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Carlo Alberto Montori

Carlo Alberto Montori

Secondo trailer per il Buddha di Tezuka

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Tra le numerose opere realizzate dal mangaka Osamu Tezuka figura la biografia di Siddharta, il fondatore del buddismo; il fumetto è stato serializzato in Giappone dal 1972 al 1983 e successivamente raccolto in 14 volumi pubblicati anche in Italia da Hazard Edizioni.
Tra qualche mese arriverà nei cinema nipponici l'adattamento animato (il primo di una trilogia) realizzato dalla Tezuka Production e dalla Toei Animation con un budget di 10 milioni di dollari e distribuito dalla Warner Bros, soggetto che lascia sperare di vedere la pellicola anche al di fuori della penisola giapponese.

Il film uscirà in patria il 28 maggio 2011; qui sotto potete vederne il secondo trailer.

Legends of Valhalla: Thor

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Kenneth Branagh non sarà l'unico a portare Thor al cinema nel corso del 2011: il futuro dio del tuono sarà infatti il protagonista anche di un lungometraggio animato di produzione europea, intitolato Legends of Valhalla: Thor.
In questa versione cinematografica però vedremo il figlio di Odino nel corso dell'adolescenza vissuta in un villaggio rurale, quando era un imbranato ragazzo ancora incapace di padroneggiare al meglio il suo potere. La trama seguirà il suo percorso di crescita sotto il vigile occhio divino che valuterà la maturazione del giovane, alle prese con giganti, mostri e le altre creature che lo porteranno a diventare il dio del tuono.

Legends of Valhalla: Thor sarà realizzato in CG con un look molto cartoonesca; l'uscita è prevista nelle sale islandesi entro la fine dell'anno. È ancora presto per capire se ci sono possibilità di vedere questa pellicola anche in Italia, ma nel frattempo potete vedere qui sotto una clip dal film.

Millenium Actress

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MilleniumPoster

Il successo della sua opera prima consente a Satoshi Kon di dedicarsi subito a un nuovo lungometraggio animato, questa volta con un budget più consistente e la consapevolezza già dall'inizio della lavorazione che il film avrebbe raggiunto il grande schermo. Questa volta la storia è originale e per scriverla Kon si avvale della collaborazione di Sadayuki Murai, già co-sceneggiatore di "Perfect Blue"; riesce inoltre a convincere Susumu Hirasawa, compositore molto stimato dal regista giapponese, a scrivere le musiche del film avviando così una collaborazione che proseguirà in tutte le opere successive di Kon.

"Millenium Actress" racconta la realizzazione di un documentario su Chiyoko Fujiwara, celebre attrice che ora vive in una casa lontano dalla città; in questo rifugio la raggiungono un regista e un cameraman per intervistarla sulla sua vita, rimanendo catturati dal racconto che ripercorre la storia del Giappone parallelamente a quella del cinema. La memoria degli eventi vissuti da Chiyoko si fonde infatti con le scene interpretate nei suoi film, non rendendo possibile una netta distinzione tra la realtà e la finzione scenica; mentre l'attrice ripercorre la propria esistenza è affiancata dai due cineasti, che si ritrovano immersi nella vicenda condividendo i luoghi e gli eventi dell'odissea spaziotemporale.
Questa dichiarazione d'amore al cinema attraverso i decenni lascia trasparire un incredibile lavoro di documentazione, ma soprattutto è una toccante storia di una donna che ha vissuto i suoi amori e i suoi dolori attraverso la propria passione; i generi cinematografici si fondono l'un l'altro grazie ai virtuosismi visivi di Kon, che riesce ad applicare esperimenti di montaggio innovativi senza farli stonare col contesto storico in cui vengono utilizzati. Questa destrutturazione della carriera di Chiyoko permette di osservarla da un punto di vista completamente nuovo, grazie a un montaggio a tutti gli effetti cinematografico che si concentra sui momenti cruciali, spesso affiancando eventi simili avvenuti in contesti e momenti differenti.

Il film ottenne un successo di pubblico e critica superiore a quello di "Perfect Blue", presentando comunque molti elementi in comune col suo predecessore; la compenetrazione tra reale e immaginazione è evidente, anche se qui è utilizzata con un ritmo differente e un messaggio decisamente più positivo. Si tratta di uno slancio più ottimista, un elogio della vita umana che potrebbe quasi essere considerata un'anteprima della virata che il regista effettuerà in modo ancor più potente col successivo "Tokyo Godfathers".
Quello che però in "Millenium Actress" ottiene una conferma definitiva è lo stile di Kon: oltre agli elementi già elencati, il regista nipponico continua a spiazzare lo spettatore sia attraverso la narrazione che con il montaggio, portando l'animazione giapponese a evolversi in direzioni mai esplorate fino a quel momento.

Perfect Blue

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PerfectBlueIl romanzo "Perfect Blue" era destinato ad essere adattato in una miniserie live-action per il mercato home video, ma gli studi della produzione furono gravemente danneggiati dal terremoto a Kobe del 1995, per cui il budget fu ridimensionato e il progetto si trasformò in un film d'animazione. Una volta coinvolto, Satoshi Kon giudicò la storia poco adatta ad essere soggetta a un adattamento e chiese di poterla modificare a sua discrezione; i cambiamenti furono approvati e così il prodotto finale mantiene solo il soggetto di partenza del libro, sviluppato poi in una direzione differente.

La protagonista è Mima Kirigoe, cantante del celebre terzetto femminile CHAM!, che decide di lasciare il gruppo musicale per intraprendere una carriera da attrice; questa svolta lavorativa infastidisce più di un fan, tra i quali spicca uno stalker che comincia a perseguitare Mima e a spacciarsi per lei online pubblicando su un sito accurate descrizioni delle attività svolte giorno per giorno. Gli atteggiamenti di questo maniaco diventano sempre più pericolosi e alcuni incidenti colpiscono i colleghi di Mima, così la idol comincia a preoccuparsi per la propria sicurezza…
Il primo fattore di Perfect Blue che ha sorpreso la critica e il pubblico è stato il suo genere, dato che difficilmente si vedono thriller psicologici realizzati in animazione. Il fatto di essere un cartone adulto e diverso dagli standard non è il solo motivo per cui il film, concepito come un prodotto per l'home video, riscuote un consenso tale da farlo subito passare anche sul grande schermo raggiungendo addirittura le platee d’oltreoceano. Questo genere narrativo viene poi applicato a un contesto dai toni diametralmente opposti come il mondo delle idol, giovani dive giapponesi al centro di un enorme business sconosciuto alla maggior parte degli spettatori occidentali, che potrebbero scoprirlo qui trovando un ulteriore motivo di interesse in Perfect Blue.

Il modo in cui Kon gioca col mondo reale e l'immaginazione per disorientare e stupire lo spettatore non consente al pubblico di adagiarsi, ma richiede una fruizione attenta e un totale coinvolgimento nella vicenda di Mima, le cui paure e angosce sono rappresentate in modo intenso e claustrofobico. Il montaggio è tutt'altro che "gentile" nei confronti dello spettatore, omettendo i campi lunghi per introdurre una nuova ambientazione o effetti visivi per distinguere le sequenze di sogno e i flashback; il risultato è un ritmo più frammentato e incalzante, che a fronte di un impegno maggiore premia il pubblico con sensazioni differenti da quelle di film più lineari.
Tra gli attestati di stima dimostrati nei confronti dell'esordio alla regia di Kon va annoverato sicuramente quello del regista americano Darren Aronofski che, per il suo film "Requiem for a dream", ha addirittura pagato i diritti di Perfect Blue per poter riprodurre la scena della vasca da bagno, inquadratura per inquadratura.

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