MicroIntervista a GIACOMO NANNI
- Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Per me il fumetto è un linguaggio fatto di disegni e parole. Quand’ero bambino leggevo più o meno tutto. Asterix, Tintin, Topolino, Batman, Superman…poi ho cominciato a leggere le riviste (Metal Hurlant, Alter Alter, Orient Express...) abbastanza presto, avevo 11/12 anni.
- A quale progetto/i stai lavorando?
Un racconto lungo sulla vita di Paolo Uccello, l’artista del 1400. Ho da poco terminato di disegnare Storia di uno che andò in cerca della paura, una specie di romanzo a fumetti, ma non so ancora niente di preciso sulla sua pubblicazione.
-Quali storie preferisci raccontare/ disegnare?
Mi piace leggere storie non banali. Sulle mie non ho preclusioni.
- Quali autori italiani ammiri di più?
Ce ne sono tanti. Quelli che mi vengono in mente adesso sono Igort, Gipi e anche Paolo Bacilieri è difficile che disegni qualcosa che non mi piaccia. I suoi Napoleone li ho tutti.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Penso che siano importanti, anche se ognuno dovrebbe sentirsi libero di cercare una propria strada in un mestiere come questo. Penso che le cose migliori nascano da una mente aperta.
- Come vedi il mercato italiano oggi?
Vedo sicuramente alcune difficoltà, anche se non me ne intendo molto. Allo stesso tempo per esempio, il primo numero di Canicola è esaurito. Erano mille copie però. E’ difficile dire.
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da scrivere un personaggio da creare... il tuo qual é?
Il racconto a cui sto lavorando, quello sulla vita di Paolo Uccello che ti dicevo, in un certo senso è un “sogno proibito”, visto che nessuno mi ha chiesto di farlo. Lo sto disegnando, poi si vedrà.
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