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Carlo Alberto Montori

Carlo Alberto Montori

La nuova serata anime di Rai 4

  • Pubblicato in Toon

Rai 4 ha conquistato il primato di canale generalista più seguito del Digitale Terrestre nella prima metà del 2011; la costante attenzione per i telefilm e l'animazione giapponese fanno dell'emittente di Carlo Freccero un centro d'interesse per i lettori di Comicus. Anche per questa stagione Rai 4 ha infatti in programma la trasmissione durante la serata anime di 2 interessanti serie televisive provenienti dal Sol Levante.

La prima è Welcome to the NHK, ispirata all'omonima light novel dalla quale è poi stato tratto anche un manga.
L'anime, composto da 24 episodi, è stato realizzato dallo Studio Gonzo (Full Metal Panic, Last Exile) e racconta le vicende di un hikkikomori, una categoria sempre più diffusa in Giappone, ovvero ragazzi che limitano i contatti con l'esterno preferendo trascorrere tutto il tempo all'interno della propria camera, circondati da manga, anime e videogiochi.
Il titolo era già stato annunciato dalla Yamato Video nel 2008 ma da allora non si è più saputo nulla; in vista di questo passaggio televisivio l'editore avrà di certo commissionato il doppiaggio e quindi a breve termine potrà metterlo in circolazione anche sul mercato home video.
Welcome to the NHK comincerà domani e andrà in onda ogni giovedì alle 23.00, dopo Toradora!.

L'altra nuova serie animata che giungerà nella serata anime è Ergo Proxy, prodotto nel 2006 dallo studio Manglobe (Samurai Champloo, Michiko e Hatchin) e già pubblicato in Italia da Panini Video.
La trama fantascientifica è ambientata in una città dove coesistono umani e androidi, nella speranza di salvare la razza umana ormai sull'orlo dell'estinzione; questa oasi felice viene scossa dalla fuga di Proxy, una misteriosa creatura tenuta prigioniera in un laboratorio, che comincerà a vagare nel tentativo di scoprirequalcosa riguardo la sua natura.
Non è ancora stato annunciato l'inizio della trasmissione di Ergo Proxy, ma presumibilmente sostituirà Toradora! a breve andandosi ad affiancare a Welcome to the NHK.

Animation History #50: Cip & Ciop Agenti Speciali

  • Pubblicato in Focus

CipCiop_logoAlla fine degli anni '80 l'animatore e scrittore Tad Stones, già al lavoro su I Gummi, propone alla Disney il soggetto di una serie televisiva intitolata Agenti Speciali; gli episodi raccontano le avventure di una squadra composta da un camaleonte, una giovane meccanica (versione preliminare di Scheggia) e un topo sovrappeso (versione preliminare di Monteray Jack), capitanati da un topo avventuriero ispirato a Indiana Jones di nome Kit Colby, vestito con un giubbotto di pelle e un cappelo fedora. La dirigenza Disney rimane piacevolmente colpita dal progetto ma non è convinta dal personaggio di Kit Colby; complice il successo di DuckTales, suggerisce di recuperare due personaggi classici dei cartoni animati Disney e trasformarli nei protagonisti del cartone.

Nasce così Cip & Ciop Agenti Speciali, serie televisiva che rinnova i due scoiattoli dandogli un ruolo decisamente più elaborato di quello che avevano nei cortometraggi, dove erano coinvolti in gag slapstick spesso affrontando Paperino. Qui i due scoiattoli hanno dialoghi consistenti e una caratterizzazione che, pur mantenendo i loro aspetti originali, si adatta all'atmosfera avventurosa: Cip riprende il look dell'accantonato Kit Colby, mentre Ciop veste una camicia hawaiana che ricorda Magnum P.I. .
Entrambi vivono ora in un contesto urbano e sono accompagnati nelle loro scorribande dal topo ossessionato dal formaggio Monteray Jack, la mosca Zipper e la topolina inventrice Scheggia. All'interno del team possiamo riconoscere il personaggio comico in Monteray Jack, ma la presenza di Scheggia scatena una divertente competizione e bisticci tra Cip e Ciop, evidentemente attratti dalla loro compagna d'avventure.
Tra i criminali che la squadra di agenti speciali affronta più spesso ci sono il malvagio Gattolardo, felino che ha un padrone gangster di cui riprende gli atteggiamenti, e lo scienziato Pandemonio.

Cip & Ciop si dedicano a missioni che la polizia trascura, come la scomparsa di animali o il rapimento di bambini che difficilmente le forze dell'ordine potrebbero recuperare; in questo il concetto iniziale della serie ricorda i due film Le avventure di Bianca e Bernie e Basil L'Investigatopo, sviluppandolo in forma seriale.
La serie televisiva si sviluppa in tre stagioni, per un totale di 65 episodi, con una particolarità nella struttura: se la prima stagione comincia con il gruppo già avviato, la seconda stagione inizia col ciclo di episodi "Agenti Speciali all'attacco", vero e proprio prequel che racconta come la squadra si è conosciuta, durante una missione volta a scagionare un poliziotto dalla falsa accusa di aver rubato un rubino.

Nel corso della serie fanno la loro apparizioni alcuni volti noti della fauna disneyana come l'orso Onofrio, l'ape Spike o un coccodrillo che ricorda molto quello di Peter Pan; a parte questi simpatici cameo, i personaggi sono comunque caratterizzati in modo abbastanza interessante e la qualità media degli episodi raggiunge un buon livello per gli standard televisivi.
Dopo qualche decina di episodi la serie comincia però ad accusare una certa ripetitività e, avendo a differenza de I Gummi e di DuckTales una struttura abbastanza rigida per lo svolgimento della trama, la visione a lungo andare potrebbe far accusare alcuni momenti di noia, nonostante i protagonisti siano abili nel tentare di evitare questo rischio.

I Puffi e il libro che tutto sa / L'astropuffo innamorato

Planeta DeAgostini aveva portato in Italia qualche anno fa la bibliografia completa de I Puffi, pubblicando tutte le storie realizzate fino al 2007, prima da Peyo e successivamente dal figlio Thierry Culliford. Ora Black Velvet prende in mano la serie di bande dessinèe da dove Planeta De Agostini l'aveva interrotta, con un formato differente che purtroppo non rende omogenea la collezione: i nuovi volumi sono leggermente più piccoli, con dimensioni che rendono più maneggevole gli albi senza penalizzare troppo la lettura.
In copertina lo strillo "Una storia dei Puffi di Peyo" e "44 racconti dei Puffi di Peyo" porterebbe a pensare che siano opera del creatore dei personaggi, ma si tratta di uno slogan ambiguo in cui "di Peyo" si riferisce solo ai Puffi e non ai racconti; non è però una pubblicità ingannatrice ideata dalla Black Velvet, bensì un elemento tradotto fedelmente dall'edizione francese.

Ne I Puffi e il libro che tutto sa il Grande Puffo deve allontanarsi dal villaggio dei Puffi, affidando a Quattrocchi la sua casa; curiosando tra gli scaffali il saccente Puffo trova un libro in grado di rispondere ad ogni quesito. Appena la notizia si diffonde nel villaggio tutti vogliono usare il libro per risolvere i propri problemi, ma un simile strumento usato senza controllo ne causerà di più grandi... Come tutte le storie dei Puffi, dietro una storia all'apparenza leggera e di facile fruizione anche per i lettori più giovani si nasconde un livello più profondo di satira sociale; in questo caso viene analizzato come il potere possa influenzare le masse e i singoli individui, sviluppando una dipendenza verso di esso. È un racconto che si inserisce nella media qualitativa della serie, curato nella caratterizzazone dei personaggi e nelle relazioni tra di essi, rappresentati con il classico stile cartoonesco espressivo e piacevole.

L'astropuffo innamorato invece è una raccolta di 44 tavole autoconclusive, apparse per la prima volta sulla rivista mensile dei Puffi che si rivolge a un pubblico infantile; questa provenienza si percepisce nella lettura, dato che sono fumetti meno complessi delle storie lunghe. Anche il poco spazio a disposizione per sviluppare le singole vicende influisce negativamente, riuscendo a sfruttare i Puffi solo come macchiette e inserendoli in situazioni che nella maggior parte dei casi sembrano solamente barzellette basate sulle peculiarità dei singoli personaggi.
Graficamente la cura è la stessa dei volumi della serie regolare, ma i soggetti e le sceneggiature non sono proprio all'altezza e difficilmente attrarranno i lettori più maturi.

Il film animato di Hong Kong Phooey

  • Pubblicato in Toon

Hong Kong Phooey non è di certo il personaggio più famoso tra tutti quelli creati da Hanna & Barbera, con all'attivo soli 16 episodi trasmessi nell'autunno del 1984. La serie, arrivata in Italia col titolo La furia di Hong Kong, ha per protagonista il cane Penry che lavora come inserviente all'ufficio di polizia; appena la centralinista riceve una chiamata e riferisce il crimine commesso, Penry si trasforma nella sua identità Hong Kong Phooey, girando per la città con la sua Phooeymobile con l'obiettivo di fermare il crimine grazie al suo manuale di arti marziali. Nella maggior parte dei casi però Hong Kong Phooey non riesce a raggiungere il suo obiettivo e viene tirato fuori dai guai dalla sua spalla, il gatto Spot.

Nonostante questa breve esistenza, il cartone ha attirato l'attenzione di Hollywood che ne vuole trarre un lungometraggio animato previsto per il 2014. Il film sarà scritto da David A. Goodman (I Griffin, "Star Trek: Enterprise") e diretto da Alex Zamm ("L'ispettore Gadget 2"), mentre Eddie Murphy è stato chiamato per prestare la voce al protagonista canino.
Qui sotto potete vedere la sigla della serie televisiva originale.

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