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Alex Ross al lavoro sul graphic novel Fantastic Four: Full Circle

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Comicobook.com riporta in esclusiva che Alex Ross è a lavoro su testi e disegni di un graphic novel intitolato Fantastic Four: Full Circle. Il fumetto sarà in vendita dal 2 agosto 2022 e segna la nascita della nuova linea MarvelArts che vede unire le forze fra Marvel Comics e Abrams ComicArts e sarà caratterizzato da un formato di grande dimensioni che rispecchia quello dei Marvel Graphic Novel degli anni '80. Inoltre, la storia delle origini dei Fantastici Quattro sarà raccontata in un poster pieghevole dipinto a colori.
L'editor di lunga data di Ross, Charles Kochman, direttore editoriale di Abrams ComicArts, curerà Fantastic Four: Full Circle insieme a Tom Breevort, Marvel VP of Publishing.

"Questa è la storia dei Fantastici Quattro che volevo raccontare da anni, e visivamente è uno dei più grandi esperimenti artistici che abbia mai tentato", afferma Alex Ross. "Sono entusiasta di condividere questo lavoro con tutti, poiché unisce le due grandi forze editoriali di Marvel e Abrams ComicArts in una nuova audace collaborazione".

In Fantastic Four: Full Circle, Ross rivisita un classico di Stan Lee e Jack Kirby , ovvero "Questo uomo... questo mostro!".

Di seguito trovate la sinossi del volume, la cover e una tavole interna.

"È una notte piovosa a Manhattan, e nessuna creatura è in giro tranne che... Ben Grimm. Quando un intruso appare improvvisamente all'interno del Baxter Building, i Fantastici Quattro - Mister Fantastic (Reed Richards), la Donna Invisibile (Susan Storm Richards), la Torcia Umana (Johnny Storm) e la Cosa (Ben Grimm) - si trovano circondati da uno sciame di parassiti invasori. Queste creature composte da Energia Negativa arrivano sulla Terra usando un ospite umano. Ma per quale scopo? E chi c'è dietro questa invasione prematura?

I Fantastici Quattro non hanno altra scelta che viaggiare nella Zona Negativa, un universo alieno composto interamente di anti-materia, rischiando non solo la propria vita, ma anche il destino del cosmo!"

alex ross fantastic four full circle cover

alex ross fantastic four full circle interior

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X-Men: i titoli dell'era Destiny of X

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Marvel Comics ha rivelato le prime informazioni su Destiny of X, il nuovo status quo imminente per l'intera linea mutante che arriva sulla scia dell'attuale Inferno. Innanzitutto, il parco testate degli X-Men subirà una revisione con diversi nuovi titoli, alcuni grandi cambiamenti ai titoli esistenti sia nel team creativo che nel concept, e alcuni titoli attuali che sembrano mancare nella nuova lista in arrivo.

A partire dalla primavera 2022, la Marvel pubblicherà i seguenti titoli mutanti:

Immortal X-Men
Marauders
X-Force
Knights of X
X-Men
Legion of X
Wolverine
New Mutants
X-Men Red


L'annuncio della Marvel indica cambiamenti in arrivo per titoli come X-Men, X-Force, New Mutants e Wolverine, anche se non abbiamo nessuna informazione su cosa ciò comporti.

Insieme alla notizia della linea rinnovata, che l'annuncio definisce la "Seconda era di Krakoa degli X-Men", la Marvel ha diffuso un'immagine ad opera di Leinil Francis Yu e Sunny Gho che mostra molti dei principali X-Men.

destiny of x

(Via Newsarama)

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Anteprima di Hulk #1 di Donny Cates e Ryan Ottley

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L'acclamato ciclo The Immortale Hulk di Al Ewing e Joe Bennett è giunto al termine e cede il posto alla nuova testata dedicata all'anti-eroe Marvel. Esce oggi in America, infatti, il primo numero di Hulk - questo il nome della testata - realizzato da Donny Cates e Ryan Ottley, quest'ultimo dopo l'addio di The Amazing Spider-Man.

Su Hulk vedremo Bruce Banner scoprire un "modo radicale per controllare" il suo alter-ego. I precedenti tentativi di frenare in qualche modo Hulk si sono rivelati inutili, per questa ragione, si tenterà una soluzione estrema ed inedita che avrà conseguenze enormi.

Di seguito potete leggere un'anteprima di Hulk #1.

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Spider-Man: L’ombra del Ragno, recensione: e se Peter Parker diventasse Venom?

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Il concetto di What If…? nasce in Marvel nel 1977 grazie all’omonima serie durata 47 numeri. L’idea alla base era semplice, ovvero esplorare realtà in cui gli eventi chiave del suo universo narrativo si svolgessero in maniera differente. Ad esempio, cosa sarebbe successo se il ragno non avesse morso Peter Parker? E se invece che zio Ben il ladro che il giovane Peter lasciò andare avesse ucciso sua zia May?
Il concetto, declinato a tutti i personaggi, è stato proposto ai lettori in diverse incarnazioni: una seconda serie di 114 albi dal 1989 al 1998 e poi in miniserie, speciali e tanto altro fino ad oggi quando la Marvel, forte anche del successo dell’omonima serie animata su Disney+, ha deciso di rilanciare What If…? con una nuova formula: non più serie regolari, non più one-shot, ma miniserie che possano sviluppare in più albi quelle storie che generalmente si esaurivano nelle canoniche 22 tavole. Ad aprire le danze troviamo Spider-Man: L’ombra del Ragno di Chip Zdarsky e Pasqual Ferry, serie in 5 albi raccolti ora da Panini Comics in un volume unico.

Per riallacciarsi alla trama imbastita da Zdarsky bisogna fare un salto indietro a metà anni ‘80 quando la saga nota come Guerre Segrete portò i principali eroi Marvel su un pianeta creato dall’entità nota come Arcano. Fu durante questi eventi che Spider-Man adottò per la prima volta il costume nero che, una volta tornato sulla Terra, scoprì trattarsi di un essere vivente che intendeva stabilire una connessione sempre più profonda con il suo ospite. Quando Peter si accorse che il simbionte influiva negativamente sulla sua vita, portandolo a commettere azioni sempre più riprovevoli, decise di separarsene definitivamente, conseguenza che portò poi alla nascita di Venom. Ma cosa sarebbe successo se Peter avesse fatto la scelta opposta, se avesse deciso di non scacciare l'alieno ma di unirsi a lui in maniera più profonda abbracciando definitivamente il lato oscuro? È quello a cui Zdarsky e Ferry danno risposta in questo volume.

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La storia ci mostra un Peter abbattuto e combattuto sul suo ruolo di eroe in un periodo difficile per lui: ha abbandonato gli studi con sua zia May che per questo l’ha allontanato, accusandolo di voler sprecare la sua vita, e MJ ha appena scoperto che lui è Spider-Man. Il simbionte, intanto, gli insinua sempre più dubbi: a cosa serve combattere il crimine se poi i cattivi tornano a scorrazzare liberi poco dopo? Non sarebbe più efficace eliminarli definitivamente?
Mentre indaga sulla natura del proprio costume con l’aiuto dei Fantastici Quattro, un doppio scontro con Hobgoblin porta alla morte di May: è la fatidica goccia che fa traboccare il vaso. Peter decide di tenere il costume e fermare i criminali nella maniera più radicale possibile. Ma uno Spider-Man che oltrepassa il confine diventa un problema per tutti, buoni o cattivi che siano. Lo capiscono fin da subito Jonah Jameson e - soprattutto - Kingpin che, se prima tollerava la presenza di supereroi nella sua equazione criminale, non è disposto a farlo ora quando la loro pericolosità è esponenzialmente cresciuta.

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Se uno dei dogmi della Marvel era quello di non far commettere mai omicidi a Spider-Man, Zdarsky ci svela il lato oscuro di un Peter Parker che cede ai suoi istinti più bassi e primordiali. Lo sviluppo psicologico del personaggio risulta qui graduale e credibile e in generale ben gestito durante tutto lo sviluppo della storia che, dunque, beneficia dei 5 albi a disposizione della nuova formula dei What If...?.
Così come per Spider-Man: La storia della mia vita, Zdarsky parte da eventi già narrati e noti, discostandosene sempre di più man mano che la trama procede. In un certo senso, così come nell’opera precedente, tende però spesso a prendere strade fin troppo derivate e singolari, finendo per tradire un po’ quelle che sono le premesse iniziali. Nel caso de L’ombra del ragno sembra quasi non essersi voluto spingere troppo in fondo portando, da metà racconto in poi, la narrazione su binari superoistici più canonici e concilianti.  Ad ogni modo, l’opera presenta una sua coerenza interna, momenti intensi, alcune ottime intuizioni e uno sviluppo psicologico ben approfondito dei personaggi.

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Altalenante, invece, la prova di Pasqual Ferry che propone ottime tavole ad altre fin troppo scarne e sottotono. Se la costruzione delle stesse funziona comunque dall’inizio alla fine, è principalmente nei volti e nelle espressioni dei protagonisti che l’artista spagnolo non sempre convince e deve ricorrere all’utilizzo del colore di Matt Hollingsworth per donare profondità e tridimensionalità, oltre che a riempire gli sfondi spesso scarni se non del tutto assenti.

Spider-Man: L’ombra del ragno si propone, dunque, come una lettura solida e interessante, che sembra però non voler osare troppo e a cui, in generale, manca quel tocco capace di farle fare il salto di qualità necessario a renderla qualcosa di più che una semplice buona storia. Difetto che, in maniera forse minore, toccava anche Spider-Man: La storia della mia vita, non a caso sempre a firma di Zdarsky.

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