Sei un grande collezionista di tavole originali, raccontaci com’è nata la tua passione e qual è stata il primo originale che hai comprato.
Grazie a voi per avermi qui, Gennaro, e ai lettori che avranno voglia di leggermi.
La passione è nata per puro caso a una Lucca Comics pre-XXI secolo, credo nel '94. Stavo girando alla ricerca di comics quando ho visto uno stand con delle immagini in bianco e nero appese. Non era nessuno degli storici frequentatori della convention e non ricordo proprio il suo nome, ma mi è rimasto ben impresso il suo sguardo quando gli ho chiesto se erano fotocopie...
Per qualche motivo l'idea che esistessero le tavole non mi aveva mai nemmeno sfiorato, ma quando ho visto una pagina di Iron Man di John Romita Jr. ho capito subito che qualcosa stava per cambiare, per usare un eufemismo. Era pagina 3 del numero 260, con testa di latta contro il Living Laser, e ce l'ho tuttora.
Al momento di quanti pezzi è composta la tua collezione e qual è l’ultimo nuovo arrivo?
Alcuni anni fa ho deciso che era inutile avere centinaia e centinaia di pezzi che non guardavo mai, perennemente confinati in portfolio Itoya che non venivano aperti da anni, quindi ho scelto di potare la collezione e dare a una casa d'aste un palmo di tavole in modo da poter poi reinvestire il ricavato in pochi pezzi da appendere al muro: ha funzionato ed ora sono il fortunato possessore di cosette che cercavo da anni senza potermele permettere. La collezione è comunque sempre bella ciccia, sui 400 pezzi, e gli ultimi arrivi sono due tavole a colori da Voodoo Child di Bill Sienkiewicz e una cover di Wonder Woman di Frank Cho. Assieme a quelli sono arrivati altri due pezzi da uno scambio a tre con un caro amico e un collezionista francese: sul mio muro quindi ora ci sono una cover di Mike Mignola da Rook, un personaggio di serie Z su cui Mike ha però fatto un lavoro da urlo, e una cover in b/n di Moon Knight sempre di Sienkiewicz. Il prossimo che aspetto invece è una commission di Robin Gnista, l'illustratore svedese che si è occupato della copertina di Holy Smoke, debut-album dei tuoi concittadini Lee Van Cleef, una band stoner/psichedelica che mi ha fatto esplodere la testa.
Fra le tue passioni c’è naturalmente quella per la Image Comics che hai conosciuto quando è esplosa nel mondo del fumetto. Cosa ti ricordi di quel periodo e di quei fumetti, cosa avevano di diversi dagli altri?
La Image è arrivata sul mercato circa un paio danni dopo che avevo ricominciato a leggere le testate della Star e Play e un anno dopo il mio passaggio alla lingua originale. È stata una botta di adrenalina incredibile perché Todd McFarlane, Erik Larsen, Jim Lee e gli altri al lavoro su cose proprie erano fantastici.
Qual è la tua serie Image preferita?
Direi Savage Dragon, un po' perché mi sono sempre piaciuti il personaggio iniziale e l'evoluzione della serie e un po' perché ammiro la tenacia e la fantasia di Erik Larsen, un artista che ho sempre trovato divertente sia a livello grafico che di contenuti, oltre che per la creatività senza briglie nel creare personaggi assurdi. Lo leggo dal primo numero della miniserie, che ricordo di aver comprato in copie multiple da American Entertainment, un catalogo postale che spingeva molto sull'aspetto speculativo dei comics, e continuo a prendere i paperback adesso. È l'unico dei personaggi Image che continuo a seguire: ho provato a rileggere WildCats, Cyberforce, Wetworks, Youngblood e Supreme e non ce la faccio proprio, le storie sono veramente improponibili. Spawn ancora ancora, ma è una serie stralenta: Jack Kirby e Stan Lee avrebbero condensato il primo anno in un unico numero!
Anche alcune serie non della primissima ora, come Pitt e Maxx sono illeggibili, sebbene con un artwork sensazionale. Sam Kieth era stellare, ma non aveva proprio un'idea chiara di dove andare a parare.
So che adesso Image ha una qualità di storie infinitamente più alta, ma è un po' che ho smesso di comprare comics perché la collezione di tavole assorbe tutti i miei fondi.
Sappiamo che alcune tavole della tua collezione verranno esposte al Napoli Comicon. Ci puoi dire quali saranno?
Ci sarà una bella selezione che dovrebbe piacere a chi la Image la segue dagli inizi: dei sette originali mi mancano McFarlane e Liefeld, il primo per questioni monetarie e il secondo perché non ho mai visto nulla della prima mini di Youngblood, che era imperdibile per la sua scandalosa tamarraggine, ma ho parzialmente recuperato con una doppia splash di Supreme inchiostrata da lui. Quindi ci sono WildCats di Lee, Wetworks di Whilce Portacio, Savage Dragon di Larsen, Shadowhawk di Jim Valentino, Cyberforce di Marc Silvestri e poi Dale Keown e Jae Lee.
Fra le tavole Image che possiedi, qual è la tua preferita e perché.
Sono un po' indeciso tra una interna da WildCats Trilogy di un Jae Lee al picco assoluto della sua forma e una pin-up (e copertina di un magazine) di Savage Dragon di Erik Larsen con tutti i personaggi della Image prima ora.
ll Jae Lee di quel periodo mi piaceva da impazzire perché univa alla sua delicatezza di tratto, in seguito divenuta eccessiva, un'inchiostratura assieme morbida e affilata. Comunque è difficile scegliere, perché anche la cover di Shadowhawk 4, con matite di Valentino e chine di "Schiacciasassi" Larsen è un gran bel pezzo, in cui Jim viene completamente sepolto dalle chine di Erik.
Nei nostri articoli dedicati all’Image abbiamo accennato anche alle speculazioni che hanno poi portato alla crisi del fumetto americano degli anni ’90. Cosa ricordi di quel momento e che ne pensi di quest’aspetto del collezionismo?
Senza ipocrisia, ricordo che quel momento l'ho cavalcato senza risparmio, sia con Image che Valiant. Come molti ero impazzito per le cover "limited" e avevo scoperto American Entertainment, un catalogo postale da cui acquistare copie multiple a prezzi scontati con la possibilità di ottenere le varie gold foil, di cui te ne davano una -generalmente- ogni 25 copie standard. Wizard Magazine spingeva tutta la faccenda alla grande, quindi quando compravi cinquanta copie di un numeri 1 beccavi un paio di limitate, vendevi le standard a 5, 10, 20 volte il prezzo di copertina e poi riuscivi a vendere una delle gold facilmente a 100.000 lire, che allora erano soldini, e li ributtavi in nuovi ordini. L'ho fatto per un po' di tempo, fino ad arrivare a vendere un raccoglitore di trading card della Defiant con dentro la serie completa e una card speciale a mezzo milione di lire. Erano tempi così, una bolla pazzesca che poi avrebbe fatto dolorosamente implodere il mercato, infatti l'anno dopo a Lucca Comics avresti potuto lasciare lo stesso raccoglitore sul tavolo al giovedì per ripassare domenica e trovarlo ancora li. Image funzionava bene con i numeri 1, mentre Valiant era un delirio per tutti i numeri prima del crossover Unity in quanto erano stati tirati in poche copie e trovarli con le card dentro, o con le copertine intonse (tipo il numero 10 di Solar, completamente nero) non era facile, quindi si ottenevano prezzi mooolto interessanti.
Comunque, dopo American Entertainment, che poi è diventato Entertainment This Month, ho cominciato anche a fare acquisti da Kingpin Comics, che funzionava esattamente come la borsa. I fumetti, se volevi, manco te li spedivano: tu compravi 50 copie (o più) di Maxx 1, o Bloodshot 1, o di che diavolo usciva quella settimana, poi aspettavi il loro bollettino settimanale che ti diceva che se li volevi rivendere, invece del prezzo pagato (che era sempre inferiore a quello di copertina a seconda di quanti ne compravi) potevi avere il doppio, o 5 volte tanto, o anche più, quindi vendevi e acquistavi altro. Poi è arrivato Turok 1 con la sua copertina chromium foil embossed e il boccone gli è andato di traverso perché gli sono rimasti, dopo un breve picco di ipervalutazione, tutti sul groppone e la nave è affondata portando, alla fine, alla situazione di adesso, in cui la tiratura media dei comics è quella della Valiant della prima ora.
Sappiamo che oggi non segui più il mondo del fumetto come un tempo, cosa ti ha portato a questa scelta?
È una semplice questione di soldi: avendo famiglia, i fondi che ho disponibili per gli hobby sono decisamente più limitati e le tavole hanno la precedenza. Comunque compro ancora paperback e qualche Artist's Edition stampata direttamente dagli originali, ma comics nuovi mi capita di leggerli se li trovo alla mia biblioteca comunale. Questo ovviamente mi fa anche restringere l'interesse per le tavole a cose che leggevo in passato, ma la cosa non mi disturba più di tanto perché le tavole di adesso in linea di massima sono senza balloons, una cosa che mi disturba un po' perché si perde un po' del senso del fumetto, e si vedono sempre più spesso soluzioni logistiche che non amo, tipo le matite su un foglio e le chine su un altro, o pagine con dei panel vuoti perché copiati e incollati successivamente con Photoshop. Le stat di una volta, o le fotocopie, mi stanno bene perché la pagina è comunque completa, ma una tavola con dei buchi vuoti proprio no, e questo è un problema che si pone sempre più spesso.
Tornando al collezionismo, com’è cambiato dagli anni ’90 a oggi il mercato relativo alle tavole originali? È un fenomeno in crescita?
È assolutamente un fenomeno in crescita, sia come diffusione che come prezzi. Ormai per me gli acquisti sono diventati quasi impossibili, infatti scambio molto avendo accumulato cose interessanti durante un periodo in cui i costi di questa forma di collezionismo erano decisamente più abbordabili anche per cose di pregio. Quando ho cominciato c'erano solo annunci su riviste di settore e UN catalogo, quello di Graphic Collectibles, che Mitch Itkowitz era così gentile da mandarmi via fax permettendomi di riuscire ad acquistare cose belle. Poi l'arrivo di internet ha spalancato le porte del paradiso: io ho avuto il mio primo account e il mio primo website nel '95, un mese esatto dopo la fondazione di Ebay, e tramite Usenet si sono formati i primi gruppetti di collezionisti sparsi per il mondo, che anni dopo hanno trovato casa nei gruppi di Yahoo per confluire infine su Comicartfans. Tutto questo ha portato alla luce collezioni e la possibilità di vendere, comprare e scambiare molto più facilmente, contribuendo a una rapida espansione dell'hobby. Per me poi il massacro è cominciato con la frequentazione annuale della San Diego Comic Con (e non solo...) dal 1995 al 2007, e li c'erano concentrati in un unico posto tutti i dealer di original art che uno potesse desiderare, con la conseguente disponibilità di materiale che andava dalle 2 alle 6 cifre. Con l'arrivo poi delle case d'aste è arrivata anche l'esplosione dei prezzi fino a portare l'hobby a livelli impensabili anche solo 20 anni fa, tanto da far pensare a una bolla che prima o poi scoppierà, ma probabilmente non prima che sul mercato arrivino i veri pezzi da 90, quelli che porteranno le 7 cifre ad essere una realtà abbastanza "comune".
Un’ultima domanda: potendo esprimere un desiderio, quale originale impossibile vorresti aggiungere alla tua collezione?
Hmmm, è come chiedere "Che disco porteresti su un'isola deserta?", è davvero difficile sceglierne una sola per la varietà di motivi per cui si collezionano tavole: nostalgia, amore per una storia, valore artistico, importanza di una storia... Probabilmente, pur non essendo tra i miei personaggi preferiti, la cover del numero 72 o del 74 dei Fantastic Four. Kirby era assolutamente in fiamme in quel periodo, e Silver Surfer e Galactus sono tra le più grandi creazioni di sempre, ma anche rimanendo solo confinati al Re c'è una tale quantità di sue cover e doppie splash fuori dal mondo da far girare la testa. Se me lo richiedi domani avrai una risposta diversa, comunque!
Le tavole nell'articolo e nella gallery in basso sono:
Cyberforce #4 pgs.14/15, Marc Silvestri & Scott Williams
Kiss Psycho Circus #31 pg.3, Clayton Crain & Kevin Conrad
Pitt #1 pg.15, Dale Keown
Pitt trading card, Jae Lee
Savage Dragon #15 pin-up, Erik Larsen
Shadowhawk #4 cover, Jim Valentino & Erik Larsen
Superpatriot Liberty & Justice #2 pg.18, Dave Johnson
Supreme #1 pgs.04/05, Brian Murray & Rob Liefeld
Wetworks #4 pgs.4/5, Whilce Portacio & Scott Williams
Wilds Cats #4 pg.10, Jim Lee & Scott Williams
Wild Cats #21 pg.24, Travis Charest & Troy Hubbs
Wild Cats Trilogy #2 pg.19, Jae Lee