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X-MEN
# 14 |
Marvel IT Presenta… |
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Mr. T |
storia |
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H.P.L. |
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rossointoccabile |
supervisione Marvel IT |
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Carlo
Monni |
supervisore
capo |
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Mr. T |
presidente |
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Charles Xavier, alias Professor X |
Telepate,
fondatore e mentore degli X-Men |
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Logan,
alias Wolverine |
Fattore rigenerante, scheletro e artigli di adamantino |
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Peter Rasputin, alias Colosso |
Corpo di acciaio
organico |
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Scott Summers, alias Ciclope |
Raggi ottici concussivi |
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Henry McCoy, alias la Bestia |
Intelletto prodigio in un corpo di leone |
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Jean Grey-Summers, alias Fenice |
Telepatia e telecinesi |
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Emma
Frost, alias la Regina Bianca |
Telepatia e pelle di diamante |
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Bobby Drake, alias Uomo Ghiaccio |
Controllo temperatura e produzione ghiaccio |
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Magnus,
alias Magneto |
Signore del Magnetismo e Presidente di Genosha |
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Nicola
Zeitgeist |
La luce della rivoluzione di Genosha |
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***
Percepiamo gli stimoli ambientali attraverso innati
principi organizzatori di forma e significato. La totalità è più della semplice
somma delle singole parti. Un semicerchio e due cerchi più piccoli si combinano
nella nostra mente, formando l’immagine iconica di un volto umano, conquista
evolutiva per entrare automaticamente in sintonia emotiva e garantire la
sopravvivenza della specie mediante il riconoscimento istintuale
delle emozioni primarie del singolo individuo.
Ventiquattro robot ad immagine d’uomo, alti come
grattacieli newyorkesi, hanno il volto scolpito a
sembianze umane. Due cerchi e una fessura, ricordo dell’uomo loro creatore, o
espressione di un sentimento di riconoscimento e appartenenza non ritrovato
nella fredda assenza di umanità dei loro occhi senza
luce; macchine dal volto d’uomo costruite per uccidere, paradosso e manifesto
di un’umanità spaventata, confusa, ma in cerca di punti di riferimento, di assi
in cui trovare sostegno, aggregazione e diritto di sopravvivenza.
Ventiquattro Sentinelle classe Nimrod,
circondano l’isola stato di Genosha
al limite delle acque territoriali.
Charles Xavier arriva alla capitale con le macchine. Ad attenderlo
ad Hammerbay, il popolo di Genosha e il suo leader, Magneto; ma non basta: in mondo
visione, gli occhi dell’umanità intera sono puntati verso l’isola e i due
mutanti.
- E’ una dichiarazione di intenti?
- E’ la richiesta di un dialogo e di un accordo, Magnus.
- Li tieni tutti sotto controllo telepatico, Charles? Perché non credevo di vedere il giorno in cui un
mutante avrebbe dato le spalle ad un Sentinella.
- Hanno la speranza che non ci sarà una guerra genetica. Il disarmo unilaterale di qualsiasi arma antimutante è la loro
garanzia. Ti chiedo solo di ascoltarmi…
- E cosa farai quando le
Sentinelle apriranno il fuoco sulla nostra gente, Charles?
- Sono solo simboli di paura – risponde
Xavier voltandosi severo - Della tua stessa paura, Magnus!
Non lasciare che essa decida per te. Tu solo puoi far
sì che la paura non decida per tutti noi. Ascoltami Magnus.
Un tempo l’hai fatto. Hai ricevuto fiducia e hai imparato a darla.
- Belle parole, Charles, davvero.
Un tempo le ho dette, ai tuoi allievi, al nostro popolo e al mondo intero. C’ho creduto. Ma non funzionano.
Speranza… Ricordi quando mi hai reso un vegetale? Immagino che in qualche modo
abbia fatto più male a te che a me... agire, prendere finalmente una decisione.
Una decisione non dettata dalla tua preziosa “speranza”!
- Ho commesso un grave errore, lo riconosco e ti chiedo
scusa. Sono qui per impedire che un amico ne commetta uno simile. Il
comportamento provoca comportamento, Magnus. Ne sono più convinto che mai; è una variabile, non una costante;
non si nasce con un comportamento.
- C’è chi ancora mi considera un terrorista. Credi
veramente che gli umani si fideranno di noi? Che
lasceranno gli X-Men liberi di entrare nei loro complessi militari e
disarmarli? Non lo faranno mai, Charles! Non si
fermeranno finché non saremo tutti morti! Hai la benché minima idea di cosa
vuol dire essere odiati?
- So cosa vuol dire essere odiati, amico mio. Indifferenti a ciò che fai, nonostante continui a compiere la cosa
giusta, anche quando tutto sembra vano.
- Indifferenti a ciò che sei, Charles! Ho visto, fatto, e sopportato quello che non si
può scordare… o perdonare.
Un oggetto più pesante dell’aria sorvola il grande oceano.
Il Blackbird SR71 è considerato
l’aereo più veloce del mondo. Ma a volte esistono cose
ancora più veloci. I pensieri di Scott Summers, per esempio.
- I mutanti vivono nel terrore ogni giorno della loro vita.
Io ho vissuto nel terrore gran parte della mia vita.
L’orfanotrofio e la solitudine… angosciato dalla convinzione di non essere
accettato, mi sentivo inadeguato… forse credo davvero che non ci accetteranno
mai… Ma ho
visto la guerra. Morte e desolazione… e non c’è
differenza quando sei un bambino mutante o umano. Non quando
la sola cosa che vuoi è giocare, imparare, ridere. E
avere una famiglia che ti ama. C’è solo il dolore e la paura di rimanere
solo che ti divora vivo. Il tuo sogno, Charles, mi ha
dato una ragione d’essere, uno scopo. Dobbiamo agire nella maniera giusta.
Altrimenti tutto quello in cui abbiamo creduto, tutti
i sacrifici che abbiamo fatto, perderebbero ogni significato. X-Men, Jean, siete le uniche cose importanti della mia vita… siete
anche le uniche cose che ho.
- Magnus… il loro è un odio nutrito di ignoranza e paura…
- L’odio non guarda mai lontano, Charles…
E’ un altro furor brevis, che brucia tutto quanto
intorno a sé in un secondo, e non lascia nulla delle cose che possono crescere…
Ma la situazione è più complessa, vecchio mio, e
l’odio non è certo lo strumento adatto a coglierla. D’altra parte, io sono un
esperto di odio, lo sai bene… Sono stato calpestato
nel fango, ho vissuto nella valle delle ombre della morte e sono sopravvissuto.
Le mie mani si sono irrimediabilmente sporcate. Troppo spesso le mie azioni
hanno giustificato la paura degli umani, il loro odio. Eppure,
senza il timore che io ispiro in loro, quanti altri progetti segreti sui
mutanti ci sarebbero potuti essere, in questi anni? Le NU mi avrebbero affidato
Genosha, se non avessero avuto paura di me e del mio
potere? Dovrei mostrare la nostra superiorità, schiacciando gli umani? Occhio
per occhio, perché è quello che si meritano?! E’ questo che temono? Davvero
credono che sia solo questa la motivazione delle mie azioni?? Cerchiamo
risposte semplici a domande complesse, Charles.
Guarda cosa ho ottenuto, coloro che cercavo di
proteggere, coloro a cui volevo assicurare un radioso futuro, continuano a
essere perseguitati, odiati e cacciati in tutto il mondo, costretti a fuggire e
nascondersi alla pari di me.
- E come puoi non accorgerti che è proprio questo che
finirai per ottenere, sempre e comunque? Che i mutanti nel mondo avranno sempre la tua faccia
stampata addosso? Che ogni mutante che comparirà su
questa terra sarà odiato e temuto, come un potenziale “secondo Magneto”?
- Non puoi forse dire lo stesso di te, Charles?... E tu cosa hai fatto? Dove sei?...
Sei con noi… - domanda, puntando il dito sulle macchine, - o con loro? Sei al
rifugio nel tuo studio o sei seduto di fronte al Presidente degli Stati uniti?
A Genosha i tuoi preziosi X-Men hanno rovesciato la
schiavitù, ma non si sono mai preoccupati delle conseguenze! Non fecero nulla,
falsamente credettero di aver preso una decisione, ma
lasciarono l’isola e i suoi mutanti nel caos. La notte, Charles…
La notte non vengono anche da te i fantasmi, a chiederti se il loro sacrificio
è valso quello che tu hai costruito?
Nel ventre di una tecnologica base segreta, al di sotto di un villaggio abbandonato, nel caldo deserto
australiano. Una donna dalla pelle nera in questo momento darebbe tutto per
poter volare a contatto con l’aria, per essere vicina ai suoi più intimi amici
e non stare ferma sottoterra, a guardare su schermi di dimensioni
inimmaginabili lo scorrere di eventi che potrebbero
decidere della sua vita e dell’umanità intera. Il suo nome è Ororo Munroe.
- Magneto… a volte
mi chiedo ancora se non sono stata un pazza a credere
in te. Ma non lo sei stato anche tu, Charles? Mi sono fidata del tuo giudizio allora e non mi
pento adesso di avere stretto un’alleanza con te, Magnus.
Quando la vita dei tuoi uomini è nelle tue mani, le
scelte che prendi, anche le più difficili, sono dettate dalla responsabilità e
dal coraggio, non dall’orgoglio… o dalla paura. E
quando senti nelle tue mani il destino di tutto un popolo, Magnus?
Forse i tempi sono maturi perché i diversi si
uniscano… E’ la scelta più difficile… sarà dettata dalla paura o dalla
responsabilità? Diventare capo degli X-Men ha cambiato la mia vita e le mie
azioni conseguenti hanno cambiato quella del gruppo… Ho affrontato le mie
paure, le ho guardate in faccia e le ho accettate come parte di me. Le ho
vinte. Non continuare a ripeterle. Per
la Sacra Dea, spero ci riuscirai…
- Le tue azioni mi hanno forzato ad uscire allo scoperto, Magnus. Mi hai dato il coraggio di compiere un passo che ho
sempre esitato a fare. Le NU e il mondo sanno che sono
un mutante. Che il Professor X sono io. Il capo degli
X-Men. Siamo una moltitudine in continua crescita. E’ vero, non possiamo più
essere ignorati, non possiamo e vogliamo più nasconderci.
- Hai idea di quanti atomi ci siano
in un semplice barattolo di limatura di ferro? Credo di sì. E
io li posso sentire tutti, Charles. Così come tu, se
lo vuoi, puoi sentire tutte le menti di questo stanco pianeta. Sensibilità come
le nostre possono fare impazzire, vecchio mio! Come possono gli umani anche
solo concepire una sensazione del genere? Solo queste nostre
percezioni ci garantiscono un abisso di diversità rispetto all’homo
sapiens. E allo stesso modo, chiusi nei loro
limitatissimi cinque sensi, come potranno mai capire come siamo arrivati a
questo? Tu e io, Charles, qui, a Genosha…
Già molto tempo fa, a Santo Marco prima e nella Terra Selvaggia poi, avrei
potuto costruire il paradiso in terra, ma me l’hanno impedito. Ora, ecco Genosha: ho gettato le fondamenta del paradiso. Qua, sulla
Terra. Qual è la causa di tutto questo? Credi davvero che ne esista
una sola? C’è un'unica spiegazione? Il principio? L’equazione che spiega tutto?
Un solo fattore che determina lo stato delle cose?
- No, Magnus. No… non c’è
causalità lineare che determini la vita e il destino degli uomini. Facciamo
errori e siamo violenti, quando stretti spalle al
muro, la paura ci paralizza e ogni atto è un gesto disperato di affermazione e
sopravvivenza. Non commettiamo l’ultimo fatale errore di mettere nella stessa
condizione gli umani. Abbiamo l’opportunità concreta di costruire un ponte tra
homo sapiens e mutanti, di stringere contatti coi
governi, di aiutare a capirci e comunicare l’un l’altro. La gente ha paura, Magnus, umani e mutanti. Questa Genosha
è un’ulteriore ghettizzazione. Non costringiamoli
spalle al muro.
- “Ghetto”, Charles? Niente
affatto. Ti sei preparato il discorsetto troppo in
fretta, vecchio amico, e ti sei affidato a soluzioni retoriche troppo scontate.
Avalon era un ghetto, ma anch’io sono troppo vecchio
e troppo stanco per commettere due volte lo stesso
errore. Al contrario: Genosha è il simbolo di
un’appartenenza, la forma concreta e reale di un diritto. Il diritto di ogni singolo mutante di questo pianeta di avere una
terra, una casa, e uno stato di diritto! Ed è molto più di quello che i tuoi
preziosi X-Men siano mai riusciti a fare! Noi siamo il
futuro Charles, non loro. E’ il loro odio che ha
portato a questo mondo. C’è bisogno di un mondo nuovo. Noi abbiamo bisogno di
un nuovo mondo, lontano e senza la corruzione degli uomini.
Nel guscio di metallo che vola, un uomo di metallo che ha
visto il proprio mondo ribaltato più volte si affida ai propri pensieri.
- Ricordo mio padre che mi raccontava dei
processi pubblici… esecuzioni sommarie e raccapriccianti messe in scena per
creare un nemico per il popolo. Per dare corpo ad un oggetto su cui potesse riversarsi tutto l’odio
del popolo. Si sta ripetendo la storia… Oh, Magneto, come potremmo
misurare le altezze della gioia, se non con le profondità del dolore? Siamo
così simili tu ed io, nelle perdite, nel dolore. Credevo di aver trovato in te
un sistema migliore. Pensavo che non avrei più rivisto un amico o coloro che amo più della mia stessa vita morire per una
causa, un sogno. Magneto, io so che non è l’odio a motivare le tue azioni, ma è
la paura. La stessa paura che mi attrasse a te: la paura di
perdere tutto e che rimanga solo il dolore. Ma ora, se devo scegliere se
stare con i mie amici o credere di nuovo in te e alla
paura, allora scelgo gli X-Men. Scelgo di vivere… e di sperare.
- Sì. Siamo il futuro dell’umanità, ma non i loro
carnefici. Possiamo scegliere il nostro comportamento che ostacolerà o favorirà
i rapporti con le persone. Parlo a nome delle NU, Magnus, possiamo ottenere il disarmo unilaterale, lo
supervisionerò personalmente, chiedono di fare un passo indietro. Lascia vivere questi uomini.
- E’ evidente che ti sfugge qualcosa, Charles!
Questi… uomini, come ti ostini a chiamarli, sono assassini processati e
condannati dal tribunale del popolo di una nazione sovrana! Né tu né le NU avete alcun diritto di appellarvi contro la sentenza! Dov’eri quando umani e mutanti morivano nelle prigioni
dell’Iraq? O nei Gulag siberiani? Non ho mai visto la
tua faccia in un braccio della morte nelle prigioni del Texas! Forse quei morti
ti danno meno fastidio di questi?? C’è un popolo da salvare, Charles. E io sono l’uomo che lo
salverà. E’ il peso che ho scelto di portare. Infine, a ciò tutto si riduce.
La piazza esplode di applausi e
ovazioni. Le Sentinelle, rigide e inespressive, ne fanno un pungente
contrappunto che solo Charles Xavier sembra cogliere.
- Non posso accettarlo, Magnus.
Quegli uomini vivranno. Su questo, hai la mia parola!
All’interno del Blackbird, una
piccola quantità di ossigeno viene trasformata in
carbonio e azoto. L’aria brucia. E un sigaro si
accende.
- Il lupo perde il pelo, ma non il vizio… Sono diventato l’Arma X del governo mondiale. E io che
credevo di non avere padroni… Bah!.. Col tempo è più
facile marcire che maturare. Ma credo di curare ogni
giorno il mio giardino. Che cosa vuoi fare Charley? Stai aprendo il gas a manetta. Chi vuoi spingere al limite, lui o te? Non sono un soldato, Chuck, ma lo faccio per te. Spero che tu sappia cosa stai
facendo.
Il signore del Magnetismo, le mani infilate nelle tasche
del suo elegante completo di Armani,
si guarda intorno con un sorriso sottile. Forse una piccola, brevissima
scintilla di elettricità statica si sprigiona a
cavallo dei suoi occhi, ma se è così solo Charles
Xavier conosce abbastanza bene quest’uomo da accorgersene.
- Credo di capire, Charles… ora,
prima che i tuoi X-Men saltino fuori e inizino a menar
cazzotti… e nell’impossibile caso che vincano la scaramuccia… Non credi di aver bisogno anche tu di una
prospettiva più ampia? Quegli uomini, come li chiami tu, sono assassini. Ci
sono prove schiaccianti. L’unico motivo per cui sono
ancora vivi, e l’unico motivo per cui tu sei qui, è che sono anche dei
politici. Credi che mi importi, a questo punto, uno
spettro in più o in meno sulla coscienza? Io ti sto parlando della fondazione
di una nazione, Charles. Ti sto parlando
dell’applicazione di un diritto sovrano. Ti sto parlando di leggi, di una
costituzione…
- E io ti ascolto, Magnus.. ma mi rifiuto di pensare che la civiltà si origini
dall’omicidio.
- Non sono forse tutte nate così?
- Se
vuoi credere all’inizio di “2001, Odissea nello Spazio”, forse…
- Ho sempre preferito “Orizzonti di Gloria”…
C’è un attimo irreale, un attimo calato sulla realtà quasi
per sbaglio, mentre due semplici amici, che ridono insieme, di una risata calda
e fragrante, prendono il posto di Magneto e del Professor X. E’ un attimo
immenso, che riverbera su tutti i volti dei presenti e su tutti i televisori
del mondo… eppure non dura che un istante.
Il gelo non è lo stato naturale degli uomini. A parte uno
solo.
- Da quando l’abbiamo fermato a Cape
Citadel, io, Scott, Jeannie, Hank e Warren… come sembravano facili le cose, allora… E perché
adesso non dovrebbero esserlo? Noi siamo i buoni, Magneto come al solito è l’assassino. Voglio dire,
stiamo andando a fermare un omicidio, no? Cosa
ci può essere di sbagliato in questo? Perché tutti hanno dei dubbi?.. Perché tutti sembrano sul punto di scoppiare? Cavolo,
com’è strano… Forse è la prima volta che non ho dei dubbi… quante volte ho
pensato di essere un X-Men di serie B… quanto ho avuto
paura che i miei amici, il Professor X, lo pensassero davvero… e ho dovuto
aspettare che qualcuno me lo urlasse in faccia… Ah, che stupido che ero! Ma ora sono qui col professore e dobbiamo fermare Magneto. Se non ci riuscirà il Prof, lo faremo noi. Tutto qui. Già, e
qualcuno di noi potrebbe anche... No, meglio non
pensarci!
A Genosha, è ancora Charles Xavier a parlare per primo:
- Uno scrittore italiano, Gesualdo Bufalino, una volta
disse: per sconfiggere la mafia ci vogliono bravi insegnanti elementari.
Nessuno può costruire un’utopia per una sola generazione, Magnus!
La tua visione è stata forgiata dalla tua esperienza: la prima forse è
trasmissibile, la seconda di certo no. Chi continuerà
sulle tue orme? Come puoi essere sicuro che non verranno
tradite, più di quanto tu stesso non ti sia tradito da solo, in passato? Pensa
ai leader della rivoluzione d’Ottobre, e a quelli che vennero dopo… Si può
essere leader eccezionali, amico mio, ma pessimi
maestri.
- E si può anche restare chiusi
troppo a lungo nell’aria stantia di un’aula, mentre fuori il mondo cambia.
- Ma chi avrà gli strumenti per
capire come cambia? E chi potrà sviluppare
un’autocoscienza tale da riuscire a cambiarlo, a sua volta, per il meglio?
Un oggetto più pesante dell’aria sorvola il grande oceano.
Il suo volo è quasi un dono agli occhi degli uomini, che
tuttavia ne sono così abituati da non pensarci più granché. E anche se ci pensassero, alla teoria della portanza, non è che ci
capirebbero molto. Ma ci sono uomini che trovano più
semplice la teoria della portanza rispetto al tagliarsi le unghie. Uno di
questi è Hank McCoy:
- Trent’anni e non sentirli… che
cosa ho creato, cosa ho fatto? Sono veramente un genio? I veri geni alla mia
età sono già esplosi. Hanno scoperto universi paralleli e formule infallibili
per la caduta dei capelli... il virus Legacy… una mostruosità di ore passate a studiarlo e non ho
trovato io il vaccino… ma la visione di X-Man… l’evoluzione di un Diritto
Mutante. La Legge scritta da mutanti per i mutanti. Una cultura mutante per una
civiltà mutante, l’organizzazione e lo sviluppo di un nuovo modo di essere e di vivere… richiede un’etica e una morale
mutante. Sto forse assistendo all’emergere di una coscienza mutante? Un’etica
che contempli la superazione della violenza e della guerra necessita
lo sviluppo di una coscienza che trascenda le categorie antitetiche di amico e
nemico, di gruppo interno e gruppo esterno. Una coscienza di specie, una
supercoscienza! Un’affascinane mutazione della
coscienza umana…
Magneto alza la testa e guarda dritto negli occhi una delle
telecamere che gli fluttuano intorno. Poi volta lo sguardo in direzione delle
macchine di morte che come avvoltoi attendono lontani, segni anticipatori di
realtà prossime. Il viso si fa teso e l’espressione si spezza in una nota di
disgusto e disprezzo.
Le teste delle Sentinelle si aprono sotto bisturi
invisibili mostrando l’interno di circuiti cerebrali. Sentieri elettrici vengono cancellati da manipolazioni elettromagnetiche. Nuovi
percorsi neuronali al silicio vengono
battuti; nuove strade per nuovi luoghi e fini, a seguire la via tracciata da
una nuova guida.
Ben poche cose bruciano più dei reattori a reazione di un
aereo supersonico.
Certi cuori, per esempio. Anche quelli più lontani, arsi dal sole dell’Australia. Come quello della
ragazza di nome Rogue, che a volte ne possiede più
d’uno.
- Magnus, Magnus...
Possibile che certi sentimenti non ti possano
raggiungere? A volte vorrei essere in grado di fare assorbire la MIA
personalità a TE, solo così forse riuscirei a farmi capire... Hai eretto un tale muro dentro di te, forgiato col dolore,
con le insopportabili perdite che hanno costellato la tua vita... nulla ti
raggiunge, nessuna voce sovrasta la tua... Il Prof si rivolge alla tua mente,
alla tua razionalità... Io vorrei solo abbracciarti, farti sentire cosa
significa provare ancora speranza, nonostante tutto...
Ben poche cose bruciano più dei reattori a reazione di un
aereo supersonico.
Certi cuori, per esempio. E certe
fiamme eterne e nascoste. Come quella che alberga nell’anima di Jean Grey.
- Perché, Magneto?.. Perché pensi
che chiunque si opponga a te deve morire? Possibile che non ti renda conto, con
la tua esperienza, con la tua linea di posizione, di fomentare ulteriormente
l’odio? Ci credi dei pazzi, perché continuiamo a rischiare la vita per
un’umanità che preferirebbe vederci morti. Ho incrociato lo sguardo della morte
quando avevo 10 anni l’ho vista strappare alla vita una bambina, la mia
migliore amica. Io era là, con lei! Lei era nella mia
testa e io nella sua. Senza confini, senza pelle, mi sono sentita risucchiare
nelle tenebre. Ero morta e viva allo stesso tempo, ma
io ero viva e la mia amica era morta. Me ne resi conto solo dopo. Ho giurato a
me stessa che non avrei visto morire nessun altro. Aver bisogno e aiutare.
Interessarsi l’uno dell’altro. E’ tutto ciò che conta. E’ tutto ciò che serve
per un mondo migliore. Magneto, pensi di poter fare la cosa giusta?
- Magnus… - la voce di Charles Xavier non trova orecchie, l’attenzione di un mondo
è focalizzata sul pericolo percepito, automaticamente valutato. Per spezzare il
circolo vizioso della violenza, il Professor X lo sa,
occorre usare un antidoto, perché dove c’è un’emozione afflittiva non ce ne può
essere contemporaneamente una opposta: alla rabbia risponde con una riflessione
sull’amorevolezza. – Hai ragione, Magnus. Il diritto
è la potenza della comunità! La potenza
dei molti, ora uniti, si oppone e vince la violenza del singolo. Ma potrebbe
rimanere sempre e comunque violenza, se quell’unione non è costruita per durare, più a lungo di me
e di te. Quando i giovani e coloro che covano vendette
personali percepiranno il re, vecchio e debole, sarà con violenza, con metodi
che loro diranno radicali, che metteranno tutto in gioco di nuovo, in un ciclo
senza fine! L’anarchia è sempre un’ottima maschera per chi è a corto di idee e vuole solo sfogare le proprie repressioni!
- La comunità si organizzerà costantemente, nuove leggi
mutanti verranno formalizzate. Nulla
a cui non abbia già pensato, Charles. E non è certo con qualche Sentinella che mi spaventeranno o
mi faranno cambiare idea. Anche il tuo arrivo non è
certo una sorpresa…
- Non tutto quello che stai facendo è sbagliato, Magnus! Me ne sto rendendo conto solo ora. Così come non
tutto ciò che ho fatto io è così eroico. Ma sento con
tutto il mio cuore e il mio spirito che manca qualcosa: quell’unica
cosa, Magnus! Se c’è un interesse
comune ad unire tutti questi homo superior allora quell’interesse, quel sogno, dev’essere
abbastanza forte da essere condiviso da tutti. Perché
solo così si creeranno quei legami emotivi sui quali si fonda la vera forza del
gruppo. All’alba della Seconda Guerra Mondiale, Einstein
chiese a Freud del perché della guerra, della
violenza, se ci fosse un modo di superarla e lasciarla
alle spalle della storia dell’uomo. La risposta fu: “Mediante la trasmissione
della violenza ad una comunità più vasta che viene
tenuta insieme dai legami emotivi trai i suoi membri”. Perché
la forza di coloro che si sono uniti rappresenta il diritto di una comunità in
opposizione alla violenza di un uomo solo, Magnus!
Rimarrebbe, però, sempre e ancora violenza, se quell’unione
si formasse all’unico scopo di spezzare il pungo di
ferro del tiranno, se non poggiasse su quei sentimenti comunitari che legano
l’uno all’altro i membri del gruppo. Il primo membro che si riterrebbe più
forte ambirebbe di nuovo a dominare con la violenza, e tutto inizierebbe
daccapo…
- “Ma tale stato è realisticamente impensabile, perché necessita di individui egualmente forti, affinché il potere
non cada in mano ad uno di loro, e la realtà ci insegna che non è così”.
Conosco il carteggio, Charles e conoscono le
conclusioni di Freud.
In un Blackbird SR71 ogni cosa ha
un perché.
Tutto è frutto di studi ergonomici
e gestaltici. Dal quadro comandi alla forma dei
sedili.
Ma nessun ingeniere potrebbe mai
progettare un sedile che risponda alla concezione di “comodità” presente nella
mente di Emma Frost: - La
felicità porta tranquillità… il malcontento la ribellione. Noia e frustrazione
in entrambi i casi. Non sono mai stata tua nemica, Magnus,
né considero tali gli X-Men. Ho sempre preferito considerarvi rivali. E’ un
gioco di ruoli. Essere insegnante è forse quello che mi piace di più. Mi prendo
cura della salute dei ragazzi, della loro sicurezza. Hanno bisogno di qualcuno
che rimuova le ombre nelle loro anime. Per carità… Charles, Magnus, siete bravi,
date il meglio di voi stessi, ma poteste osservarsi
ora, siete in quattro a parlare: Charles, Magnus e i vostri demoni interiori. Io con i miei ci sono
andata a letto più di una volta… E’ l’unico modo per renderli innocui...
l’unico che io abbia trovato... Ma forse solo una
donna può farlo!”
- Incuti paura e sai come pochi altri cogliere le paure
degli altri, Magnus. Hai letto e colpito nel segno,
prendendo le mie mancanze e i miei timori, sbattendomeli in faccia. Lo so… ora,
lo capisco... – ammette più con se stesso che con il suo interlocutore
il Professor X - Tutta la nostra vita, tutte le nostre azioni, la nostra
stessa personalità si è creata in risposta e a difesa della paura. Gli X-Men
stessi sono stati creati dalla paura, e… tu stesso… tu stesso, amico mio, hai
paura… e dalla paura dentro e fuori di te ti sei nascosto e hai combattuto
indossando quell’elmo come un marchio. Il marchio
della paura. Ora hai scelto di gettare via quel marchio, non
è così? E’ vero, ho commesso errori e non mi sono sporcato le mani come
avrei dovuto, ma la rabbia e la paura mi hanno fatto quasi uccidere tutti
quelli che amo. Ho dato vita ad un gruppo che so mi sopravviverà
perché i legami emotivi su cui si fonda sono la sua forza. Quanto sono forti i sentimenti dei genoshani?
I tuoi sentimenti? Hai la capacità di dar loro fiducia e sei in grado di
riceverla e riconoscerla? Se guardi la vita attraverso gli schemi della sfiducia le relazioni possono sembrarti un terreno
pericoloso.
- Esiste un’ineluttabile verità, Charles.
Non esiste l’uguaglianza. Nessuno potrà soddisfare completamente i propri
bisogni e realizzare i propri scopi. La violenza e l’aggressività non
scompariranno mai del tutto.
- Dove trovi diversità, io vedo
opportunità. Tutto ciò che fa sorgere legami emotivi è
l’antidoto alla violenza. Lascia stare le Sentinelle e libera quegli uomini, dai voce alla speranza!
- Non hai completato la lezione professore… - e nelle
telecamere del mondo si può cogliere un sorriso sottile sul volto del Signore
di Genosha, il sorriso di un uomo stanco ma tutto
sommato contento, perché sa di avere un amico - Freud
disse anche che fa parte dell’innata disuguaglianza tra gli uomini
la loro distinzione in seguaci e capi. E i primi, essendo la
maggioranza, hanno bisogno di una categoria superiore di uomini
in grado di guidarli e prendere decisioni per loro…
- … e perciò si dovrebbe dedicare
maggior cura all’educazione di questa categoria di persone.
Un’altra pausa di silenzio, mentre il mondo sembra stare
fermo.
Nel grande palazzo di vetro, a New
York, le famose finestre sembrano vibrare, scosse dalla carica nervosa dei
membri del Consiglio delle Nazioni Unite. Speranza e frustrazione si rincorrono in una danza macabra.
- E’ la svolta. Xavier è un vero osso duro. – commenta
entusiasta il delegato francese. – Non è mai entrato in conflitto e ha saputo
anticipare ogni obiezione. Possiamo farcela.
- Ha portato Magneto sul suo terreno. – annuisce Negroponte, il rappresentante americano.
- O Magneto glielo lascia credere.
– afferma Salkovkis, esperto russo del Signore del
Magnetismo – non dimenticatevi che i due hanno una
lunga storia di amicizia, oltre che di scontri. Vincerà chi avrà creato
nell’altro un bisogno più profondo.
- Potrebbe essere tutto un imbroglio. Una farsa! Io non dimentico cosa ha detto Magneto! Avete sentito? – domanda il delegato cinese, puntando il dito su Nicola Zeitgeist -
Non siete forse voi i primi a considerarvi una specie completamente
differente?
- Per voi umani i mutanti non sono esseri umani e quindi
non degni di diritti legali e civili. Nessun diritto ad avere diritti. O protezione. Possiamo essere schiacciati come scarafaggi.
Uccisi legalmente. Per questo parliamo di giustizia. Di giustizia mutante! –
replica iraconda il rappresentante politico e militare di Genosha.
- Possedete poteri spaventosi… siete in grado di uccidere
con un solo pensiero… alcuni di voi possono cambiare la realtà con un solo
gesto… potreste riscrivere l’ordine socio-economico
del mondo a vostro piacimento… siete un’evidente minaccia per il mondo intero…
chi è che ha il potere di controllarvi? Come potete pensare che possiamo
fidarci di voi?
- Non ci nascondiamo, onorevole… non più. – risponde Nicola pacata, sicura di sé, voltando lentamente lo sguardo
verso lo schermo televisivo, seguita istintivamente da quello dei presenti. I
volti, per un attimo silenziosi, di Xavier e Magnus,
catturano l’attenzione, poi la voce calda di Magneto zittisce ogni replica.
- Sei sempre dannatamente sicuro di te, Charles.
Questo te lo devo riconoscere.
- Non più di quanto lo sia tu, vecchio
mio. Una volta ti affidai i miei
studenti. Mi fidai di te a tal punto. Ora, affidami i tuoi!
- Sei un homo superior. Un
cittadino di Genosha per diritto genetico. Abbiamo le scuole migliori, è mio dovere garantire gli
insegnati migliori. – Le Sentinelle si girano di 180° e silenziose una ad una lasciano l’isola rompendo il perimetro in uno spettrale
movimento a domino. Programmate su destinazioni cruciali, seguono rotte che
incutono timore. – Le lezioni inizieranno lunedì.
E con le mani in tasca, Magneto si incammina
verso il palazzo presidenziale. Gli occhi del mondo si spengono.
Il grande uccello nero giunge alle porte di Genosha. Mastodontici asteroidi privi di vita, le
Sentinelle gli si fanno incontro. Sfrecciando tra i corpi metallici, gli X-Men
scrutano in silenzio le impassibili macchine affiancarli e lentamente
superarli. Ma in mezzo al metallo non sono soli. La
Bestia è il primo a vederlo. Sospeso in aria, le braccia
conserte e avvolto nell’ampio mantello bianco, Exodus
li sta aspettando alla fine della corte di Sentinelle. Poi arrivano tutti gli
altri…
Continua…
NOTE.
Con questa
seconda parte festeggiamo i 40 dei figli dell’atomo. E’ una storia epocale e molto strana. Ho voluto scrivere il “dialogo definitivo”
tra Xavier e Magneto e svelare allo stesso tempo il cuore e le motivazioni di
questi due terribili affascinanti personaggi; così anche per tutti gli x-men. “Sì, come un coro greco!”, è questo che mi ha detto in risposta il mio amico Pietro Meroni,
e insieme l’abbiamo scritto. Siamo soddisfatti del risultato, anche se un certa perplessità rimane… sappiamo come a un vero Marvel zombie la mancanza di azione possa storcere il naso…
J Beh, immaginate la storia come se fosse disegnata da Cassaday… e avrete uno storytelling
pazzesco e un’espressività facciale dei protagonisti eccezionale. Ma non temete… come avrete immaginato, nella prossima parte:
azione… azione… azione!
Fino ad arrivare ad una
quarta e ultima parte che cambierà gli X-Men come li pensate…
x-ciao!
PS
Un ringraziamento a Sergio per la possibilità di usare Tempesta e Rogue per un cameo.