NOTA BENE! Questo episodio si svolge prima di The Others
n.6 : China Force
Cina
- Altopiano mongolo - catena montuosa del Quilian Shan - aperto
deserto
Non è possibile!
Non è possibile e, tuttavia,
lo vedo accadere davanti ai miei occhi. Un uomo
o chissà
esattamente cosa, si sta liquefacendo di fronte a me. Se è
un uomo, una cosa o altro non lo so, ma si fa chiamare Random
- casualità - un nome certamente azzeccato. Lo guardo
mentre, rivolgendoci il suo sorriso stupido, i lineamenti
del volto si fanno una melma rosa e penetrano nella terra
polverosa del deserto cinese.
Ho girato il mondo in compagnia
di emeriti sconosciuti inventando una scusa assurda per evitare
una settimana di lezioni di fisica alle mie classi e mi ritrovo
in Cina con un uomo che si scioglie, un silenzioso uomo in
impermeabile ed infine un uomo coi capelli totalmente bianchi,
nonostante l'età, che indossa un costume in lattice
aderente di color bianco e blu.
Che cosa ci faccio io, John
Edwards, in Cina?
Penso a questo e a tant'altro
mentre fisso, come un segugio, la bocca d'aerazione che sbuca
dal bel mezzo del nulla del deserto roccioso cinese. Solo
a pensare che, sotto di me, si estendono chilometri di gallerie
dove un gruppo paramilitare del governo cinese svolge le proprie
ricerche su armi di vario tipo mi sembra pura follia. Sono
un professore di Fisica, non l'eroe di un libro di Flemming
(1) !
Forse gli uomini che ho introno
a me si sentiranno
degli eroi. Loro sono mutanti, come me, ma dall'espressione
che hanno dipinta in viso, dai movimenti e dai loro atteggiamenti
sono avvezzi a tutte queste stranezze.
Dio, perché mi hai fatto
proprio mutante? Perché io, cosa ti ho fatto di male?
Dio tace, come di solito fa,
ma le sbarre del bocchettone d'aerazione cadono e, solo dopo
il loro tonfo secco per terra, vedo che la telecamera a circuito
chiuso ha smesso di muoversi avanti ed indietro. I miei compagni
- dei perfetti sconosciuti - si inoltrano nello stretto condotto.
Non mi hanno aspettato. Anche
se sono l'unico che ha in dotazione uno strano palmare sul
quale viene disegnata l'intricata serie di gallerie sotterrarne
attraversate da una sottile linea gialla - il nostro filo
d'Arianna - che ci condurrà verso la meta. Dovrei essere
irritato,io sono il loro leader, eppure non lo sono, mi limito
a seguirli con calma. Li osservo penetrare nelle gallerie
per qualche metro e poi fermarsi al primo bivio, indecisi.
Io passo in mezzo a loro e prendo la svolta di sinistra. Ad
ogni azione ne corrisponde una di forza uguale e contraria,
penso divertito, lo sanno anche i miei giovani studenti; lo
impareranno anche loro.
- Aiuto!-
- Sono qui! -
Cos'è stato?
Un sussurro tra le pareti di
roccia e metallo? Mi fermo all'improvviso e Random quasi mi
cammina sopra. Mi stanno guardando come un marziano, Random
dice qualcosa, ma non lo sento neanche, il canadese brizzolato
mi guarda con più sospetto di prima, se questo è
possibile, e Madrox
anche Madrox, insensibile a tutto
dall'inizio del nostro viaggio all'aeroporto di Heathrow (2)
, per un attimo l'ho visto turbato
turbato da me.
L'ho sentito solo io, dunque.
Non mi hanno messo a posto
il cervello bene come sembrava
(3) . Ma non è questo
il momento di pensarci; personalmente il mio unico vero obbiettivo
di questa "missione" pazzesca è quello di
tornare a Londra tutto d'un pezzo.
Già Londra sembra un
eternità
***
Londra
- Una settimana fa:
- Per domani preparate lo studio
della fluidodinamica visto che faremo esercitazione in classe.
E ora filate via.- dal silenzio assoluto parte lo schiamazzo
generale.
La bella Sendy inizia a civettare
con attorno uno stuolo di ragazzi, mentre Paul e Ralf discutono
animatamente sulla risoluzione dell'ultimo problema che gli
ho affidato, prima o poi quei due dovrebbero pensare anche
alle ragazze o diventeranno dei lebbrosi sociali. Dio, sto
proprio diventando vecchio ormai penso come il mio professore
del liceo Byron! Eppure è impossibile non affezionarsi
a questa massa di marmocchi che si credono piccoli uomini
e piccole donne.
A
volte invido l'ingenuità con la quale guardano questo
dannato mondo. Ma in fondo i sogni sono il miele della vita,
e non sarò certamente io rovinare i loro
ne ho
già abbastanza dei miei, di sogni infranti.
Mi dirigo rapidamente al mio
ufficio. Northfolk, il mio assistente più asfissiante,
cerca di accalappiarmi, ma io con abile mossa lo lascio intento
in una discussione interminabile col direttore didattico.
Infondo anche questa per lui sarà un'importante lezione:
evitare i burocrati siano esse esattori delle tasse o pesantissimi
gerarchi universitari con i baffi impomatati.
Sul tavolo trovo la mia copia
del Times. Sfoglio svogliatamente la cronaca e mi lascio
attirare da un breve articolo di carattere astronomico.
GROSSO
METEORITE ATTRAVERSA I CIELI CINESI
Le autorità tranquillizzano la popolazione
I
cinesi sembra proprio che abbiano tutte le fortune.Un meteorite!
Dio quanto mi piacerebbe potermi permettere una settimana
di osservazioni astronomiche.
Ricordo ancora con gioia il
mio periodo di ricerca all'osservatorio di Greenwich! Una
bella tazza di the bollente e lunghe serate ad osservare uno
stupendo cielo stellato, cosa potrebbe chiedere di più
un uomo? Una buona pinta di birra ovviamente!!
Sto iniziando a fare le battute
da solo! E anche ridere da solo, spero proprio che Carla torni
presto, ho bisogno di normalità.
Meglio pensare ad altro.
Chissà che tipo di pellicola
sarebbe meglio utilizzare per scattare una foto ad un simile
oggetto? Sono sempre stato affascinato dalla cosmologia e
quando mio padre mi ha messo in mano il mio piccolo newtoniano
ho passato intere notti nel freddo delle campagne inglesi.
Poi all'università mi appollaiavo sulla collina vicino
al dormitorio universitario insieme agli amici del club di
astronomia. Eravamo in pochi. Molti si iscrivevano solo per
fare colpo sulle ragazze e se ne andavano via dopo pochi giorni.
Ah
Bei tempi quelli!
Il
piccolo orologio a pendolo batte l'una. Ora di andare in mensa
a prendere la mia razione di sbobba.
Carla quando torni!
Sto diventando veramente un
nostalgico
mio nonno mi apostroferebbe in malomodo!
A buon vecchio Thempleton! Basta, Jonh, esci immediatamente
di qui.
Infondo per una giornata invernale non è male
La limousine nera si ferma
davanti al mio istituto non appena metto il piede fuori dalla
soglia. No, di nuovo? Così presto? L'autista scende
con calma, il motore della grossa macchina ancora in moto.
Apre la portiera e con fare sardonico fa quasi un inchino
per incoraggiarmi a salire, o forse semplicemente è
il suo modo di ordinarmelo.
Adesso ho troppo da perdere,
anche se poco da guadagnare, è indubbio. Salgo, e subito
partiamo.
- Bene "Alfred",
non ti da fastidio se ti chiamo così. Ah
dove
saremmo diretti stavolta? - chiedo con un misto di insofferenza
e curiosità.
Nessuna risposta.
Come al solito, forse gli hanno
tagliato la lingua di recente. Bah, di certo non mi porterà
in Cina a caccia di meteoriti
Cina.
Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare
cinese.
I quattro uomini proseguono
semi-indisturbati la sua discesa verso l'obiettivo nel cuore
della installazione segreta.
Cosa diavolo ci faccio io Jean
Paul Beaubier, con questa massa di idioti lo sa solo iddio!
Questo posto non mi piace,
assomiglia tanto ai terribili ospedali dove il dipartimento
H faceva curare Jeanne-Marie: asettici e futuribili. Solo
che qui, al posto di malati mentali si trovano numerosi mezzi
di distruzione.
Quel dannato coso, Random,
da sfoggio delle sue abilità mutanti. Quell'idiota
di Random continua a fare lo sbruffone con quei suoi pistolini
organici. Pensa di darsi delle arie facendo strada a questo
scompaiato gruppo di mutanti, idiota. Non so nemmeno se siamo
tutti mutanti il "tipetto inglese" non so proprio
chi sia, nessuno si è degnato di spiegare nulla.
E sembra proprio che il leader
dovrebbe essere lui. Diavolo! Uno che veste ancora in tweed,
il mondo sta proprio cadendo in basso.
Random è un idiota,
su questo non ci piove. Madrox è un incognita, soprattutto
dopo quello che ha fatto a mia sorella (4)
. E l'inglese sembra uscito da una partita
di polo!
La situazione è veramente
strana. Ho già vissuto situazioni poco chiare, anzi
ne ho vissute pure troppo maledizione! Ma questa ha ancora
meno senso
I miei pensieri vengono interrotti
da una sentinella che dopo averci avvistato scappa chissà
dove, certamente cercando di dare l'allarme!
-Ci penso io!- urlo volando
incontro al malcapitato militare. Il soldato, però,
è più coriaceo del previsto e riesce ad azionare
l'allarme prima che io lo renda inoffensivo.
UAAAAAWWW!!!
Una sirena fa vibrare l'intera struttura sotterranea, maledizione!
-Complimenti
signorina, ottimo lavoro!- ironizza Random mentre le sirene
dell'allarme cominciamo ad ululare. Non ho il tempo di dargli
il fatto suo, le guardie cinesi arrivano da ogni lato e sono
costretto a guardare il dannato mercenario che li tiene a
bada coi biocolpi del suo "cannone" Facendoci largo.
- Random, razza d'imbecille,
smettila subito di sparare a caso. Siamo qui per recuperare
un manufatto alieno e non per fare strage di militari cinesi,
chiaro?!- urla il capo squadra, un inglese dal cuore tenero,
incredibile!
- Adesso ascoltatemi tutti.
Dobbiamo dividerci. Madrox e Random, voi terrete a bada le
truppe attirandole in qualche altra sezione della base. -
la faccia di Random sarebbe da immortalare.
- Northstar
- sentiamo
che vorrà - tu ed io andremo a recuperare quest'aggeggio.
Quando avremo trovato quello per cui siamo venuti vi chiameremo
via radio e ce ne torneremo a casa.-
- Mi raccomando voi due e fate
attenzione. - parole sprecato inglese sembra proprio che tu
non abbia capito ancora chi ti trovi di fronte.
- Ehi cocco, aspetta un attimo!
- come volevasi dimostrare! Risolutamente Random si impunta,
proprio quando dovrebbe stare zitto.
- Io sono un uomo d'azione
mica un amo da pesca!- che farai mio bell'inglesotto, adesso?
Improvvisamente si ferma. Io e Madrox lo guardiamo perplessi,
ha deciso di affrontare la gelatina rosa proprio ora? Ma nessuno
di questi diseredati sa attendere il momento opportuno?.
Random sembra invitato a nozze,
ha messo su un sorriso veramente idiota. Si avvicina minaccioso
all'inglese, ha le spalle grosse il doppio e lo sovrasta di
oltre venti centimetri.
Quasi quasi l'inglese mi fa
un po' pena, forse dovrei intervenire.
Ma, prima di potersi avvicinare
adeguatamente il braccio del mercenario si blocca, poi tutto
il corpo di Random rimane immobile. Solo la testa riesce a
muoversi.
L'inglese lo squadra con uno
sguardo insofferente - O sei con noi o niente! -
Dio che frase da macho del
cazzo! Ma con Random sembra funzionare a dovere - Ok capo,
come vuoi. Ma adesso sbloccami, per favore? -
Dopo di che, si gira verso
di me - Muoviamoci!- sibila.
Il pivello non è poi
così irrisoluto, un punto per l'inglese.
Tuttavia, mentre lo seguo una
cosa mi lascia perplesso nel suo comportamento. A volte, mentre
avanziamo verso il bersaglio, sembra che si fermi come per
ascoltare, come se qualcuno o qualcosa lo stesse chiamando.
Che stia impazzendo come Aurora?
No, Aurora sembra essersi rimessa
per il meglio, almeno così sembra. Chissà cosa
sta facendo a Montreal
***
Montreal.
Cinque giorni prima.
I gemelli Beaubier passeggiano
allegramente per il centro, godendosi la bella giornata. È
da molto tempo che non possono godersi in pace una bella giornata
di sole e oggi hanno deciso di approfittarne per festeggiare
la presunta guarigione di Aurora.
- Fratellone, non mi sono mai
sentita meglio di così. Qualunque cosa fosse quello
che Madrox mi ha iniettato, mi ha fatto decisamente bene.-
- Mi sento al settimo cielo-
continua Jeanne-Marie - e non sono mai stata così lucida.
Tutte le mie vecchie personalità contrastanti sono
scomparse rendendomi la ragazza normale che ho sempre sognato
essere. -
- Sono guarita!!!- cinguetta
lei facendo una piroetta su se stessa.
- Sorellina, mi piacerebbe
che fosse possibile vederti guarire dopo una semplice iniezione,
ma sono molto preoccupato. Chissà cose c'era in quella
siringa e quali effetti può avere su di te.- risponde
di rimando Jean Paul alla gemella.
- Beh ! - risponde Aurora,
con uno splendido sorriso sulle labbra - Jean Paul caro, se
non fossi tornata normale adesso non noterei il bel ragazzo
biondo che cammina dall'altra parte della strada.- ed indicandolo
con un gesto plateale guarda il fratello ridacchiando, divertita
del suo gioco.
- In effetti, credo tu abbia
ragione. E poi quel tipo ha degli "argomenti" veramente
notevoli.- risponde con fare da intenditore il fratello, sogghigndo
a sua volta.
I gemelli scoppiano in una
fragorosa risata, tanto che alcuni passanti li guardono un
po straniti. Tuttavia i due proseguono sereni e tranquilli
nella loro passeggiata.
La loro tranquillità
però è infranta quando, da dentro un vicolo,
spuntano fuori due uomini.
Uno dei due lo conoscono entrambi:
Jamie Madrox il misterioso salvatore di Aurora.
L'altro è vestito di
tweed ed ha un aria spaesata e guardinga.
I due ragazzi si inquietano
nel vedere che si avvicinavano a loro.
- Salve Jeanne-Marie. - saluta
con un cenno indifferente Madrox - Jean Paul, devi venire
con noi. - dice l'uomo multiplo senza giri di parole.
- Mio fratello non va da nessuna
parte senza di me. - dice agguerrita Jeanne-Marie frapponendosi
tra i due uomini ed il fratello, quasi a difenderlo.
- Sorellina, lascia stare.
- cerca di calmarla e guardando Madrox - Tutto ha un prezzo
a questo mondo. -
- Ma
- cerca di obbiettare
lei.
- Sono maggiorenne e vaccinato,
non ti preoccupare. - e rivolgendosi all'uomo vestito di tweed
domanda - Dove andiamo? - quest'ultimo rovista in una tasca
e gli lancia un oggetto. Jean Paul lo afferra prontamente.
Un dolce della fortuna cinese
***
Cina.
Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare
cinese.
Io e Northstar ci facciamo
strada tra i corridoi sotterranei della base. La cosa non
è particolarmente complessa visto il rilevatore che
guardo ogni volta che si presenta una biforcazione. Tuttavia,
così senza ragione Northstar si ferma, sono proprio
strani questi canadesi.
- Cosa ha iniettato Madrox
ad Aurora? Tu lo sai vero?- mi domanda con tono minaccioso.
Ma nessuno riesce a trovare il momento opportuno per le sue
paranoie?
-Non so di cosa tu stia parlando
Beaubier. Lascia stare e lasciami concentrare su questa "nostra"
dannata missione.- rispondo forse un po troppo brusco, ma
sono stufo di queste bambocciate. Prima Random, poi Northstar.
Rimpiango di non essermi portato dietro Madrox. Almeno
lui se ne sta zitto.
- Tuttavia toglimi una curiosità.
Chi diavolo è Aurora?- domando incuriosito cercando
di raffreddare le acque. Ma ottengo il risultato opposto.
- Non prendermi per il culo,
amico! Non sono come quello sciocco di Random!- impetuoso
il ragazzo. Non faccio in tempo a pensare a questo che Beaubier,
infuriato, mi solleva di dieci centimetri buoni da terra e
mi sbatte contro il muro.
"Super-forza", penso
che si dica così nel gergo mutante, bisognerà
che me ne ricordi in futuro.
Una dolce musica inizia a ronzarmi
nelle orecchie. Non ora! impreco tra me, cercando di non essere
confuso dallo spiacevole diversivo che la mia mente vuole
propinarmi, e mi concentro sulle emergenze presenti. Inoltre
avere i piedi a penzoloni è particolarmente fastidioso!
- Ascoltami, ehm
Northstar.
Non so davvero chi è questa fantomatica Aurora. Non
sono stato io a scegliere voi, anzi io sono stato scelto a
mia volta.-
- Ora, lo ripeterò per
l'ultima volta.
- Non sono un militare, non
sono un "supereroe", non conto assolutamente nulla.
Ma, da quel poco che ho capito, sono soltanto il vostro cane
da guardia. E se mi è concesso di dirlo sono anche
l'unico che si rende conto di trovarsi in un'installazione
militare segreta e che, nel caso ci catturino, non ci daranno
una bella torta di mele come premio di consolazione!-
Silenzio, almeno da Beaubier,
la melodia triste e soffusa continua.
- Beh
A meno che tu non
voglia appendermi qui, ti sarei grato se mi mettessi giù,
adesso.- i miei piedi, finalmente, toccano terra.
- John Edwards, docente di
Fisica università di Londra.- gli dico porgendogli
la mano. Un po' incerto e meravigliato ricambia porgendo a
sua volta la mano e si presenta a sua volta.
- Jean Paul Beaubier, sciatore,
supereroe e mutante.- non una presentazione tanto normale,
ma è un inizio, almeno.
Poi mi chino per recuperare
il rilevatore ma tristemente mi accorgo che lo schermo è
andato in frantumi quando mi è caduto di mano mentre
ricevevo le cortesi attenzioni di Beaubier.
- Beh Northstar
Sei anche
un bell'idiota. Hai rotto il palmare. Adesso siamo nei guai,
almeno smettesse questa maledetta musica!-
- Quale musica?- bene adesso
non si preoccuperò più di cosa ho fatto alla
sua benedetta Aurora, ma della mia precaria salute mentale,
è già qualcos
.
Non ho il tempo di finire di
pensare a ciò che la vedo.
Una donna, scappa all'interno
del tunnel poco più avanti. Una donna identica a Carla,
la mia Carla (5)
. Poi sento la voce.
Aiuto,
John! Sono qui!
Questo
richiamo sembra far vibrare tutto il mio corpo, a stento riesco
a restare in piedi.
Non so in che modo mi deve
aver guardato Northstar, non gliel'ho mai chiesto. Ma di una
cosa sono sicuro, se aveva qualche dubbio sulla mia sanità
mentale a quel punto i suoi dubbi si erano totalmente dissipati,
per lui io ero totalmente pazzo. Tuttavia non me ne importa,
non troppo almeno ora ho problemi maggiori da affrontare.
- Presto, seguimi Beaubier
- dico correndo via.
- Ma
- cerca di protestare
lui poi, dopo una scrollata di spalle, mi segue.
Quella che inizialmente era
un passo veloce si trasforma in una corsa e in pochi minuti
ho il fiatone e sto grondando sudore. E, perso nella corsa
verso una meta imprecisata, i miei pensieri ritornano al Cairo
mentre scendevo dall'aereo sudato come non mai.
***
Aeroporto
del Cairo. Tre giorni prima.
Dopo due soste intermedie per
il rifornimento, siamo arrivati alla nostra ultima destinazione
per il reclutamento dell'ultimo "agente".
Cerco di mantenere un profilo
coerente, da professionista (Dio mio, parlo come una spia
ormai), ma sono sconcertato da come il "Comitato"
possa aver organizzato tutto ciò.
I mezzi a sua disposizione
sembrano infiniti. Alfred non ha spiacciato una parola per
tutto il viaggio, tuttavia, mi ha consegnato, prima di cimentarsi
nelle procedure d'atterraggio a Montreal, un piccolo palmare
sul quale sono comparse le sommarie istruzioni della nostra
missione. Una toccata e fuga da quel che posso dedurre.
L'unico vero problema è
che tutto questo lo faremo in un'installazione segreta cinese.
La Cina, patria della libera opinione e dell'economia di mercato!
Già fare una cosa simile in un paese occidentale vorrebbe
dire rischiare di passare il resto della vita in un carcere
di massima sicurezza, ma in Cina vuol dire finire all'inferno!
Anzi, a ben vedere sarebbe un inferno comunque, in Cina quanto
in America... l'unico vero rimedio a questa situazione sarebbe
tronarsene a casa, cosa che non posso fare.
Non riesco a fare a meno di
chiedermi che diavolo c'entro io qua in mezzo.
Mentre aspettiamo sulla pista
d'atterraggio nella torbida giornata del Cairo. Osservo furtivamente
i miei due attuali compagni di viaggio.
Un uomo bardato con una strana
divisa che nasconde alla bene e meglio sotto un impermeabile,
Jamie Madrox almeno così si è presentato.
L'altro è canadese,
o almeno vive in Canada visto che lo abbiamo recuperato là.
Jean Paul, lo ha chiamato Madrox mentre, con il garbo di un
elefante, lo trascinava nella nostra divertente scampagnata
cinese.
I due si guardano in cagnesco
da quando sono saliti a bordo, devono conoscersi almeno di
vista, ma a me ovviamente non è dato sapere oltre le
mie supposizioni.
Finalemente arriva un taxi.
In mezzo ad una pista di atterraggio, ma si può?
Penso proprio di si visto cosa
ne scende.
Ha la pelle di un rosa acceso,
la barbetta incolta. Indossa dei jeans strappati qua e là,
un gilet di pelle, degli stivaloni da motociclista che gli
arrivano fin sul ginocchio ed una bandana in testa. Il suo
sguardo rimane celato da un grosso paio d'occhiali scuri da
sole. Sembra proprio uno di quei bikers randagi americani
che trascorrono la vita girando gli States a bordo della loro
Harley.
L'uomo, appena sceso dall'auto,
ci nota.
- Chi è qui il capo?-
esordisce. Oltre che avere l'aspetto di un biker deve averne
il cervello
senza offesa ai poveri bikers, ovviamente.
Madrox e Jean Paul si allontanano
leggermente scuotendo il capo, mentre io getto in terra la
sigaretta che stavo fumando. Direi che le presentazioni sono
fatte, e mi dirigo verso l'hangar dove Alfred ha parcheggiato
il nostro aereo, tuttavia...
- Bene cocco, mi sa proprio
che dobbiamo alzare il conto spese del mio contratto!- mi
affera per una manica della camicia l'omino rosa.
Sto per dirgliene quattro quando,
da un hangar, spunta fuori un velivolo nero che si ferma davanti
a noi spalancando il portello per farci salire.
Incredibile, sono veramente
in un romanzo di Flemming!
I primi a salire sono Jean
Paul e Madrox ai quali si aggiungono io li seguo di filato
per evitare il coso, scoprirò più tardi che
si chiama Random.
I motori iniziano a ronzare
ed in men che non si dica iniziano le procedure di decollo.
L'interno
del jet è pieno di apparecchi ultratecnologici. Incuriosito
mi sposto verso la cabina del pilota dove, con mia grande
- ma poi non troppo - sorpresa, trovo Alfred alla cloche.
- Rotta per la Cina! - dico
più a me stesso che ad Alfred.
Con una virata secca l'aereo
cabra cambiando direzione ed io, come i miei compagni della
sezione posteriore, mi afferro come posso per evitare di cadere
rovinosamente
che fosse un presagio?
***
Cina.
Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare
cinese.
Madrox e Random corrono per
i corridoi della base schivando i colpi dei soldati che li
seguono da un bel pezzo. Madrox, utilizzando i propri multipli,
è riuscito in vario modo a danneggiare l'installazione
disseminando, durante la fuga attraverso i corridoi dell'installazzione,
un grosso numero di sue copie pronte ad atti di sabotaggio.
I colpi al plasma del mutante
rosa abbattono l'ennesima porta, il corridoio esplode mentre
dietro di loro a causa di un sovraccarico di una condotta
elettrica.
Madrox sorride tra se, soddisfatto
della sua mossa.
I due si ritrovano in una gigantesca
cavità. Lo spazio interno è enorme, in grado
di contenere più palazzi. La struttura è a forma
di parrallelpipedo che si restirnge penetrando nelle profondità
della terra, come un maestoso cuneo conficcato nelle viscere
del pianeta.
L'enorme hangar è un
formicaio di attività ed enormi pontoni mobili collegano
i vari piani interni.
Come in un grande formicaio
l'irruzione dei due nel centro della base è accolta
da una immane attività rivolta contro di loro.
Arrivati ad uno snodo tra vari
ponti si ritrovano accerchiati da militari in esoscheletro
e da piccoli elibot armati di laser. Vari doppi di Madrox
sarebbero stati tagliati a fettina se ognuno non avese coperto
le spalle reciprocamente all'altro, creando un impenetrabile
occhio con un campo visuali di quasi trecentosessanta gradi.
Diversamente dall'uomo multiplo
Random era stato già affettato varie volte ed ogni
volta, con sempre maggior rabbia, si ricomponeva in una forma
umana
Costruendo una pila umana Madrox raggiunge il piano superiore
e si moltiplica varie volte fin quasi a sovrastare il numero
dei cinesi.
Random, approfittando della
carica guidata dall'uomo multiplo, si scatena sparando raffiche
ad altissima intensità. Il mutaforma elimina un robot
volante ad ogni colpo, mentre i doppi dell'Uomo Multiplo si
danno un gran da fare contro gli uomini dell'esercito cinese
sacrificandosi spesso x proteggere l'originale.
- Ehi, simpaticone, ma che
cavolo ci facciamo in questo alveare di api dagli occhi a
mandorla?- chiede rivolto ad uno dei tanti Madrox
- Lavoriamo.- rispondono in
coro con un effetto di eco dovuto al grande spazio gli indaffarati
Madrox.
- Per chi cazzo mi hai preso,
cocco? - ringhia Random eliminando un altro avversario.
-Tu ti guadagni i tuoi soldi
che ti vengono addebitati sul conto segreto alle Kayman. Io
ricevo quello che ho chiesto al Comitato
- dicono beffardi
i Madrox occupati nelle loro mille attività.
- Conosci il Comitato?- Chiede
il mutante rosa con una luce strana negli occhi
- Forse - rispondono sbrigativamente
i Jamie, con un sorriso sardonico sul viso e assestando colpi
qua e là.
***
Cina.
Installazione militare cinese - Centro di controllo.
Il generale Chen Rongji guarda
i monitor di sorveglianza sudando freddo. Un numero incredibile
di "demoni occidentali (6)
" sta mettendo a ferro e fuoco l'hangar
della sua base segreta. E, nonostante gli sforzi, le sue truppe
non sembrano riuscire ad ostacolarli.
-Cosa vuol dire che China Force
non è disponibile, Capitano?- abbaia furibondo il generale
Chen contro il suo sottoposto.
-A ehm
- temporeggia
il militare, in evidente imbarazzo, vagliando la scusa migliore.
- I componenti effettivi del
gruppo non sono ancora stati richiamati- cerca di giustificarsi
il sottoposto - come lei ben sa l'installazione non è
ancora operativa al cento per cento. Signore.-
Chen fulmina il sottoposto con un occhiataccia. Non ha tempo
di fare ramanzine, ora.
-Allora chiamate quegli idioti
della sezione cyborg e mandate su tutti i loro giocattolini!-
sentenzia scocciato il generale.
- Mi scusi Signore, ma l'oggetto
alieno recuperato sembra fare interferenza con il corretto
funzionamento dei nostri cyborg e con vari altri dei sistemi
di sicurezza.- risponde il povero capitano con imbarazzo sempre
maggiore.
- Maledizione! Possibile che
un'installazione militare tecnologicamente all'avanguardia
come questa sia stata messa a soqquadro da una coppia di P.A.G.
(portatori d'anomalia genetica)?!"
Il Capitano, sempre più
mortificato sembra volere aggiungere qualcosa, così
il Generale Chen dice con tono seccato
- Che altro c'è ancora,
capitano? -
- Veramente il primo avvistamento
parlava di quattro intrusi
-
- COSA?!?!?!- strilla esasperato
il Generale
- Presto, perlustrate tutta
la base! Controllate ogni angolo! Trovateli e catturateli,
vivi o morti, non mi importa, voglio le loro teste, o avrò
la sua. Ci siamo capiti? -
Il capitano con viso esangue
riesce semplicemente a fare un cenno affermativo col capo.
Dannati diavoli occidentali!
***
Cina.
Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare
cinese.
Mi sono ridotto a seguire un
professore di Fisica, per giunta pazzo, sei proprio caduto
in basso, Jean Paul?
Non riesco a capire cosa stia
facendo quel dannato Edwards, stiamo procedendo alla cieca
da più di un'ora, anzi peggio!
Ad ogni bivio si ferma come
se aspettasse indicazioni da qualcuno, come se aspettasse
che un segnale da una voce prima di prendere una strada piuttosto
che un'altra
Strano perché non abbiamo dei comunicatori
addosso, a meno che quelli del Comitato non gli abbiano impiantato
una sorta di radiofaro, anche se mi sembra improbabile
Ci stiamo addentrando sempre
di più nel settore ricerca della base credo. Ormai
l'inglese sta bloccando più uomini in camice bianco
che militari, ed è certamente un bene visto che altrimenti
prima o poi ci troveremo alle costole un esercito.
Ci incamminiamo di gran carriera
nell'ennesimo corridoio, quando, improvvisamente, Edwards
si ferma davanti ad una porta blindata. Quasi gli finisco
addosso non notando la sua repentina sosta. Il professore,
ora che ci penso ne ha proprio l'aria, sfiora la porta cercando
fessure, spiragli o comunque un modo per aprirla.
Poi si blocca per un secondo
come ad ascoltare qualcuno e si rivolge a me.
- Northstar butta giù
questa porta, su!-
- COSA? - esplodo io, guardandolo
allibito, deve essere proprio andato del tutto - Va bene che
sono più robusto e leggermente più forte degli
umani normali, ma non credo proprio di farcela a buttare giù
una porta blindata come questa.-
- Fidati! - mi dice. Facile
per lui, sono io che rischio di spaccarmi una mano.
Tuttavia che altro posso fare?
Ormai sono in ballo, balliamo
allora! Carico il pugno immaginando già il dolore all'impatto,
mentre una buona parte delle ossa della mano si rompevano
in mille pezzettini.
CRASH!
Rimango sbigottito quando la
porta si frantuma come cristallo al mio primo colpo, addirittura
rischio di sbilancarmi e cadere dentro la porta.
Ma come diavolo ha fatto?
Edwards s'introduce nello stanzone,
che sembra essere una specie di hangar.
- Prendiamo il manufatto che
c'interessa e andiam
- inizia a dire, interromepndosi
all'imporvviso.
Cerco di entrare a mia volta
ma Edwards sta li fermo impalato come un fesso. Cosa diavolo
avrà sta volta?
Poi la vedo anch'io.
E'
una cosa enorme. No, non è una cosa ma un essere enorme,
immenso.
All'interno dell'hangar una
creatura collegata a non so quali macchinari lievita infelice
nell'angusto spazio riservatole. Assomiglia molto lontanamente
ad una balena, anche se le dimensioni sono ancora maggiori.
E' veramente imponente. E' totalmente bianco, assomiglia un
po' a Moby Dick, dio ora capisco cosa provava il capitano
Hakab sulla sua piccola lancia al cospetto di un simile essere.
- Allora eri tu. - sussurra
Edwards tra se.
E mentre, sto per chiedere
all'inglese di cosa sta parlando, la mia mente venie invasa
da un canto dolcemente malinconico e tristemente melodico.
Adesso sento anch'io le voci
Continua...
FINE EPISODIO 02
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