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I dettagli del crossover fra Dampyr e Dylan Dog

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Con un post su Facebook, Roberto Recchioni svela nuovi dettagli sul crossover fra Dampyr e Dylan Dog che avverrà a luglio. La storia si dividerà fra gli albi delle due testata le cui copertine formeranno un'unica illustrazione realizzata Gigi Cavenago ed Enea Riboldi.

L'avventura vedrà Mauro Boselli ai testi per Dampyr e Giulio Antonio Gualtieri e Recchioni per Dylan Dog. Alle matite troviamo Bruno Brindisi (Dampyr) e Daniele Bigliardo (Dylan Dog).

Di seguito, potete vedere la bozza delle cover postata da Recchioni.

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Star Comics: i dettagli di Roberto Recchioni presenta I Maestri del Mistero

  • Pubblicato in News

Dopo I Maestri dell'Orrore e I Maestri dell'Avventura, arriva per Star Comics la nuova collana Roberto Recchioni presenta: I Maestri del Mistero, di cui vi abbiamo già parlato qui. Come sempre, l'iniziativa sarà composta da 4 volumi (16x21, B., b/n, cartonati), con approfondimenti curati da Recchioni. I volumi saranno disponibili da novembre.

Ecco i titoli annunciati:

- I delitti della Rue Morgue e altri racconti di Michele Monteleone, Jacopo Paliaga e Andrea Carenzi

- Giro di Vite di Dario Sicchio e Jessica Cioffi

- Il ritratto di Dorian Gray di Giovanni Masi e Marianna Ignazzi

- Il mastino dei Baskerville di Giulio Antonio Gualtieri e Federico Rossi Edrighi

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Com'è la nuova ristampa di Dylan, la recensione de Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi 1-2

La riproposizione continua dei classici è una consuetudine che accomuna la letteratura come la musica e anche il cinema, non è un caso se ci sono film più replicati di altri in TV ad esempio. Questo avviene sia per l’affetto e il successo di un determinato titolo, sia per consentire a nuove generazioni di scoprirli per la prima volta. È giusto, dunque, che anche il fumetto si sottoponga a determinate logiche rendendo sempre disponibili quelle che sono le sue opere migliori e di maggior successo.
La valorizzazione del proprio catalogo è un processo che negli ultimi anni è ben presente negli alti piani della Sergio Bonelli Editore, colpevole in passato di mandare in edicola migliaia di pagine senza che ne restasse traccia alcuna il mese successivo. Un processo iniziato con lo sbarco in libreria, ma anche rinnovando la proposta legata alla ristampe. Chiuse, ad esempio, Tex tre stelle e Dylan Dog prima ristampa, queste due sono state sostituite con proposte alternative come Il Tex Classic a colori e Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi.

Quest’ultima proposta, in particolare, è alquanto singolare e meritevole di attenzione. La collana, infatti, si propone di ristampare i numeri della testata scritti dal suo ideatore Tiziano Sclavi ma in un ordine non cronologico e scelto dai suoi curatori, primo fra tutti Roberto Recchioni attuale editor di Dylan Dog. Non a caso si parte con Attraverso lo Specchio (disegni di Giampiero Casertano) e Golconda! (disegni di Luigi Piccatto), che sono rispettivamente il numero 10 e 41 della collana originaria. In queste sede vogliamo però evitare di parlarvi delle storie, che sono due fra le più amate di Sclavi e di Dylan, e concentrarci esclusivamente su questa nuova edizione.

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La prima nota positiva è data dall’assenza di numerazione sulla costina, soluzione che permette dunque di acquistare gli albi che si desiderano senza la sensazione di aver buchi nella collezione, scegliere i preferiti e collocarli nell’ordine che si vuole, magari quello cronologico dell’uscita originale o quella proposta da questa nuova testata.
Questa scelta è dovuta anche alla volontà di proporre la collana sia in edicola che in libreria, in cui non sfigurerà di certo grazie all’ottima cartonatura e a una carta d’alta qualità. Come potete vedere dalla foto qui di seguito,  gli albi di questa iniziativa sono più grandi dei classici bonelliani, il che segna un altro punto a favore. La grafica di copertina ripropone un pattern cartonato su cui è presente un disegno inedito realizzato da Gigi Cavenago, attuale copertinista della serie regolare di Dylan. Lo sfondo cartonato è naturalmente stampato come fosse una normale copertina, e ciò è evidente confrontando le cover dei primi due numeri in cui le imperfezioni tipiche del cartone riproposte sono identiche. Un lieve difetto, invece, è dovuto ai bordi in particolare quelli colorati di nero, che si decolorano facilmente. Inoltre, da segnalare, che il logo "Dylan Dog" sulla costina del secondo numero è più in alto rispetto a quello del primo, dunque disallineato.

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Di sicuro, il punto forte di questa edizione è il prezzo ultra-popolare di 4,90€. È pur vero che si tratta di ristampe, di un personaggio noto come l’Indagatore dell’Incubo e di un prodotto dalla tiratura alta (edicola + libreria), ma è indubbio che una proposta del genere risulti davvero invitante e proponibile solo da pochi.

Aprendo finalmente i volumi, possiamo analizzarne il contenuto. Come notiamo subito, oltre alla storia, sono presenti sia prima che al termine di quest’ultima una serie di approfondimenti che portano il totale delle pagine a 116. Il primo editoriale è a cura di Roberto Recchioni che, dopo un inquadramento storico, presenta la storia e i personaggi. Marco Nucci, invece, firma un secondo articolo d’approfondimento, che getta nuove luci su quanto leggeremo nell’avventura. Sempre Nucci, in chiusura, propone un’intervista/dialogo con il disegnatore della storia appena conclusasi. Nel primo volume, troviamo anche un'illustrazione inedita di Casertano realizzata per l'occasione.

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Infine, ma assolutamente non secondaria, anzi di certo una delle principali caratteristiche di questa iniziativa, è la nuova colorazione proposta (ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, che le storie nascono in bianco e nero). Su precisa indicazione di Tiziano Sclavi, infatti, la collana presenta una colorazione simile a quella degli EC Comics degli anni ’50, con in più effetto ingiallito tipico del veloce invecchiamento a cui la carta di quegli albi era sottoposta. Una scelta singolare che, non nascondiamo, in fase di presentazione pensavamo fosse molto più lieve. Avendo gli albi fra le mani, notiamo invece che l’effetto che presenta colori sbiaditi, retinatura e ingiallimento, è molto marcato. Un risultato tecnicamente apprezzabile, ma al tempo stesso rischioso. Motivo per cui ci è sembrato interessante parlarne con Luca Bertelè che cura la colorazione degli albi (insieme a GFB Comics), soffermandoci alche su alcune criticità.

La colorazione di questa collana si rifà ai classici EC Comics degli anni ’50, proponendo anche un effetto “invecchiamento” della carta. Come mai si è optato per questa scelta, approvata anche dallo stesso Sclavi, piuttosto che a una colorazione tradizionale?
Luca Bertelè: La resa del colore con i retini è stata una precisa richiesta di Sclavi, che avrebbe sempre voluto vedere Dylan colorato così. Credo che la sua passione per gli EC Comics sarà evidente anche nell’imminente Dylan Dog - I racconti di domani, che si rifà proprio alla formula di quegli albi. Inoltre una colorazione più tradizionale era stata già realizzata per i volumi di Repubblica. A mio avviso non avrebbe avuto senso riproporla tale e quale. Questa è un’edizione celebrativa, di Dylan e di quello scritto da Sclavi in particolare. Era obbligatorio pensare a qualcosa che la rendesse unica.

È stato semplice giungere a questo risultato? Che tipo di lavoro hai svolto per ottenere l’effetto finale e che tipo di approccio hai con le tavole originali che, ricordiamo, sono pensate per il bianco e nero?
LB: Sono partito dai colori realizzati per l’edizione di Repubblica, dato che non c’era il tempo per ricolorare tutto. In pratica il mio compito è stato quello di “rimasterizzata” la colorazione esistente, cercando di darle un fascino tutto nuovo. Una volta trovato il metodo e sistemati alcuni parametri, la lavorazione scorre via piuttosto veloce. Desaturo e schiarisco i colori esistenti, poi li trasformo in retini e infine applico l’effetto "carta rovinata". La dimensione dei retini può variare da disegnatore a disegnatore, in base alle esigenze del segno e ai neri presenti sulla tavola.

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Dalle premesse iniziali pensavo che l’effetto vintage fosse molto più lieve, invece sfogliando i primi due numeri ho visto che è molto marcato. Non temete che alla lunga possa stancare questa scelta cromatica?
LB: È una collana pensata in questo modo, sin dalla copertina e dalla scelta dei materiali che sono stati usati. Chi apprezza questo tipo di prodotti sicuramente sarà attratto anche dal gusto retrò della colorazione. E del resto, ci sono collezionisti che cercano le prime edizioni di albi Marvel e DC proprio per avere la colorazione originale con questo tipo di resa, anziché le nuove edizioni ricolorate!

Un’ultima nota: notavo che i baloon sono stati lasciati bianchi, creando un netto contrasto. Come mai non sono stati ingialliti insieme alla tavola, sono state fatte prove in tal senso?
LB: Inizialmente l’effetto della carta invecchiata era esteso su tutta la tavola. Dopo alcune prove di stampa hanno ritenuto preferibile lasciare bianchi i baloon, per evitare che le macchie e lo sporco della carta, rendessero difficile la lettura dei testi. È un bellissimo oggetto, è vero, e già così sarebbe splendido da collezionare. Ma è pur sempre un fumetto, bisogna leggerlo, e in nessun modo vogliamo renderne difficile la fruizione.

Dopo l’approfondimento fornitoci da Bertelè, è doveroso giungere a una conclusione. È naturale che la qualità della proposta sia alta dato il materiale che la Bonelli ristamperà al suo interno. La confezione e la cura editoriale fanno sì che anche chi possiede più versioni di queste storie possa goderne anche in questa nuova veste. Per i nuovi lettori, sarà un piacere scoprire questi classici del fumetto italiano. Inoltre, l’assenza di numerazione consente di acquistare senza farsi troppi problemi i numeri che più si desiderano. Il tipo di colorazione, sicuramente di alta fattura, mette sotto una nuova luce le tavole dei vari artisti, seppur potrà non piacere a tutti. Ad ogni modo, una collana di alta fattura e valida sotto ogni aspetto.

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Breve riflessione sulla querelle fra Luca Boschi e Napoli Comicon

  • Pubblicato in Focus

Nei giorni in cui si è svolta Napoli Comicon è scoppiata in rete una polemica fra (l’ex?) direttore culturale della manifestazione Luca Boschi, l’organizzazione stessa della kermesse e il magister dell’edizione 2017 ovvero Roberto Recchioni. Inutile dire che la questione ha scatenato un grosso clamore e il sollevarsi dei soliti commenti faziosi sia a favore di una parte che dell'altra e che, come sempre succede per questioni così complesse e delicate, lasciano il tempo che trovano. Il clima belligerante con necessaria presa di posizione da parte di tutti è di fatto futile ed evitabile, soprattutto in queste circostanza in cui la discriminazione tra torto e ragione è meno netta anche alla luce della parzialità dei fatti di cui siamo a conoscenza.

Partiamo dall’inizio. Luca Boschi, una delle persone più competenti e apprezzate del settore, dopo 15 anni da direttore culturale del Comicon, quest'anno non ha più ricoperto tale carica. Notizia uscita, per voce dello stesso Boschi, a manifestazione già avviata con una risposta abbastanza piccata sul suo blog. In sintesi, la nomina di Roberto Recchioni come Magister e il fatto che questa sia stata annunciata durante la premiazione dei Micheluzzi, prima rispetto alla consuetudine, ossia tradizionalmente sei mesi dopo la manifestazione partenopea, ha provocato una rottura fra le parti.

Partiamo proprio dalla nomina di Recchioni che ha suscitato numerose polemiche dovute principalmente al fatto che è un personaggio di rottura che da sempre ha diviso il pubblico fra chi lo ama e chi no senza mezzi termini. Non staremo qui a difendere i suoi meriti, avendo lui alle spalle una carriera di oltre 20 anni e ruoli di spicco, non ultimo quello da editor di Dylan Dog. A prescindere da tutto, quella di Magister non è una carica pubblica e il Comicon può scegliere liberamente, secondo i propri parametri, a chi affidare questo ruolo di anno in anno. Poi, ci si può interrogare sul significato di Magister: è indubbio che per l'organizzazione rappresenti una persona di spicco su cui costruire una serie di eventi a riguardo. Da questo punto di vista, possiamo anche dire che Recchioni non ha certo colpe in questa vicenda, essendo stato lui scelto dagli organizzatori e, per questo, non ha avuto un ruolo diretto nella questione che vede contrapposti Boschi e gli altri componenti del Comicon. Al limite, un ruolo indiretto in quanto la scelta è stata contrastata da Boschi e alla base dei primi dissensi.

Il problema, dunque, riguarda Boschi e l’organizzazione, fra cui si deduce che ci sia stata una scarsa comunicazione di base. A questo punto, però, non sappiamo come la dinamica si sia svolta nei precedenti anni e che tipo di dialogo ci sia stato fra le due parti per la scelta del Magister. È però strano che dopo 15 anni di rapporti ottimi si sia arrivati a una rottura improvvisa. Tanto che, nel comunicato diffuso dal Comicon leggiamo che:

“(…)Impegnati ad organizzare l’edizione del 2017 appena conclusasi, apprendiamo, purtroppo nel pieno dei giorni del festival, di quanto le differenze oggettive che si erano create tra la Direzione del festival e Luca, fossero più gravi di quanto i rapporti, intrattenuti fino a poche settimane dall’inizio di Comicon, ci avessero fatto intendere.
(…)Nonostante queste divergenze e nonostante la comunicazione e la gestione della distanza, divenuta “social” nostro malgrado, non abbiamo “dimesso” nessuno anzi, ci auguriamo che possa continuare la proficua collaborazione con Luca Boschi e che rimanga il nostro Direttore Culturale per l’edizione 2018, che celebrerà i vent’anni di Napoli COMICON.”

Nell’ultima parte del comunicato si legge inoltre: “Per perseguire questo obiettivo non mancheremo di agire come sempre, chiarendo con il diretto interessato tutti gli aspetti e le incomprensioni, spesso amplificate a dismisura dai media, prendendoci anche la responsabilità, come abbiamo fatto sempre, per ritardi e rimandi che hanno forse ingenerato le sensazioni di cui Luca stesso si fa portavoce.”

La conclusione spontanea a cui si giunge con buonsenso è: non era forse meglio risolvere la faccenda in privato e prima? E, se polemica doveva essere, perché solo ora a giochi ormai fatti, anzi a festival in corso?
In effetti, il post di Boschi ha colto più di una persona di sorpresa proprio in considerazione di una personalità mite e pacata; parliamo d’altronde di un professionista di lunghissima data e che ha fatto finora parlare di sé sempre e solo per i suoi meriti. Ovvio che la questione lo abbia punto nel vivo, e possiamo comprendere il suo rammarico. Tuttavia, come dicevamo in apertura, non conoscendo bene i fatti, se non nelle versioni (naturalmente) contrastanti esposte dalle due parti, non compete comunque a noi entrare nel merito di chi abbia torto o ragione a differenza di quanto si sta facendo in questi giorni in rete. Speriamo, invece, che le due parti possano chiarirsi e che Luca Boschi possa riprendere serenamente il suo ruolo di direttore culturale del Comicon in quanto, finora, la loro collaborazione ha dato vita a eventi culturali sempre degni di tal nome e a una manifestazione di anno in anno sempre più ricca.

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