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Fantastic 4 - I Fantastici Quattro: recensione

Scrivere una recensione sul nuovo film dei Fantastici Quattro non è cosa semplice. Bisogna, innanzitutto, spogliarlo da due elementi chiave: il fattore esterno, dovuto al clamore (negativo) che fin dalle prime fasi la pellicola ha suscitato e, sopratutto, il rapporto al materiale originale che è appunto rappresentato dai fumetti e dalla storia degli F4. In particolare, quest'ultimo punto diventa essenziale. Nella trasposizione di una storia da un genere all'altro, una lettura diversa è accettabile (a volte auspicabile, a volte superflua), ma comunque lecita. Bisogna poi, però, assumersi le responsabilità di ogni cambiamento e convincere il pubblico della propria visione. Questo per dire che, può piacere o meno, ma una pellicola che reinventa una storia, in questo caso quella dei Fantastici Quattro, alla fine deve rispondere principalmente a sé stessa. Il confronto col materiale d'origine avviene in un secondo momento. Per questo, partiamo dal nucleo di tutto e poi, pian piano, inizieremo a rivestire il film di tutti i suoi aspetti.
Svuotiamo, dunque, la nostra mente e valutiamo Fant4stic Four esclusivamente dai 90° minuti visti sullo schermo, come faremmo con un qualsiasi altro film.

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A conti fatti, F4 è un mediocre film di fantascienza (non di supereroi, attenzione), non certo la nefandezza che in molti descrivono, ma assolutamente sotto la sufficienza. Ad una trama lineare, senza particolari picchi (che non sto qui a descrivere tanto risulta scontata e intuibile dal primo trailer) si aggiungono personaggi piatti, dialoghi banali, ambientazioni sciatte, oltre che limitate numericamente, e un comparto tecnico appena sufficiente. Insomma, un film che ti lascia ben poco dopo la sua visione.

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Da qui, iniziamo a contestualizzare la pellicola. La prima cosa da fare è sottolineare i problemi di produzione del film, in particolare i contrasti fra regista e produttori. La scelta di Josh Trank si è rivelata, alla fine, infelice. La Fox ha dato carta bianca a un regista emergente che ha voluto portare la sua visione al quartetto (pare che abbia addirittura consigliato agli attori di non leggere fumetti), salvo poi (anche per i problemi caratteriali dello stesso, non all'altezza di gestire produzioni del genere) fare marcia indietro e rimaneggiare il risultato finale tradendo l'intendo originale di Trank. Sì è così ottenuto un film ibrido, pasticciato, a metà fra quello che doveva essere e un qualsiasi altro cine-comic. Se la prima metà della pellicola (da Reed bambino-genio incompreso, al Reed adulto che realizza il suo progetto) riesce a mantenere un suo equilibrio, nella seconda è evidente che manchi qualche ingranaggio. Troppe le cose abbozzate (i rapporti fra i personaggi, alcuni sviluppi narrativi senza sbocchi), le parti mancanti. Di sicuro, se avessimo visto la versione di Trank avremmo avuto un film se non migliore, almeno coerente con sé stesso.

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Quello che manca, almeno in questa versione del film che è l'unica che possiamo giudicare, è proprio il cuore. Fra i personaggi non c'è empatia, non solo sono poco sviluppati singolarmente (a parte Reed, l'unico che riceve un maggiore approfondimento), ma le loro interazioni sono inesistenti. Il rapporto fra Johnny e Sue è a malapena accennato, non si capisce il motivo del loro astio, idem quello fra Sue e Victor. Fra Ben e Johnny ci sono appena uno o due scambi di battute. Peggio di tutti ne esce "Destino", il cui ritratto finale è un'accozzaglia di caratterizzazioni che ne fanno emergere un quadro confuso sulla sua personalità. Per tacere di un monocorde Ben il cui ruolo sembra essere semplicemente "l'amico di Reed", catapultato negli eventi senza una reale motivazione. Nulla possono le prove dei 5 attori protagonisti (Miles Teller, Kate Mara, Jamie Bell, Michael B. Jordan e Toby Kebbel), i personaggi sembrano entità a parte che entrano in contatto per puro caso senza, però, creare alcuna alchimia. Questo giudicando il film in quanto tale, perché se pensiamo che il cuore pulsante dei F4 è appunto l'amicizia, la famiglia, allora il risultato finale è ancora peggiore. Perché il problema è che se questo è un film già di per sé insufficiente, come pellicola sui Fantastici Quattro fallisce completamente. E questo non solo per la sua diversità dal fumetto.
Che si cerchi una strada alternativa e autoriale per rinarrare il quartetto può andare bene come principio, come detto già in apertura. Era scontato addirittura, considerando la volontà della Fox di rilanciare il brand e allontanarsi dai due precedenti film di Tim Story. Ovvio, però, che bisogna convincere gli spettatori della bontà delle proprie idee. Non basta dare un "tono dark", che poi è tale solo solo nelle luci soffuse (anche in aula a scuola nei primi minuti di proiezione).

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Resta da dire che fin dal suo annuncio, questo film ha avuto contro la fanbase, che si sa è suscettibile e bisogna saperla prendere. Già il solo annuncio che la Fox avrebbe prodotto una nuova pellicola sui F4 piuttosto che cedere il quartetto in mano ai Marvel Studios aveva, anche a fronte di un eventuale ottimo film, "macchiato" ai loro occhi il tutto. A questo, poi, si è aggiunto il casting (che alla fine è fra le poche cose che si salva) con le polemiche sulla Torcia di "colore", le modifiche ai personaggi, il tono del film, e non ultimo i problemi già citati fra regia e produzione (che di certo non hanno aiutato). Insomma, sembrava la cronaca di un flop annunciato e non bastano certo un paio di citazioni a caso nella pellicola (vedi l'utilizzo del tormentone "È tempo di distruzione") per far pace coi fan. La verità, però, è che il problema non sta tanto nelle modifiche effettuate, sarebbe cambiato poco se Johnny fosse stato biondo e fratello biologico di Sue, se al posto dei toni da "fantascienza oscura" si fosse optato per una pellicola dal sapore "fantastico" (vedi le due precedenti trasposizioni). A conti fatti la differenza la fa il risultato finale e questo film, da qualsiasi angolazione lo si guardi, è un brutto film. Dei Fantastici 4 del titolo, alla fine, decade l'aggettivo e rimane solo il "4" che, su una scala da 1 a 10, può essere considerato il nostro voto.

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