microIntervista a MANLIO MATTALIANO
Cosa é il fumetto per te e come ci sei arrivato?
Il fumetto è un mezzo di espressione creativa come tanti altri. Ma è anche e soprattutto intrattenimento. Queste due anime imprescindibili sono le stesse, diciamo, del cinema (nonostante molti pensino il contrario) e quindi la scrittura per il fumetto è espressione artistica ma anche e sopratutto mestiere. Capacità di dare ai lettori quello che vogliono leggere...riuscendo magari a scrivere qualcosa, mettendoci quel pizzico di te in ogni cosa che ti fa sentire soddisfatto del tuo lavoro. Un medium in bilico tra arte e artigianato. E, visti i tempi, anche tra declino e rinascita. Al fumetto ci sono arrivato cominciando a scrivere...prima una storia, un soggetto qui e uno lì...più passava il tempo più sentivo che dovevo raccontare. Quindi l’esordio su Piccoli Brividi della Panini e su Prezzemolo, poi le strisce degli Animarvel e la serie Avalonia. Il resto lo devo ancora scrivere...
- A quale progetto/i stai lavorando?
A molti contemporaneamente, come sempre. A parte la mia serie Avalonia, che uscirà in autunno a colori, sto anche finendo di supervisionare il numero zero di una serie per ragazzi che uscirà per Italycomics, sempre a novembre. A dicembre invece l’esordio della serie “Jek Vans” per la Free-Books. Il resto, come sempre, sono sempre progetti...alcuni più avanti, altri meno, tra cui l’ambito esordio in Francia. Ma da quando sto a Roma mi sto dando da fare anche nella sceneggiatura per l’animazione...
-Quali storie preferisce raccontare/ disegnare?
Io amo l’avventura, di tutti i generi, ma preferibilmente realistica. Noir, fantasy, metropolitano, thriller. Trovo stimoli in tutti i generi. Per questo la serie per ragazzi che uscirà prossimamente è la mia prova personale più impegnativa, in quanto più distante dai generi che frequento abitualmente...ma bisogna pur mettersi alla prova, non credi?!
- Quali autori italiani ammiri di più?
Sicuramente Alfredo Castelli e Antonio Serra sono stati gli autori che più mi hanno influenzato, come stile e “poetica” del raccontare a fumetti. Ma anche molti autori americani, come John Byrne prima e adesso Brian Bendis. Ma tutti, da Michele Medda a Matteo Casali (per citarne due molto distanti tra loro) in un modo o nell’altro mi hanno trasmesso qualcosa. Che spero di avere assimilato...nel bene e nel male...nel tentativo di crearmi uno stile personale.
-Cosa pensi delle Scuole di Fumetto?
Che sono cosa buona e giusta. Certo...se tutte insegnassero veramente a fare fumetti (non commento) avremmo un mercato invaso da autori che forse non riuscirebbero a lavorare. Ma, di contro, se le scuole formassero nuove leve degne di nota, forse assisteremmo ad un progressivo svecchiamento del mezzo. Ma le case editrici italiane quanto sono pronte a scommettere su giovani autori?! Quasi nulla. Quindi è giusto che ci siano e continuino ad esistere. Ma che gli autori siano pronti a sgomitare per trovare il loro posto nel mercato...fino a quando non cambierà qualcosa nella mentalità degli editori.
Come vedi il mercato italiano oggi?
Io vedo una crisi profonda. Ma anche un tentativo di rinascita. Il medium è in crisi, è vero, si perdono lettori ogni mese. Ma io credo proprio che sono i lettori ad essere cambiati (come età, gusti e approccio al fumetto). Alcune case editrici lo stanno capendo, facendo alcuni timidi tentativi di rinnovarsi. Spero lo capiscano anche gli autori. Altrimenti nei prossimi anni assisteremo, credo, ad una progressiva sostituzione di tutti gli autori che conosciamo e apprezziamo con altri nuovi, cresciuti nelle nuove generazioni, e molto più vicini ai nuovi gusti del pubblico. Speriamo tutti di essere tra quelli che le nuove generazioni di lettori apprezzeranno....
-Ogni autore ha un suo "sogno proibito", un desiderio, una storia da
scrivere un personaggio da creare... il tuo qual'é?
Questa è facile. Il mio “personaggio nel cassetto” è un noir italiano ambientato a Milano che fluttua tra le scrivanie dei vari editori dai tempi gloriosi della Montego...ma ancora non ha trovato un editore. Non ho ancora capito se l’idea è troppo avanti per i tempi, o se invece proprio non funziona. Cerco di non innamorarmi troppo dei progetti che scrivo, ma su questo ho sempre lasciato un pezzo di cuore. Vedremo il futuro...
1 Comments:
Ho fatto un'altro scoop! Dopo l'intervista a Manlio, é apparso su Comicus la notiza di Transilvania! ; )
7:06 PM
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