Giunge a conclusione al sesto episodio Law, la serie scritta dal duo Davide G.G. Caci e Giorgio Salati che ha raccontato le vicende dello studio legale “Cussler & Brandise”.
L’episodio finale è la seconda parte di un mini-ciclo iniziato nell’albo precedente (Law #5 – Colpo al cuore) incentrato sul processo ai danni della protagonista Gwen Brandise, rea secondo l’accusa di aver causato la morte di suo marito Bernie Cussler nonché co-fondatore dello studio legale di San Francisco.
Alla fine del numero 5 la vicenda aveva già avuto un clamoroso sviluppo: Chris Sanders, uno dei collaboratori più fidati della stessa Brandise, nonostante la sua grande esperienza di ammaliatore di giurie si fa incalzare dall’accusa durante la sua testimonianza e finisce per rivelare elementi che potrebbero influire pesantemente sulle sorti dell’imputata.
La storia riparte dunque da questo punto di rottura e procede incalzante e con ritmo sostenuto verso la conclusione dei singoli filoni della trama, ben sviluppati per ciascuno dei personaggi principali.
Si arriva dunque, non senza sorprese, al finale dove da un lato vediamo definite in maniera evidente le vicende principali ma dall’altro vengono anche lasciati aperti alcuni scenari, che potrebbero magari trovare sfogo in una futura prosecuzione della serie.
L’aspetto che maggiormente conquista nella lettura dell’albo (ma anche dell’intera serie) non è tanto il soggetto in sé, quanto piuttosto l’incredibile caratterizzazione dei personaggi. Il tribunale viene visto come un palcoscenico, e come ogni rappresentazione che si rispetti anche le aule della giustizia hanno i loro attori, con i loro tratti distintivi e specifiche sfaccettature.
E così in quest’ultimo numero ogni personaggio viene calato perfettamente nel ruolo che gli è stato ritagliato all’interno della trama: la Brandise ci conferma che la sua immagine di avvocato senza scrupoli vale per lei più della stessa possibilità di essere condannata, Rachel ci fa capire che il concetto di giustizia va al di là delle apparenti divisioni fra buoni e cattivi, il duro Donnie Martini di fronte alla battaglia con la sua malattia riesce a trovare una sua dimensione più umana e addirittura il grottesco Professor Lee con il suo morboso interesse per le donne finirà per trovare la sua degna compagna.
Da sottolineare ancora il bel lavoro di Fabiano Ambu, realizzatore delle copertine, che hanno costituito sicuramente uno dei punti di forza della serie dal punto di vista illustrativo insieme agli eccellenti frontespizi che sono stati disegnati a rotazione da diversi autori (in questo albo Alessia Martusciello e Alberto Pizzetti); anche i disegni dell’intera serie sono stati di buona fattura ma il genere “legale” sicuramente si presta meno al fumetto rispetto ad altri, finendo per diventare un elemento meno caratterizzante della qualità del prodotto.
In conclusione, sicuramente Law è stata nel complesso un’esperienza positiva, e anche questo episodio finale rispetta in pieno gli standard qualitativi alti dei precedenti albi.
Lo scetticismo iniziale verso un genere che nei fumetti trova pochissimi precedenti viene messo da parte sin dalla lettura delle prime pagine del primo numero e man mano che si va avanti si troverà sempre più familiarità con personaggi ed eventi. Resta da sottolineare come l’uso delle miniserie, sempre più diffuso negli ultimi anni, se da un lato può favorire la nascita di progetti un po’ più “sperimentali” dall’altro può finire per penalizzare prodotti validi come questo che meriterebbero uno spazio più continuativo.