Menu

GP Publishing - speciale bédé:intervista a Luca Baboni

previews_durangoÈ di qualche giorni fa la notizia che GP publishing continuerà a pubblicare alcune tra le più famose saghe del fumetto francese, nel formato che in Italia è da decenni sinonimo di avventura.

Abbiamo raggiunto Luca Baboni, coordinatore editoriale in GP, e abbiamo fatto due chicchere con lui a proposito di questo progetto e degli altri legati alla casa editrice milanese.

Qui a fianco trovate la pagina da GP preview che annuncia i due nuovi titoli; vi proponiamo, in oltre, la recensione in anteprima del primo numero di Durango, che sarà in edicola ogni mese dal prossimo 6 febbraio, e i link alle recensioni dei precedenti titoli bedè pubblicati da GP: Wisher e Il Cacciatore.

Buona lettura.

Recensione in Anteprima di Durango 1
Recensione di Wisher 1-2
Recensione di Il Cacciatore 1


Ciao Luca, bentornato su Comicus.
La linea di bande dessinée targata BD ha visto il suo lancio a Lucca. A distanza di qualche mese potete dirvi soddisfatti di questo lancio? Qual è stata la risposta del pubblico?

Ciao a tutti, è davvero un piacere poter tornare a parlare ai lettori attraverso Comicus, un portale a cui sono molto affezionato.
Ma veniamo a noi: la linea bédé ha visto la luce a Lucca Comics 2011, tra le facce un po’ stranite dei lettori che non erano abituati a trovarsi titoli come Il Cacciatore e Wisher a fianco di Blazer Drive e Monster Hunter Orage. Noi di GP eravamo molto curiosi della risposta del pubblico, e Lucca ci ha dato la possibilità di parlare direttamente con la gente e di vedere con i nostri occhi il tipo di pubblico interessato a questo prodotto. Avevamo paura che Wisher e Il Cacciatore fossero sovrastati da Billy Bat o Sailor Moon, ma non è stato così: la gente li visti, toccati con mano, e in molti li hanno acquistati. Da parte nostra, c’era molta curiosità attorno a questo progetto.
È evidente che, se per Wisher e Il Cacciatore si è trattato di un vero e proprio test per calibrare la reazione del pubblico, la bontà del prodotto stampato, e tutte le problematiche legate alla distribuzione di un prodotto di questo genere (senza dimenticare che, essendo un test, non ha avuto una pianificazione promozionale vera e propria, ma solo un lancio sul GP Previews che in pochi hanno interpretato correttamente), siamo discretamente ottimisti riguardo il risultato finale. Avevamo già in mente una fase due già da questa estate, e l’abbiamo pianificata nei dettagli.

Nel pensare la vostra collana di bande dessinée avete operato alcune scelte che sono state molto discusse dai lettori. In primis quella della riduzione del formato e del bianco e nero. A cosa si deve questa decisione?

Perché volevamo portare in edicola il grande fumetto d’avventura, ma a prezzi popolari. E il miglior modo per farlo, a nostro parere, era quello di presentarlo nel formato classico con il quale si usa proporre un certo tipo di fumetto in Italia. Il formato “bonelli” è ovviamente e naturalmente associato al fumetto d’avventura “popolare”. È chiaro che volevamo essere associabili come posto a scaffale a quel tipo di fumetto, ma non volevamo fare azione di disturbo. Conseguentemente la scelta di alzare il prezzo di copertina rispetto a un “bonelli” classico.
D’altra parte, io personalmente sono un grande amante del bianco e nero, e credo che il tratto degli autori non ne esca penalizzato: lo considero, anzi, un esperimento interessante. Guardate le tavole di Swolfs: credete davvero che il bianco e nero abbia imbruttito i disegni? Io no. Credo anzi che, da un certo punto di vista, abbia esaltato il gusto classico nella composizione della tavola e i suoi personaggi intensi e dettagliati. Il colore non è una cosa in più. È semplicemente… un’altra cosa.

La scelta di questo formato è stata criticata da alcuni lettori, specie per Wisher, dove i disegni di Giulio De Vita sono parsi penalizzati dall'abbandono del colore e dalla compressione della tavola. Da lettore e da editore, ritieni giusto il "sacrificio" artistico per proporre un prodotto a prezzo popolare e concorrenziale?

Come dicevo prima, abbiamo fatto un esperimento: abbiamo preso un fumetto nato in un certo tipo di contesto culturale e commerciale, e l’abbiamo proposto nel nostro mercato, in una forma più vicina alle nostre esperienze di lettori. Non credo sia un delitto, e nemmeno un azzardo: solo la volontà di presentare un bel fumetto a un pubblico molto vasto, secondo forme consolidate. D’altronde, prima di pubblicare abbiamo fatto prove e prove di riduzione a formato assieme a Mauro Corradini, il nostro grafico, per capire se le tavole sarebbero uscite penalizzate e abbiamo verificato che la resa era più che accettabile. È ovvio che il purista storca il naso, ma nessuno si è lamentato quando la stessa serie è stata serializzata in formato rimpicciolito su LancioStory. O no?

Cosa sta alla base della scelta di questi titoli (vecchi e nuovi)? Cosa vi ha convinto a puntare su questi? E dopo, quali pensate di aggiungere?

Innanzitutto, mi pare giusto premettere che l’idea di tutta la linea e la relativa scelta dei titoli è stato un parto a due fra il nostro Francesco Meo e l’amico Andrea Rivi di Nona Arte (ora ReNoir). L’intenzione era di iniziare con due titoli molto lontani tra loro, per disegni e sensibilità narrativa. Ed è in quella direzione che vogliamo andare, cioè in qualsiasi direzione: ci piacerebbe presentare autori classici e giovani, thriller e western, insomma fumetti diversi accomunati da una sola cosa: la qualità del prodotto.

In poco tempo GP è passata dal pubblicare quasi esclusivamente manga (se si escludono i vari magazine per ragazzi) ad aprire tre nuove linee, una di adattamenti di romanzi in graphic novel, una di fumetti americani e una di serie e miniserie francesi. Un'esigenza per rimanere nel mercato o semplicemente una gran voglia di osare a 360°?

Chi non si evolve, muore. Che casa editrice è quella che sta perennemente arroccata sui suoi dogmi editoriali? A noi i fumetti piacciono, e quindi perché non dobbiamo tentare nuove strade? Variare l’offerta è un ottimo modo di parlare con diversi tipi di lettori e quindi crescere umanamente e professionalmente. Poi, francamente, trovo che avere in catalogo autori del calibro di James Patterson, Joe Lansdale e Yves Swolfs sia quantomeno… entusiasmante. Per non parlare di Monster Allergy, che personalmente trovo fenomenale.
Quindi, se devo rispondere alla tua domanda, ti dico sì per entrambe le cose, ma soprattutto per la voglia di osare.

Abbiamo approfondito i titoli francesi da voi proposti, puoi elencarci le vostre altre novità?

Be’, a febbraio ritorna Monster Hunter, questa volta in una serie di volumi direttamente prodotti da CAPCOM legati all’universo del famoso videogioco. E poi date un’occhiata a Lost Seven 1, un fantasy appassionante e bizzarro (chi saranno mai, poi, questi seven?) e alla nuova serie degli one shot legati ad Alice in Heartland. E come non parlare di Soulfire 1, primo di due volumi che riporteranno in Italia (finalmente in un’edizione definitiva e completa) l’ultimo lavoro del compianto Michael Turner?

Parliamo dei vostri manga, sappiamo benissimo che questo mercato è affollato da vari editori. Dalla vostra nascita ad oggi siete soddisfatti dei risultati ottenuti?

Siamo molto soddisfatti. Abbiamo iniziato nel 2009 pubblicando una decina di albi al mese, ora abbiamo un catalogo ricco che conta più di 500 volumi all’attivo, una rivista mensile dedicata, un nuovo distributore e addirittura una rete promozionale imbastita ex novo. E, ovviamente, un piano editoriale in continua crescita.
Nel 2009, alle fiere la gente ci riconosceva per il logo di Monster Hunter: neanche sapeva chi fossimo e cosa pubblicassimo. Ora i lettori cercano anche GP. E questo è un traguardo bello e importante.

Fiore all'occhiello del vostro catalogo manga, è la pubblicazione di volumi inediti di Naoki Urusawa che di sicuro ha confermato la vostra attenzione al manga d'autore. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro in questo senso?

Due nomi su tutti: Moyashimon e Usagi Drop. Il primo è uno dei manga più attesi dell’anno e un vero successo in Giappone. L’autore, Masayuki Ishikawa, realizzerà addirittura le copertine ad hoc per l’edizione italiana. Il secondo si chiama Usagi Drop, un titolo toccante e attesissimo che non vediamo l’ora di pubblicare.
Infine, segnalo che a maggio prenderà il via a cadenza mensile Medaka Box, un manga molto divertente pubblicato in Giappone da Shueisha e scritto da NisiOisiN (l’autore di Death Note Another Note e XXXHolic: Anotherholic).

Torna in alto