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Daredevil Collection 15: Sognatore Americano, recensione: quando Ann Nocenti prese il posto di Frank Miller

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La storia della arti è ricca di successioni ed avvicendamenti creativi rischiosi sulla carta ma che in seguito si sono rivelati felici. In ambito musicale se ne contano svariati esempi, basti pensare alla fuoriuscita di Roger Waters dai Pink Floyd, che proseguirono il loro percorso sotto la guida di David Gilmour, straordinario chitarrista ma fino a quel momento “gregario” di lusso. Ancora più clamoroso fu la defezione di Peter Gabriel dai Genesis, gruppo del cui successo era stato il principale artefice, con la promozione di Phil Collins al ruolo di leader: se i Genesis di Gabriel erano stati tra i maggiori esponenti del rock progressive e di una musica colta e concettuale, quelli di Collins diventarono una band rock – pop da primo posto in classifica, capace di riempire gli stadi e di sfornare hit irresistibili. In entrambi i casi, un artista amato e rispettato abbandonava la sua creatura all’apice del successo, lasciando grosse incognite per il futuro. Tornando al fumetto, un caso similare fu la partenza di Jack Kirby dalla Marvel verso la DC nel 1970, evento che gettò nel panico Stan Lee e l’intero staff redazionale della Casa delle Idee: John Romita, che pure non era un novellino ma il rinomato disegnatore di Amazing Spider-Man, ancora oggi racconta dell’ansia che lo colse quando Lee gli comunicò di averlo scelto come successore del "King" sulle pagine di Fantastic Four.

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Un’ansia con cui fece i conti anche l’allora semisconosciuta Ann Nocenti quando, nel novembre del 1986, succedette a Frank Miller sulle pagine di Daredevil, nel il periodo più fulgido della carriera del cartoonist del Maryland. Dopo aver ridefinito il personaggio di Batman con The Dark Knight Returns, opera dalla portata rivoluzionaria di cui si interessano anche organi di stampa non specializzata, Miller torna alla Marvel per chiudere i punti lasciati in sospeso con la sua innovativa gestione di Daredevil, che ne aveva lanciato la carriera tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80. E lo fa con una tripletta straordinaria: gli audaci e sperimentali Daredevil: Love & War e Elektra: Assassin, in coppia con Bill Sienkiewicz e, soprattutto, Daredevil: Born Again per le matite di David Mazzucchelli. In quest’ultima, Miller faceva ritorno sulla serie regolare del Diavolo Rosso per raccontare la caduta in disgrazia di Matt Murdock orchestrata da Kingpin, venuto casualmente a conoscenza dell’identità segreta dell’eroe. La storia, ritenuta all’unanimità un capolavoro dell’arte sequenziale, univa alla consueta componente noir e hard-boiled con la quale Miller aveva reinventato il personaggio di Daredevil una forte dimensione spirituale, grazie all’uso di simboli religiosi e del cattolicesimo in particolare, confessione al quale l’eroe è devoto. Salutato da pubblico e critica come una pietra miliare del genere, al pari de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Rinascita divenne un classico istantaneo, da tutti ritenuta come la storia definitiva di Daredevil. Conclusa la saga, Miller si congedò nuovamente da Matt Murdock, diretto verso altri lidi. Si apriva quindi il problema della successione, una bella gatta da pelare con la quale pochi avevano voglia di confrontarsi. Steve Englehart, sceneggiatore veterano di Marvel e DC, nonché erede designato di Miller, si tirò presto indietro per divergenze creative. L’editor Ralph Macchio optò quindi per una soluzione “interna” e apparentemente di ripiego, rappresentata da Ann Nocenti. La Nocenti, a sua volta editor delle collane mutanti Uncanny X-Men e New Mutants, due tra i maggiori successi del decennio della casa editrice, è una delle personalità più interessanti nella lunghissima lista dei creativi che hanno collaborato con la Marvel. Giornalista e scrittrice dalle influenze colte, entra nello staff della Casa delle Idee agli inizi degli anni ’80, rispondendo ad un annuncio sul Village Voice. Pur non avendo mai letto fumetti di supereroi, dei quali anzi disprezzava l’immagina stereotipata con la quale venivano rappresentate le donne, viene comunque catturata dall’energia creativa, che lei definirà psichedelica, che viene rilasciata negli uffici dell’editore. Da li in poi il debutto come autrice è cosa breve, con titoli minori come Spider-Woman e Doctor Strange, fino ad arrivare alla miniserie dedicata a Longshot, l’eroe “fortunello” co-creato con Arthur Adams. Conscia di dover succedere ad un mostro sacro come Miller, la Nocenti si accomoda al timone di Daredevil con la stato d’animo di chi non ha nulla da perdere. Ne uscirà invece uno dei cicli più influenti e significativi di quel periodo.

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Sognatore americano, quindicesimo volume della collana Daredevil Collection, raccoglie la parte iniziale della lunga run della Nocenti, che si concluderà solo nell’Aprile del 1991. Se la porzione più celebre del ciclo nocentiano coincide con l’arrivo di John Romita Jr. alle matite e con l’inizio della saga di Typhoid Mary, questo volume ci dà l’occasione di riscoprire, a più di 25 anni dalla prima edizione italiana, storie che hanno lasciato un solco indelebile nella storia del personaggio e nella memoria dei lettori. Già con queste prime prove, l’autrice dimostra una spiccata propensione per le tematiche a sfondo sociale e politico, con un trasporto inedito per il fumetto mainstream. Il protagonista indiscusso è Hell’s Kitchen, il quartiere degradato dove Matt Murdock è nato e dove fa ritorno insieme a Karen Page alla fine di Rinascita, per iniziare una nuova vita insieme al suo grande amore perduto e ritrovato. Daredevil è quasi una presenza di contorno, un espediente narrativo necessario per conferire azione e dinamicità alla trama, che si confonde all’umanità varia che popola il quartiere. Reduci di guerra che faticano a ritrovare un posto nella società come Jack Hazzard, il protagonista della struggente storia d’apertura che dà il titolo alla raccolta, risposta della Nocenti alla retorica militaresca dell’era Reagan, già criticata da Bruce Springsteen con quella magistrale seduta di psicanalisi travestita da fanfara trionfante che era Born in the U.S.A.; assassini come Marciume, nati dalla paranoia di un possibile contagio da parte del prossimo visto solo come veicolo di infezione e da un’educazione materna fobica ed opprimente; oppure Joe, operaio che in uno scatto d’ira uccide il titolare della sua fabbrica, dedito ad ingozzarsi di caviale mentre si fa gioco delle giuste rivendicazioni dei suoi dipendenti. Ribattezzato il Killer del Caviale, sarà sfruttato da un giornalista senza scrupoli per fare carriera.

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La Nocenti, che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie politiche tendenti a sinistra, portò nella serie dell’Uomo Senza Paura temi forti che mai erano stati trattati prima in un fumetto di supereroi, come il controllo dei media sugli individui all’alba della società delle comunicazioni di massa, o questioni sociali come la redistribuzione del reddito e il crescente inquinamento che rende le città invivibili. La passione e l’impegno civile di cui erano permeate le sue storie le attirarono non poche critiche, non ultima l’accusa di essere comunista (accusa che, negli anni successivi, avrebbe conosciuto nel nostro paese una buona dose di successo). Il comparto grafico del volume è assolutamente eterogeneo e composito, con il contributo di artisti molto diversi tra loro, a testimonianza della difficoltà riscontrate all'epoca nella ricerca di un degno successore di Miller e Mazzucchelli. Tra i nomi presenti spicca senza dubbio il maestro britannico Barry Windor-Smith, autore delle matite di Sognatore Americano, che all’epoca stava vivendo una seconda giovinezza (ricordiamo lo straordinario dittico di Vitamorte  e Lupo Ferito, suoi contributi coevi alla saga degli X-Men). Con il suo stile fortemente espressionista, l’autore cattura alla perfezione il dramma di Jack Hazzard, descritto con commossa partecipazione dalla prosa della Nocenti. Sfilano inoltre veterani come Sal Buscema, debuttanti alle prime armi ma destinati ad una fulgida carriera come Todd McFarlane, e mestieranti di lungo corso come Keith Pollard e Chuck Patton. La maggioranza delle storie è disegnata da Louis Williams, artista dalle matite stilizzate che non rubano l’occhio, ma che proprio per questo non distraggono il lettore dalla prosa lirica ed ispirata della Nocenti. Come detto in precedenza, la serie avrebbe presto accolto tra le sue pagine la star della matita John Romita Jr., destinato a formare con la scrittrice un connubio riuscitissimo. Ma questa è un’altra storia, che speriamo di raccontarvi presto.

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Netflix: Wilson Bethel si unisce al cast di Marvel's Daredevil

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Variety riporta che Wilson Bethel (Hart of Dixie, Generation Kill) si è unito al cast della terza stagione di Marvel's Daredevil. Bethel interpreterà un agente dell'FBI il cui ruolo sarà fondamentale per quello che sta accadendo tra Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin.

Anche se al momento non ci sono ulteriori dettagli a riguardo, qualche mese fa trapelò una descrizione di un agente dell'FBI che sembra corrispondere al personaggio Marvel Sin-Eater (Mangiapeccati), a.k.a. Stanley Carter. Vedremo se effettivamente sarà così.

Il cast di Marvel's Daredevil è composto da Charlie Cox (Matt Murdock/Daredevil), Deborah Ann Woll (Karen Page), Vincent D'Onofrio (Wilson Fisk / Kingpin), Elden Henson (Foggy Nelson) e Wilson Bethel.
Erik Oleson (Kings, The Man in the High Castle) sarà il nuovo lo showrunner della serie la cui produzione inizierà entro l'anno e la cui premiere è prevista per il 2018.

La terza stagione di Marvel’s Daredevil vede come produttore esecutivi Erik Oleson e Drew Goddard (The Cabin in the Woods) insieme a Jeph Loeb e Jim Chory. La serie è prodotta da Marvel Television in associazione con ABC Studios per Netflix.

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Vincent D’Onofrio ritorna nella terza stagione di Marvel's Daredevil

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La Marvel ha annunciato che Vincent D’Onofrio tornerà come Wilson Fisk, aka Kingpin, nella terza stagione di Marvel’s Daredevil. D’Onofrio è stato l'antagonista principale della prima stagione ed è apparso brevemente nella seconda.

“Vincent è un attore eccezionale che torna portando tutta la gravitas che conferisce a Fisk,” ha dichiarato il capo di Marvel Television Jeph Loeb.

D’Onofrio si unisce a un cast composto da Charlie Cox (Matt Murdock/Daredevil), Deborah Ann Woll (Karen Page) e Elden Henson (Foggy Nelson).
Erik Oleson (Kings, The Man in the High Castle) sarà il nuovo lo showrunner della serie la cui produzione inizierà entro l'anno e la cui premiere è prevista per il 2018.

La terza stagione di Marvel’s Daredevil vede come produttore esecutivi Erik Oleson e Drew Goddard (The Cabin in the Woods) insieme a Jeph Loeb e Jim Chory. La serie è prodotta da Marvel Television in associazione con ABC Studios per Netflix.

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Netflix: The Defenders, la prima foto del cast riunito - UPDATE: Nuove immagini e video

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Entertainment Weekly ha diffuso la copertina del suo prossimo numero in cui vediamo il cast composto dai 4 protaginisti del telefilm Marvel/Netflix The Defenders riunito per la prima volta. Potete vedere l'immagine qui di seguito. Update: Un video e nuove foto sono disponibili in basso e nella gallery.

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The Defenders, la serie prodotta da Marvel e Netflix, ha come protagonisti Krysten Ritter (Jessica Jones), Charlie Cox (Matt Murdock/Daredevil), Mike Colter (Luke Cage) e Finn Jones (Danny Rand/Iron Fist). Inoltre, ci saranno Deborah Ann Woll (Karen Page), Simone Missick (Misty Knight), Rachael Taylor (Trish Walker), Scott Glenn (Stick),  Rosario Dawson (Claire Temple), Jessica Henwick (Colleen Wing) ed Elodie Yung (Elektra).
The Defenders avrà gli showrunner di Daredevil Marco Ramirez e Doug Petrie, mentre S.J. Clarkson (Jessica Jones) è stato scelto come regista per i primi due episodi dello show. La serie sarà composta da 8 episodi e arriverà nel 2017, insieme a Iron Fist e The Punisher.

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