Shazam! La società dei mostri del male
- Scritto da Redazione Comicus
- Pubblicato in Recensioni
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I supereroi negli ultimi anni hanno trovato una nuova giovinezza nei passaggi sul grande schermo.
Le icone più o meno famose di Marvel e DC stanno passando, una dopo l'altra, dalla carta alla celluloide, con risultati più o meno pregevoli, ma con alcune costanti. I film di supereroi sono sempre, in linea di massima, dei film d'azione, blockbusteroni hollywoodiani un po' fracassoni, ibridi figli dei videoclip di MTV e del bullet time matrixiano.
Ci chiediamo però, cosa verrebbe fuori se si cercasse un approccio diverso? Magari quello dei film per famiglia, a metà strada tra i lungometraggi Disney e le riduzioni sul grande schermo dei romanzi per l'infanzia?
La risposta è questo volume…
La Società dei Mostri del male altro non è che un grande film su carta che reimmagina il mito di Capitan Marvel per mano del geniale Jeff Smith, una lettura all age che ci ricorda che anche nei comics disimpegnati possono nascondersi piccoli capolavori.
Mostrando che non c'è bisogno di mettere un All Star o un Ultimate davanti al titolo per dare una versione definita di un personaggio, Smith, un po' Don Bluth e un po’ Hayao Miyazaki, crea una favola moderna, in cui il piccolo Billy Batson si trova a fare i conti con degli straordinari poteri e con la minaccia risvegliata dalle sue azioni avventate.
Una sorta di romanzo di formazione quindi, dove la fantasia e l'avventura si mischiano all'azione immaginifica, senza però dimenticare, tramite metafore e simbolismo, una critica sottile ma puntuale alla società. I dialoghi, mai scialbi, riescono poi a creare dei personaggi iconici ma non piatti. In questo senso, è particolarmente riuscito il Dr. Sivana, principale fonte di pericolo della storia non perché dotato di particolare poteri, ma proprio per la sua crudeltà umana e quotidiana, quasi a rappresentare il mondo reale e adulto che si contrappone all'ingenua bontà dell'infanzia.
Dal punto di vista artistico, Smith mostra uno stile derivato da quello "golden age", ma senza limitarsi ad un semplice scimmiottamento, bensì reintepretandolo in maniera personale ed originale. Si resta a bocca aperta davanti a più di una tavola, per la maniera maestosa in cui vengono ritratte orde di animali e creature giganti. Plauso anche per come lo stile si adatta alle sequenze più intime senza farle contrastare con le sequenze più dinamiche.
In poche parole, questo volume è un perfetto esempio di classico moderno: classico nella storia che narra, moderno nel modo in cui lo fa.
A renderlo ancora più impedibile, c'è infine la ricca sezione in appendice piena di schizzi e interviste, il tutto confezionato in un formato elegante e prestigioso.
Le icone più o meno famose di Marvel e DC stanno passando, una dopo l'altra, dalla carta alla celluloide, con risultati più o meno pregevoli, ma con alcune costanti. I film di supereroi sono sempre, in linea di massima, dei film d'azione, blockbusteroni hollywoodiani un po' fracassoni, ibridi figli dei videoclip di MTV e del bullet time matrixiano.
Ci chiediamo però, cosa verrebbe fuori se si cercasse un approccio diverso? Magari quello dei film per famiglia, a metà strada tra i lungometraggi Disney e le riduzioni sul grande schermo dei romanzi per l'infanzia?
La risposta è questo volume…
La Società dei Mostri del male altro non è che un grande film su carta che reimmagina il mito di Capitan Marvel per mano del geniale Jeff Smith, una lettura all age che ci ricorda che anche nei comics disimpegnati possono nascondersi piccoli capolavori.
Mostrando che non c'è bisogno di mettere un All Star o un Ultimate davanti al titolo per dare una versione definita di un personaggio, Smith, un po' Don Bluth e un po’ Hayao Miyazaki, crea una favola moderna, in cui il piccolo Billy Batson si trova a fare i conti con degli straordinari poteri e con la minaccia risvegliata dalle sue azioni avventate.
Una sorta di romanzo di formazione quindi, dove la fantasia e l'avventura si mischiano all'azione immaginifica, senza però dimenticare, tramite metafore e simbolismo, una critica sottile ma puntuale alla società. I dialoghi, mai scialbi, riescono poi a creare dei personaggi iconici ma non piatti. In questo senso, è particolarmente riuscito il Dr. Sivana, principale fonte di pericolo della storia non perché dotato di particolare poteri, ma proprio per la sua crudeltà umana e quotidiana, quasi a rappresentare il mondo reale e adulto che si contrappone all'ingenua bontà dell'infanzia.
Dal punto di vista artistico, Smith mostra uno stile derivato da quello "golden age", ma senza limitarsi ad un semplice scimmiottamento, bensì reintepretandolo in maniera personale ed originale. Si resta a bocca aperta davanti a più di una tavola, per la maniera maestosa in cui vengono ritratte orde di animali e creature giganti. Plauso anche per come lo stile si adatta alle sequenze più intime senza farle contrastare con le sequenze più dinamiche.
In poche parole, questo volume è un perfetto esempio di classico moderno: classico nella storia che narra, moderno nel modo in cui lo fa.
A renderlo ancora più impedibile, c'è infine la ricca sezione in appendice piena di schizzi e interviste, il tutto confezionato in un formato elegante e prestigioso.
Gianluca Reina
Dati del volume
- Voto della redazione: 8