Luogo: altrove.

Tempo: indefinito.

Situazione: un uomo, alto, di colore e con una M nera tatuata su un occhio, sta pensando ai casi della vita. In un altro tempo, in un altro luogo, l’uomo chiamato Alfiere era stato un poliziotto con il compito di consegnare alla legge i criminali che pensavano di poter agire al di là di essa. Poi, inseguendo un pericoloso criminale chiamato Fitzroy, si era ritrovato catapultato nel passato, in compagnia dei miti della sua gioventù, gli X Men, ed era entrato a far parte del gruppo.[I] Grazie a loro aveva visitato posti incredibili, aveva viaggiato fino ai confini dello spazio e proprio lì aveva conosciuto Deathbird, la donna che sarebbe potuta diventare la sua compagna di vita[II]. Se non lo avesse tradito e abbandonato, ovviamente[III]. E così, da solo in un pianeta ancora per lui sconosciuto, si era aggrappato a quanto gli restava del suo passato: la rediviva sorella Shard. La sua ricerca era stata fruttuosa, ma era proprio questo che sperava Fitzroy. Con un inganno infatti li aveva attirati entrambi nella sua dimensione, per poterli definitivamente annientare. Quello che non si aspettava era però che la forza di volontà di Alfiere e della sorella fosse più forte di qualsiasi macchinazione, più forte persino di tutto il suo potere. Se ne era reso conto ben presto, però, durante l’ultimo scontro, quando Shard aveva sacrificato sé stessa trasformandosi in pura energia per fornire al fratello il potere per sconfiggerlo definitivamente. Lui c’era riuscito, ma al prezzo della vita della sorella[IV]. Ed ora che aveva finalmente sconfitto il suo più grande nemico, non riusciva a fare altro che maledirsi per la sua perdita, anche se dentro di sé non era questo che sentiva. Non sapeva spiegarselo, ma era come se Shard fosse ancora con lui, come se gli fosse vicina come mai prima. E, sebbene questo lo rinfrancasse, non poteva fare a meno di pensare a tutte le perdite della propria vita e a quello che sarebbe potuto succedere se queste persone fossero state ancora presenti. Shard, Malcom e Randall, i suoi compagni alla XSE uccisi durante uno scontro con dei criminali ribelli, Tempesta, Deathbird… ognuno di loro, a suo modo, gli era stato vicino. Ed ognuno di loro adesso era andato…

O forse no?

Uno squarcio luminoso si apre sopra il viso di Alfiere. Reagendo con la prontezza di un poliziotto addestrato ad essere sempre in grado di affrontare qualsiasi minaccia, estrae dalle fondine due grosse pistole e le punta in direzione del passaggio dimensionale da cui subito dopo con un’esplosione di luce fuoriescono quattro figure. Poi tutto si placa. Alfiere rimane qualche istante immobile con le pistole puntate verso i nuovi arrivati, poi, lentamente e con circospezione, si avvicina. Sono quattro, tutti svenuti. Uno è magro, quasi scheletrico, ed ha la pelle grigia e ruvida. Un altro porta dei lunghi capelli neri annodati in una coda, e ha metà del viso sfigurata da una ustione piuttosto grave. Un altro è un mostro grande, grosso e grigio, che per ora sembra riposare placido come un bimbo. L’ultima invece gli è piuttosto familiare. Il colore del vestito, i capelli, i tatuaggi attorno agli occhi… Alfiere non può sbagliarsi, quella è sicuramente

“Deathbird?!”

 

 

 

#9

X Men: Infinity

 

LOST IN SPACE

di Tobia e Sergio Gambitt20

 

 

Luogo: altrove.

Tempo: indefinito.

Situazione: un uomo, alto, di colore e con una M nera tatuata su un occhio, sta pensando ai casi della vita. In un altro tempo, in un altro luogo, l’uomo chiamato Alfiere era stato un poliziotto con il compito di consegnare alla legge i criminali che pensavano di poter agire al di là di essa. Poi, inseguendo un pericoloso criminale chiamato Fitzroy, si era ritrovato catapultato nel passato, in compagnia dei miti della sua gioventù: gli X Men, ed era entrato a far parte del gruppo. Grazie a loro aveva visitato posti incredibili, aveva viaggiato fino ai confini dello spazio, e proprio lì aveva conosciuto Deathbird, la donna che sarebbe potuta diventare la sua compagna di vita. Se non lo avesse tradito e abbandonato, ovviamente. E così, solo in un pianeta ancora per lui sconosciuto, si era aggrappato a quanto gli restava del suo passato: la sorella Shard. La ricerca lo aveva condotto a lei, ma era proprio questo che sperava Fitzroy. Con un inganno infatti li aveva attirati entrambi nella sua dimensione, per poterli definitivamente annientare. Quello che non si aspettava era però che la forza di volontà di Alfiere e della sorella fosse più forte di qualsiasi macchinazione, fosse più forte persino di tutto il suo potere. Se ne era reso conto ben presto, però, durante l’ultimo scontro, quando Shard aveva sacrificato sé stessa trasformandosi in pura energia per fornire al fratello il potere per sconfiggerlo definitivamente. C’era riuscito, ma al prezzo della vita di Shard. Ed ora che aveva finalmente sconfitto il suo più grande nemico, non riusciva a maledirsi per la sua perdita, anche se dentro di sé non era questo che sentiva. Non sapeva spiegarselo, ma era come se Shard fosse ancora con lui, come se gli fosse vicino come mai prima. E, sebbene questo lo rinfrancasse, non poteva fare a meno di pensare a tutte le perdite della propria vita e a quello che sarebbe potuto succedere con loro. Shard, Malcom e Randall, i suoi compagni alla XSE, Tempesta, Deathbird… ognuno di loro, a suo modo, gli era stato vicino. Ed ognuno di loro adesso era andato…

O forse no?

Uno squarcio luminoso si apre sopra

 

Questa notte la volta celeste é più luminosa. A qualche pianeta di distanza dalla Terra infatti, proprio sopra il punto in cui dovrebbe esserci l’atmosfera di Plutone (se ne avesse una, certo), si sta combattendo una feroce guerra feroce. Da un lato grosse ed agguerrite navicelle Skrull, dall’altro le sagome scure e guizzanti deille veloci navi d’assalto Phalanxnon ancora identificate. Ed in mezzo, una nave da carico Skrull con a bordo i cinque X Men conosciuti con gli pseudonimi di Forge, Shadowcat, Rogue, Colosso e Nightcrawler. Fino a che un raggio della nave madre Phalanx non l’aveva fatta esplodere, ovviamente. E adesso?

 

Che, qualche istante fa, è esplosa a causa di un raggio proveniente da una gigantesca nave madre nera. E i suoi occupanti?

 

COLOSSO e ROGUEColosso e Rogue

I detriti della nave da carico Skrull stanno volando in ogni direzione. Quelli più piccoli attraversano tranquillamente la zona di battaglia senza causare danni, mentre alcuni di dimensioni notevoli colpiscono sia le navi da combattimento Skrull che le altreche navi Phalanx, in molti casi danneggiandole seriamente in molti casi. Altri addirittura hanno sembianze umane. Come la palla incandescente argentea espulsa con forza lontano e che acquista sempre più velocità man mano che entra nella sfera gravitazionale di Plutone, chela quale, sebbene viste le dimensioni del planetoide non abbia molta influenza paragonata a quella degli altri pianeti, tuttavia messa a confronto con una massa piccola come quella che gli si sta avvicinando sempre piú velocemente acquista una certa rilevanza. E, mentre da un lato questo ‘corpooggetto’ argenteo, cosi stranamente simile a quello di un mutante russo dotato della capacità di trasformare il proprio corpo in acciaio organico, prosegue impotente la sua corsa verso Plutone, dall’altro un altro ‘detrito’ di dimensioni rilevanti e di colore fucsia incredibilmente riesce a fermare la propria deriva nel vuoto spaziale.

Sono... viva, pensa Rogue mentre incurante del fatto che si trovi sospesa poco sopra l’orbita di Plutone si guarda intorno per orientarsi, ma... gli altri?, e girandosi su sé stessa fa una panoramica dei dintorni, per scorgere solamente Colosso in procinto di schiantarsi sul suolo plutoniano. Oh oh... , pensa, e si lancia immediatamente in volo verso di lui. Rogue ha visto che Piotr haDopo l’esplosione Peter deve aver assunto inconsciamente la sua forma metallica, pensa Rogue forse inconsciamente, assunto la forma metallica, che lo ha protetto sia dall’esplosione che dal freddo siderale, ma non credo che riuscirebbe a proteggerlosa anche che dall’impatto con un pianeta. Quindi tocca a me togliere le castagne dal fuoco…pianeta non é qualcosa da prendere alla leggera, e perfino il suo compagno X Man potrebbe riportare gravi ferite se gli capitasse, se non peggio...  eE’ per questo che ora spinge i suoi poteri al massimo, sia la sua capacità di volo ereditata (o per meglio dire, rubata) da Miss Marvel e che l’invulnerabilità che le permette di sopravvivere anche in un ambiente ostile come questo, entrambe doti ereditate (o per meglio dire rubate) da Miss Marvel. Ma forse  entrambenessuna della due è sufficiente  non bastano per raggiungere un corpo in accelerazione crescente che precipita verso un pianetaColosso. Rogue sa che gli si sta avvicinando ogni secondo sempre più, ma nello stesso tempo non sa se questi progressi basteranno per trarlo in salvo in tempo. Senza contare che ormai la sua riserva d’aria di Colosso sarà agli sgoccioli, e che se non agisce in fretta il suo compagno potrebbe rischiare dei seri danni al cervello...

Rogue aumenta la propria velocità nel disperato tentativo di prenderlo, di più, sempre di più, sempre di più, finché...

La sua mano afferra la caviglia di acciaio di Colosso. Sfruttando la forza d’inerzia del suo volo sommata all’accelerazione in crescita di quella di Colosso, ad un tratto devia la traiettoria di entrambi di 180°  gradi in direzione della grande nave madre nera Phalanx, e per l’immensa intensità dell’azione stessa il suo compagno di squadra le sfugge di mano, cominciando a roteare in direzione della sua massa oscura dell’astronave, fino ad esserne completamente avvolto.

Spero di aver fatto in tempo... , pensa Rogue, e subito dopo anche lei si dirige verso di essa.

 

FORGE

Nello spazio aperto, Forge galleggia protetto dalla sua nuova invenzione. La tuta metallica che aveva progettato gli ha permesso sia di sopravvivere allesplosione della nave Skrull che di resistere per qualche minuto in più nello spazio siderale. Ora però deve assolutamente trovare un riparo, la sua riserva d'aria si esaurirà tra poco meno di due minuti. Ci sono varie navicelle che sfrecciano vicino a lui, e, nonostante gli sembra di averne riconosciuto la provenienza, pensa che sono l'unico rifugio raggiungibile in tempo utile. Una specie di cavo laser parte da un modulo installato sul polso sinistro, agganciandosi ad una delle navicelle nere. In pochi secondi è a ridosso dello scafo. Utilizzando un componente elettronico contenuto nelle tasche dell'armatura, riesce a creare un varco nello scafo e ad intrufolarsi all'interno. Lo sforzo fatto lo fa crollare a terra non appena dentro, mentre la falla si richiude automaticamente. Mentre si rialza a fatica, Forge si rende conto di essere caduto dalla padella nella brace: è penetrato in una nave Phalanx, ed ora è circondato da degli esseri tecnorganici.

 

 

SHADOWCAT e NIGHTCRAWLER

All'interno dell'installazione Skrull sulla superficie di Plutone si forma una nuvola di zolfo. Nightcrawler e Shadowcat si materializzano per metà all'interno del pavimento, ma grazie al potere di rendere intangibili persone ed oggetti della giovane mutante non riportano alcun danno.

"C'è mancato poco, Katzchen! Una volta che l'astronave è esplosa, mi sono teletrasportato d'istinto."

"Già, per fortuna che ho reso intangibili entrambi. Spero solo che gli altri se la siano cavata… Kurt?"

Il tedesco si accascia a terra. "Un attimo… Lo sforzo è stato tremendo… devo stare un po' seduto."

Kitty si guarda intorno. "Ok, a quanto pare siamo all'interno di una colonia Skrull. Non pensavo che avessero avamposti anche nel Sistema Solare. Mi chiedo come mai nessun eroe della Terra ne è venuto a conoscenza…"

Gli occhi gialli di Nightcrawler si spalancano, mentre alza a fatica un braccio indicando qualcosa alle spalle dell'amica.

"Kitty! Attenta!"

Senza nemmeno voltarsi, Shadowcat si rende nuovamente intangibile, appena prima che alcuni raggi al plasma attraversino il suo corpo. "Kurt, ce la fai a raggiungere quella zona in ombra?"

"Ja, ma…"

"Vai allora! Sei troppo debole, ci penso io a questi lucertoloni!"

Mentre Kurt Wagner svanisce strisciando tra le ombre, Kitty affronta il quintetto di soldati Skrull alle sue spalle. Con una capriola si libra in aria, diminuendo la sua densità resta per un attimo sospesa ad un paio di metri da terra, quindi aumenta la densità del mantello ‘preso in prestito’ assieme al resto del vecchio costume nero di Tempesta, planando in direzione degli aggressori. A pochi centimetri di distanza, aumenta nuovamente la densità del suo corpo, travolgendo un paio di Skrull, che restano a terra tramortiti. Quindi afferra un fucile e con l'impugnatura colpisce uno Skrull alla nuca, e con un calcio ne atterra un altro. L'ultimo soldato si volta e scappa, ma nell'oscurità del corridoio si forma una nuvola di zolfo. Lo Skrull vede davanti a sé due occhi gialli ed un ghigno diabolico.

"Buh!"

"AAAAHHH!!!!" Si volta e vede Shadowcat, sospesa a trenta centimetri da terra, camminare con passo lento e regolare verso di lui.

"Cosa diavolo ci fa una colonia Skrull su Plutone? Dove sono i giovani mutanti? Parla, razza di lucertola con il triplo mento!" dice lei in lingua Skrull.

"Io... io…"

Shadowcat rende intangibile una mano e penetra nel petto dello Skrull.

"Non sono sicura che gli Skrull abbiano il cuore in questa posizione… Potrei solidificare la mia mano e vedere cosa succede…"

"No! Questa colonia è… era un avamposto per un eventuale attacco alla Terra. Eravamo schermati a qualsiasi interferenza, il nostro scopo era raccogliere informazioni in vista dell'attacco. Ma dopo la disgregazione dell'Impero, sembra che nessuno si sia ricordato di noi…"

"Dove sono i giovani mutanti?"

"Noi… noi li abbiamo catturati per usarli contro la Phalanx!"

"La Phalanx?"

"Sì, qualche giorno fa abbiamo avvistato una nave della Phalanx che entrava nel Sistema Solare. Non so come, ma ci hanno individuato ed attaccato. Sapevamo della presenza di Skrull mutanti sulla Terra…"

"Ed allora avete pensato bene di usarli come carne da cannone, eh? Sono solo bambini!"

Aumentando leggermente la densità della mano, Kitty fa svenire il soldato.

"Sono colpito, Katzchen. Non ti sembra di aver esagerato?"

"Non sono io quella che rapisce dei bambini per mandarli in guerra, Kurt! Vediamo di scoprire dove diavolo sono i ragazzi. Mi ha fatto andare in bestia prima che potessi chiederglielo."

 

Nave madre Phalanx.

Un rumore sordo risuona nella parete esterna. Poi un altro, e un altro ancora. Quindi con un boato la parete va in mille pezzi. La fisica comincia a fare il proprio lavoro, scagliando fuori con forza incredibile l’aria presente all’interno dell’astronave, ma nonostante la forza della decompressione una figura riesce comunque a penetrare all’interno, poco prima che le pareti della nave si ricompongano da sole e che la situazione torni alla normalità. E’ una donna vestita con un attillato costume fucsia, i cui capelli castani tranne per il ciuffo bianco sopra la fronte sono raccolti in una coda. Sono dentro, pensa Rogue, ora non mi resta che trovare Colosso, e si lancia in volo per i corridoi dell’astronave seguendo il proprio istinto, fino a che non raggiunge una grande sala dove alcune alte figure nere stanno armeggiando con dei comandi. I Puri, pensa Rogue guardandoli, l’elite guerriera della Phalanx. L’ultima volta che li ho incontrati stavano tentando di assoggettare l’impero Shi’Ar alla loro coscienza collettiva[V], e quando hanno tentato di assorbirmi ho visto cosa avevano in serbo per la Terra. Vogliono farla diventare un allevamento, controllando le crescite di uomini e donne perché possano dargli il sostentamento di cui hanno bisogno. E vogliono sterminare ogni mutante, troppo pericoloso per il loro collettivo e più difficile da assorbire dei normali esseri umani. Non posso permetterlo…

-Kikt- Intruso a bordo! -

Rogue agisce d’istinto, come ha imparato a fare durante tutti gli anni di allenamento nella stanza del pericolo. Si volta di scatto e scaglia un forte pugno contro l’essere tecnorganico che l’ha appena scoperta. La sua testa viene completamente divelta dalla forza del colpo, ma pochi istanti dopo da quel che resta del collo fuoriesce nuovo materiale tecnorganico che va a formare un’altra testa.

-Kikt- Elaborazione dati… -Kikt- Assalitore a Base Carbonica Rogue, affiliazione X Men -Kikt- Poteri tattili di assorbimento, capacità di volo, forza e invulnerabilità -Kikt- Analisi… assimiliazione a tecnocrazia Phalanx in 3,56 minuti –

“La supponenza non è tra le mie caratteristiche preferite in un uomo…” dice Rogue mentre con la coda dell’occhio vede altri esseri tecnorganici venirle contro “Sai com’è…sono una ragazza romantica!” e prendendo il Puro che ha davanti per un braccio lo scaglia contro gli altri. Quindi si alza in volo nel tentativo di allontanarsi quanto più può da loro.

Ok, priorità, pensa Rogue, innanzitutto trovare Peter, e poi pensare a smantellare questa nave.

Uno dei Puri fuoriesce dal soffitto e attacca Rogue dall’alto, tentando di immobilizzarla con propaggini tecnorganiche.

Sempre che riesca a rimanere viva abbastanza, constata Rogue, e prendendolo per le spalle lo getta a terra con forza.

-Kikt- I tuoi tentativi di ribellarti sono inutili, BC: Rogue -Kikt- La nave stessa è la Phalanx, la Phalanx è la nave -Kikt- La Phalanx è tutto, tutto sarà la Phalanx -

“Filosofia Zen da un essere tecnorganico alieno? Ora sì che posso dire di averle sentite tutte!” e si lancia contro gli altri, come una palla da bowling diretta contro dei birilli. E che, ovviamente, fa strike. I Puri della Phalanx vengono lanciati in ogni direzione, ma quando toccano le pareti sembrano fondersi con essa, per fuoriuscire alle spalle e tutt’attorno a Rogue ed acchiapparle con forza braccia e gambe.

-Kikt- Preparati ad essere assimilata, umana -

“Non conoscete proprio il significato della parola ‘insistenza’, eh?!” e con un forte strattone si libera dalla presa dei Puri e rimane a mezz’aria, lontana da qualsiasi parete. Un braccio tecnorganico le sta ancora attaccato al polso, i suoi circuiti perdendo esponenzialmente luce a causa del distacco dal collettivo e dalla conseguente perdita di energia. Guardandolo pulsare, a Rogue balena in mente un’idea. Deve trovare Colosso, e non può girare alla cieca in un’astronave grande quanto New York. E se entrerà per un secondo in contatto con la Phalanx avrà pieno accesso alla sua memoria collettiva. Senza contare che se ne tocca una frazione abbastanza piccola e priva di energia da non avere la forza di assorbirla, come il braccio che le è rimasto attaccato addosso, potrebbe anche evitare l’assorbimento al collettivo. Certo, non c’è niente di sicuro, ma per la salvezza del proprio compagno vale la pena rischiare.

Con una mano Rogue afferra il braccio tecnorganico e lo stacca dal proprio polso, mentre con la bocca si toglie il guanto dell’altra mano. Quindi avvicina le sue dita nude al braccio ed il contatto avviene. Milioni di byte di informazioni si scaricano nella mente di Rogue contemporaneamente. Qualsiasi normale essere umano ne sarebbe sopraffatto, ma Rogue è da una vita che si giostra tra le centinaia di personalità che ha assorbito nella propria psiche. Per questo riesce a rimanere cosciente, e per questo è capace di selezionare l’informazione che le serve. E cioè dove si trova l’X Man Colosso. Ma accanto a questa notizia, scorge qualcos’altro che la Phalanx reputa importantissimo. La nave madre E’ la Phalanx stessa, e per muoversi ha bisogno di energia. Un’energia pura, inesauribile, di potenza inimmaginabile. Grazie a quell’energia potrebbe davvero conquistare l’intero universo, ma se se ne trovasse privata l’intera Phalanx perderebbe la sua arma principale. E il motore principale è solo due livelli più sotto. Rogue valuta le alternative che ha. Da un lato correre da Colosso, ad almeno una ventina di minuti di distanza in un percorso disseminato di pericoli. Dall’altro, raggiungere il motore principale e spegnerlo, ponendo fine alla minaccia della Phalanx una volta per tutte.

Con uno sguardo duro negli occhi e maledicendosi per la propria decisione, Rogue molla il braccio tecnorganico e plana verso i piani inferiori.

 

All'interno della nave d'assalto Phalanx, Forge viene assalito dagli esseri tecnorganici senza che riesca a reagire. In pochi istanti il virus transmodale si espande per il suo corpo, rendendolo un essere simile alla Phalanx.

Io sono la Phalanx. Io sono Forge. Tu non sei nessuno, sei solo una propaggine della nostra coscienza. No, io sono Forge, sono un individuo, questa volta posso resistere, ho capito come. Io… mio dio, è stupendo, il mondo è una sequenza di 0 e 1, è tutto così semplice, così ordinato! Riesco a capire tutto, nulla mi è negato. Il mondo è fatto di numeri. Il mondo è fatto di magia. Abbandonarsi all'ordine, alla fredda razionalità. Non c'è nulla che non possa essere spiegato con una sequenza di 0 e 1. Io sono lo sciamano. Io sono il Creatore. Io sono, siamo. Siamo un'unica coscienza. Siamo la perfezione del pensiero unico. Penso, quindi sono. Penso, quindi non siamo. Uomo o macchina, non ha importanza, nulla ha importanza. Solo la Phalanx ha importanza. No, io non sono la Phalanx. Io non sono Forge. Ora, io sono questa nave. La sento tutta, sento il freddo siderale pungere il mio scafo, sento la potenza dei miei motori tuonare nelle mie viscere. Vedo la distruzione, i morti… Ho migliaia di occhi, miliardi di dita. Sono tutto e non sono nulla. Le sensazioni sono dati che scorrono nel mio sistema nervoso fatto di cavi e fili. Tutto quello che il mio potere mutante mi ha suggerito in questi anni è rinchiuso in piccolo celle di memoria. Tutto quello che mi suggerirà è a portata di selezione. Le mie braccia sono ali. Il mio intestino è un motore. La mia testa è un ponte di comando. È la sensazione più intensa che abbia mai provato. Amo tutto questo. Ora io sono il Creatore ed il Creato. Sono il fabbro ed il ferro. Sono. Io sono. Io sono Forge. Io credo in un sogno. Sogno, quindi sono. Io sono un X-Man. Ho una missione da compiere. Devo salvare ciò in cui credo, a costo di ciò che amo.

La nave Phalanx si stacca dalla formazione e si dirige verso la nave madre.

 

Sulla colonia Skrull.

 Una stanza fredda e buia. I giovani Skrull mutanti sono stati rinchiusi qui dopo che ad ognuno di loro è stato applicato un collare con una carica esplosiva che li ucciderebbe all’istante se disubbidissero agli ordini dei superiori. Fiz si guarda intorno. È il più vecchio del gruppo, e tutti si aspettano delle parole di conforto, di speranza da lui. Ma non sa cosa dire, anche lui ha paura. Vorrebbe che Colosso fosse lì con lui, vorrebbe che ci fosse il Professor Xavier a consigliargli cosa fare. Ma indossa una divisa da X-Man, e deve dimostrarsi degno di essa. C'è un modo di scappare, se si ribellassero tutti insieme potrebbero farcela. In fondo hanno dei poteri che gli altri Skrull non riuscirebbero mai a fronteggiare, però…

Questi pensieri vengono spazzati via dal fascio di luce che penetra da una porta aperta. Uno Skrull anziano, evidentemente l'ufficiale dal grado più alto, entra con passo cadenzato nella stanza.

"Miserabili rifiuti geneteci, oggi avrete l'occasione di riscattare la vostra inutile ed insulsa esistenza combattendo per la gloria e l'onore del popolo Skrull. La Phalanx si sta preparando ad un altro attacco, e voi sarete la nostra prima linea difensiva."

Fiz vorrebbe urlare, gridare che la loro esistenza non è insulsa e inutile, che la loro diversità genetica non li spoglia della loro dignità di persone. Vorrebbe alzare la testa, ribellarsi. Invece, con il capo chino, segue i suoi compagni fuori dalla stanza.

Nel tragitto che li separa dal campo di battaglia, Fiz cerca con gli occhi Xandu, la quale tenta di rincuorare la piccola Kimmy mentre ricambia lo sguardo misto di speranza e terrore.

Dietro di loro, nell’oscurità, due occhietti gialli scrutano i dintorni nervosi.

Il comandante Skrull urla qualcosa, e all'improvviso la Phalanx attacca.

 

Nave madre Phalanx.

E’ da circa cinque minuti che l’uomo dal corpo di acciaio si trova disteso a terra, privo di sensi. Il buco (o per meglio dire, i buchi successiviconsecutivi) che ha fatto nelle pareti dell’astronave Phalanx si sono già autoriparati (questi sono i vantaggi che si ottengono quando una forma di vita si sviluppa a partire da molecole di silicio al posto di quelle di carbonio...), mentre le informazioni sull’entrata di un intruso sono partite quasi istantaneamente verso il collettivo Phalanx collegato in rete, la cui unità principale ha già provveduto mandandogli incontro una truppa d’assalto, che in pochi attimi lo raggiungerà. E lui che fa? Dorme. Ma forse... forse quell’occhio che si sta lentamente aprendo é il segno che Colosso sta per tornare alla realtà. Ed in effetti è così. Prima un dito si muove, poi l’intero braccio. Quindi Piotr Rasputin, alias Colosso, si alza a sedere.

“Cos…?” fa per dire. L’ultima cosa che si ricorda è che stavano tutti sull’astronave da carico Skrull, osservando la guerra intergalattica che si stava combattendo davanti a loro. Poi un raggio proveniente da una grossa nave nera, quindi il vuoto.

Con la testa che gli galleggia un po’, Colosso si alza in piedi e si guarda attorno. Ha tutti gli aspetti del corridoio di un’astronave, dalle pareti totalmente nere tranne per le piccole lucine con cui sono disseminate. Avvicinandosi, Colosso nota che attorno alle lucine ci sono dei piccoli circuiti cibernetici, di una tecnologia avanzatissima. Una tecnologia che gli è già capitato di vedere in passato nei costrutti tecnorganici del collettivo che conosce con il nome di…

…Phalanx, mutante -Kikt- Preparati ad essere assorbito! -

Colosso si gira di scatto. Davanti a lui, cinque costrutti tecnorganici alti, neri e dotati di sei file di sottili occhi argentei per testa che lo scrutano minacciosi.

“Nyet!” grida Piotr, e sferra un pugno contro quello più vicino. Il braccio è come se scomparisse all’interno del corpo del Puro, per essere subito dopo ricoperto dal tessuto tecnorganico di cui è composto.

“Bozhe moi!” esclama ritraendo in fretta il braccio, su cui ancora si muovono i circuiti della Phalanx.

-Kikt- Non hai scampo, BC: Colosso -Kikt- Il tuo potere è inutile contro di noi –

E’ vero, pensa Colosso indietreggiando, trasformarsi in acciaio organico è inutile contro una razza capace di assorbire tanto i metalli quanto il tessuto organico. Devo prendere tempo.

Senza alcun preavviso strappa un grosso tubo dal soffitto e comincia a rotearlo come fosse una mazza, per poi scagliarlo con quanta più forza può contro i suoi avversari. Due dei Puri vengono impalati dal tubo, che nella sua corsa omicida va a conficcarsi nella parete del corridoio. Ma invece di essere anche solo tramortiti, i due lanciano un’occhiata di sfida verso Colosso, e quindi assorbono il tubo nel loro corpo. Quindi il segnale viene dato, e tutti i costrutti tecnorganici si lanciano su Piotr. Il mutante scaccia il primo, poi il secondo, ma il terzo riesce ad avvinghiarsi al suo collo. Il tentativo di Colosso di toglierselo di dosso permette ad un altro di essi di bloccargli un braccio, quindi un altro lo afferra per le gambe, facendolo cadere. Gli altri sono sopra di lui in pochi istanti, cominciando ad assorbirlo all’interno del collettivo tecnorganico denominato Phalanx.

“No… No! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!”

 

“Deathbird? Deathbird stai bene?! Rispondi dannazione!!”

La pericolosa Shi’Ar che pochi secondi prima giaceva inerte tra le braccia di Alfiere, adesso sta cominciando a mugolare qualcosa.

“…Apocalisse… il patto… l’esperimento…”

Queste prime parole bastano per riportare alla mente di Alfiere gli spiacevoli eventi accaduti l’ultima volta che si erano visti[VI]. Sapeva già che lei lo aveva ingannato, ma in quella occasione aveva finalmente scoperto che lo aveva tradito per sottoporsi ad una modifica genetica e strutturale che l’avrebbe fatta divenire il cavaliere di Apocalisse chiamato Guerra. E come lei, anche due dei tre uomini che aveva attorno erano cavalieri di Apocalisse. Rispettivamente: il mostro grigio era Pestilenza, mentre l’uomo scheletrico era Carestia. Del terzo uomo Alfiere sapeva di più. Fin dalla prima occhiata infatti lo aveva riconosciuto come Mikhail Rasputin, il fratello di Colosso degli X Men e il responsabile dell’allagamento dei tunnel dei Morlock e della loro morte[VII]. E per questo da quando lo aveva visto non gli aveva tolto gli occhi di dosso. Nonostante ciò però, viene colto ugualmente di sorpresa quando Mikhail si alza di scatto e urla:

“PIOTR!!!!!!”

Un fascio di luce avvolge quel luogo, e nessuno di loro è più lì.

 

Un fascio di luce avvolge il corridoio della nave madre Phalanx, e cinque nuovi contendenti entrano in gioco.

Tra il tessuto tecnorganico dei Puri che lo stanno sommergendo e assorbendo, Colosso viene abbagliato dall’energia del teletrasporto interdimensionale, per poi vedere subito dopo le cinque figure che ne sono fuoriuscite. Ma dei loro volti, solo uno finisce per attirare la sua attenzione. Quello di un uomo dai capelli corvini raccolti in una coda, e con metà del viso ricoperto da una brutta ustione. Quello di…

“MIKHAIL!!!”

 

Continua…

 

 

Note degli autori:

 

Sergio: bhe, se nel numero scorso il team degli X Men vi sembrava demolito, cosa direte ora? Niente azione di gruppo in questo numero, che lascia il posto ad una serie di azioni individuali all’interno di una guerra tra due potenze intergalattiche di indubbia rilevanza. Inoltre… tutte le pedine sono state posizionate, e nei prossimi due numeri ognuna di esse assumerà un ruolo importantissimo in uno schema che forse adesso può sembrare dispersivo, ma in cui tutto assumerà un senso man mano che l’azione cresce. Ragazzi, questo è il mio ingresso in serie A, fare qualcosa di grandioso è il minimo!

 

Tobia: Skrull e Phalanx. La prima razza aliena creata dalla Marvel contro quella forse più aliena di tutte. Vi ricordo che è dai tempi della conclusione del cross-over omonimo (Wolverine 76) che la Phalanx è diretta verso la Terra, seguendo un segnale inviato in quella sede. Il fatto era ricordato anche nella miniserie dei Predoni Stellari (Marvel Mix 9/11), e a tal proposito vi consiglio di leggere anche la miniserie a loro dedicata che esordisce proprio questo mese!

 

Nel prossimo numero: Ahab, Calibano e Deathbird si svegliano! Nella colonia Skrull, Shadowcat e Kurt combattono per la libertà degli Skrull mutanti! Rogue incontra una vecchia e mai dimenticata conoscenza!

 



[I] GLI INCREDIBILI X-MEN Marvel Italia 52/54

[II] X-MEN UNIVERSE 38/40

[III] GIXM 119

[IV] È tutto successo nella serie regolare di Alfiere, inedita in Italia

[V] X-MEN UNIVERSE 35/36

[VI] GIXM 122

[VII] GIXM 59