Qualche giorno fa, é morto Eddie guerrero, ne ho parlato in un post, e devo dire che ero parecchio scosso dall'accaduto, tanto da non sentirmela di parlarne subito. Chi mi conosce sa quanto sia appassionato a questo Sport-Spettacolo e di come Eddie fosse sicuramente tra i miei protetti. Con la sua morte se né andato per me un amico, un personaggio che mi ha fatto ridere, arrabiare, soffrire e sopratutto divertire. Perché Eddie era si un grande atleta e anche uno straordinario show-man, ma era anche un uomo sempre allegro e pieno di voglia di vivere.
I telegiornali sono stati TUTTI dei grandissimi pezzi di merda! Hanno proclamato la sua morte dando per scontato che le cause fossero legate all' Alcol e alla droga e naturalmente in un periodo dove i vari "Lapo" e "Calissano" hanno raccolto forte consenso di auditel, hanno cavalcato l'onda teorizzando giudizi senza avere, ancora, l'autopsia di Eddie. Poi naturalmente, cosa da non dimenticare, é un lottatore di Wrestling!Cavolo ma qui ci sta un servizio con i fiocchi, lo sport più bisfrattato del momento, uno dei più forti muore (sicuramente per overdose visto che era un drogato) e magari ci metto 2 nomi che trovo su internet con cui lottava e ho fatto l'articolo! Siete tutti delle merde!
Proprio questa mattina l'autopsia ha dimostrato che le vere cause della morte di Eddie dipendono ad un'infarto dovuto alla continua, stressante, attività fisica, e alla malformazione che le vene avevano subito negli oramai LONTANI anni in cui faceva uso di droghe. Era pulito, il medico che ne ha segnato gli esami, non ha trovato nessuna tracce di droghe nel sangue. Il suo passato l'ha tradito e ucciso.Certo però nessun MEDIA ne ha parlato, perché parlarne adesso? A che serve? Non fa notizia! E poi andrebbe contro tutto quello che abbiamo teorizzato prima, dovremmo dire che abbiamo sbagliato!
SCIACALLI!!!!
Stefano Benzi (l'unico che realmente potrebbe parlarne) ha fatto una bel saluto ad Eddie, un servizio dove le immagini delle sue Frog-Splash e dei suoi tres amigos, la cintura di campione del mondo vinta a Wrestmania XX, gli abbracci con Rey Misterio e Crish Benoit, scorrevano su parole che mi sono rimaste impresse:
"Il confine spesso sottile, a volte appena percettibile tra la verità e la finzione che circonda il wrestling, spesso ti inganna. E ti porta a pensare che questi atleti, autentici superuomini capaci di risorgere dalle proprie ceneri, di inventarsi una nuova vita, una nuova identità, e di rinascere sul ring dopo essere stati dichiarati morti sepolti, siano indistruttibili.
E infatti a volte la finzione è più bella: io sinceramente lo penso davvero. Il wrestling riesce a chiudere fuori dalla porta di casa mia, anche solo per pochi minuti, tutte le cose orrende di questa vita. E di fronte a una realtà virtuale che offende l'intelligenza, o a un reality show che la tv mi propina dietro ogni angolo, preferisco i cartoni animati, l'Uomo Ragno, Babbo Natale. Mi auguro di restare così per tutta la vita: perché a un uomo finto che gioca a sembrare vero, e ne siamo circondati, preferisco un uomo vero che gioca a fare il finto, e mi costringe a uscire allo scoperto, a mettermi in gioco, a inventare il mio ruolo.
Eddie Guerrero ha avuto una vita difficile, molto difficile: non era un santo e neppure un eroe. Niente agiografie per lui, neppure ora che ci ha lasciato: ma ha avuto il coraggio di affrontare i suoi fantasmi, spesso anche nel modo sbagliato, e di provare a sconfiggerli. I fantasmi era stata in passato la dipendenza da sostanze che uccidono e una malattia maledetta: la depressione.
Chi sa di che cosa sto parlando lo può testimoniare: la depressione è una bestia orrenda, che ti logora, ti corrode, ti toglie ogni certezza e finisce per annullarti, portandoti a pensare che una fine immediata sia più opportuna di un'esistenza lenta e sofferta. A suo modo Eddie è stato un simbolo: quasi morto è tornato a volare, abbandonato a se stesso è tornato a farci sognare, a imbestialirci quando giocava a fare il cattivo e a farci sorridere quando piegava il suo sorriso in un ghigno beffardo, per diventare di nuovo l'amico buono e sbruffone.
Eddie era il compagno dell'ultimo banco, sempre in ritardo e mai preparato; era la pecora nera della famiglia, il cugino che per primo ha fumato e che a scuola è stato sospeso. Eddie interpretava quel fantastico istrione del quale non si può fare a meno quando lo spettacolo langue, e che da solo, anche camminando, fa sua la scena. Perché nessuno era in grado di occuparla come lui.
Il mio massimo rispetto per un'artista del genere potrebbe non bastare. Perché dietro l'artista, sorridente, sguaiato e sempre eccessivo, c'era l'uomo: con tutte le sue angosce e le sue debolezze. Che poi sono le mie, le vostre.
Eddie lo ricorderò perché mi ha insegnato a volare dopo che si è caduti pesantemente, a rialzarmi dopo che il mondo ti ha voltato le spalle. Non mi importa come è morto, per me non fa molta differenza. E soprattutto non mi interessa come diranno che è morto, o quello che la gente penserà del suo passato che purtroppo fa notizia. E cancella il rispetto. Sociologi, psicologi, educatori, dall'alto di un trono che onestamente non so chi e perché gli abbia messo sotto il sedere pontificheranno su educazione, valori, e faranno a gara a conquistare un iscritto al movimento delle menti indifese.
Lasciamoli parlare i soloni e i tuttologi.
Io penso a quel ghigno e all'uomo, ai suoi voli e alle sue debolezze: al suo immenso talento.
Le voci non le sento neanche, le orecchie sono chiuse dal dolore. Mi interessa che quel compagno dell'ultimo banco, non c'è più, e mi manca già. Giovedì ad Ancona dovevo incontrarlo, ieri mattina stavo preparando le domande da fargli e una doveva essere: “Quanto è bella la luce dopo che si è toccato il fondo e il buio?”
Mi avrebbe risposto, forse ironicamente o con un mezzo sorriso non mi avrebbe detto nulla: ma ora che si gode lo show dal palco d'onore del bordo ring Eddie, ti sono vicino e sono io a dirti “grazie”.
Riposa in pace, e goditi lo spettacolo, mi camaro.
ADDIO EDDIE...!!
Will never die.. W La raza"