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Andrea Iovinelli e Massimo Dall'Oglio, autori di Underskin

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Siamo nel futuro.
Eidos è una bellissima città-stato, un conglomerato gigantesco dove la forza lavoro è quasi interamente affidata ai robot; eppure, sotto questa coltre dorata qualcosa inizia a scricchiolare.
Fin dove è disposto a spingersi l'uomo per la conquista dell'immortalità? Andrea Iovinelli e Massimo Dall'Oglio, autori di Underskin, sembrano avere la risposta.

Andrea Iovinelli, come nasce Underskin e la tua collaborazione con il disegnatore Massimo Dall'Oglio?

Underskin nasce semplicemente, come per tutte le mie storie, dalle mie varie passioni e dai miei troppi interessi (ma credo che questo valga un po' per tutti gli scrittori), in questo caso specifico una delle più "viscerali", la fantascienza. Lo spunto vero e proprio viene da uno splendido racconto di Richard Matheson, Deus ex Machina, che poi ho opportunamente elaborato e sviluppato con vari altri concetti e temi, lasciando intatta però proprio quell'iniziale idea, volutamente, affinché non ci fosse alcun dubbio sulla paternità dell'ispirazione iniziale. Massimo Dall’Oglio invece l'ho conosciuto per puro caso, grazie ad Internet e al suo immenso talento che ha attirato la mia attenzione. Mi propose di scrivere una storiella per il suo Donnell & Grace, io rilanciai proponendogli di realizzare un progetto, gliene presentai diversi e lui, appassionato come me di fantascienza, scelse Underskin, che allora si chiamava ancora Sottopelle.

Chi sono i protagonisti di Underskin e che mondo è quello in cui agiscono?

I personaggi con una certa importanza sono diversi, ma i protagonisti centrali sono indubbiamente due: Sam Baron, ispettore di polizia, e l'avvocatessa Vanessa Key, coinvolta suo malgrado nel gigantesco complotto organizzato dalla Geld degli Immortalanti, una società nata come impresa mercantile e trasformatasi quasi in setta segreta, il cui fine ultimo è conquistare l'immortalità. Quest'ultima, per i potentissimi membri della Geld, è l'unica possibilità di salvezza e di "elevazione spirituale" dell'uomo, e sono disposti a tutto pur di veder realizzate le loro aspirazioni. Baron si troverà ad indagare sul caso proprio in seguito alla denuncia della stessa Key. Il mondo in cui si muovono è un vero e proprio microcosmo, perché Eidos, il luogo dell'azione, è una sconfinata città-stato con una popolazione di un miliardo di abitanti. Ciò nonostante, Eidos è anche, o appare come, una città idilliaca, quasi utopistica, e questo è possibile solo perché in questa società del futuro i lavori più difficili, pericolosi o pesanti, sono affidati quasi esclusivamente ai robot. L'abitante medio di Eidos lavora solo cinque ore al giorno, eppure il livello di benessere è altissimo, tutti godono di ottima salute e vivono una vita serena. Tuttavia, com'è facile intuire, non è tutto oro ciò che luccica… e altre volte non luccica nemmeno.

Come avete lavorato tu e Massimo sul character design e sull'aspetto grafico dell'enorme città di Eidos?

Con Massimo all'inizio abbiamo deciso una sola cosa: che l'aspetto e il livello tecnologico di ambienti, costumi, oggetti, armi, ecc., fosse un po' rétro. Poi per quanto riguarda la parte grafica, io solitamente delego ogni onore ed onere ai disegnatori. Penso spetti solo a loro curare la parte grafica, in primis perché è il loro lavoro e, in genere, ne sanno più degli sceneggiatori, e poi perché credo fermamente che ognuno debba "divertirsi", o comunque trarre un certo piacere nel fare il proprio lavoro, quindi preferisco sempre lasciar loro scegliere di disegnare cose che li soddisfino e li appaghino. In questo modo sono quasi certo che ne uscirà il miglior lavoro possibile.

Underskin è un sentito omaggio alle tue due grandi passioni: i manga e la fantascienza.

Sì, certo, sono due dei miei tanti interessi. Più che i manga però, direi i fumetti in generale, perché io non faccio molte distinzioni tra comics, bande dessinée, manga o historieta. A me basta che un fumetto sia bello, punto. La sua nazionalità, la sua provenienza, le sue origini, mi interessano poco. Diciamo piuttosto che nei manga trovo molte storie che mi piacciono, perché per gusti, generi narrativi, temi e tipo di narrazione sono più vicino a quel mondo rispetto per esempio ai comics, dove i supereroi, che costituiscono buona parte della produzione, difficilmente riescono ad appassionarmi.

È un progetto che tenevi da sempre nel cassetto?

Sì, è uno dei tanti progetti che ho scritto e che stanno nel cassetto, magari pensati per qualche disegnatore improvvisamente dileguatosi, pronti per essere tirati fuori quando si presenta una buona occasione, o secondo l'occorrenza del caso. Nel caso di Underskin, una serie di fortunate coincidenze ha permesso a questa serie di prender vita: il fatto che fosse già bell'e pronto, che io abbia conosciuto Massimo, e che lo stesso progetto gli sia piaciuto, e infine che gli Humanoidi stessero cercando proprio quel tipo di progetto.

La saga di Underskin si conclude in questo primo volume?

No, Underskin si concluderà in 4 volumi. Il terzo è già stato completamente scritto, e se riusciremo a rispettare la scadenze, entro giugno 2009 dovremmo finire tutto quanto.

 



Massimo Dall'Oglio, quanta libertà ti ha lasciato Andrea nella realizzazione di Underskin?

Tantissima! Visivamente ho avuto carta bianca e Andrea, con le sue sceneggiature, ha fatto sì che mi esprimessi al meglio senza vincolarmi in alcun modo. Ovviamente, avendo entrambi una grande passione per la fantascienza ed il cyberpunk, è stato ancora più semplice trovare un immaginario visivo in cui "immergersi". Credo che questo sia uno dei punti di forza di Underskin: come autori non siamo mai stati in disaccordo sui nodi di progettazione della serie, storia e disegni hanno
avuto uno sviluppo estremamente "spontaneo e naturale".

Il tuo stile, particolarmente dinamico, deve molto alla tradizione manga. Sei da sempre un appassionato di questo tipo di prodotto?

Decisamente sì. Provengo dalla cultura del manga giapponese degli anni  '80 e '90: Katsuhiro Otomo, Masamune Shirow, Jiro Taniguchi, Yukito Kishiro ecc… Ho sempre letto moltissimi manga dai tempi del liceo, da quando acquistai il primo numero di Zero su cui veniva pubblicato Ken il Guerriero; è naturale che il mio modo di disegnare sia caratterizzato da una forte impronta orientale.

Ci puoi parlare del tuo altro progetto per Edizioni BD, L'Era dei Titani, realizzato su testi di Adriano Barone e in uscita nel 2009?

L'Era dei Titani è un omaggio ai robot giganti. Adriano Barone tempo fa mi propose questo progetto: robot giganti, spionaggio, il mondo abitato da superstiti e mi piacque subito perché a tratti mi rievocava quel capolavoro che s'intitola Nausicaa. È un fumetto di fantascienza dove la protagonista (Cassie) pilota un "guardiano", una complessa macchina creata per proteggere dalla minaccia dei Titani gli esseri umani sopravvissuti a guerre e cataclismi; i Titani sono mostri giganteschi che popolano la terra e bramano la distruzione del genere umano! Con L’era dei Titani cercheremo di rievocare il design tipico dei robot giganti degli anni '70 senza negarci però il gusto di rivisitare molti elementi in chiave puramente moderna. È un lavoro molto divertente e ci stiamo mettendo parecchie energie spinti da un grande coinvolgimento emotivo, in fondo rievochiamo un mondo e una cultura che hanno fortemente caratterizzato la nostra adolescenza.

 



Luca Baboni
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