MicroIntervista a MICHELE PETRUCCI
Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Per me è un modo di raccontare storie. Un mezzo giovane e dalle grandi
potenzialità in gran parte ancora da scoprire.
Ci sono arrivato come la gran parte dei fumettisti. Leggendo fumetti
fin dalla prima infanzia.
A quale progetto/i stai lavorando?
Principalmente ad una storia di lungo respiro a metà strada tra
l'autobiografia e il romanzo storico. Dovrebbe essere pronto per la
fine del prossimo anno.
Quali storie preferisci raccontare/ disegnare?
Tutte quelle che ritengo delle buone storie senza nessun limite di
genere. Ma ho una predilezione per le storie noir (nel senso più
generico del termine).
Quali autori italiani ammiri di più?
Quello in assoluto che ha cambiato il mio modo di vedere un fumetto è
stato Lorenzo Mattotti. Recentemente mi piace molto la spontaneità del
segno e delle storie di Gipi.
Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Io non ne ho frequentata nessuna. Non so, immagino dipenda dalle
singole scuole. Certamente non sono fondamentali per diventare un buon
fumettista ma possono aiutare soprattutto ad imparare le basi del
linguaggio.
Come vedi il mercato italiano oggi?
Confuso e privo di direzione. Rispecchia la realtà culturale del
paese. Ci sono tanti editori che importano fumetti esteri ma
pochissimi che investono nei giovani fumettisti italiani che ogni
anno sono sempre meno numerosi.
Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere, un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Invece ti devo smentire. In questo momento l'unica cosa che mi
interessa è seguire e in qualche modo promuovere il mio lavoro e le
mie storie al meglio.
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