Marvel IT Presenta…
X-MEN
di Mr. T
“Burn, baby burn!.. Disco Inferno!..”
(seconda e ultima parte)
ANCORA 5 MINUTI…
Il blackbird degli X-Men sfrecciava supersonico verso
l’Alaska, in volo avrebbe accolto l’ultimo passeggero. In sua attesa i
passeggeri più insoliti di tutti i tempi: Jean Grey, alias Fenice, telepate,
telecinetica; Henry McCoy detto la Bestia, agile, forte, dagli arti scimmieschi
e con un QI sopra la media; Peter Rasputin, Colosso d’origine russa con il
talento di trasformare la carne in impenetrabile acciaio organico; Emma Frost,
telepate Regina Bianca, seduttrice e irritante lingua tagliente; Logan, nome in
codice Wolverine, tutto carattere e volontà, sensi ferini, tre letali artigli
per mano della stessa indistruttibile lega di metallo che riveste il suo
scheletro, col potere mutante di ricoverare da ogni danno fisico e un inusuale
ospite, Nathaniel Essex alias Sinistro, centenario medico evoluzionista
trasformato mente e corpo dal potere millenario del mutante Apocalisse.
Sinistro aveva contattato gli X-Men
affinché lo proteggessero dal suo assassino, Nate Grey. Fenice, che conosceva
molto bene il giovane mutante, non credeva fosse tanto semplice, era
intenzionata a chiederglielo di persona, dopotutto, nonostante percepisse la
situazione come un poco piacevole dejà vu, prigioniera di emozioni e vincoli di
sangue non deliberatamente scelti, si sentiva familiarmente legata al ragazzo[1].
Nate Grey, il mutante più potente
dell’universo naufrago di una Terra alternativa, seguì il radio faro sulle
frequenze telepatiche di Fenice, intercettò il jet invisibile ai radar e
manipolando telecineticamente le molecole del suo corpo e la carlinga
dell’aereo, vibrò all’interno senza sforzo apparente arrestandosi di fronte ai
presenti.
“No! E’ una
trappola!” esclamò Essex alla vista di Nate che posava lo sguardo su di lui.
Poi gli eventi si
fecero concitati, ricordi un paradossale silenzio dello spazio, una metà di
Sinistro esplodere in bolle di metallo liquido nel tentativo di Jean di deviare
la frusta telecinetica di Nate, la Bestia scagliata sugli artigli sguainati di
Wolverine, dell’espressione di paura sul volto di Colosso accortosi
dell’impossibilità di mutare in forma metallica e un mal di testa che ti
strappa il terreno da sotto i piedi e sangue dal tuo naso gocciolarti sulle
dita. Poi nero. Tutto buio.
IL CLUB INFERNALE
“Lunga vita alla Regina Bianca della Nuova Cerchia Interna
del Club Infernale!”
I calici di
cristallo tintinnarono al brindisi dei convenuti; un piccolo gruppo di uomini e
donne che sorseggiavano champagne anticipando privatamente il party
d’inaugurazione del rinnovato Club Infernale di New York. Al centro della loro
attenzione Emma Frost riprendeva possesso di una carica e di un titolo mai
abbandonati e, il naso stuzzicato dalle bollicine, rispondeva con sguardo
compiaciuto ai sorrisi dei membri restanti.
Primo fra tutti Sebastian Shaw, Re
Nero della Cerchia e suo leader indiscusso. Il suo intento: ricostruire una
base di potere mutante e non tra la comunità politica, industriale e alto
borghese degli Stati Uniti dietro il paravento del circolo più in del jet set,
il Club Infernale, da cui tessere l’arazzo del dominio personale sul mondo.
Comunità esclusiva che in quello stesso momento si stava riversando oltre
l’ingresso del settecentesco palazzo sulla Quinta Avenue, a un passo dalla
mansione dei potenti Vendicatori, accolti da camerieri e servitù in vittoriana
aristocratica uniforme.
Con lui e attorno, la fida Tessa, il
cui potere di codifica, memorizzazione e analisi le permetteva la previsione
statistica di eventi futuri a breve termine; la guardia del corpo Nemesis,
creatura dal fuoco solare al posto del sangue; il nuovo Moreau, il dottor Henry
McCoy, la Bestia Nera; il nobile cinese e potente industriale noto con il nome
di Mandarino, la cui aspirazione è riportare il popolo cinese alla gloria e
agli antichi fasti sotto il suo dittatoriale comando imperiale; la giovane
figlia del defunto Jason Wingard, Lady Mastermind, da cui ha ereditato non solo
il potere di creare illusioni ma anche l’attitudine per la cupidigia e
l’avidità; il cyborg sempre più macchina e meno uomo, Donald Pierce e due
adolescenti, un ragazzo, conosciuto nella comunità superumana come X-Man,
probabilmente il mutante più potente dell’universo e una ragazza, una giovane
dai capelli rossi, cui era solita presentarsi affermando di chiamarsi Maddie,
dall’incredibile somiglianza con Jean Grey ai primi tempi della sua avventura
negli X-Men.
“E’ sangue quello?” chiese Lady
Mastermind accennando con sguardo interessato al top di pelle bianca della
Regina tra un sorso e l’altro di champagne.
“Cosa!?…” Un’occhiata fugace: non
c’era traccia, nemmeno l’alone di una macchia sulla candida e lucida pelle.
“Che scherzo infantile, c’ero quasi cascata.” Emma schioccò le dita e mandò giù
l’ultimo bicchiere subito prima dell’arrivo di un cameriere pronto a
offrigliene un altro dal ricolmo vassoio in argento; assaporò il contenuto, gli
occhi puntati su quelli di Lady Mastermind, un confronto che vinse con
l’abbandono turbato dell’illusionista.
Orgoglioso della sua nuova
conquista, Shaw, con un gesto invitò la Cerchia ad unirsi agli ospiti
nell’ampio salone principale per dare iniziò ai festeggiamenti.
EMMA FROST E LA BESTIA NERA
“E’ tutta suo padre, vedo. Non perde un istante per
ingannare il prossimo.” La Regina Bianca aveva aperto le danze con un amico di
vecchia data da tempo perso di vista, ma mai troppo a lungo rimpianto.
“Oh, è necessario per nascondere la
mia pelliccia e il brutto muso di Nemesis, tra le altre cose, ma sì, penso che
si diverta.” La Bestia Nera era il corrispettivo di McCoy degli X-Men
proveniente da una Terra alternativa, fu trovato anni fa proprio nei
sotterranei di quello stesso edificio da una Emma giovane e inesperta che gli
insegnò il significato del temine socializzazione.
“Non è meraviglioso, Emma?” sussurrò
strizzando l’occhio al passaggio piroettato di X-Man in coppia con la giovane
Maddie.
“Hmmf! Ammetto di essere rimasta
sorpresa da quel giocattolo che Shaw mi ha scagliato contro.”
“Oh, quello! Hi , hi, quello era la
prova di passaggio alla Cerchia Interna: uccidere gli X-Men. Ora è il nuovo
Cavallo Nero!”
“Come sia riuscito
a piegare la mente mutante più potente del pianeta al suo controllo non so spiegarmelo,
Henry. Non avrei mai creduto che Nate Grey potesse uccidere Jean Grey. Ci siete
di mezzo tu e Sinistro non è vero?”
“Oh, Ehm... Il
Signor Essex è un capitolo chiuso oramai, eh!” Rispose McCoy allargandosi il
colletto della camicia che improvvisamente gli dava la spiacevole sensazione di
soffocamento. “Ho… ho fatto in modo che venisse a conoscenza della mia
esistenza giusto in tempo per essere cancellato dalla faccia della Terra!
Comunque, sì!… Ah! Ah! Ah! Oh, mia cara, nemmeno tu, con la tua telepatia, te
ne sei accorta, è stupendo!” Gli sbalzi d’umore della Bestia Nera non
impressionavano né miglioravano la disposizione d’animo della Regina Bianca nei
suoi confronti, stava perdendo ogni umana comprensione per una creatura che
trovava patetica nella sua infermità mentale.
“Cosa sai di lui,
Emma?”
“Insieme a te e a
Nemesis proviene dalla stessa realtà alternativa.”
“Sai anche che fu
la creazione d’ingegneria genetica dell’Essex di quella realtà? Il nostro
temibile Essex, Secondo Cavaliere di Nostro Signore Apocalisse, fecondò l’uovo
della Jean Grey della mia realtà con il seme dello Scott Summers dello stesso
continuum spaziotemporale. Per un unico scopo: generare l’arma biologica
mutante definitiva per uccidere Apocalisse; una porta secondaria nel caso che
il Nostro Signore scoprisse i suoi esperimenti segreti – io ho sempre lavorato
per compiacere il mio sovrano! – visto che già non vedeva di buon occhio
l’autonomia che andava creandosi. Anche Nemesis è sicuro che per ogni essere
vivente della nostra Terra esiste il corrispettivo in questa Terra!”
“Quindi?!… mi stai
dicendo che non è il Nate Grey che conosciamo?!”
“Intuito
eccezionale, mia Regina! L’X-Man che ha ucciso gli X-Men è il Nate Grey della tua
realtà. Anch’egli – o anch’esso, se preferisci, è solo un esperimento riuscito
- generato in laboratorio da colui che chiamavate Sinistro! L’ha tenuto
nascosto e in stasi per anni, il suo più grande e meglio custodito segreto!
Nell’ombra ho tenuto d’occhio il Signor Essex per tutti questi anni venendo a
capo di molti suoi segreti, come la bambina che è con X-Man! La mia prudenza e
temperanza oggi hanno dato i loto frutti!”[2]
“Hmmm… pensavo che
Cable fosse la controparte di Nate Grey!”
“Pensaci meglio,
Emma. Nathan Summers è il figlio biologico di Ciclope e Maddie Pryor – altra
creazione di laboratorio di Sinistro - non ancora Cable, viene cancellato dal
presente per mano di Apocalisse. Sinistro pensa bene di cautelarsi e crea la
propria Arma X, i suoi laboratori sono pieni di geni della linea Summers e Grey!”
McCoy si sentì
toccare la spalla, si girò e vide Sebastian Shaw pretendere lo scambio dei
cavalieri nell’ultimo ballo prima del banchetto.
“McCoy non avevi
altro a cui dedicarti questa sera?”
“Ehm.. sì, Shaw.
Invero mia cara Regina, affari più urgenti mi attendono, mi mancherà la tua
compagnia, ma non dispiacertene, ciò che mi attende è un vero divertimento per
me!” E prostrandosi in un servile inchino la Bestia Nera lasciò la sala per
sparire tra le ombre del Club Infernale.
LA REGINA BIANCA E
IL RE NERO
“Avrei voluto il primo ballo, ma con il senatore Kelly e il
Mandarino sotto lo stesso tetto non potevo rimandare l’opportunità di discutere
faccia a faccia di alcune faccende, mia Regina. Faccende che riguardano il
nostro futuro.”
“Fai come ti pare
Sebastian, è stata una sorpresa rivedere Henry al Club.”
“Sicuro. Si
scioglie sempre davanti ha te, ha la lingua lunga.”
“Beh, sono stata io
a insegnargli a intrattenere un discorso compiuto. Comunque, cosa aspettavi a
dirmelo, non appena ci avrei sbattuto di nuovo il naso?”
“Touché. Sei
l’unica sopravvissuta all’esplosione del jet degli X-Men; ho risparmiato il tuo
talento perché la Cerchia Interna merita una Regina Bianca del tuo rango. Mi
hai dimostrato la tua lealtà non intervenendo nella battaglia, stringendo
quest’alleanza e lasciando Xavier e il suo utopico sogno. Insieme, come un
tempo, Emma, per il controllo dell’America oggi e l’eredità della Terra
domani!”
“Così ti manca la
mia carta di credito di platino? O l’appoggio del gruppo di maggioranza delle
Frost Enterprises?”
“Ti conosco
abbastanza da non aspettarmi un grazie…”
“… E io altrettanto
da sapere che un ‘no’ non è ciò che vuoi sentirti dire, Shaw.
“Ecco il punto, nel
gioco delle parti, Sinistro fuori gioco, McCoy tuo nuovo dottore di fiducia, ti
serve chi possa aiutarti a controllare un essere della potenza di X-Man, la tua
nuova Fenice personale! Per non contare l’incognita di quella piccola Maddie.
Xavier e Jean Grey avrebbero fatto di tutto per ostacolarti, così con un colpo
solo ti sei liberato di una dolorosa spina nel fianco e le uniche variabili
mancanti al controllo del quadro generale siamo io e la mia telepatia.
Lasciamelo dire una volta sola: credi di poter giocare con una bomba atomica in
tasca?”
“Ero sicuro che con
te erano sprecati i sentimentalismi, Emma. La nuova Cerchia Interna è nata!
Nessuno ci fermerà, alla fine della prossima guerra genetica usciremo vincitori
e dominatori del mondo!”
“Tesoro, per me la
Cerchia Interna era importante. Mi garantiva la sicurezza di gestire un mondo
di uomini, squali speculatori finanziari e avidi corruttori assetati di soldi e
sesso. Una casa delle bambole dove una ragazzina poco più che preadolescente
con sulle spalle il destino di un impero economico, se non aveva le palle e il
pelo sullo stomaco sarebbe stata fatta a pezzi dopo essere affogata nella
depravazione e nei pensieri più morbosi e nascosti di migliaia d’individui che
le entravano simultanei nella testa senza riuscire a capire come e perché
succedeva! Fammi riprendere fiato e non fraintendermi, avevo a cuore i giovani
Satiri e la possibilità di offrigli un futuro in cui fossero autonomi e
indipendenti, capaci di cavarsela da soli come la sottoscritta in un modo che
non è il giardino segreto dei pupilli di Xavier!”
“Che cosa vorresti
insinuare, Emma?!”
“Io non sono
cattiva e che mi dipingono così! Sai, credo che l’uso intensivo della telepatia
mi abbia dato alla testa! Adesso io gioco per un'altra squadra, Sebastian! Ti
ho chiesto della mia carta di platino, perché, vedi, ultimamente ho investito
molto nell’istruzione. I ragazzi sono il nostro futuro, Shaw! Sono socia di
Charles Xavier, ha avuto dei problemi finanziari recentemente risolti col mio
intervento[3].
Il tuo aggiornamento sugli accadimenti di mercato lascia alquanto a desiderare
e dire che politica ed economia sono il tuo forte, giocare al supereroe ti
eccita ancora e ti rende prevedibile, eh, vecchio mio?”
“Sgualdrina, hai
firmato il tuo epitaffio!”
Un colpo telepatico
immobilizza Shaw.
“Cosa diavolo?!…
Non… non hai poteri telecinetici?!”
“Certo che no! Ho
preso possesso di parte del lobo parietale, la zona neurale adibita al
controllo motorio. Non ti puoi muovere se non lo desidero.”
Il Re Nero era una
statua vivente che trasudava rabbia e vendetta; in un’incongrua espressione d’ira
i suoi occhi sembrarono cambiare in sintonia con una nuova disposizione
d’animo.
“Ha, ha, ha! Per un
secondo, solo uno, ci sono cascato! Ero così immerso nell’illusione da
dimenticare qual è la realtà!” Negando e vincendo la forza di gravità che la sua
mente gli diceva esistere a impedirgli ogni movimento, Shaw distese braccia e
gambe riprendendo il controllo del corpo. “E’ incredibile cosa possono fare due
maestri dell’inganno quando lavorano fianco a fianc--- ?!”
Un grido acuto spezzò la frase e la tensione
palpabile tra di loro, reagendo all’unisono coi membri della sala, entrambi si
voltarono nella stessa direzione: Lady Mastermind era crollata al suolo!
Svenuta, veniva soccorsa da Nemesis che bloccava i curiosi, imitato da X-Man e
dalla giovane Maddie e il concitato arrivo di un uomo, che facendosi spazio tra
la folla, diceva di essere un medico.
“Fermi tutti! Non avvicinatevi! No, non è di lei che
ha bisogno! Chiamate il dottor McCoy!” Disse Nemesis.
Un rivolo di sangue le scendeva da una narice, alcune
macchie rosse le sporcavano il corpetto di pelle nera, segno dell’imminente
perdita di coscienza.
UNA BESTIA PIÙ UNA
BESTIA NON FA DUE BESTIE
Henry McCoy, la Bestia Nera, nelle vesti di
un omone barbuto e vittorianamente vestito, entrò in una stanza fredda e buia
che subito si illuminò a giorno sotto la luce di potenti luci al neon mostrando
le sue vere fattezze di mutante scimmiesco dalla folta pelliccia nera come le
piume del corvo.
Non si trovava più
all’interno dell’antico palazzo del Club Infernale, le pareti, la mobilia e gli
strumenti esposti erano quelli di un laboratorio scientifico di un’anonima
clinica privata della città. Dalla parte opposta dell’ingresso, dietro ad un
paravento, McCoy andò incontro all’oggetto dei suoi ‘affari’: su un ripiano
autoptico, Wolverine giaceva semicosciente, legato da morse d’acciaio.
Stordito dalla luce
e dalle droghe si risvegliò riconoscendo l’aguzzino sopra di lui.
“Come andiamo oggi,
signor Wolverine?”
“Ri- risparmiami le
buffonate McCoy! Non hai finito di giocare al piccolo dottore pazzo!?”
“Oh, lo so che ti
crogioli nel dolore, mio ferino amico. Quindi sarai felice di sapere che
purtroppo per me, non ho ancora trovato la giusta via. Quasi! Oh, da mesi sono vicinissimo! Una
modifica qua, un incrocio di là e il castello di carte diverrà una solida
fortezza! Te lo garantisco! Soddisfatto o rimborsato!, come ricordo sempre a
Shaw e al suo cliente! Sono così impazienti!, la scienza hai suoi tempi! I suoi
quesiti non si risolvono con semplici scazzottate tra supereroi o con più
sofisticati accordi finanziari e giochi politici! Lasciatemi lavorare e
vedrete, dico sempre!”
“Sei in vena di
chiacchiere, cocco? Co- cos’è, l’effetto dello champagne che hai scolato o ti
hanno cacciato dalla festa per il tuo brutto muso?”
“Hmmf… fai lo
spiritoso, continua a mantenere la posa da duro, bello! Non mi preoccupo, non
più ormai, sono con quelli vincenti, adesso! Sayonara, X-Men! Quell’arma X-Man!, i tuoi amici sono tutti morti e chi crede
di non esserlo non ha ancora afferrato che ha già un piede nella fossa! Shaw è
un genio spietato, non quanto me d’accordo, ma mi piace! Ha, ha, ha! E poi te
l’ha mai detto nessuno che parlare fra sé e sé aiuta a schiarirsi le idee?”
“Bah!… so solo che
è sintomo di follia e ascoltandoti ne sono sempre più convinto!”
“Adesso sta zitto e
buono! Mi serve ancora un po’ del tuo DNA…”
La Bestia Nera
afferra un braccio di Logan, premendogli contro un dispositivo a pistola per
l’estrazione di un campione cellulare.
“Ahio!”
“Ahio?!”
Il tempo di un
batter d’occhio, di posare lo sguardo sulla pistola, premere il grilletto e
riconcentrarsi sul paziente e il dottor Henry McCoy si trova di fronte il
dottor Henry McCoy! Ora la Bestia Nera sa cosa si prova trovarsi faccia a
faccia con una copia di se stesso che non credeva più esistere!
“Oh, stelle e
strisce!”
“Ehi!, non solo il
figlio prediletto di Edna e Northon McCoy è uno e uno solo, impostore, ma anche
le mie battute hanno il copyright!”
Con una forza
sovrumana, la Bestia degli X-Men, riconoscibile dalla pelliccia blu e da un
viso molto più benevolo, si libera dei ceppi che Wolverine non avrebbe spezzato
e rifila con tutta la rabbia, la frustrazione e un male sopportato desiderio di
vendetta, un diretto portentoso al naso della sua copia malvagia paralizzata
dalla sorpresa, spedendola a gambe levate dall’altra parte dell’asettica
stanza.
La Bestia Nera, il
naso rotto grondante sangue, si alza su un gomito e alza la mano in segno di
resa.
“Uhu, uhuuu… che
dolore… non capisco… cosa sta succedendo?!… Non- non vorrai uccidermi, vero?…
S- sei un uomo di scienza!… Un X-Man! Sei… sei la mia controparte buona, ri-
ricordalo!”
“Mmm… hai vinto.
Patetico. Ho pensato mille volte ai mille modi in cui quest’incontro si sarebbe
concluso. Poche unità soddisfacevano pienamente il mio Io e soprattutto il mio
Super-Io! Ma che ci vuoi fare, ‘[…] Considerate voi stessi in qual rapporto
Giove abbia distribuito agli uomini ragione e passione […] Sarebbe come
paragonare un semioncia ad un asse […] Giove alla ragione ha messo contro due
nemici accaniti: l’ira […] e la concupiscenza. Con quanto successo la ragione
contrasti con questi due nemici basta a dimostrarlo la vita d’ogni giorno:
tutto il suo potere si esaurisce nell’arrochirsi a predicare i comandamenti
dell’onestà, mentre ira e lussuria tendono dei tranelli alla loro regina, con
tanto strepito e clamore che quella, stanca, infine si arrende e cede le
armi’.”[4]
“Qu- quindi… m- mi
ammazzi?!…”
“Oh, io no di
certo, ma lui non lo so.”
Scivolato
invisibile alle spalle della Bestia Nera, Wolverine lo afferrò implacabile
sguainando con sinistro suono metallico due dei tre artigli della mano destra
che premeva sulla nuca di McCoy, tagliandogli lunghe ciocche nere sulle schiena
e graffiandogli dolorosamente i lobi delle orecchie nude. Dalla paura, McCoy si
sentì mancare, sorretto di peso da Logan a cadere a terra furono i suoi umori
intestinali.
“Potrei perdere la
concentrazione e rilasciare l’ultimo artiglio solo per il puzzo che fai, cocco!
Quindi niente scherzi e canta!”
“Ahhh! Oh, oooh,
diavolo… m- mi sento male… uhu hu, ok… un- uno scambio e- equo, d- direi…
gasp!”
DALLE CENERI COME
UNA FENICE
Una clinica ginecologica come molte altre;
un’ecografia, un esame di routine. La novità era la paziente, la prima volta
per lei. Jean Grey, vedova Summers, alla scoperta di un’emozione della vita che
né il potere cosmico della Fenice, né le mirabolanti avventure con gli X-Men,
dai quattro angoli del globo alle frontiere dello spazio conosciuto, né
l’incredibile esperienza della morte e della resurrezione, possono preparare ad
affondare o a diminuirne la gioia: la vista di un’altra creatura che cresce nel
proprio grembo.
Accompagnata da un orgoglioso Logan, non troppo a suo
agio nella situazione, volge lo sguardo d’amore dal monitor accanto al lettino
al volto del medico esaminatore, cambiandolo in un’espressione di
disapprovazione.
“No, così non va. E’ inutile che tenti di difenderti giocando con i miei
ricordi o i miei sogni. Non quando vieni a chiederci aiuto e speri che non sia
preparata ad affrontarti. Non mi piaci e non mi piace quello che fai. Non
permettiamo che chi è sotto la nostra ala perda la vita, se sei vivo è perché
siamo stati fedeli ai nostri principi. In questo momento c’è chi ci spiegherà
cosa è successo a Nate Grey. Non essere troppo sicuro dell’impossibilità di
aprire la tua mente a un telepate, t’assicuro che è l’ultimo dei tuoi problemi.
Ora, farabutto, scopri le tue carte e dimmi a quali tue blasfeme azioni
appartengono quell’X-Man e quella povera ragazzina, ennesima mia copia!”
Le parti
s’invertirono e l’esaminata diventò l’esaminatore e l’uomo accanto a sé non era
Logan, ma Colosso, in difesa del suo corpo mentre la mente era concentrata
altrove. Sinistro, nel mezzo di un gioco di cui non conosceva le regole e
soprattutto non poteva cambiarle a suo piacimento, fu presto sopraffatto dalle
sonde mentali di Jean Grey alla ricerca della verità in un labirinto di bugie.
Messa in moto la
catena degli eventi, non sapeva a quali sviluppi imprevedibili avrebbe portato.
Il gioco lo conducevano gli X-Men, Shaw e il Club Infernale stavano soccombendo
per mezzo delle loro stesse armi e stratagemmi. In fin dei conti era per questo
che aveva interpellato Xavier, colui che era riuscito ad arginare il potere
psichico della Fenice, il telepate più potente delle Terra, maestro di Jean
Grey e ideatore del sistema amplificatore del talento psichico Cerebro, l’unico
con la minima speranza d’opporsi al talento psichico di alterare la realtà
della sua arma biologica, X-Man, frutto dell’unione genetica delle cellule
seminali di Jean Grey e Scott Summers, caduta nelle mani sbagliate e pericolose
dell’arrivista Sebastina Shaw.
Un segreto, con suo rimarchevole disappunto, carpito dalla codarda Bestia Nera, che evidentemente lo aveva spiato nell’ombra in tutti questi anni, aspettando il momento buono per uscire allo scoperto. Non poteva rimetterci la vita e soprattutto l’immensa genoteca che racchiudeva il materiale e i risultati scientifici di un’intera vita. Doveva continuare a vivere e proseguire i suoi studi e i suoi molteplici e ambiziosi obiettivi; del resto l’arma X-Man, segno del suo genio, era inutile allo scopo per cui fu creata, la difesa personale contro Apocalisse, gli X-Men avevano risolto il problema, poteva concedersi il lusso di perderla. Diversamente era la scoperta prematura del secondo clone di Jean Grey, un altro errore derivato dall’aver sottovalutato la Bestia Nera, che cominciava ad odiare totalmente! Quello era un prezzo da pagare molto alto, ma in quel frangente indispensabile da concedere agli X-Men per impedire a Jean Grey di riuscire ad andare più a fondo nella sua mente, dove altri segreti ancora resistevano custoditi, ma che un continuo attacco combinato dei tre telepati della scuola Xavier avrebbero rivelato. La piccola Maddie e la scoperta del coinvolgimento della Bestia Nera e di Shaw nel gene mutageno affrontato di recente, confidava fossero sufficienti per fermare la risoluta ricerca destinata a fallire con conseguenze imprevedibili di Jean Grey, come una volpe che sacrifica la zampa alla tagliola pur di fuggire al cacciatore. Unica consolazione: interporre fra sé e il Club Infernale gli X-Men; gli permetteva di respirare e di riorganizzarsi alla luce dei nuovi eventi e d’impedire che la genoteca cadesse preda della Bestia Nera e dei suoi esperimenti genetici.
Poi qualcosa turbò
la concentrazione di Jean e la loro battaglia mentale fu interrotta da altre
priorità.
“E’ il segnale! Non
abbiamo più tempo.” Disse rivolta a Peter.
Accontentatasi di
quanto sottratto alla consapevolezza di Sinistro, Fenice lo anestetizzò
mentalmente addormentandolo.
FIGURE AMBIGUE
D’AUTORE p. 1
Il primo soccorso offerto a Lady Mastermind garantì il tempo
dell’arrivo di un ambulanza speciale. Ne uscì la Bestia Nera, camuffata nelle
sembianze e assistito da due mercenari, al soldo della Cerchia Interna, con il
volto nascosto dalla caratteristica maschera inespressiva, ordinò loro di
caricare la donna sul mezzo.
“La porteremo in un battibaleno alla
clinica, Signor Shaw. Lì avrò gli strumenti utili a indagare questo coma
apparente.” Disse McCoy, mentre Nemesis e X-Man tenevano lontani occhi
indiscreti.
“D’accordo dottore,” disse Shaw “non
voglio altri guai proprio adesso che il gioco è finito.”
“Frost non ha superato la prova?”
“Oggi ha parlato anche troppo McCoy,
si muova!”
La Bestia Nera salì sull’ambulanza
chiudendosi dietro la doppia porta.
“OK, rossa, andiamo!” Disse, facendo
cenno di partire alla donna al volante.
L’ambulanza, le insegne luminose
accese, svoltò l’angolo e si perse nel traffico della sera.
Shaw, rientrato al Club aveva raggiunto gli altri membri
della Cerchia Interna in una stanza privata. Erano tutti di fronte ad un
cilindro ermeticamente chiuso, ricolmo di una soluzione elettro proteinica, al
suo interno Emma Frost, la Regina Bianca, era sottoposta alla sadica tortura
che aveva portato alla morte altre due donne prima di lei.
“Non è più il caso che X-Man
mantenga l’illusione che abbiamo creato per te, Emma.” Disse Shaw, rompendo il
silenzio che si era creato “E’ un vero peccato, credevo sinceramente fossi la
Regina Bianca adatta per questa Cerchia Interna. Uhm… neanche Tessa ha saputo
essere più precisa. Beh, come si dice… ‘morto un papa…’. Peccato davvero. Non
hai sbagliato di molto. Voglio che il tuo ultimo ricordo sia la disfatta del
gruppo di Xavier e l’occasione perduta di ergerti sul tetto del mondo. Addio.”
“Nooo! Fermo! Sono io! Sono Lady
Mastermind!”
La donna sotto soluzione gridò con
tutta la forza che aveva nei polmoni a dispetto del liquido alieno che le
riempiva i polmoni sintetizzato artificialmente per mantenerla in vita
sott’acqua e battendo disperata i pungi contro il vetro antiproiettile.
Shaw si fermò allibito, gli occhi
che tradivano la shockante sorpresa immobili su quelli terrorizzati di lei, non
erano quelli azzurro ghiaccio di Emma Frost! Di fronte a sé c’era Lady M! Per
tutto il tempo era stata sempre lei! Pensò, con la paura che in lui stava
prendendo forma dall’idea. Aveva torturato la nuova Regina Nera del Club
infernale!
Certo e infuriato per essere stato
ingannato bloccò il processo di distruzione e una voce familiare catturò la sua
attenzione; si girò, Nemesis, Tessa, Maddie, erano ai piedi di X-Man, forse
malauguratamente uccisi, ma più probabilmente svenuti. Il ragazzo parlò con una
voce non sua.
All’interno dell’ambulanza Henry McCoy premette leggermente
lo stantuffo di una siringa da cui scaturì un zampillo luminoso di soluzione.
“Se non è un altro dei tuoi
tentativi d’incrementare la tua virilità, McCoy, ti suggerisco di pensarci due
volte, prima di pentirti!”
Distesa sulla barella Emma Frost si
teneva la testa pesante senza perdere di vista l’ago e la mano che stringeva la
siringa. Al suo capezzale la Bestia degli X-Men ricambiò un’occhiata sconsolata
a Wolverine, che batté col pugno sulla parete alle spalle dell’autista.
“OK, rossa. Ci fermiamo qua!”
“Dottor McCoy, prego.” Disse la
Bestia a Emma, senza prendersela troppo.
“Mi gira solo un po’ la testa, tutto
qua, più che altro per questo body da
350 dollari rovinato per due macchioline di sangue.” Replicò la Regina Bianca,
“ora rilassatevi e ripetete con me… tutto è normale.”
“Emma si è ripresa.” Disse Jean
Grey, nelle sembianza del secondo mercenario al soldo del Club Infernale,
rivolgendosi a Colosso alla guida del mezzo. “Tutto è normale, Peter,
ricorda... Tutto è normale.”
FIGURE AMBIGUE
D’AUTORE p. 2
X-Man aveva preso possesso di quel frangente di realtà,
manipolandolo e influenzandolo, era in grado di farlo. L’arma biologica per cui
Sebastian Shaw aveva ucciso e ordito un piano d’attacco ambizioso agli X-Men,
acerrimi avversari del Club Infernale, tra i pochi a conoscenza delle vere
motivazioni della Cerchia Interna, usava contro di lui le stesse facoltà che
s’aspettava potesse volgere a suo favore. Nonostante si trovasse dalla parte sbagliata
della pistola, ironicamente non riusciva a non compiacersi della dimostrazione
che X-Man poteva essere controllato e usato. Aveva perso una battaglia,
lo riconosceva ed era motivato ad apprendere il massimo dagli errori e dalle
sconfitte per vincere la guerra.
Solo alla fine, però, Shaw capì chi
fosse il burattinaio dietro le quinte della messa in scena cui, suo malgrado,
era uno dei protagonisti. Lo riconobbe da come e cosa diceva mentre parlava
tramite la voce di X-Man.
“E’ finita.”
“Credo di sì, Xavier. Almeno per il
momento.”
“Le ramificazioni delle sue azioni
si stanno propagando. Indizi fattuali delle connivenze tra le Shaw Industries e
società internazionali come quella a capo di Zhang, paravento di traffici di
contrabbando di organi umani e sperimentazioni d’ingegneria genetica illegali
in territorio americano stanno già raggiungendo le amministrazioni dei servizi
americani. Risponderò a questo e ai passati scontri con gli X-Men e al loro
conseguente discredito legale e pubblico con la stessa moneta; fermerò i suoi
machiavellici piani per vie legali. L’omicidio di cui si è macchiato non
resterà impunito. Voglio vederla dietro le sbarre!”
“Sono convinto che darà fondo a
tutte le sue risorse, professore e confesso che mi affascina affrontarla su un
piano a me più congeniale, perché avrà ben poche possibilità di prestar fede
alle sue promesse e arrivare al mio nome. E’ un caso complesso, che trascendete
la comune civiltà. Non ci sono prove, non ci sono registrazioni anagrafiche o
qualsivoglia documento legale o riconosciuto che attesti dell’esistenza di Nate
Grey su questa Terra e mi chiedo in chissà quale altra. Nate Grey non è mai
esistito!
“Non è così per la stessa creatura
con cui mi ha mirabilmente e abilmente ingannato e illuso.”
“…”
“Come? Non gliel’hanno detto?
Dovrebbe scegliere meglio i suoi alleati, professore, soprattutto quando
s’invita il Diavolo nella propria casa. Il ragazzo si chiama Adam S. Essex[5].
“Sì, è il figlio adottivo di
Sinistro, ha vissuto per anni in un orfanotrofio di nostra comune conoscenza.
Scoprire un giorno come un altro di essere stato generato da una provetta di
laboratorio non deve aver avuto un buon impatto sui rapporti col padre. E’
legittimamente sotto la mia custodia, sono il suo tutore; cosa vuole fare, professor
Xavier, portarmelo via?
“Trattiamo di miti e superuomini,
professore. Le leggi le facciamo noi. Benvenuto negli affari!”
La luce era spenta, sul palcoscenico
nel nulla rimanevano gli ultimi due attori, nell’occhio di bue del pensiero,
uno di fronte all’altro: Charles Xavier sulla sedia a rotelle, le gambe coperte
da un caldo plaid, contraddittoriamente calmo e pericoloso come le acque
dell’oceano prima della tempesta; Sebastian Shaw, in piedi armato del solo
coraggio.
“Il ragazzo ha facoltà ESP potenzialmente
pericolose se non adeguatamente adattate, Shaw. Non commetta l’errore di usare
una promessa dell’umanità che porta i segni di una tragica origine per la sua
avida e personale ambizione!”
“Professore, professore… è quasi
credibile nella sua accorata fermezza! L’unico futuro è quello che ti
costruisci nel presente e solo se sei superiore, più intelligente, più forte,
più audace e più motivato degli altri, capace di conquistare e usare i mezzi,
tecnologici, umani, metaumani, puoi controllare e modificare la realtà a tuo
beneficio! Non faccio altro che usare i mie talenti straordinari, perché non
dovrei? E’ la mia natura!”
“L’esercizio del potere quando è
slegato dall’impegno in progetti condivisi che trascendono gli angusti
interessi individuali può rivelarsi a lungo termine dannoso e distruttivo.”
“Mi dica professore, ha mai provato
ad assaporare tutto il potenziale delle sue facoltà telepatiche? Ha mai desiderato utilizzare il potere che è suo per
diritto di nascita solo perché può farlo e controllare e manipolare altre
persone e realizzare tutti i suoi desideri?”
Xavier si sporse in avanti, gli
occhi singolari e penetranti, Shaw si rese conto di indietreggiare quando il
mentore degli X-Men riprese a parlare.
“Oh, sì che l’ho fatto. Ho ucciso
tutti gli eroi! Shaw, se vogliamo preservare un mondo vivibile per le
generazioni future, gli uomini e i mutanti, devono diventare capaci di
collaborare!
“Ho eretto dei blocchi psichici
incrociati nella psiche di Adam. Poteri come questo in atto, di distorsione della
realtà, sovrascrivendo alle leggi fisiche quelle del sogno, saranno celate alla
sua coscienza consapevole. Mi auguro che il solo starle acconto sia sufficiente
per capire di essere dalla parte sbagliata. Non le auguro sogni d’oro.
“Tutto e normale.”
RITORNO AL DI QUA DELLO SPECCHIO
Xavier si tolse l’elmetto d’interfaccia a Cerebro ritornando
alla realtà della veglia dal mondo dei sogni. Uscito dall’immensa stanza
sferica lo aspettava Bobby Drake, L’Uomo di Ghiaccio dal cuore caldo.
“Tutto ok, professore?”
“Tutto è normale Bobby, sì. Il
collegamento ipno-telepatico con Jean e Emma Frost è terminato; saranno qui fra
pochi minuti. Accoglie nella mente quanto è accaduto e apri una linea diretta
criptata con il colonnello Fury.”
Xavier superò l’Uomo Ghiaccio verso
le sale di comunicazione della Stanza della Guerra e incrociandolo riversò con
una sguardo pieno di comprensione gli accadimenti delle ultime ore. Eventi cui
l’ex studente della Scuola Per Giovani Dotati non aveva partecipato nella
trance ipnotica collettiva messa in atto dall’azione congiunta del Professor X,
Fenice e la Regina Bianca in cui erano precipitati tutti i membri a bordo del
Blackbird decollato poco prima.
EPILOGO 1 o COME
ANDARONO VERAMENTE LE COSE
Il blackbird degli X-Men sfrecciava supersonico verso
l’Alaska, in volo avrebbe accolto l’ultimo passeggero. In sua attesa i
passeggeri più insoliti di tutti i tempi, gli X-Men e un inusuale ospite,
Nathaniel Essex.
Nate Grey seguì il radio faro sulle
frequenze telepatiche di Fenice, intercettò il jet invisibile ai radar e
manipolando telecineticamente le molecole del suo corpo e la carlinga
dell’aereo, vibrò all’interno senza sforzo apparente arrestandosi di fronte ai
presenti.
“No! E’ una
trappola!” esclamò Essex alla vista di Nate che posava lo sguardo su di lui.
Poi gli eventi si
fecero concitati…
Un paradossale
silenzio dello spazio, una metà di Sinistro esplodeva in bolle di metallo
liquido nel tentativo di Jean di deviare la frusta telecinetica di Nate, la
Bestia gli scagliò addosso Wolverine, gli artigli sguainati e un’espressione di
rabbia si dipinse sul volto di Colosso accortosi dell’impossibilità dell’amico
di raggiungere il bersaglio, fermo a mezz’aria della sua traiettoria.
Un mal di testa che
strappa il terreno da sotto i piedi colpì in pieno i presenti; McCoy riuscì a
stento a caricare con una siringa ipodermica una pistola a compressione, fu
Peter, nella sua forma corazzata, ad alzare il tiro a fare fuoco e a colpire ad
una coscia X-Man. Jean era immobile e reggeva i resti di sinistro che si
stavano ricomponendo, ma teneva lo sguardo fisso su Nate Grey, Emma Frost
perdeva sangue dal naso, gocciolante sulle dita e il corpetto bianco. Poi nero.
Tutto buio. Una voce, la voce del Professor X cui facevano eco quelle di Fenice
e della Regina Bianca.
“Entrambe le
braccia e le gambe sono pesanti come piombo. Entrambe le palpebre sono pesanti
come piombo. Gli occhi si chiudono automaticamente. Tutto è normale. Tutto è
normale. Tutto è normale.”
EPILOGO 2 o COME
POTREBBERO FINIRE (LE COSE)
L’FBI
mise i sigilli a due cliniche ginecologiche private; la Commissione di
Vigilanza Bioetica aprì un’inchiesta sugli studi e gli esperimenti che vi si
tenevano, sembrerebbero esserci prove circa abusi o protocolli non autorizzati
di ingegneria genetica e fecondazione artificiale.
Ricercato è il professor Nathan Milbury[6],
genetista di fama internazionale e direttore di almeno una delle due cliniche;
tutt’ora è latitante.
Le indicazioni per cui sarebbero coinvolte Società
finanziarie e industriali americane e straniere è tutt’ora oggetto d’indagine
federale; come è ancora da verificare, e sono all’opera i servizi segreti come
lo S.H.I.E.L.D., delle possibili Società, eventuali attività mafiose o di
traffico d’organi o collegamenti con i recenti attacchi – ad oggi ancora
ritenuti di stampo terroristico – di Los Angeles, Washington, D.C. e New York,
di virus mutageni.
[1] Come sappiamo Jean Grey (almeno quella della Terra 616, cioè la ‘nostra’ quella di cui narriamo le avventure) è a suo modo madre di tre bambini, 2 maschi e una femmina! A suo modo, perché non è MAI rimasta in cinta! Per creare ancora più confusione ricordo che: non solo è la madre di fatto di Nathan Summers, alias Cable, nato dall’unione di Scott Summers e Maddie Pryor, clone di Jean di Terra 616, ma è venuta a contatto con Rachel Summers, figlia biologica di se stessa e di Scott di una realtà alternativa; inoltre ecco giungere Nate Grey nel nostro mondo (Terra 616), frutto della fecondazione artificiale dell’uovo di una sua ennesima controparte con il seme di Scott, entrambi di un’altra Terra Alternativa (non la 616 e non quella da cui proviene Rachel). Cosa dite, alla vista di Nate la nostra Jean non si sente un po’ mamma?
[2] Un altro Nate Grey e un’altra Maddie? Ok, il secondo X-Man è una mia invenzione e viene a sostituire una situazione complessa creatasi alla fine dell’Era di Apocalisse, ossia ‘Ma perché la Marvel non ne ha chiuso la serie col ritorno alla normalità?’ La mia idea è principalmente questa: Nate Grey non è la versione EDA di Cable, perché quest’ultimo è figlio naturale di Scott e Maddie, versione 616, quindi se Sinistro aveva clonato Maddie Pryor da Jean, non vedo perché non avesse potuto manipolare in laboratorio cellule di Jean e Scott per dare alla luce l’X-Man di Terra 616. Per quanto riguarda la nuova Maddie adolescente, ricordo che al tempo delle prime apparizioni di Maddie Pryor, quando Sinistro tentava di far piazza pulita degli esperimenti genetici ritenuti falliti (quindi è plausibile nella mia invenzione, il passaggio di Sinistro all’eperimento X-Man dopo quello fallito di Maddie), Cleremont mostrò l’esistenza di una piccola bambina di nome Maddie. Non ho fatto altro che riportarla in scena dopo un po’ di anni; non crederete che Sinistro ne fosse all’oscuro?
[3] Qui recupero e chiudo allo stesso tempo con un riferimento al dietro alle quinte una interessante sottotrama aperta da Kelly su X-Men, quella dei problemi economici di Xavier e la rivendicazione del Fenomeno.
[4] Quanto dice la Bestia tra virgolette è una citazione dell’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam, ediz. Bur Rizzoli, Milano 1994.
[5] Adam Essex è il primogenito di Nathaniel e Rebecca Essex, morto nel 1859, vedi ‘Le Nuove Avventure di Ciclope e Fenice’ ediz. Marvel Italia. Ok, Sinistro è un vero e proprio psicopatico, però il fatto che chiami uno dei suoi esperimenti di laboratorio col nome dell’amatissimo figlio (la cui tragica morte è stata una determinante, se non la determinante della follia che lo spinse ad avvicinare Apocalisse) è un mio suggerimento per dire qualcosa sulla profonda personalità di questo splendido personaggio; personaggio cui al momento mi limito a questa comparsata, visto che non posso esplorare e usare di più perché fondamentale per altre serie Marvel IT (vedi futuri numeri di Quicksilver).
[6] Forse sapete che in realtà Nathaniel Essex legalmente non esiste (non è il solo a quanto pare in questo numero ;-) al giorno d’oggi (o almeno all’uomo conosciuto come Sinistro), perché morto alla fine dell’800 (noi sappiamo essere divenuto Sinistro, vedi ‘Le Nuove Avventure di Ciclope e Fenice’). Nel 900 in realtà si è a conoscenza di un certo dottor Nathan Milbury, presumibilmente docente e ispiratore di Xavier e della MacTaggart quando erano studenti universitari a Oxford ed autore di un non ben precisato diario nel 1946 sulle mutazione genetiche. Traete le vostre conclusioni su chi sia e in cosa potrebbe essere coinvolto con Xavier, ricordo che la mansione in cui vivevano Nathaniel e Rebecca nel Kent si chiamava Milbury House.