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Loudun: Paolo Armitano e Davide Furnò

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La storia di Loudun ha avuto svariate versioni in più campi: letteratura, teatro, lirica, cinema. Quanto vi hanno ispirato quegli adattamenti? Le fattezze dei personaggi sono di vostra ideazione?

A&F: A dir la verità, durante la lavorazione del volume sapevamo dell’esistenza di libri e film ispirati a questo fatto storico. Per evitare influenze di ogni tipo, e far uscire una versione che fosse il più possibile “nostra”, abbiamo evitato di guardare le altre versioni. Guardavamo film ambientati in quell’epoca, ma non gli adattamenti di Loudun. Solo una volta finito il volume, ci siamo un po’ rifatti vedendo il film visionario di Ken Russell del 1971. Bello.
Le fattezze dei personaggi sono nostre. Un mix di pizzetti, baffi, acconciature dell’epoca, presi da film, quadri, incisioni ecc…

Vi siete mai per un momento sentiti a disagio nell'illustrare una storia così cruda, di una violenza stratificata?

A&F: No no, mai… anzi, questo tipo di atmosfere ci è congeniale.
In fondo, rabbia e violenza sono sentimenti che in misura diversa tutti ci portiamo dentro. Noi abbiamo potuto sfogarli disegnado, è catartico, e non si fa del male a nessuno.

Immaginiamo che il lavoro pittorico alla base di Loudun sia stato massacrante per impegno e costanza richiesto. Siete soddisfatti della resa su carta della vostra fatica?

A&F: È stato un lavoro molto impegnativo, ma ne è valsa la pena. È una bella soddisfazione avere tra le mani un volume del genere, e siamo decisamente soddisfatti dalla resa dei colori. Per questa edizione abbiamo potuto seguire di persona il procedimento di stampa e il risultato finale ci è piaciuto molto. È uscito in stampa esattamente ciò che vedevamo noi sui nostri monitor.
 
Abbiamo apprezzato la vostra regia nel presentare vignette di formato affatto banale che in un certo senso sovrascrive e completa la narrazione voluta dallo sceneggiatore, specie riguardo i tempi. Poiché Rusig era alla prima prova su storia lunga, quanto ha influito la vostre esperienze precedenti?

A&F: Hervè Rusig e Christophe Bec, il supervisore del libro, dopo aver visto le primissime tavole, ci hanno lasciato da subito massima libertà su ogni fronte: inquadrature, disposizione delle vignette, espressioni ecc. E, anche laddove abbiamo apportato qualche piccola modifica alla sceneggiatura, vedendo che il risultato finale gli piaceva, sono stati loro i primi a dire “Ça va bien!”. Ora, non sappiamo se tutti gli sceneggiatori francesi lascino così tanta briglia ai disegnatori, però con noi è stato così.

Questa esperienza di oltralpe come è nata? Com'è stato lavorare per un mercato ricettivo come quello francese, così aperto alle collaborazioni con autori provenienti dall'estero?

A&F: L’esperienza è nata quasi per caso. Abbiamo spedito un’e-mail con curriculum in francese maccheronico, alcune nostre tavole a colori e in biancoenero, e i link dei nostri blog a varie case editrici, sicuri che ci avrebbero risposto dopo un secolo, o giù di lì.
Invece, dopo due ore, Jean Wacquet, il direttore della Soleil, ci ha contattato.
Sul blog di Davide ci sono alcune tavole pittoriche che ha realizzato quando ancora lavorava come dipendente per la BGS D’Arcy che è unìagenzia di pubblicità per la quale ovviamente faceva l’illustratore. In quel periodo aveva scritto una storia dai toni molto scuri e aveva iniziato a fare qualche tavola.
Qui c’è il link, se vi interessa: http://davidefurno.blogspot.com/2007/12/fumetto-inedito_07.html
Jean Wacquet le ha notate e ci ha chiesto se volevamo disegnare un volume usando quello stile.
Inutile dirvi cosa abbiamo risposto. Il giorno dopo avevamo la sceneggiatura tra le mani.
Ci è piaciuto collaborare con Christophe Bec e Hervè Rusig. Sono stati entrambi molto professionali, ed è filato tutto liscio.
Preziosi sono stati i consigli di Bec quando Davide ha realizzato la copertina. Lui aveva in mente qualcosa di più cupo, guardate qui:


Ma Bec gli ha fatto notare che in Francia la copertina avrebbe dovuto essere più “decorativa”. Era meglio non spaventare, ma attrarre il pubblico.
Insomma abbiamo imparato lavorando e questo è l’aspetto più bello del nostro lavoro.

Potete rivelare il tempo medio di lavorazione per singola tavola, completa in ogni particolare di vostra pertinenza? Compatibilmente con gli altri impegni in atto, è prevista a breve termine un'altra incursione nel campo della bédé?

A&F: Tutto il volume è stato disegnato e colorato in nove mesi, ma è difficile dire quale fosse il tempo medio per ogni tavola perché in contemporanea lavoravamo molto per la pubblicità (stoyboard, layout ecc…) e su altri lavori che stavamo iniziando in quel periodo.
Per il momento siamo entrambi molto presi da altri progetti, ma siamo sempre in contatto con i colleghi francesi. Presto o tardi, trovato un progetto che ci calzi, vorremo certamente ripubblicare qualcosa oltralpe.


Giovanni La Mantia
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