recentemente nominata come “la più felice d’Italia”. Quanto pensi che questa abbia influenzato il tuo percorso di vita, oltre che quello artistico? Quali sono i vantaggi che il nascere a Bari ti ha dato? E, di contro, quali sono gli svantaggi, dato che Bari è oggettivamente una città fortemente periferica del mondo dell’editoria a fumetti?
Purtroppo, ho dovuto abbandonare Bari per cercare di realizzare il mio sogno, lavorare nel fumetto. Non saprei fare un distinguo tra i pro e i contro della città, so solo che, per una crescita personale, ritengo che sia necessario allontanarsi dal posto in cui si è nati. Bisogna sempre sacrificare qualcosa per raggiungere un obiettivo, e diciamo che io sono un grande amante delle strade in salita, le sfide mi entusiasmano.

Sei un artista giovane e promettente, uno di quelli che, sostanzialmente, ce la sta facendo. Cosa ti sentiresti di consigliare a coloro che, più giovani di te, si vogliono affacciare nel mondo del fumetto?
Premesso che mi imbarazza la definizione artista-giovane-promettente, per chi vuole avvicinarsi al mondo del fumetto, do un consiglio e una speranza. Il consiglio è di farsi trovare pronti, di essere competenti ma non saccenti, disponibili ma non disperati, educati ma non timidi; la professionalità, intesa come approccio a libri, persone e ruoli, è la qualità che paga di più, a patto di trovare interlocutori seri. La speranza è che il mondo del fumetto è molto aperto alle new entry, alle nuove idee, anche se questa mancanza di “selezione all'ingresso” ti costringe a distinguerti per personalità.

Chiudiamo con uno sguardo al futuro: quali sono le tue aspettative riguardo Il settimo splendore? E, guardando ancora più avanti, stai già lavorando a qualche nuovo progetto?
Spero che il libro metta ad altri la voglia di scrivere. I libri che ho più amato mi hanno sempre dato il desiderio di scrivere, di mettermi alla prova. L'idea di avere un effetto simile su qualcun altro è potentissima. Ah, e spero che venda anche vagonate di copie. O che almeno vada in pari, il rovescio della medaglia del lavorare nella casa editrice che ti pubblica è che quando poi arrivano i dati di vendita non c'è alcun tipo di “filtro con la realtà”.
Per i nuovi progetti, avrei una storia che mixa viaggi nel tempo, musica rock e storie adolescenziali. Devo solo trovare un disegnatore paziente e una casa editrice che mi pubblichi.

Grazie per la tua disponibilità, ci vediamo presto al Lucca Comics & Games.

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Il settimo splendore

Per leggere l'intervista a Leonardo Favia e l'anteprima del volume, clicca qui.

Il passato, si sa, spesso nasconde scomodi segreti e fantasmi che sarebbe auspicabile non risvegliare: accade, a volte, che un figlio si trovi costretto a confrontarsi con verità sui propri genitori delle quali sarebbe stato meglio non venire mai a conoscenza.

Diciamocelo, nel corso dell’infanzia, o perlomeno nella maggior parte dei casi, vediamo i nostri genitori con occhi privi di oggettività: nostro padre è il nostro Superman personale, forte e coraggioso, senza macchia, mentre nostra madre rappresenta uno scudo indistruttibile dietro il quale trovare riparo dai nostri fallimenti, paure e ansie.
Arriva però un giorno nel quale i figli si emancipano dai loro genitori, e nella loro indipendenza arrivano alla consapevolezza che coloro che ci hanno dato la vita sono semplicemente uomini e donne, con i loro pregi, ma anche con i loro difetti.
A volte capita che questo processo, altrimenti fisiologico, risulti assai traumatico e destabilizzante: ciò avviene quando scopriamo che qualcosa che avevamo eretto a certezza assoluta crolla improvvisamente e irrimediabilmente, scatenando conseguenze spesso terribili da affrontare.

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Il settimo splendore, romanzo a fumetti scritto da Leonardo Favia e disegnato da Ennio Bufi, edito da Bao Publishing, narra la storia di un figlio, Modì, che parte alla volta di Parigi alla ricerca di verità nascoste sul passato di sua madre, nata in Francia e che proprio nella capitale aveva perso la vita in circostanze drammatiche.
Fra le strade e i vicoli di Parigi, Modì avrà modo di fare numerose conoscenze e di ricostruire, a poco a poco, la difficile esistenza della propria mamma, costellata di misteri e tragicità. Nel corso della sua ricerca, il Nostro avrà modo di fare nuove conoscenze, alcune delle quali determinanti per la sua vita, e di riscoprirsi come individuo, trovando uno scopo e una direzione, alla ricerca di una verità apparentemente irraggiungibile perché sepolta nel passato.

Il settimo splendore è un libro che riflette sull’importanza della memoria, custode sempiterna dei nostri trascorsi, ma talvolta fonte ingannevole, in quanto frutto di una percezione soggettiva,  quando si tratta dei ricordi della nostra infanzia, età nella quale, appunto, non si è ancora in grado di cogliere ogni sfumatura degli eventi vissuti.
Il passato di Modì è infatti quello di un bambino cresciuto in un contesto difficile, in una famiglia “spaccata” a causa della separazione dei propri genitori. A questo si aggiunge il peso di una madre afflitta da seri problemi psicologici, che ne hanno condizionato la vita fino alla sua prematura fine.

Ed è proprio l’attenta analisi psicologica dei protagonisti uno dei meriti maggiori dello sceneggiatore, il quale riesce, con delicatezza e attenzione, a parlare di un tema assai spinoso da raccontare: sia Modì che la mamma sono infatti personaggi che le persone “normali” non faticherebbero a definire "instabili".
Ma chi è veramente una persona instabile? Probabilmente questi sono semplicemente esseri umani nati con una sensibilità diversa, più profonda e intensa, che porta a somatizzare in maniera più accentuata le varie vicissitudini che la vita ci impone di affrontare: in un mondo frenetico e superficiale, quale è quello in cui viviamo, capita spesso che dentro questi soggetti qualcosa si rompa, a volte in maniera irrimediabile, trasformando la vita in un vortice di ansie e preoccupazioni, di frenesia e paura, dal quale diventa sempre più difficile uscire.

Il settimo splendore è una storia che parla di crescita individuale, di presa di coscienza e coraggio, quando è troppo tardi per continuare a temporeggiare: evolversi o soccombere, dunque, con la consapevolezza che ogni crescita impone un sacrificio.
Cosa siamo quindi disposti a sacrificare veramente per crescere e superare i nostri limiti e le nostre paure?

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Il lavoro di caratterizzazione dei personaggi, protagonista “in primis”, è encomiabile: Favia riesce a creare in Modì un character a tutto tondo, dotato di una complessità emotiva e psicologica straordinaria, ricco di sfaccettature che rendono il Nostro, in una parola, umano.

Come già detto, la storia si svolge a Parigi: la capitale francese è vera e propria protagonista, silenziosa ma onnipresente, del racconto.
La città che ci viene presentata non è però quella “da turista”, quanto piuttosto quella dei vicoli e dei Cafè, dei lampioni dalla luce gialla e della scalinate nascoste.
Parigi è quanto mai rappresentata in maniera sincera e romantica, in un vero e proprio tributo dell’autore a una città archetipo per ogni artista.

Se la città ci appare più bella che mai grande merito va dato all’artista che si è occupato della parte grafica del libro: Ennio Bufi riesce, con il suo tratto morbido e ricercato, a infondere vita ad ognuna delle 120 e passa pagine de Il settimo splendore.
Il lavoro compiuto sulla resa espressiva dei personaggi, oltre che sulle precisa resa delle scenografie, contribuisce in maniera rilevante a dotare l’opera di quella piacevole gravità emotiva che ogni lettore apprezzerà.

Non si può non sottolineare, in questo senso, il pregevole lavoro compiuto da Walter Baiamonte ai colori: con i suoi pastelli dalle tonalità cangianti il colorista riesce al meglio a esprimere il “mood” in continua evoluzione del racconto.

Il settimo splendore, dunque, parla di crescita e sacrificio, perdita e dolore, paura e coraggio: in sostanza, parla di vita.
Perché Modì potrebbe essere potenzialmente ciascuno di noi, dato che, nella vita, ogni essere umano si trova a dover compiere delle scelte che ne influenzeranno il destino, scelte a volte difficili, a volte doverose, e non necessariamente giuste.
Arriva per tutti il giorno nel quale dobbiamo decidere chi vogliamo essere, e, una volta presa una decisione, iniziare a correre verso il nostro futuro, senza mai fermarsi a guardare indietro, nella speranza che ciò che c'è ad aspettarci sia migliore di ciò che ci siamo lasciati indietro.

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Niente Paul Pope a Lucca Comics & Games 2014

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Vi avevamo annunciato che quest'anno al Lucca Comics & Games la Bao Publishing avrebbe portato come ospiti Paul Pope, Fiona Staples e Brian K. Vaughan.

Purtroppo però a seguito di alcuni problemi di salute Pope non potrà essere presente alla convention. Ci saranno moltissimi altri ospiti però che renderanno grande la festa a Lucca. Per citarne alcuni Roberto Recchioni, Fumio Obata, Vanna Vinci e Zerocalcare.

Di seguito vi riportiamo il contenuto del post apparso sul sito della casa editrice.

"Lucca, stiamo arrivando!

Dal 30 ottobre al 2 novembre ci sarà Lucca Comics & Games 2014, e BAO Publishing non potrà mancare. Ci troverete allo stand E219 al padiglione Editori in Piazza Napoleone.
Avremo un sacco di ospiti e di novità da presentarvi: Brian K Vaughan e Fiona Staples per Saga (di cui però non ci sarà il Volume 4, che esce ai primi di dicembre, in contemporanea con gli USA, ma avremo il nuovissimo volume Mystery Society, di Steve Niles e Fiona Staples, casomai non sapeste cosa farle autografare...), Fumio Obata per Si dà il caso che, Cameron Stewart per Sin Titulo, Zerocalcare per Dimentica il mio nome, Vanna Vinci per Il richiamo di Alma, Sergio Gerasi per In inverno le mie mani sapevano di mandarino, Nicolò Pellizzon per Gli amari consigli, Ennio Bufi e Leonardo Favia per Il settimo splendore, Elena Casagrande per Suicide Risk (il terzo volume sarà in anteprima proprio in quei giorni), Sualzo per Gaetano e Zolletta, e diversi autori di Orfani, compreso Roberto Recchioni, saranno in dedica al nostro stand a più riprese.
Dobbiamo purtroppo informarvi sul fatto che Paul Pope non potrà esserci. Paul ha un problema di salute che in certi periodi, difficili da prevedere, gli impedisce di viaggiare. All'ultimo momento ci ha fatto sapere di dover rinunciare, a malincuore, alla sua prima Lucca. Ci sarà virtualmente, perché allo stand avremo in anteprima il primo dei due volumi di Aurora West.
Troverete anche il set dei magneti da frigo di Zerocalcare e vi potrete portare via le tote bag di Zerocalcare di quest'anno e quella ufficiale BAO (che ha sopra Gatto Bugia, non diciamo altro).

Lunedì prossimo pubblicheremo il calendario ufficiale delle sessioni di dediche e le modalità per averle. Vogliamo che abbiate l'esperienza più serena e positiva possibile, al nostro stand, e per questo dovremo stabilire poche, semplici regole.
Stiamo scalpitando per incontrarvi, e non vediamo l'ora di cominciare questa straordinaria edizione della nostra fiera preferita".

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