X-Factor: Peter David parla della fine della serie
- Scritto da Andrea Fiamma
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In una lunga intervista a Comic Book Resources Peter David ha parlato della propria gestione della testata X-Factor, giunta al termine dopo 262 numeri, rispondendo alle domande dei lettori del sito.
L’autore ha discusso i punti salienti della sua tenuta, tra cui il drastico cambio di ruolo di Guido, la relazione omosessuale tra Rictor e Shatterstar e di come sia stato difficile scrivere su un argomento che presta il fianco a critiche e controversie politiche: “Ho deciso di non farli sposare perché deve essere una cosa organica. Primo, non credo fosse il momento giusto, c’erano troppi avvenimenti in ballo per permettere loro di impegnarsi in modo serio; secondo, ero francamente preoccupato che l’evento sarebbe stato strumentalizzato per scopi politici. Che, invece che sembrare giusto e moderno, lo stessi facendo per dire la mia sui matrimoni gay”.
David, oltre a confermare di avere altri progetti per il mondo mutante che verranno annunciati durante la convention di New York, ha riflettuto sulla qualità del proprio lavoro, affermando che “Non è una domanda alla quale posso rispondere. Sta ai lettori decretare quali siano stati i miei maggiori contribuiti all’industria. Per esempio, non mi sarei mai aspettato che, nella prima gestione di X-Factor, il mio più grande contribuito fosse stata una scena di tre pagine, nel numero 87, in cui Quicksilver parla di com’è essere lui. Ma sono passati vent’anni e tutti, incluso il tizio che lo interpreterà nel nuovo film degli X-Men, se lo ricordano. Sono i fan che decidono”.
Il sito ha poi mostrato in anteprima alcune tavole dell’ultimo, a opera di Neil Edwards, che potete vedere qui sotto.
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