Authority: L'Anno Perduto voll. 1 e 2
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In seguito a una interferenza nel Bleed, i componenti di Authority si ritrovano catapultati su una Terra senza supereroi, dove loro sono conosciuti solo come i protagonisti di un fumetto. Dopo aver portato un marine a bordo del Carrier e averne sondato la mente, scoprono che questo intero mondo è vittima di un organismo parassita che si ciba delle emozioni negative delle persone. Ma questa sarà solo la prima tappa di un lungo viaggio tra le dimensioni del Multiverso, durante il quale Authority dovrà venire a patti con la propria identità come gruppo e con la propria missione.
Le origini di questa maxiserie risalgono addirittura al 2006 quando, al termine della miniserie Captain Atom: Armageddon, la Wildstorm diede vita all'evento editoriale "Worldstorm", che doveva fungere da ideale punto di partenza per nuovi lettori. Authority, la serie più importante, venne fatta ripartire da 1 e affidata a un team creativo d'eccezione composto da Grant Morrison e Gene Ha: ma dopo solo due numeri, peraltro usciti con enormi ritardi, il progetto si bloccò a causa dei numerosi altri impegni dei due autori e venne infine abbandonato. Due anni dopo tuttavia Keith Giffen, assistito negli ultimi numeri dal suo compare J.M. DeMatteis, venne incaricato di concludere la storyline seguendo, a quanto sembra, alcuni appunti lasciati dallo stesso Morrison. La serie venne così rinominata Authority: The Lost Year e si concluse con il dodicesimo numero.
Quello che ne è venuto fuori alla fine è qualcosa di confusionario e mal riuscito. Quali che fossero i piani originari di Morrison, è indubbio che Giffen abbia voluto dare una sua precisa impronta al progetto, ma le sensibilità di questi due sceneggiatori sono a tal punto distanti da essere risultate alla fine incompatibili. Giffen non ha poi mancato di citare la sua Justice League e cercare di dare un tocco di umorismo al tutto; tuttavia bisogna ammettere che comicità e Authority sono due termini del tutto antitetici. Oltre a ciò, per questa maxiserie si è succeduta una pletora di disegnatori, ognuno con uno stile diverso dall'altro, che non ha contribuito affatto a dare omogeneità al tutto.
In senso più generale dispiace vedere come una serie un tempo innovativa e fuori dagli schemi si sia ridotta, fin dalla conclusione del ciclo di Mark Millar, a trame prive di mordente e che alla fine non lasciano il segno. Una delle tante tappe che hanno poi portato alla chiusura della linea editoriale Wildstorm, con un inglobamento dei suoi personaggi nel DC Universe ancora non ben chiarito.