SmartComiX, la nuova visione del fumetto italiano: intervista a Fabio Celoni
- Scritto da Gennaro Costanzo
- Pubblicato in Interviste
- dimensione font riduci dimensione font aumenta la dimensione del font
- Stampa
- Galleria immagini
A Lucca Comics & Games 2014 ha fatto il suo esordio SmartComiX, iniziativa nata dalla mente del fumettista Fabio Celoni e che coinvolge autori italiani molto noti al grande pubblico. La voglia di raccontare nuove avventure declinata agli anni '10 del nuovo millennio, fra carta stampata e digitale. Un progetto ambizioso e interessante che abbiamo approfondito con il suo ideatore.
Si ringrazia Max Bertolini per la collaborazione.
Ciao, Fabio.
Parliamo di SmartComiX, una nuova iniziativa editoriale che unisce il fumetto tradizionale a quello digitale. Com'è nata questa idea e come si è sviluppata?
Ho sviluppato l’idea oltre un anno fa, è praticamente nata “finita” per come la si vede ora. Con incluse considerazioni sui costi, per autori e stampa, sulle diverse modalità di distribuzione secondo me necessarie, e via dicendo. Recentemente, si parla di qualche mese fa, ho iniziato a parlarne anche ad alcuni colleghi e amici, che sono rimasti galvanizzati dell’idea e si sono buttati con entusiasmo nella realizzazione, che si è trasformata in quella che credo sia diventata l’autoproduzione a fumetti più importante mai avvenuta in Italia, visti i nomi coinvolti.
Dal punto di vista creativo, utilizzare un formato che prevede tavole formate da un'unica vignetta da 13x8 che sfida e che stimoli ha rappresentato?
La vignetta stampata è precisamente di 12x7 e la pagina con i bordi per la stampa è di 13x8. È un formato quindi totalmente tascabile (anche se avete le tasche dei jeans davvero strette). La sfida principale, per me, era quella di mostrare che il fumetto gode di poliedricità assoluta, non è solo la gabbia a 6 vignette o quella a 4 strisce, o quella a 2 quadretti di Diabolik, va oltre tutto questo perché queste sono solo delle convenzioni, delle tradizioni (che adoro, sia chiaro). Il linguaggio fumetto va oltre questo e funziona perfettamente anche con una vignetta per pagina (altrimenti non esisterebbero la splash page, tra l’altro), l’importante è che la narrazione funzioni, che si abbiano ben chiari gli obiettivi. La narrazione sequenziale si ha dallo sfogliare le pagine-vignetta, e anche dall’avere, ad albo aperto, 2 vignette affiancate.
La sfida era sia grafica che narrativa. Nella descrizione originaria del progetto parlavo espressamente del differente approccio che sarebbe stato necessario nella realizzazione di questi albi di nuovo formato. Innanzitutto a livello narrativo. Si hanno meno pagine a disposizione, una storia di 60 vignette-pagine corrisponde a circa 10-15 tavole “canoniche”, in maniera tuttavia molto approssimativa perché le cose non sono realmente equiparabili. Con meno spazio, la narrazione dev’essere più compressa, “sfrondata” il più possibile dei tempi morti, possiamo dire, strutturata per puntare maggiormente all’azione e ai momenti salienti dell’avventura raccontata. È allo stesso tempo un modo per riavvicinarsi a un tipo di fumetto più diretto, una tradizione un po’ smarrita, che punti di più sull’emozione, pensate alle vecchie storie di Weird Fantasy, per fare un esempio, dove in 8 tavole si raccontava qualcosa che oggi metteremmo comodamente in 100.
Allo stesso tempo, il disegno è concepito in modo che possa funzionare nella struttura ad una vignetta. In una pagina a vignette multiple è la pagina in sé a dover avere un equilibrio e ci possono essere vignette che prese da sole non funzionano bene, raccontano poco. Invece qui diventa necessario che ogni vignetta abbia un equilibrio autonomo, che sia quindi concepita quasi come un’illustrazione, anche se allo stesso tempo deve funzionare nella consequenzialità. Una sfida nuova, quindi. Che è stata accolta alla grande dagli artisti coinvolti, come potrete vedere.
Dal tuo punto di vista, l'esigenza di raggiungere un nuovo pubblico attraverso il digitale, ad esempio, è una possibilità in più per dare vita a nuovi progetti o semplicemente un passaggio ormai obbligato?
Entrambe le cose. SmartComiX nasce come fucina di storie. Con lunghezze ridotte, le storie raccontate possono essere di più, può esserci un continuo ricambio di serie e personaggi, riducendo in modo drastico i tempi di realizzazione da parte degli artisti e i vari costi. Per il digitale, poi, la cosa è ancora più marcata. SmartComiX non ha censure o paletti artistici di alcun tipo. Ogni artista si è potuto esprimere al meglio e in totale libertà creativa, e anche questo direi che non è cosa da poco. Il mio obiettivo era raggiungere anche coloro che abitualmente non leggono fumetti, che non sono attratti da ciò che noi amiamo, per questioni diverse, anagrafiche, di abitudini, di tempi di attenzione differenti. Ma il fascino del leggere storie non credo sia realmente in discussione, è solo necessario muoversi in contesti diversi e approcciare mondi ai quali non siamo abituati. Insomma siamo noi a dover tentare di parlare a quei lettori e non sperare nel contrario. Le storie più brevi sono pensate innanzitutto per chi non è abituata alla lettura di fumetti, ma sono godibilissime anche dai lettori “canonici”. Il formato cartaceo è pensato per essere trasportato, facilmente tenuto in tasca e fruito ovunque ci si trovi. Quello digitale aggiunge la praticità di avere già il supporto con sé, quello smartphone che quasi qualunque ragazzo tiene in tasca e con cui convive 24 ore la giorno. È Insomma, un esperimento su più fronti.
Parliamo degli autori coinvolti, tutti professionisti ben noti al pubblico. Come sono stati coinvolti nel progetto e quali criteri sono stati utilizzati?
Lola Airaghi, Mario Alberti, Paola Barbato, Max Bertolini, Bruno Brindisi, Giampiero Casertano, Gianluca e Raul Cestaro, Adriana Coppe, Roberto De Angelis, Francesco Dimitri, Alessio Fortunato, Luca Enoch, Pasquale Frisenda, Alessandro Poli, Luigi Siniscalchi, Marco Turini, Andrea Venturi e Claudio Villa. Questi i nomi, che non hanno bisogno di presentazione. È stato ed è un onore averli in squadra. Li ho contattati uno alla volta, passo passo, e di giorno in giorno il collettivo è diventato sempre più grande. Un’ondata di marea generata dal desiderio di confrontarsi con qualcosa di nuovo, dall’avere libertà assoluta e dal riconoscere un grosso potenziale nell’idea. Un gruppo impressionante, messo insieme guardando innanzitutto al grande talento di ciascuno, e naturalmente all’amicizia che ci lega. Tutti hanno realizzato lavori straordinari, dando davvero il massimo, con grande entusiasmo e passione. A vedere gli albi pubblicati, pensando da dove sono partito e a quanta fatica c’è voluta per realizzare questo risultato, c’è da commuoversi. Un vero sogno che si è concretizzato.
Gli artisti coinvolti sono molto diversi fra loro, anche le storie che andrete a raccontare sono molto eterogenee. Qual è il filo conduttore di tutta l'iniziativa, allora?
Semplicemente il desiderio di realizzare e proporre fumetto di qualità. E lavorare in piena libertà espressiva.
Parliamo un po' delle serie, cosa leggeremo?
Proponiamo due albi SmartcoMIX, libretti contenitori di più storie, quindi albi con storie lunghe singole e albi con prime puntate di serie. Uno di questi è un flip-comix, cioè un doppio albo con due cover, che si legge da una parte o dall’altra ruotando l’albo di 180°.
I MIX contengono ciascuno 3 storie brevi, di genere surreale-fantastico-horror. Nel primo “L’attesa”, di Barbato-Villa, “Vengono con la pioggia”, mia e di De Angelis e “Io morirò con te” di Siniscalchi. Nel secondo, “Level Up”, di Dimitri-Alberti, “il bevitore di tempo”, mia e di Brindisi, e “la venditrice di biglie”, mia e di Casertano.
Poi gli albi lunghi. Il primo è “Basta latrine!”, autoconclusiva di Luca Enoch.
Il secondo è l’episodio 1 di “Rose and the Demon”, mio e di Lola Airaghi.
E il terzo è il flip-comix , con da una parte “Women’s War”, di Celoni/Coppe ai testi e Gianluca&Ral Cestaro/Turini ai disegni. Dall’altra “Dusk”, di Max Bertolini.
Le splendide copertine sono firmate da Pasquale Frisenda, Andrea Venturi, Alessandro Poli (colorata da Max Bertolini), Mario Alberti e Roberto De Angelis.
Dopo l'esordio a Lucca, come si svilupperà il progetto?
Quest’esperienza ci darà informazioni in più sul seguito. Per quanto riguarda il cartaceo, un’autoproduzione continua come quella che abbiamo fatto per questa tornata si rivelerebbe di difficile realizzazione. Per il digitale, invece, il discorso è diverso. Io però punto anche ad avere una distribuzione seria degli SmartComiX cartacei, a dei prezzi più accessibili di quelli che siamo stati costretti a mantenere in questo caso. Personalmente li sogno a 1 euro, distribuiti anche fuori dai canali canonici e reperibili in supermercati, bar, stazioni e via dicendo. Ma per farlo è necessario il supporto di una casa editrice con dei mezzi che possano garantire una grande tiratura e la gestione della distribuzione. Gli albetti che abbiamo realizzato sono oggetti a mio parere bellissimi, mi auguro davvero che potranno avere un futuro, non solo come oggetto per pochi collezionisti.
SmartComiX è un'iniziativa autoprodotta. Che difficoltà hai incontrato durante la lavorazione del progetto?
Posso parlare per me, dando per scontato che ciascuno ha avuto difficoltà a lavorare gratuitamente a questo progetto, in tempi brevi e dovendolo incastrare tra altre consegne e lavori pagati. Per quanto mi riguarda è stata innanzitutto la difficoltà legata a organizzare e coordinare un gruppo tanto eterogeneo e grande. In iniziative del genere, soprattutto realizzate con così poco tempo a disposizione, è logico che sopravvengano intoppi legati a ritardi e problemi di varia natura, vi assicuro che riuscire a gestire tutto e arrivare al giorno della stampa è stata un’impresa da Ercole. Oltre a questo, ho scritto molti soggetti e sceneggiature, fatto buona parte del lettering, studiato e realizzato la grafica, sistemato le immagini, impaginato, preparato i file per la stampa, aperto una casa editrice insieme a Marco Turini, seguito lo sviluppo dell’app SmarComiX con i programmatori e quello delle storie sonorizzate dal bravissimo Lorenzo Visi (che presenteremo in preview a Lucca) e non ultimo trasportato personalmente gli albi da Praga a Lucca! Lavorare su materiale tanto straordinario è stata una gioia, i ragazzi sono stati eccezionali per quanto riguarda la qualità prodotta, ma sarebbe impensabile per me continuare a fare “la casa editrice” da solo, ormai ho un’età! Per questo sarà fondamentale una partnership per garantire un futuro vero, e non legato a occasioni sporadiche, a questa iniziativa.
Fumetto cartaceo e fumetto digitali, come vedi lo sviluppo del medium fra 10 anni?
È già difficile immaginarlo tra due. Credo cambieranno molte cose. Bisogna stare al passo coi tempi, le nuove tecnologie si sviluppano con rapidità impressionante e i dispositivi mobili fanno già ora parte importante della nostra vita. Le nuove generazioni ci crescono, per loro che sono nativi digitali non è più possibile prescindere da queste tecnologie. Se si vogliono raggiungere nuovi lettori, bisogna comprendere i tempi che cambiano. E questo non vuol dire affatto abbandonare il cartaceo, infatti SmartComiX è entrambe le cose proprio perché personalmente ci credo ancora molto. Dal mio punto di vista significa piuttosto integrare, allargare l’offerta. Continuare con le offerte tradizionali, per non perdere i lettori che già conoscono e amano il fumetto, e proporre cose diverse per acquisirne di nuovi. Il fumetto ha avuto tante facce nella sua storia ed è rimasto sempre fumetto, questa è una nuova faccia, del cui futuro si potrà parlare tra qualche tempo. Le profezie non mi interessano. Preferisco lavorare giorno per giorno, per costruire il futuro.
Galleria immagini
https://www.comicus.it/index.php/mainmenu-interviste/item/58216-smartcomix#sigProIde30a32287f