X-MEN

 

 

# 16

Marvel IT Presenta…


‘BRAVE NEW X-WORLD’
(quarta parte di quattro)

Mr. T

storia

Pietro Meroni

co-soggetto

rossointoccabile

supervisione Marvel IT

Carlo Monni

supervisore capo

 

 

 

Giunte nella notte. O coi primi raggi del sole mattutino. Gettando ombre innaturali, coi loro corpi metallici sotto il sole caldo di una giornata piena. Le Sentinelle, robot costruiti dall’uomo per uccidere i mutanti, sono tornate a casa.

Washington, D.C., New York, Los Angeles, Mexico City, Londra, Parigi, Roma, Berlino, Bruxelles, Mosca, Gerusalemme, Il Cairo, Pechino, Hong Kong, Seul, Tokio, Sydney: le Sentinelle riprogrammate da Magneto concludono il loro viaggio atterrando silenziose a pochi metri dalle sedi istituzionali di queste e di altre città in tutto il mondo. Vengono accolte con timore, allarme e curiosità irresistibile, ma anche senso di colpa, superstizione irrazionale e perfino speranza.

Non sembra ci sia vita negli scuri occhi delle gigantesche macchine, ma in un modo o nell’altro, qualunque sia il groviglio di sentimenti che il loro arrivo ha evocato, non c’è uomo, donna o bambino che non senta il loro sguardo puntato ineluttabilmente su tutta l’umanità.

 

Cortei inneggianti i diritti mutanti sfilano in tutto il mondo, contrastati da altrettante manifestazioni umanistiche: mutanti e uomini comuni, gli uni contro gli altri, ma anche insieme e nelle file opposte in rare occasioni dove l’odio è più stemperato, la mente più aperta o vincoli di sangue e sentimenti di affetto rompono gli schemi, abbattendo le difese. Ma l’eco di un senso di appartenenza è forte e rimbalza in ogni angolo del globo con promesse di identità, riconoscimento e del futuro a portata di mano. E il pericolo che si avverte nutre la paura della perdita, non sopporta l’incertezza e favorisce il confronto sulle differenze, tralasciando la ricerca degli aspetti in comune, perché, alla fine, ciò che conta davvero è noi contro loro, gruppo interno contro gruppo esterno, uomo contro mutante, sé e l’altro. Scintille si manifestano, accendendo le micce di contrasti fisici spente con forza bruta.

 

Al Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. i delegati delle nazioni rappresentate osservano le immagini di un mondo in subbuglio, sull’orlo di una guerra genetica. Pensieri e sentimenti contrastanti, i loro sguardi saettano concitati dai monitor aperti sugli avvenimenti mondiali delle ultime ore e sulle battaglie supereroistiche di Genosha, agli occhi di squalo della Sentinella dietro le finestre di vetro e acciaio del palazzo dell’O.N.U., ai rappresentati cinesi, alimentati da una convinzione comune: Magneto ha dato scacco all’umanità e nessuno di loro vuole fare la prima mossa.

Salkovkis, il consulente scientifico russo che ha dedicato la seconda metà della propria vita a studiare la psicologia del Signore del Magnetismo, avvicinati i politici cinesi, suggerisce loro una mossa che può mettere in stallo la partita. 

 

Nel palazzo presidenziale di Genosha, Magnus e Charles Xavier assistono preoccupati all’ultimo atto dello scontro tra i loro confratelli dall’esclusiva caratteristica eXtra nel DNA.

In un punto imprecisato ai margini della costa, Jean Grey-Summers e Adam Essex sostano immobili a centinaia di metri sopra la superficie dell’oceano, l’una di fronte all’altro e l’uno nella mente dell’altra. I loro corpi bruciano, ebbri della manifestazione della Fenice, i loro legami atomici si sono disgregati e ricomposti, Jean Grey-Summers e Adam Essex sono morti e ritornati, liberando la coscienza della Fenice.  

 

La Fenice dispiega le sue ali di fuoco, abbraccia i due combattenti telepatici, brucia e sistema ciò che non va.

 

L’uccello di fuoco cosmico sorvola Baia di Hammer e i suoi abitanti mutanti, terrorizzati ed estasiati allo stesso tempo dall’effetto Fenice e si lancia in picchiata all’interno del palazzo presidenziale della capitale.

L’effetto Fenice abbaglia lo sguardo di quanti, in tutto il globo, assistono alla sua manifestazione. Per molti è uno spettacolo incredibile e stupefacente, per altri, come i delegati alle Nazioni Unite, è un simbolo di distruzione, morte e dolore.

 

- E va bene, d’accordo! – dichiara Wang Guangya, rappresentante della Repubblica Cinese rivolgendosi a Nicola Zeitgest, comandante sul campo della Confraternita dei mutanti di Magneto, ripreso in tempo reale dalle telecamere nanotecnologiche a diffusione mondiale di DioArte. – Il governo della Cina si dissocia e condanna le azioni dei politici e dei militari accusati da Magneto, dichiarandosi non a conoscenza dei fatti e soprattutto delle motivazioni che hanno spinto quegli uomini a rapire e torturare decine di bambini cinesi. Chiediamo formalmente che vengano estradiati affinché possano essere processati e giudicati dalle istituzioni cinesi, come è nostro diritto.

 

 

Jean Grey-Summers emerge dal fuoco, vestita di una aderente tuta bianca, nella cui parte superiore fa bella mostra di sé il simbolo dorato della Fenice.

- E’ questo il futuro? – dice, osservando Magneto e il Professor X. – Avete idea come ci si sente quando si sa che ci sarai sempre e solo tu alla fine, quando tutto sarà finito? Sono qui per salvare qualcosa che stava morendo - mormora, accarezzandosi dolcemente il ventre, - Accettate il giudizio della Fenice.

 

Un respiro e la Fenice è sopra New York, poi dentro al palazzo di vetro delle N.U. e il suo fuoco si spegne intorno al tavolo ellittico del Consiglio per la Sicurezza.

E’ una reazione di allarme istintiva, quella dei presenti: i delegati politici si ritraggono sorpresi e spaventati, le armi degli agenti della sicurezza vengono caricate e puntate verso Magneto, comparso al centro della sala. Nicola si alza di scatto, azzurre e crepitanti cariche elettrostatiche saettano sul palmo delle mani, correndo tra le dita, gli occhi di ghiaccio sembrano fulmini nella notte.

- No, Nicola! – ordina il Signore del Magnetismo, giunto all’O.N.U nell'elegante completo scuro con cui è vestito, insieme al Professor X e a Fenice.

- Sono qui in pace. – dice scaricando magneticamente le armi degli agenti e invitandoli a deporle. – Non vorrei partisse accidentalmente un colpo. – aggiunge guardando l’ambasciatore cinese.

- Offro la grazia ai politici e ai militari cinesi custoditi a Genosha e acconsento alla loro estradizione, affinché vengano processati e giudicati dal loro popolo. Inoltre indico le prime elezioni politiche libere a Genosha per la costituzione del primo governo democratico della nazione mutante!

    

Detto ciò Magnus si avvicina al seggio riservato a Genosha e si siede.

L’uditorio è silenzioso. Mai si sarebbe aspettato una simile risoluzione da parte del famigerato terrorista mutante.

- Ciò che dice Magnus è la verità. Mi ha concesso di esaminare la sua psiche. Non mente. – afferma Charles Xavier.

- E io gli credo! – dice Salkovkys.

-  Ma forse non tutti la pensano come lei, dottore. – commenta l’ambasciatore americano.

- Li capisco. – annuisce Magneto. – la mia presenza tra di voi, non è forse un segno di democrazia? 

- Allora lasciami candidare alle elezioni come tuo rivale, Magnus, - chiede Salkovkys, - un umano con gli stessi diritti e doveri dell’ex sovrano di Genosha. Non è una prova sufficiente, signori? – domanda agli ambasciatori, che si rivolgono con sguardo interrogatorio a Magneto.

- Così sia, Salkovkys. – accetta Magnus.  – Benvenuto a Genosha.

 

EPILOGO 1

Alcuni giorni dopo.

 

Genosha.

Arrivano da ogni dove. Centinaia di migliaia di mutanti approdano sulle rive dell’isola e si dirigono verso i centri d’immigrazione e anagrafici debitamente istituiti dalla Nuova Repubblica. Vengono accolti, guidati e assistiti. A coordinare le operazioni, a mantenere l’ordine e a garantire la sicurezza ci pensano gran parte della Confraternita e nuovi insoliti alleati, come il dottor Hank McCoy, supervisore dell’equipe medica dell’intera città-stato. Mentre Citizen X dorme un sonno ristoratore in un bozzolo di acciaio e cellule organiche nelle viscere della città per riprendersi dallo scontro con Ciclope e l’Uomo Ghiaccio vive in una cella criogenica attendendo la saturazione graduale delle sue ferite, controllato a vista da una sempre più annoiata ed irrequieta Emma Frost.

Dello Sciamano, invece, non si ha alcuna notizia, dopo il duello telepatico con Jean Grey-Summers. A Mother sembra a volte di sentire la sua voce sussurrare canzoni di buon auspicio verso minacce imperscrutabili, trasportata dai venti ancestrali della Terra.

E Charles Xavier, scelta la sua nuova, splendida dimora, nella fresca collina, a mezza via tra la baia e i più alti grattacieli di Magda Square, rinfranca la trepidante attesa dell’inizio dei corsi accademici, brindando ad una nuova era con vecchi e nuovi amici. Insieme a Magnus, Salkovskys, Nicola Zeitgeist alza il calice in segno di benvenuto alla lunga fila di mutanti, presto novelli cittadini genoshani come lui, che si staglia variopinta contro la terra bruna e verde e le acque blu intense della costa.

 

Istituto Xavier.

Nel frattempo, il resto degli X-Men giunge a casa; quella che continuano a considerare tale anche dopo l’ultima missione a Genosha.

Ciò che trovano al loro arrivo sono un paio di corpi che giacciono sul prato della villa. Quello che sconcerta di più non è tanto la verosimiglianza con versioni distorte di uomini-X del passato, quanto il fatto che sono morti.

Uno di essi è stato palesemente scaraventato lì dall’interno, oltre la vetrata ancora in frantumi del pian terreno. Un Uomo Ghiaccio più consapevole dei suoi poteri, eppure sconfitto, insieme ad un Arcangelo dalle ali demoniache spezzate.

Wolverine s’avvicina, fiuta… e conferma i loro sospetti.

- I ragazzi… - mormora Colosso.

La mano di Fenice frena a stento la sua preoccupazione crescente. Jean li percepisce sani e salvi nelle loro stanze, dietro le porte chiuse a chiave, ma spaventati e soli.

Ciclope fa cenno di entrare. Peter apre la doppia porta dell’ingresso. Logan lo segue, guizzando silenzioso alle sue spalle, sparisce nell’ombra. 

Subito la sua vista felina si adatta all’oscurità e rileva altri due corpi. Uno è un grosso umanoide dal manto folto e verde, zampe caprine come arti inferiori e il viso ricoperto di squame simile ad un pesce, una vera e propria bestia sgraziata. L’altra figura è di una raffinatezza opposta; bellissima nel suo taglio punk, è una donna nera dai capelli bianchi in tutto e per tutto uguale a Tempesta, se non fosse per quei due canini troppo sviluppati e gli occhi rossi come quelli di un pipistrello.

-  Sui loro corpi non c’è il suo odore… - riferisce secco Wolverine.

- L’odore di chi? – Gli chiede Ciclope.

- Quello di Luther! – Logan indica un punto in fondo al corridoio. Dall’oscurità emerge una figura incappucciata. Tra le braccia sorregge il cadavere di un uomo.

- Scott! – esclama addolorato Blisset, il mutante dai mille volti, alla vista dell’amico sulla sedia a rotelle.

- Luther… - Ciclope distoglie da sé l’attenzione e si concentra sul mutante senza volto, - …chi ha ucciso Rory Campbell e questi mutanti? - Luther volge lo sguardo dietro di sé.      

Wolverine, artigli sguainati, spalle al muro, s’affianca alla porta d’ingresso dell’ufficio del preside. - Lei è li dentro… - sussurra.

“La sua mente, Scott… è un labirinto indecifrabile.” - risponde telepaticamente Fenice ad un perplesso Ciclope.

- Ci penso io. – Colosso, proteggendo gli amici col corpo metallico, muove il primo passo all’interno dell’ufficio.

E tutti e quattro gli X-Men se la ritrovano di fronte, elegante, seducente e pericolosa, la pelle bianca come la luna rivestita di una lucida tuta di pelle nera, il viso pallido e i lineamenti decisi sotto i corti capelli corvini. E’ seduta tranquilla alla scrivania del professor Xavier, le braccia conserte, pensierosa, quasi distratta, ma allo stesso tempo in totale controllo della situazione, come se li stesse aspettando da tempo, come se fosse sempre stata li, su quella poltrona, in quel luogo.

- Tessa?!

- Chiamami Sage.

 

 

EPILOGO 2.

 

Nel cuore dell’Impero Shi’ar. Il palazzo dell’Imperiatrix.

I chirurghi neuromistici l’hanno udito e sentito nelle trame della realtà al crocevia dove tutto inizia e finisce. E l’hanno riferito agli Araki, consiglieri personali dell’imperatrice. Questi li hanno ascoltati e atterriti l’hanno confessato alla loro sovrana.

Così vuole il protocollo. Diretto, veloce e forse, in ogni caso, non abbastanza celere o comunque inutile per impedire la distruzione totale.

Oggi. Dopo un giorno e una notte di conciliazione e meditazione, Lilandra Neramani, Imperiatrix Shi’ar esce dai suoi alloggi e al cospetto dei suoi più stretti collaboratori, Araki e Gladiatore, pretore della Guardia Imperiale, intima, solenne e avvolta in una furia angosciosa, la sua condanna: - Il figlio di Apocalisse e Fenice deve morire!.

 

FINE

 

 

PS

Alla fine siamo arrivati alla conclusione della saga! Mi auguro che nel rileggerla tutta in una volta la soddisfazione supererà il disagio della lunga attesa.

Personalmente l’ultimo capitolo ha perso un po’ d’impatto nella mia testa: l’idea di riunire xavier e magneto si è concretizzata molti mesi prima dell’annuncio e dell’uscita del nuovo Excalibur americano… questo racconto sarebbe dovuto uscire molto prima quindi… e scoprendo che negli USA gli editor hanno avuto la stessa idea, col tempo ho perso interesse, ma tant’è… eccolo qua.

Alla prossima e fatemi sapere che ne pensate. X-ciao!